17 aprile 2014 ore 12.26
FRAGILE - Scheda per un incontro con i Giovani di AC
17 aprile 2014
ore 12.26
ore 12.26
GRUPPO GIOVANI di Azione Cattolica – parrocchia di Stella
aprile 2014
clicca su download per scaricare il file impaginato, completo di tutto il materiale
mediazione del modulo fraternità degli itinerari formativi per i giovani di AC 2013-14
Ogni giovane immaginerà di essere un ogetto prezioso da trattare con cura ed attenzione. L’oggetto è idealmente riposto nello scatolone che ciascuno ha portato con sé. Una volta chiuso – per così dire – lo scatolone, ciascuno provvederà ad indicare sull’esterno dello stesso le indicazioni per il trasporto/trattamento dello stesso utilizzando i simboli del packaging.
Alcuni spunti per la discussione:
- Quali sono i maggiori “pericoli” per il nostro oggetto prezioso? A che tipo di rottura va incontro: corrosione? strappo? frattura?
- Quali misure prendi tu e quali prendono gli altri con te, per proteggerlo dagli urti?
- I simboli idealmente posti fuori dallo scatolone, sono davvero visibili? Oppure solo noi ne conosciamo l’esistenza?
La Parola – Romani 12, 2-18.21
2Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto. 3Per la grazia che mi è stata data, io dico a ciascuno di voi: non valutatevi più di quanto conviene, ma valutatevi in modo saggio e giusto, ciascuno secondo la misura di fede che Dio gli ha dato. 4Poiché, come in un solo corpo abbiamo molte membra e queste membra non hanno tutte la medesima funzione, 5così anche noi, pur essendo molti, siamo un solo corpo in Cristo e, ciascuno per la sua parte, siamo membra gli uni degli altri. 6Abbiamo doni diversi secondo la grazia data a ciascuno di noi: chi ha il dono della profezia la eserciti secondo ciò che detta la fede; 7chi ha un ministero attenda al ministero; chi insegna si dedichi all'insegnamento; 8chi esorta si dedichi all'esortazione. Chi dona, lo faccia con semplicità; chi presiede, presieda con diligenza; chi fa opere di misericordia, le compia con gioia.9La carità non sia ipocrita: detestate il male, attaccatevi al bene; 10amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda. 11Non siate pigri nel fare il bene, siate invece ferventi nello spirito; servite il Signore. 12Siate lieti nella speranza, costanti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera. 13Condividete le necessità dei santi; siate premurosi nell'ospitalità.14Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite. 15Rallegratevi con quelli che sono nella gioia; piangete con quelli che sono nel pianto. 16Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non nutrite desideri di grandezza; volgetevi piuttosto a ciò che è umile. Non stimatevi sapienti da voi stessi. 17Non rendete a nessuno male per male. Cercate di compiere il bene davanti a tutti gli uomini. 18Se possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti. [...] 21Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene.
Dalla Parola alla vita, per la discussione:
- Non conformatevi a questo mondo] il momento storico che stiamo vivendo (ed il tuo personale, in questo stesso contesto) ha scoperto nuove fragilità? Oppure ne ha posto in luce delle vecchie, ormai conosciute ma sempre pronte a riemergere? O ancora ha fatto sì che ogni fragilità si cicatrizzasse, lasciando così la pelle dura ed inattaccabile?
- poter discernere la volontà di Dio] Di fronte alle nostre fragilità ed al contesto in cui esse si inseriscono, la fede quale marcia in più riesce a dare?
- Non siate pigri nel fare il bene] Cosa ci rende pigri nel bene, nel prenderci cura degli “oggetti preziosi” di ciascuno?
- piangete con quelli che sono nel pianto] Come reagisco alle fragilità degli altri? So maneggiarle con cura? Cosa non riesco ad accettare? Cosa mi irrigidisce?
Per approfondire – Una riflessione di Ermes Ronchi
“Saper verificare ad ogni incontro, con il cuore attento e trepide mani, se il minuscolo vostro coccio di riconoscimento combacia in bellezza con altri ancora. Che il destino fragile degli amici dell’Unico si riscopra in disegno di armoniose coincidenze”.
Scoprire se il mio minuscolo coccio di riconoscimento combacia in bellezza con altri. Il nostro coccio di riconoscimento è Cristo, il nostro simbolo. Simbolo in origine è un sistema di riconoscimento: qualcosa veniva spezzato, un bastone di legno, un coccio, un anello, i due pezzi affidati a due persone diverse, che poi si sarebbero riconosciute, quando accostando i loro pezzi li vedevano combaciare. Insieme i nostri piccoli cocci oscuri costruiscono il corpo luminoso di Cristo. La religione è qualcosa che ri-lega, come dice la parola, che ti lega agli altri e poi ti lega alla terra intera e poi a Dio. La religione ti connette, è la connessione della tua vita con infinite vite. Un uomo isolato non sopravvive, non si umanizza. Solitario, il nostro cuore si ammala; isolato, muore.
La religione ti lega, ma poi ti slega, cioè ti fa libero. All’avvicinarsi del Vangelo si deve sentire aria di libertà; non la fissità dei codici, ma il vento che apre le porte. Leggi il Vangelo, respiri a pieni polmoni la libertà. La libertà ha un segreto: il segreto è quel pezzo di Dio che è in te [...]. Se sei fedele a questo pezzo di Dio, sei libero dalla schiavitù degli altri e dalle cose, dalle convenzioni abusate, dai codici senz’anima, dal pensiero dominante, dai giudizi degli altri su di te. Per te contano solo gli occhi del tuo Signore, conta un piccolo pezzo di Lui in te.
La fede porta due doni: il legame e la libertà; l’unità e l’inventiva. [...] Sentiamo di avere un destino fragile; separati siamo poca cosa, siamo persi, come un coccio minuscolo, ma uniti ci scopriamo parte di un destino grande in armoniose coincidenze, perché ad ognuno è affidato un frammento di Cristo [...] Ognuno di noi, diceva padre Turoldo, “è un proprio momento di Dio”, perché l’uomo ha Dio nel sangue.
Dice Paolo: “Noi portiamo un tesoro dentro vasi di argilla”. Si può spezzare il vaso, ma non per questo il tesoro si svaluta [...]; la mia verità è di essere fragile, un minuscolo coccio di un vaso che più volte si è rotto. Ma essere fragile non è un ostacolo, ma una opportunità, non un impedimento alla comunione, ma una chance. La fragilità è l’origine in me della voglia di legame, della voglia di comprensione e di amore; per la fragilità l’uomo cerca aiuto, cerca sostegno e appoggiando una fragilità sull’altra si sorregge il mondo, come due semiarchi di pietra o di mattoni. [...] “Un semiarco da solo è instabile, non regge; ma appoggiandosi ad un altro semiarco crea la più solida tra le forme architettoniche, l’arco” (Leonardo). Questi archi solidissimi da cui siamo circondati sono fatti appoggiando una fragilità sull’altra. Così noi sosteniamo il mondo.
La fragilità non spinge a vincere, non crede alla forza, sa che è soltanto simulazione, una maschera per nascondere la paura; e sa che la ricerca di potere è solo un’atrofia del vivere. La fragilità è la visione di un mondo che non si divide più in vincitori e vinti, dove il vincitore è il più forte, il più violento, il più crudele spesso; la fragilità insegue il sogno di un mondo dove il vincitore è colui che dà e riceve amore.
Sottolineature, preghiera, benedizione.
aprile 2014
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mediazione del modulo fraternità degli itinerari formativi per i giovani di AC 2013-14
Ogni giovane immaginerà di essere un ogetto prezioso da trattare con cura ed attenzione. L’oggetto è idealmente riposto nello scatolone che ciascuno ha portato con sé. Una volta chiuso – per così dire – lo scatolone, ciascuno provvederà ad indicare sull’esterno dello stesso le indicazioni per il trasporto/trattamento dello stesso utilizzando i simboli del packaging.
Alcuni spunti per la discussione:
- Quali sono i maggiori “pericoli” per il nostro oggetto prezioso? A che tipo di rottura va incontro: corrosione? strappo? frattura?
- Quali misure prendi tu e quali prendono gli altri con te, per proteggerlo dagli urti?
- I simboli idealmente posti fuori dallo scatolone, sono davvero visibili? Oppure solo noi ne conosciamo l’esistenza?
La Parola – Romani 12, 2-18.21
2Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto. 3Per la grazia che mi è stata data, io dico a ciascuno di voi: non valutatevi più di quanto conviene, ma valutatevi in modo saggio e giusto, ciascuno secondo la misura di fede che Dio gli ha dato. 4Poiché, come in un solo corpo abbiamo molte membra e queste membra non hanno tutte la medesima funzione, 5così anche noi, pur essendo molti, siamo un solo corpo in Cristo e, ciascuno per la sua parte, siamo membra gli uni degli altri. 6Abbiamo doni diversi secondo la grazia data a ciascuno di noi: chi ha il dono della profezia la eserciti secondo ciò che detta la fede; 7chi ha un ministero attenda al ministero; chi insegna si dedichi all'insegnamento; 8chi esorta si dedichi all'esortazione. Chi dona, lo faccia con semplicità; chi presiede, presieda con diligenza; chi fa opere di misericordia, le compia con gioia.9La carità non sia ipocrita: detestate il male, attaccatevi al bene; 10amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda. 11Non siate pigri nel fare il bene, siate invece ferventi nello spirito; servite il Signore. 12Siate lieti nella speranza, costanti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera. 13Condividete le necessità dei santi; siate premurosi nell'ospitalità.14Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite. 15Rallegratevi con quelli che sono nella gioia; piangete con quelli che sono nel pianto. 16Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non nutrite desideri di grandezza; volgetevi piuttosto a ciò che è umile. Non stimatevi sapienti da voi stessi. 17Non rendete a nessuno male per male. Cercate di compiere il bene davanti a tutti gli uomini. 18Se possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti. [...] 21Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene.
Dalla Parola alla vita, per la discussione:
- Non conformatevi a questo mondo] il momento storico che stiamo vivendo (ed il tuo personale, in questo stesso contesto) ha scoperto nuove fragilità? Oppure ne ha posto in luce delle vecchie, ormai conosciute ma sempre pronte a riemergere? O ancora ha fatto sì che ogni fragilità si cicatrizzasse, lasciando così la pelle dura ed inattaccabile?
- poter discernere la volontà di Dio] Di fronte alle nostre fragilità ed al contesto in cui esse si inseriscono, la fede quale marcia in più riesce a dare?
- Non siate pigri nel fare il bene] Cosa ci rende pigri nel bene, nel prenderci cura degli “oggetti preziosi” di ciascuno?
- piangete con quelli che sono nel pianto] Come reagisco alle fragilità degli altri? So maneggiarle con cura? Cosa non riesco ad accettare? Cosa mi irrigidisce?
Per approfondire – Una riflessione di Ermes Ronchi
“Saper verificare ad ogni incontro, con il cuore attento e trepide mani, se il minuscolo vostro coccio di riconoscimento combacia in bellezza con altri ancora. Che il destino fragile degli amici dell’Unico si riscopra in disegno di armoniose coincidenze”.
Scoprire se il mio minuscolo coccio di riconoscimento combacia in bellezza con altri. Il nostro coccio di riconoscimento è Cristo, il nostro simbolo. Simbolo in origine è un sistema di riconoscimento: qualcosa veniva spezzato, un bastone di legno, un coccio, un anello, i due pezzi affidati a due persone diverse, che poi si sarebbero riconosciute, quando accostando i loro pezzi li vedevano combaciare. Insieme i nostri piccoli cocci oscuri costruiscono il corpo luminoso di Cristo. La religione è qualcosa che ri-lega, come dice la parola, che ti lega agli altri e poi ti lega alla terra intera e poi a Dio. La religione ti connette, è la connessione della tua vita con infinite vite. Un uomo isolato non sopravvive, non si umanizza. Solitario, il nostro cuore si ammala; isolato, muore.
La religione ti lega, ma poi ti slega, cioè ti fa libero. All’avvicinarsi del Vangelo si deve sentire aria di libertà; non la fissità dei codici, ma il vento che apre le porte. Leggi il Vangelo, respiri a pieni polmoni la libertà. La libertà ha un segreto: il segreto è quel pezzo di Dio che è in te [...]. Se sei fedele a questo pezzo di Dio, sei libero dalla schiavitù degli altri e dalle cose, dalle convenzioni abusate, dai codici senz’anima, dal pensiero dominante, dai giudizi degli altri su di te. Per te contano solo gli occhi del tuo Signore, conta un piccolo pezzo di Lui in te.
La fede porta due doni: il legame e la libertà; l’unità e l’inventiva. [...] Sentiamo di avere un destino fragile; separati siamo poca cosa, siamo persi, come un coccio minuscolo, ma uniti ci scopriamo parte di un destino grande in armoniose coincidenze, perché ad ognuno è affidato un frammento di Cristo [...] Ognuno di noi, diceva padre Turoldo, “è un proprio momento di Dio”, perché l’uomo ha Dio nel sangue.
Dice Paolo: “Noi portiamo un tesoro dentro vasi di argilla”. Si può spezzare il vaso, ma non per questo il tesoro si svaluta [...]; la mia verità è di essere fragile, un minuscolo coccio di un vaso che più volte si è rotto. Ma essere fragile non è un ostacolo, ma una opportunità, non un impedimento alla comunione, ma una chance. La fragilità è l’origine in me della voglia di legame, della voglia di comprensione e di amore; per la fragilità l’uomo cerca aiuto, cerca sostegno e appoggiando una fragilità sull’altra si sorregge il mondo, come due semiarchi di pietra o di mattoni. [...] “Un semiarco da solo è instabile, non regge; ma appoggiandosi ad un altro semiarco crea la più solida tra le forme architettoniche, l’arco” (Leonardo). Questi archi solidissimi da cui siamo circondati sono fatti appoggiando una fragilità sull’altra. Così noi sosteniamo il mondo.
La fragilità non spinge a vincere, non crede alla forza, sa che è soltanto simulazione, una maschera per nascondere la paura; e sa che la ricerca di potere è solo un’atrofia del vivere. La fragilità è la visione di un mondo che non si divide più in vincitori e vinti, dove il vincitore è il più forte, il più violento, il più crudele spesso; la fragilità insegue il sogno di un mondo dove il vincitore è colui che dà e riceve amore.
Sottolineature, preghiera, benedizione.