17 dicembre 2004 ore 00.46
CELEBRAZIONE D’AVVENTO
17 dicembre 2004
ore 00.46

CELEBRAZIONE D’AVVENTO
17 Dicembre 2004




Sono tre giorni che cerco nel mio cuore,
cerco il mio Natale di sempre,
Il Natale felice ed emozionante;
Il Natale della soddisfazione,
Il Natale che cerco e non trovo…
Dove l’avrò messo?
L’ho infilato in una busta che quest’anno
non si apre perché mancan le forbici,
manca il mio spirito pronto
e ho voglia di urlare:
“Aspettate non è il momento, non sono preparata!
Datemi ancora un po’ di tempo perché non voglio
Vedere la festa che scappa veloce sotto i miei occhi.
Datemi tempo, basta una notte, questa notte…”



1° Ragazzo: Ed è proprio per questo motivo che questa sera siamo qui. Abbiamo lasciato sospeso gli ultimi acquisti.
2° Ragazzo: Forse abbiamo rinunciato a un giro in centro dove avremo respirato l’atmosfera del Natale, un incontro di luci, colori, suoni.
3° Ragazzo: Abbiamo scelto di fermarci un attimo, per vedere se riusciamo ad aprire questa busta dove spesso richiudiamo il Natale.

1° Ragazzo: Nella frenesia di questi giorni ci capita di impacchettare anche il Natale.
2° Ragazzo: Alt! Fermi tutti. Questa sera cercheremo di scartare il Natale. Come si fa con un regalo.
3° Ragazzo: Già, perché il Natale è forse più bello.Ma troppo spesso finisce nascosto fra gli altri pacchetti, contenenti oggetti costosi quanto inutili.

1° Ragazzo: E allora questa sera ci faremo il regalo più bello: il Natale. Ma il Natale non pieno di luci, suoni e ricco di una calda atmosfera.
2° Ragazzo: Ma il Natale fatto di una lece tenue di una fredda notte di tanti anni fa.
3° Ragazzo: Cercheremo di capire che cosa possono voler dire per noi una capanna, un bimbo, due genitori e una stella cometa.



Spesso Signore non riusciamo a vederTi, ci chiudiamo nelle nostre preoccupazioni, nei nostri egoismi.
Ma dove sei Signore?


MESSAGGIO DI TENEREZZA

Questa notte ho fatto un sogno,
ho sognato che ho camminato sulla sabbia
accompagnato dal Signore
e sullo schermo della notte erano proiettati
tutti i giorni della mia vita.

Ho guardato indietro e ho visto che
ad ogni giorno della mia vita,
apparivano due orme sulla sabbia:
una mia e una del Signore.

Così sono andato avanti, finché
tutti i miei giorni si esaurirono.

Allora mi fermai guardando indietro,
notando che in certi punti
c'era solo un'orma...
Questi posti coincidevano con i giorni
più difficili della mia vita;
i giorni di maggior angustia,
di maggiore paura e di maggior dolore.

Ho domandato, allora:
"Signore, Tu avevi detto che saresti stato con me
in tutti i giorni della mia vita,
ed io ho accettato di vivere con te,
perché mi hai lasciato solo proprio nei momenti
più difficili?".

Ed il Signore rispose:
"Figlio mio, Io ti amo e ti dissi che sarei stato
con te e che non ti avrei lasciato solo
neppure per un attimo:

i giorni in cui tu hai visto solo un'orma
sulla sabbia,
sono stati i giorni in cui ti ho portato in braccio".



Signore, scusa se troppe volte ti abbiamo dimenticato,
se non abbiamo trovato il tempo di parlare con Te, pensando che fosse una cosa inutile.
Ora abbiamo capito che Tu sei l’unica persona davvero importante,
TU SEI SEMPRE CON NOI




LE CUFFIETTE

Ho rincorso un amico
Chiamando a squarciagola.
Niente da fare!
Portava le cuffiette agli orecchi
E non mi sentiva.
Ho dovuto prenderlo per un braccio
E strattonarlo.
Mi ha guardato stralunato
Come se io fossi un UFO,
continuando a seguire
la sua musica scatenata.
Ce n’è voluto di tempo
per riportarlo alla realtà!
Signore,
continuamente Tu mi chiami
con la voce delle persone,
dei fatti, delle cose,
ma io non ti sento,
perché i miei orecchi sono pieni
di sogni e illusioni
scambiati con la realtà.
Signore, ti prego,
non stancarti di chiamarmi,
di rincorrermi.
Aprimi gli orecchi e riportami
con pazienza e amore
dentro la realtà.



Aiutaci, Signore, ad accoglierti nella nostra vita, a lasciarti spazio nel nostro cuore, ad accettare i tuoi inviti, le tue provocazioni, i tuoi progetti un po’ pazzi.


Dal Vangelo secondo Luca (2-1,20)

In quei giorni, un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra… Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo.
C’erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore, si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l’angelo disse loro: “Non temete, ecco, vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce che giace in una mangiatoia”.
E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste che lodava Dio e diceva:
“Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama.”
Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro: “Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere”. Andarono dunque senz’indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino che giaceva nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro…
I pastori poi se ne tornaro, glorificano e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, come era stato detto loro.


Ci prendiamo Signore, un impegno per Natale, l’impegno di farti spazio nel nostro cuore, l’impegno di festeggiare con Te il tuo compleanno, l’impegno di venirti a trovare alla tua festa.



La nostra tessera, la tessera di tutti i ragazzi dell’ACR, è il segno del nostro impegno, è un po’ come la foto davanti alla torta: tra un giorno, un mese, un anno, continuerà a raccontarci del nostro incontro, della nostra amicizia
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