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(Avvenire pag. 12 del 22/01/2023
Casa e lavoro, richiamo per gli stranieri
Nell’Ascolano un paese ritrova linfa grazie alle attività della logistica e al doposcuola oratoriano
MARCO
BENEDETTELLI
Ancona
Anche nei borghi dell’entroterra, come in un prisma, è possibile vedere riflessi, i cambiamenti sociali, che attraversano la nostra globalità. Monsampolo del Tronto, provincia di Ascoli Piceno, è un paese di 4.800 abitanti che, come tanti piccoli centri della nostra penisola, sta conoscendo il fenomeno dello spopolamento. Ma al contempo Monsampolo assorbe, nelle sue case sfitte o dai valori immobiliari al ribasso, tante persone di origine straniera che arrivano per lavorare nella fertile valle del Tronto e nelle sue piccole aziende.
Il 12% degli abitanti, residenti e domiciliati, è di origine immigrata, circa 800 persone. «Ma il loro numero reale è anche maggiore, considerato il transito sul territorio dei numerosi lavoratori stranieri che si muovono fra i comuni limitrofi di Spinetoli e Monteprandone e si appoggiano nei subaffitti». A raccontarlo è Simonetta Sgariglia, presidente di Kairos, associazione che dallo scorso novembre ha attivato, grazie ai suoi volontari, l’Oratoriolab, il doposcuola nella parrocchia di Maria Santissima Madre della Chiesa, per le famiglie della comunità, italiane e provenienti da Albania, Tunisia, Nigeria e Marocco. Gli ultimi a stabilirsi nel paese sono stati gli argentini, legati alle Marche da relazioni migratorie del ‘900. Come spiega il sindaco Massimo Narcisi, «a richiamare manodopera è la presenza di alcune aziende logistiche e di magazzinaggio e stoccaggio che negli ultimi 15 anni hanno dato nuovo slancio al territorio, prima fiaccato dalla crisi». Qui il contesto è tanto incantevole per morfologia paesaggistica quanto ferito da forme di marginalizzazione estrema, come quella che si addensa lungo la strada diretta verso la costa, la Bonifica, dove la prostituzione è radicata da anni nonostante l’impegno delle associazioni per aiutare le donne coinvolte a uscire dallo sfruttamento.
Il borgo storico di Monsampolo del Tronto, in collina, si sta spopolando, gli abitanti si trasferiscono nei centri urbani in grado di offrire maggiori servizi, oppure nelle frazioni lungo la via Salaria. Gli studenti universitari fuori sede tendono a non ritornare. «Molti vivono nelle case sparse per la campagna dove ognuno conduce la propria esistenza abbastanza isolato – dice ancora la presidente di Kairos –. L’oratorio è un punto d’incontro essenziale per la comunità. È qui che negli anni la nostra attività di volontariato ha preso forma». L’associazione ha iniziato con la distribuzione di beni di prima necessità e oggi conta nel proprio indirizzario 229 famiglie che si alternano alla richiesta dei servizi. Ogni settimana si rivolgono agli sportelli dell’organismo una settantina di persone, per una sponda anche sull’orientamento burocratico e sanitario. Oratoriolab è l’ultima iniziativa per l’inclusione ed è guidata da docenti in pensione e studenti universitari che tengono corsi di alfabetizzazione e di fonologia di inglese e matematica, laboratori di fotografia e pittura. Sono state attivate inoltre tre classi di lingua italiana con la partecipazione di una ventina di persone. «Sono soprattutto donne – precisa Sgariglia – ed è un risultato prezioso, perché dimostra la loro voglia di partecipazione».
© RIPRODUZIONE RISERVATA Il 12% dei 4.800 abitanti, residenti e domiciliati, è di origine immigrata.
I corsi nella parrocchia sono frequentati da famiglie, accompagnate anche negli iter burocratici
Le attività dell’oratorio di Monsampolo del Tronto
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