23 agosto 2024 ore 10.32
Vita Parrocchiale
Festa di Sant'Egidio 01/09/2024 - presso Contrada Sant'Egidio di Monsampolo - Santa Messa ore 18,00
Don Bernardo Domizi
23 agosto 2024
ore 10.32
ore 10.32
Festa di Sant'Egidio 01/09/2024 - presso Contrada Sant'Egidio di Monsampolo - Santa Messa ore 18,00 a seguire Santa Processione
(Sospesa la Santa Messa delle ore 18,00 a Stella)
Al termine della manifestazione religiosa sarà offerto un rinfresco a tutti i partecipanti
Il Parroco Don Andrea
· Feste di settembre a Monsampolo del Tronto (Ascoli Piceno - Marche - Italia)
Il culto di S. Egidio Abate patrono dell' omonima contrada
La piccola chiesa campestre di S. Egidio Abate, come si presenta oggi, è il risultato di restauri e ampliamenti susseguitisi nei secoli.
La sua storia, abbastanza complessa, è legata al patronato laico e al rettorato della nobiltà ascolana.
L' antico titolo della chiesa, documentato sin dal XV secolo, era S. Maria a Turibolo per la presenza caratterizzante di un incensiere pendente sotto l' immagine della Madonna (il turibolo, appunto).
In questa chiesa, per l'aumento del capitale, furono annessi i benefici delle chiese decadute di S. Pietro Vecchio, S. Nicola al Castellaro, S. Erasmo e S. Egidio di Monte Donnello.
Il passo successivo, previsto dall' usanza religiosa, fu quello di rappresentare i nuovi santi tra i decori della chiesa. Infatti, nel nuovo quadro del 1579, dipinto dall' ascolano Silvestre, vennero riprodotti la Vergine con l' incensiere, S. Pietro, S. Erasmo e S. Nicola di Bari.
Inoltre, sulle pareti laterali, trovarono spazio gli affreschi ornamentali di S. Antonio Abate (a sinistra) e S. Egidio (a destra), che iniziò così ad assumere importanza popolare attraverso la fruizione spirituale dell' immagine, tanto da essere:
1) solennemente celebrato nella festa del primo settembre (già nel 1642);
2) aggiunto al titolo mariano della chiesa ("Ecclesie Sancte Marie ad Turribulum et Sancti Egidii", nel 1665);
3) elevato a titolare unico del luogo sacro (già nel 1728).
A suggellare il definitivo cambiamento votivo nell' antica "S. Maria ad Turribulum vulgo detta la chiesa di S. Egidio", fu il nuovo rettore Emidio Ciucci di Ascoli con un programma di ristrutturazione generale dell' edificio includente il rinnovo del quadro dell' altare, che fu eseguito nel 1772 dall' artista Bonifacio Nardini.
In tale circostanza, tutta la tradizione di sfoggio e ricchezza di santi pertinenti la storia della chiesa fu azzerata a vantaggio di un nuovo impianto iconografico che non si attenne allo schema storico dei precedenti dipinti. Indiscutibile, nell' opera, l' inclinazione affettiva del rettore per la sua città natale, manifestata attraverso l' introduzione del patrono S. Emidio (di cui portava il nome) adorante la Vergine col Bambino, sotto la quale, anziché il turibolo "titulo ecclesie", volle la stilizzazione della sua Ascoli sotto il Monte Ascenzione.
Desideroso poi di tramandare ai posteri la sua identità nobiliare, si fece ritrarre alle spalle di S. Egidio con lo stemma della sua famiglia e, sul retro, la narrativa dell' impresa: "Illustrissimus Dominus Emigdius Ciuccis Rector anno 1772 Bonifatius Nardini fecit".
Da allora il culto di S. Egidio conquistò maggiore rilevanza nei rituali liturgici e nei cuori dei fedeli, che ben presto dimenticarono la devozione atavica dei padri per S. Maria a Turibolo.
1° SETTEMBRE
SANT'EGIDIO ABATE
Sant'Egidio, noto anche come San Gilles, è un santo cristiano del sesto o settimo secolo, come nella più attendibile ricostruzione, risulta essere originario della Grecia. Nacque in una famiglia nobile e, secondo la tradizione, si ritirò dal mondo per condurre una vita da eremita in Francia, cercando una profonda connessione con Dio attraverso la preghiera e la meditazione.
Egidio si stabilì in una grotta vicino a Nîmes, Il tempo lo trascorreva nella preghiera, fra austerità e digiuni. Si nutriva di erbe, di radici, di frutti selvatici, dormiva sulla nuda terra e suo cuscino era un sasso. Il Signore ebbe pietà di lui in quel luogo deserto e gli mandò una cerva che gli forniva giornalmente il latte.
Un giorno, un gruppo di cacciatori al servizio di Flavio re dei Goti inseguì la cerva e, nel tentativo di colpirla, una freccia colpì invece Egidio, che rifiutò qualsiasi tipo di ricompensa. Impressionato dalla sua santità il Re prese a benvolere Egidio, e gli fece dono di quella selva, in più il re e vi fabbricò anche un monastero.
Qui, l’anacoreta, in cambio della solitudine perduta, ebbe il conforto di veder prosperare un'attiva comunità di monaci, di cui divenne il padre spirituale fino alla morte, il 1° settembre del 720.
Il monastero, noto come Saint-Gilles-du-Gard, divenne un importante centro di pellegrinaggio e attrasse molti fedeli e monaci. giovani desiderosi di vivere sotto la sua direzione. Il Santo prese a dirigerli nella via della santità con le regole di San Benedetto.
Con essi poté incivilire quella regione. Dissodò campi, fertilizzò terreni fino allora incolti, aprì vie di commercio e specialmente predicò Gesù a quei popoli, convertendo i peccatori e inducendoli a penitenza. Crescendo sempre più la fama di lui, molti si stabilirono vicino al monastero così da formare una città che ora porta il suo nome.
Sant'Egidio è venerato come protettore dei poveri, degli storpi e degli emarginati, ed è spesso invocato per ottenere la guarigione da malattie mentali.
Per i molti miracoli operati, Egidio fu conosciuto in tutta la Francia sotto il nome di “santo taumaturgo”. Ma il suo culto si estese, come mostrano numerose testimonianze, anche in Belgio, Olanda e Italia. Tra i luoghi emblematici ci sono Tolfa, nel Lazio, e Latronico, piccolo centro della Basilicata dove da quasi tre secoli si rinnova il “miracolo della manna” attribuito al Santo eremita.