05 gennaio 2025 ore 16.51
Vita parrocchiale
Festa San Mauro Ab. presso Abbazia Santi Benedetto e Mauro - 15/gennaio /2025 - Stella
Don Bernardo Domizi
05 gennaio 2025
ore 16.51

Festa San Mauro Ab. presso Abbazia Santi Benedetto e Mauro - 15/gennaio /2025 - Stella

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 - Sante Messe presso Abbazia - ore  08,00 - 11,00 - 16,00 - 19,00

 - Sospesa la Santa Messa delle ore 18.00 nella Chiesa Parrocchiale

Il Parroco Don Andrea

AGIOGRAFIA DI SAN MAURO

Non si hanno notizie precise della sua vita ad eccezione di quanto racconta papa Gregorio Magno in uno dei suoi Dialoghi. Si sa che visse come discepolo di san Benedetto da Norcia e presumibilmente, quando questi lasciò Subiaco per Montecassino, gli succedette come abate. A lui sono attribuite gesta prodigiose: camminare sulle acque, vedere e scacciare i demoni.

L'episodio più noto, riportato anche dalla Legenda Aurea di Jacopo da Varagine, racconta che quando il monaco Placido cadde in un lago vicino al monastero, Benedetto, avendo visto ciò che stava accadendo, in una visione esortò Mauro a correre in aiuto del giovane compagno, ed egli lo salvò camminando sulle acque.

Alcune fonti ne attestano anche la presenza in Alatri presso il Protocenobio di San Sebastiano.

Secondo un'altra tradizione diffusa nel IX secolo, Mauro fondò a Glanfeuil, in Francia, un monastero dove portò la Regola benedettina; per questo i religiosi della congregazione benedettina francese, sorta nel 1618, presero il nome di Maurini.

Secondo la tradizione, fu quindi inviato in Francia nell'anno 543 a fondare monasteri. Governò molti anni il convento da lui stesso fondato e nel 582 si ritirò in clausura, dove morì due anni dopo.

Una Vita sancti Mauri appare alla fine del IX secolo, ad opera del monaco Oddone abate del monastero di Glanfeuil; Oddone sostiene che la sua storia è un rifacimento e ammodernamento di una precedente biografia scritta da un monaco di nome Fausto, discepolo di san Benedetto e contemporaneo di Mauro. Secondo questa relazione, il vescovo di Le Mans, nella Francia occidentale, inviò una delegazione che chiedeva che un gruppo di monaci lasciasse l'Abbazia di Monte Cassino, per stabilire in Francia la vita monastica secondo la regola di San Benedetto. La vita di San Mauro racconta il viaggio del santo e dei suoi compagni dall'Italia alla Francia, fra avventure e miracoli. Racconta come la personalità di San Mauro si trasformò da obbediente discepolo di San Benedetto a lavoratore impegnato.

San Mauro fondò così l'Abbazia di Glanfeuil quale primo monastero benedettino in Francia. Questa abbazia si trova sulla riva sud del fiume Loira, a est di Angers. La navata centrale della sua Chiesa, del XIII secolo, e alcuni vigneti rimangono conservati fino ad oggi (secondo la tradizione, il vino Chenin fu coltivato per la prima volta in questo monastero). Dell'antico monastero rimane solamente una parete con una croce, conosciuta come la Croce di San Mauro.

Sul Sito della parrocchia " www.parrocchiadtella.it " (PER SAPERNE DI PIU'  CLICCA SU PARROCCHIA) provi un volume dello Scrittore Storico Umberto Picciafuoco dal titolo L'ABBAZIA DEI SS.BENEDETO E MAURO PRESSO IL FIUME TRONTO

Feste di gennaio a Monsampolo del Tronto (Ascoli Piceno - Marche - Italia)
Il culto di S. Mauro Abate nella Valle del Tronto.
La storia del culto di S. Mauro, che non ha nulla a che fare con S. Marone, fiorisce nel XV secolo dalle ceneri del distrutto monastero di S. Benedetto "in Trunto", fondato nell' Alto Medioevo come opera di civiltà benedettina e abbandonato verso la fine del XIII secolo a causa dei continui straripamenti del fiume.
Scomparsi i monaci e soppressa la festa di S. Benedetto (21 marzo), il cenobio cadde in rovina ma non la chiesa, che per un po' di tempo fu tenuta in piedi dalla generosità dei fedeli mantenendo intatto il titolo originario.
Inoltre, sin dalla prima metà del Quattrocento, per un fenomeno assai ricorrente, la gente iniziò ad associare S. Mauro a S. Benedetto di cui era stato discepolo e imitatore dei suoi grandi prodigi; sicché, crollata la chiesa, con il restauro del 1482 si stabilizzò il doppio titolo dei Santi Benedetto e Mauro (che dal X al XIV secolo non aveva mai avuto) e di conseguenza entrambi i santi furono raffigurati nella tela dell' altare (1534) e festeggiati il 15 gennaio, che è quello che si legge nei documenti.
Ma da lì a poco una storia ingrata attese il culto più antico di S. Benedetto. Difatti, la progressiva affermazione taumaturgica di S. Mauro, invocato contro il "morbo epilettico" o "mal caduco", fece sprofondare nell' oblio il ricordo di S. Benedetto, tanto che il "particolare concorso dei paesi stranieri" si manifestava soltanto grazie alla potente fama miracolistica di S. Mauro.
Il Comune di Monsampolo, da parte sua, per il bene degli amministrati pronunciò un voto al santo impegnandosi ad organizzare ogni 15 gennaio una solenne processione dal castello fino al santuario, con tutto il popolo, il clero e le confraternite, desiderosi nell' insieme di assistere alle funzioni religiose e compiere il rito dei tre giri intorno ai tre altari della cripta, ritenuti indispensabili per invocare grazie e guarigioni nell' ingenua convinzione che proprio lì sotto riposassero i corpi dei santi Benedetto e Mauro.
Altri rituali dei pellegrini, "nel sotterraneo della chiesa", consistevano nel "mettere il capo in alcune finestrine ivi esistenti" e di sfiorare un concio di pietra decorato con un intreccio di vimini posto sulla mensa dell' altare centrale, interpretato liberamente come trecce di S. Chiara.
Il grande successo del Sette-Ottocento meritò al santuario il privilegio della "Perdonanza" e l' istituzione di una fiera, con gli spettacoli della banda, della corsa dei cavalli, dei fuochi artificiali, dello sparo dei mortai e dell' innalzamento dei globi aerostatici ripetuti per molti anni, fino a ridursi alle sole corse dei sacchi e degli asini. Tuttavia, nel 1946, il parroco don Giuseppe Latini registrava che l' affluenza del popolo "è diventata enorme: la chiesa si riempie in modo inverosimile e fuori non vi è spazio disponibile per far circolare la folla: la ressa alla porta è tumultuosa", come del resto documentano anche le foto scattate al ponte di carri agricoli improvvisato sul Tronto, allo scopo di facilitare ai fedeli abruzzesi l' accesso a S. Mauro.
Nello stesso anno il Comitato dei festeggiamenti aggiungeva che il santo aveva graziato alcune persone affette da epilessia e salvato tanti contadini precipitati con i loro carri nelle ripide scarpate del fosso Icona, che da Stella sfocia presso il Santuario.
Oggi la solennità del 15 gennaio avviene in tono dimesso e senza le grandi attrattive del passato, che senz' altro ebbero funzioni aggreganti tra marchigiani e abruzzesi.