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Anno Santo 2025 - Un Giubileo per ricostruire la speranza
Il portale Vatican News
Pellegrini di speranza. Il Giubileo 2025 per costruire un mondo migliore
Tiziana Campisi – Città del Vaticano
Che il motto del Giubileo del 2025 - “Pellegrini di speranza” - possa diventare per il mondo un autentico contenuto da sperimentare. È l’auspicio del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin intervenuto questo pomeriggio nella Sala Regia del Palazzo Apostolico alla presentazione del logo ufficiale dell’anno santo. Il porporato evidenzia che le vicende di questi anni e di questi mesi recenti sembrano obbligare la Chiesa a tenere fisso lo sguardo sulla virtù della speranza, fondamento della vita cristiana insieme alle altre due virtù teologali - la fede e la carità -, che richiama tutti a essere responsabili costruttori di un mondo migliore. A tal proposito il cardinale segretario di Stato ricorda quanto scritto da Papa Francesco in vista dell’anno giubilare: “Dobbiamo (…) fare di tutto perché ognuno riacquisti la forza e la certezza di guardare al futuro con animo aperto”.
Il Giubileo 2025 evento di fede e di cultura
Ringraziando le autorità civili presenti, coinvolte nella responsabilità organizzativa del Giubileo, per la collaborazione offerta in varie forme in questa fase preparatoria, il cardinale Parolin evidenzia quanto necessaria e feconda sia la complementarietà per il bene di quanti si faranno pellegrini alla tomba di Pietro e Paolo per attraversare la porta santa, secondo l’antica tradizione giubilare. Per il porporato il Giubileo è una bella opportunità offerta in modo speciale alla città di Roma e all’Italia come momento qualificante per accogliere i milioni di turisti che giungeranno per vivere un evento di fede e di cultura.
Il logo e il suo significato teologico
Ad illustrare il logo del Giubileo del 2025 è monsignor Rino Fisichella. Si tratta di un'immagine con quattro figure stilizzate che indicano l’umanità proveniente dai quattro angoli della terra, l’una abbracciata all’altra, per indicare la solidarietà e la fratellanza che devono accomunare i popoli, con l’apri-fila aggrappato alla croce, segno della fede, che abbraccia anch’essa, e della speranza, che non può mai essere abbandonata. Le onde sottostanti sono mosse per indicare che il pellegrinaggio della vita non sempre si muove in acque tranquille. E per invitare alla speranza nelle vicende personali e quando gli eventi del mondo lo impongono con maggiore intensità, la parte inferiore della Croce si prolunga trasformandosi in un’ancora - metafora della speranza -, che si impone sul moto ondoso. Non è casuale la scelta cromatica per i personaggi: il rosso è l’amore, l’azione e la condivisione; il giallo/arancio è il colore del calore umano; il verde evoca la pace e l’equilibrio; l’azzurro/blu richiama la sicurezza e la protezione. Il nero/grigio della Croce/Ancora, rappresenta invece l’autorevolezza e l’aspetto interiore. L’intera raffigurazione mostra anche quanto il cammino del pellegrino non sia un fatto individuale, ma comunitario e dinamico che tende verso la Croce, anch’essa dinamica, nel suo curvarsi verso l’umanità come per andarle incontro e non lasciarla sola, ma offrendo la certezza della presenza e la sicurezza della speranza. Completa la raffigurazione, in verde, il motto del Giubileo 2025, Peregrinantes in Spem. Il logo, aggiunge monsignor Fisichella rappresenta “una bussola da seguire e un comune denominatore espressivo capace di permeare in modo trasversale tutti gli elementi che orbitano intorno alla celebrazione dell’evento Giubilare” ed esprime l’identità e il tema spirituale peculiare, racchiudendo il senso teologico intorno al quale si sviluppa e si realizza il Giubileo.
Il Concorso internazionale
L’immagine che identifica il Giubileo 2025 è frutto di un Concorso Internazionale, spiega ancora monsignor Rino Fisichella, al quale hanno partecipato studenti, studi grafici, istituti religiosi, professionisti e studiosi di arte che si sono dovuti confrontare con il tema del pellegrinaggio e della speranza. Sono giunte 294 proposte da 213 città e da 48 Paesi diversi. La fascia di età dei partecipanti è stata dai 6 agli 83 anni. Una Commissione ha valutato i lavori presentati secondo tre criteri: pastorale, perché il messaggio del Giubileo fosse facilmente intuibile; tecnico-grafico, che garantisse una buona fattura grafica per la riproducibilità; estetico, perché il disegno fosse ben fatto e accattivante. Quindi sono stati sottoposti al Papa tre progetti finali perché scegliesse quello che maggiormente lo colpiva. “La scelta non è stata facile neppure per lui - racconta il presule - dopo avere più volte osservato i progetti ed espresso il suo compiacimento, la scelta è caduta sulla proposta di Giacomo Travisani”.
L’ideatore
“Ho immaginato gente di ogni ‘colore’, nazionalità e cultura, spingersi dai quattro angoli della Terra e muoversi in rotta verso il futuro, gli altri, il mondo - dice emozionato Giacomo Trevisani -, come vele di una grande nave comune, spiegate grazie al vento della Speranza che è la croce di Cristo e Cristo stesso”. Nel “personificare” la Speranza ha pensato subito alla Croce: “La Speranza, mi sono detto, è nella Croce”. Quindi ha “immaginato il Papa, Pietro di oggi, guidare il popolo di Dio verso la mèta comune, abbracciando la Croce, che diviene un’ancora, quale saldo riferimento per l’umanità”, mentre il popolo si stringe a lui e anche a quell’ancora cui si stringono i pellegrini di ogni tempo. “Siamo ‘Pellegrini di Speranza” perché portiamo con noi le paure del prossimo nel desiderio di condividerle e farle nostre - conclude l’autore del logo del Giubileo del 2025 richiamando infine il motto - questo indicano le figure che si stringono tra loro guardando alla Croce come un’ancora di salvezza”.
I due anni di preparazione al Giubileo
Papa Francesco ha chiesto che i due anni precedenti il Giubileo siano focalizzati su due tematiche particolari. E così il 2023 sarà dedicato alla rivisitazione dei temi fondamentali delle quattro Costituzioni del Concilio Vaticano II di cui il prossimo 11 ottobre si celebrerà il 60° anniversario di apertura, “perché la Chiesa possa respirare di nuovo" quel "profondo e attuale insegnamento" che ha prodotto, precisa monsignor Fisichella. Sono in preparazione, a tal proposito, una serie di sussidi agili, “scritti con un linguaggio accattivante” per permettere a quanti non ne hanno memoria di incuriosirsi e di scoprirne “l’anelito innovatore che ha permesso alla Chiesa di entrare con consapevolezza nel terzo millennio della sua storia”. Il 2024, invece, sarà un anno dedicato alla preghiera. L’idea è quella di creare un contesto favorevole al Giubileo e di permettere ai pellegrini di prepararsi.
La tecnologia a servizio dell’anno santo
Per l’anno santo 2025 ci si avvarrà anche delle conquiste della scienza e della tecnica. “Si dovrà consentire a milioni di utenti di diventare pellegrini anche attraverso il digitale e muoversi per i cammini cogliendo la bellezza e la sacralità del momento” chiarisce monsignor Fisichella. Per questo motivo si vuole dar vita ad un flusso di notizie che mentre consente di fare memoria di secoli di storia, obbliga anche a rimanere radicati al presente. Dopo l’estate sarà disponibile il sito ufficiale del Giubileo con la relativa app, due strumenti per aiutare a vivere al meglio gli eventi proposti, facilitando l’esperienza spirituale e culturale della città di Roma. Il portale conterrà, dunque, oltre all’importante Carta del Pellegrino, notizie, cenni storici, informazioni pratiche, servizi e strumenti multimediali, in dieci lingue e con un alto livello di accessibilità per le persone disabili.
Gli eventi
Infine monsignor Fichella illustra, secondo un primo schema, l’elenco dei Grandi eventi pensati per: famiglie, bambini, giovani, movimenti e associazioni, anziani, nonni, disabili, sport, malati e sanitari, università, mondo del lavoro, cori e corali, confraternite, sacerdoti, persone consacrate, cattolici orientali, catechisti, poveri, carcerati. Ma il calendario completo sarà pronto entro l’anno.
Un Giubileo per ricostruire la speranza: 2025, comincia il conto alla rovescia
11/02/2022 Papa Francesco ha scritto a monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, incaricato dell’organizzazione dell’Anno Santo. Poveri, profughi, creato: indicate le priorità. Il 2024 dedicato a una «grande sinfonia di preghiera
«Come cristiani abbiamo patito insieme con tutti i fratelli e le sorelle le stesse sofferenze e limitazioni», ricorda Francesco a proposito della pandemia da Covid-19: «Le nostre chiese sono rimaste chiuse, così come le scuole, le fabbriche, gli uffici, i negozi e i luoghi dedicati al tempo libero. Tutti abbiamo visto limitate alcune libertà e la pandemia, oltre al dolore, ha suscitato talvolta nel nostro animo il dubbio, la paura, lo smarrimento».
«Questo sarà più facilmente raggiungibile nella misura in cui si agirà con fattiva solidarietà, in modo che non vengano trascurate le popolazioni più indigenti, ma si possa condividere con tutti sia i ritrovati della scienza sia i medicinali necessari», l’indicazione di rotta di Francesco, secondo il quale «dobbiamo tenere accesa la fiaccola della speranza che ci è stata donata, e fare di tutto perché ognuno riacquisti la forza e la certezza di guardare al futuro con animo aperto, cuore fiducioso e mente lungimirante”.
Poveri, profughi, creato: nella lettera sono già indicate le priorità dell’anno giubilare che segnerà il primo quarto del XXI secolo. “Tutto ciò però sarà possibile se saremo capaci di recuperare il senso di fraternità universale, se non chiuderemo gli occhi davanti al dramma della povertà dilagante che impedisce a milioni di uomini, donne, giovani e bambini di vivere in maniera degna di esseri umani”, la premessa necessaria: «Penso specialmente ai tanti profughi costretti ad abbandonare le loro terre. Le voci dei poveri siano ascoltate in questo tempo di preparazione al Giubileo che, secondo il comando biblico, restituisce a ciascuno l’accesso ai frutti della terra», l’appello del Papa. «Non trascuriamo, lungo il cammino, di contemplare la bellezza del creato e di prenderci cura della nostra casa comune”, l’altra “intenzione” giubilare segnalata da Francesco, partendo dalla consapevolezza che «un numero sempre crescente di persone, tra cui molti giovani e giovanissimi, riconosce che la cura per il creato è espressione essenziale della fede in Dio e dell’obbedienza alla sua volontà».
Per il Papa, inoltre, il pellegrinaggio verso il Giubileo “potrà rafforzare ed esprimere il comune cammino che la Chiesa è chiamata a compiere per essere sempre più e sempre meglio segno e strumento di unità nell’armonia delle diversità”. “Sarà importante aiutare a riscoprire le esigenze della chiamata universale alla partecipazione responsabile, nella valorizzazione dei carismi e dei ministeri che lo Spirito Santo non cessa mai di elargire per la costruzione dell’unica Chiesa”, il suggerimento di Francesco: “Le quattro Costituzioni del Concilio Ecumenico Vaticano II, unitamente al magistero di questi decenni, continueranno ad orientare e guidare il popolo santo di Dio, affinché progredisca nella missione di portare a tutti il gioioso annuncio del Vangelo”.
Il 2024 dedicato alla preghiera. In attesa che la Bolla di indizione, come è prassi, indichi nel dettaglio il cammino di preparazione, il Papa propone di “dedicare l’anno precedente l’evento giubilare, il 2024, a una grande "sinfonia’ di preghiera”: "Anzitutto – spiega – per recuperare il desiderio di stare alla presenza del Signore, ascoltarlo e adorarlo. Preghiera, inoltre, per ringraziare Dio dei tanti doni del suo amore per noi e lodare la sua opera nella creazione, che impegna tutti al rispetto e all’azione concreta e responsabile per la sua salvaguardia. Preghiera come voce ‘del cuore solo e dell’anima sola’ (cfr At 4,32), che si traduce nella solidarietà e nella condivisione del pane quotidiano. Preghiera che permette ad ogni uomo e donna di questo mondo di rivolgersi all’unico Dio, per esprimergli quanto è riposto nel segreto del cuore. Preghiera come via maestra verso la santità, che conduce a vivere la contemplazione anche in mezzo all’azione. Insomma, un intenso anno di preghiera, in cui i cuori si aprano a ricevere l’abbondanza della grazia, facendo del Padre nostro, l’orazione che Gesù ci ha insegnato, il programma di vita di ogni suo discepolo”.
Esso ha origine nell’ebraismo, quando ogni 50 anni si celebrava un anno di riposo della terra (per rendere più forti le coltivazioni) e la liberazione degli schiavi per restituirgli l’uguaglianza e ridurre le distanze tra i ricchi e i poveri. L’inizio del Giubileo ebraico veniva segnato dal suono del corno d’ariete, lo jobel, da cui deriva il nome cristiano “Giubileo”.
La Chiesa Cattolica iniziò la tradizione dell’Anno Santo nel 1300 con Papa Bonifacio VIII, prevedendo un Giubileo ogni secolo. Attualmente si celebra ogni 25 anni, per permettere a ogni generazione di vivere almeno un Anno Santo.