ore 11.16
INSEGNACI A PREGARE - Vivere l'Anno della Preghiera in preparazione al Giubileo 2025 - Papa Francesco
L’INSEGNAMENTO DI PAPA FRANCESCO
SULLA PREGHIERA
Vivere l’Anno della Preghiera
in preparazione al Giubileo 2025
“INSEGNACI A PREGARE”
21 L’INSEGNAMENTO DI PAPA FRANCESCO
SULLA PREGHIERA
Vivere l’Anno della Preghiera
in preparazione al Giubileo 2025
“INSEGNACI A PREGARE”
INDICE
INTRODUZIONE ..................................................................................................7
1. L’INSEGNAMENTO DI PAPA FRANCESCO SULLA PREGHIERA .................9
2. «INSEGNACI A PREGARE» (Lc 11,1): ............................................................15
PER UNA SCUOLA DI PREGHIERA
3. LA PREGHIERA NELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE ...........................21
3.1 L’Eucaristia .....................................................................................................23
3.2 La Liturgia delle Ore ......................................................................................25
3.2.1 «Pregate incessantemente» (1 Ts 5,17): la preghiera pubblica della Chiesa
3.2.2 La Liturgia delle Ore nella comunità parrocchiale
3.3 24 Ore per il Signore ......................................................................................27
3.3.1 L’iniziativa voluta da Papa Francesco
3.3.2 La Quaresima di preghiera e riconciliazione
3.4 L’Adorazione Eucaristica ..................................................................................29
3.4.1 Stare alla presenza del Signore
3.4.2 Introdurre al silenzio contemplativo: una proposta di schema di preghiera
4. LA PREGHIERA IN FAMIGLIA ......................................................................33
4.1 La famiglia come scuola di preghiera ..............................................................35
4.2 Esempi di preghiera familiare .........................................................................36
4.2.1 A tavola prima e dopo i pasti
4.2.2 La preghiera a inizio e fine giornata
4.2.3 La domenica con la preghiera delle lodi
5. LA PREGHIERA DEI GIOVANI .....................................................................41
5.1 «Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta» (1Sam 3,9): ..............................43
la via per comprendere la volontà di Dio
5.2 Eventi e incontri per coinvolgere i giovani nella preghiera ...............................44
6. «SI RITIRÒ A PREGARE» (Mc 1,35): .............................................................47
RITIRI SPIRITUALI SULLA PREGHIERA
6.1 «Dove sono due o tre sono riuniti nel mio nome» (Mt 18,20): .......................49
il senso del ritiro spirituale
6.2 Il Padre Nostro: modello di ogni preghiera .....................................................51
7. LA CATECHESI SULLA PREGHIERA ...........................................................53
7.1 «Quando Mosè alzava le mani» (Es 17,11):......................................................55
la preghiera esortativa del pastore
7.2 Linee guida per le catechesi sulla preghiera .....................................................56
8. LA PREGHIERA DEI CLAUSTRALI: …………………………………... ......59
LA LAMPADA ACCESA DELL’ORAZIONE
8.1 «Pregate senza stancarvi mai» (Col 4,2): ..........................................................61
la vocazione contemplativa della Chiesa
8.2 Il pellegrinaggio ai monasteri ..........................................................................62
9. LA PREGHIERA NEI SANTUARI ...................................................................65
9.1 Luogo di riconciliazione e di speranza ............................................................67
10. LA PREGHIERA DEI FEDELI PER IL GIUBILEO 2025 ...........................71
10.1 L’importanza della preghiera del popolo per l’Anno Santo ............................73
10.2 Esempi di preghiera dei fedeli in preparazione al Giubileo 2025 ...................73
INTRODUZIONE
Nel cammino di avvicinamento al Giubileo del 2025, Papa Fran-
cesco desidera che questo anno 2024 sia dedicato alla preghiera, invi-
tando tutta la Chiesa a un tempo di grande impegno, in preparazione
dell’Apertura della Porta Santa.
La celebrazione di un Anno Santo, che trova la sua origine più re-
mota nella tradizione ebraica del giubileo (yobel) come tempo di per-
dono e riconciliazione, rappresenta, a partire dal 1300 un’occasione
speciale per meditare sul grande dono della misericordia divina che
sempre ci attende e sull’importanza della conversione interiore, neces-
sari per poter vivere i doni spirituali profusi ai pellegrini durante l’An-
no Santo, facendo nuovo il legame che unisce i battezzati, come fratelli
e sorelle in Cristo, con l’umanità tutta in quanto amata da Dio.
Il Giubileo coinvolgerà non solo la città di Roma, ma si estenderà
come un annuncio della misericordia di Dio al mondo intero, diven-
tando, in questo modo, una grande occasione di evangelizzazione.
Come cristiani, siamo invitati a dare testimonianza in veste di autenti-
ci “Pellegrini di speranza” che camminano verso il Signore, che apre le
braccia del suo perdono, braccia misericordiose tese anche verso i fra-
telli, che ancora attendono che sia portato loro l’annuncio del Vangelo.
Questo sussidio, ispirato dal magistero di Papa Francesco, intende
essere uno strumento per accompagnare i fedeli in questo tempo in
vista dell’apertura della Porta Santa: l’invito è quello di intensificare la
preghiera come dialogo personale con Dio, un invito che deve condur-
ci a riflettere sulla nostra fede, sul nostro impegno nel mondo di oggi,
nei diversi ambiti in cui siamo chiamati a vivere, così che possa essere
alimentato un rinnovato ardore per l’Evangelizzazione dell’uomo mo-
derno. Papa Francesco, annunciando all’Angelus l’Anno della Preghie-
ra che precede il Giubileo 2025 ha così esortato i fedeli: «Vi chiedo di
intensificare la preghiera per prepararci a vivere bene questo evento di
grazia e sperimentarvi la forza della speranza di Dio. […] Un anno de-
dicato a riscoprire il grande valore e l’assoluto bisogno della preghiera
nella vita personale, nella vita della Chiesa e del mondo» (Angelus, 21
gennaio 2024).
Nelle sue catechesi, il Papa ha in più occasioni indicato come la
preghiera sia la strada per entrare in contatto con la verità più profon-
da di noi stessi, dove è presente la stessa luce di Dio, come insegnava
sant’Agostino. Papa Francesco incoraggia a pregare con perseveranza,
sottolineando come la preghiera costante trasformi non solo la per-
sona, ma anche la comunità che lo circonda, persino laddove il male
sembra aver il sopravvento.
La preghiera sia dunque per ogni cristiano la bussola che orienta, la
luce che illumina il cammino e la forza che sostiene nel pellegrinaggio
che condurrà a varcare la Porta Santa. Attraverso la preghiera, potremo
arrivare con un cuore pronto ad accogliere i doni di grazia e di perdono
che il Giubileo offrirà, in quanto espressione viva della nostra relazione
con Dio. Immergiamoci, dunque, con la preghiera in un dialogo con-
tinuo con il Creatore, scoprendo la gioia del silenzio, la pace dell’ab-
bandono e la forza dell’intercessione nella comunione dei santi.
Questo sussidio ha il solo compito di aiutare a rinnovare lo spi-
rito di preghiera in tutti quei contesti nei quali siamo chiamati a
vivere nel quotidiano. Ogni sua parte - dal significato della preghiera
nella dimensione personale alla sua pratica nella vita comunitaria -
si propone di offrire riflessioni, indicazioni e consigli per vivere più
pienamente il dialogo con il Signore presente, nel rapporto con gli
altri e in ogni momento della nostra giornata, con sezioni dedicate
alla preghiera nella comunità parrocchiale, in quella familiare, e altre
dedicate ai giovani, alle comunità claustrali, alla catechesi e ai ritiri
spirituali.
L’INSEGNAMENTO DI PAPA FRANCESCO
SULLA PREGHIERA
Nell’Anno della Preghiera 2024, siamo chiamati ad avvicinarci
al Giubileo del 2025, guidati, in particolar modo, dagli insegna-
menti del Santo Padre in merito alla preghiera. Papa Francesco,
attraverso le sue riflessioni – soprattutto nel ciclo di “Catechesi
sulla preghiera”, svolto tra il 6 maggio 2020 e il 26 giugno 2021
- ricorda, in più occasioni, che l’orazione è un dialogo intimo con
il Creatore, un dialogo che parte dal cuore umano per giungere
al “Cuore” di Dio, alla Sua misericordia capace di trasformare la
nostra vita, amplificando, nella sua semplicità, la ricchezza del ma-
gistero della Chiesa.
La preghiera dovrebbe essere per il cristiano «il respiro della vita»
(Udienza generale, 9 giugno 2021) spirituale, capace di non inter-
rompersi mai, «nemmeno mentre dormiamo» - come afferma il
Papa -, e senza la quale mancherebbe quell’atto vitale che ci mette
in relazione con il Padre. Vissuta in questo modo, la vita della pre-
ghiera non si presenta come un’alternativa al lavoro e agli impegni
che siamo chiamati a svolgere durante la giornata, ma piuttosto
come ciò che accompagna ogni azione della vita, “anche nei mo-
menti in cui non è esplicitata”. Essa è capace di alimentare quella
lampada che illumina il volto di Cristo presente nei fratelli, proprio
come insegna il Catechismo quando afferma che l’orazione è «la
relazione vivente dei figli di Dio con il loro Padre infinitamente
buono, con il Figlio suo Gesù Cristo e con lo Spirito Santo» (CCC
2565). In questo dialogo, il fedele non solo parla a Dio, ma appren-
de anche ad ascoltarLo, trovando le risposte e la direzione alla luce
della Sua presenza silenziosa. La preghiera diventa così il ponte tra
il cielo e la terra, un luogo di incontro dove il cuore dell’uomo e il
cuore di Dio si intrecciano in un dialogo d’amore incessante.
Papa Francesco ci incoraggia a trovare momenti di preghiera in
tutte le circostanze che siamo chiamati ad affrontare, sia nelle gioie
che nelle sfide della vita: nella preghiera, dice il Papa, scopriamo
quanto siamo amati da Dio, e questa scoperta ci dà la speranza e
il coraggio per vivere la giornata, così che i problemi da affrontare
non siano più intralci alla nostra felicità, ma appelli di Dio, occa-
sioni per il nostro incontro con Lui (Cf. Angelus, 9 gennaio 2022).
Il Santo Padre evidenzia che nella preghiera, la misericordia di-
vina si manifesta in modo profondo e personale, perché in essa
scopriamo che ogni umano bisogno è, nel profondo, un richiamo
continuo alla misericordia del Padre: solo con la preghiera umile,
si può ottenere, infatti, la misericordia. È necessario un cuore puro
perché la preghiera sia vitale e mostri a Dio ciò di cui abbiamo biso-
gno, proprio come ha fatto il pubblicano al Tempio. «La preghiera
non è una bacchetta magica!» - dice il Papa -, non è una formula ri-
gida che, se ripetuta correttamente, dona come in un commercio, il
prodotto richiesto; «nella preghiera, è Dio che deve convertire noi,
non siamo noi che dobbiamo convertire Dio» (Udienza generale, 26
maggio 2021), ciò che viene offerto deve essere la nostra stessa vita,
perfino la nostra miseria! Solo così potremo sperimentare «la com-
passione di Dio, che come un Padre viene incontro ai suoi figli pie-
no di amore misericordioso» (Udienza generale, 25 maggio 2016).
Il Papa, sin dai primi mesi del suo pontificato, ha descritto come la
preghiera sia il luogo nel quale i cristiani si riconoscono parte dell’«uni-
ca famiglia di Dio» (Udienza generale, 25 settembre 2013), perché con
essa si rinforzano quei legami di fraternità che ci uniscono allo stesso
Padre. Parole che fanno da eco a quelle del Catechismo, che insegna
che è nella preghiera liturgica che la Chiesa si riconosce come un Cor-
po unico che si rivolge al suo Signore (Cf. CCC 2641-2643) – “Dove
c’è preghiera, c’è comunione; e dove c’è comunione c’è preghiera”.
Riprendendo le parole di San Pio da Pietrelcina, il Papa ci esorta
a fare nostra la preghiera come una chiave capace di aprire il cuore
di Dio, un cuore che «non è blindato» - afferma Papa Francesco -:
«Tu puoi aprirlo con una chiave comune, con la preghiera. Perché
[Dio] ha un cuore d’amore, un cuore di padre. [La preghiera] è la
più grande forza della Chiesa!» (Discorso per il Giubileo dei gruppi
di preghiera di Padre Pio, 6 febbraio 2016).
Con queste parole nel cuore, incoraggiamo tutti i fedeli a in-
traprendere il cammino verso i doni del Giubileo, scoprendo la
misericordia, la forza e l’amore di Dio e a dare concretezza all’invito
del Papa, trasformando questo 2024 in «una grande “sinfonia” di
preghiera, […] per recuperare il desiderio di stare alla presenza del
Signore, ascoltarlo e adorarlo», facendo così della preghiera la «via
maestra verso la santità, che conduce a vivere la contemplazione
anche in mezzo all’azione» (Lettera a S.E. Mons. Rino Fisichella per
il Giubileo 2025, 11 febbraio 2022).
• riprendiamo tra le mani le 38 “Catechesi sulla preghiera” che
Papa Francesco ha tenuto tra maggio 2020 e giugno 2021 e lascia-
moci guidare dai suoi insegnamenti:
«La preghiera è la prima forza della speranza. Tu preghi e la spe-
ranza cresce, va avanti. Io direi che la preghiera apre la porta alla
speranza. La speranza c’è, ma con la mia preghiera apro la porta»
(Udienza generale, 20 maggio 2020)
«La preghiera di Gesù è il luogo dove si percepisce che tutto viene
da Dio e a Lui ritorna. A volte noi esseri umani ci crediamo padro-
ni di tutto, oppure al contrario perdiamo ogni stima di noi stessi,
andiamo da una parte all’altra. La preghiera ci aiuta a ritrovare la
giusta dimensione, nella relazione con Dio, nostro Padre, e con
tutto il creato» (Udienza generale, 4 novembre 2020)
«Attraverso la preghiera avviene come una nuova incarnazione del
Verbo. E siamo noi i “tabernacoli” dove le parole di Dio vogliono
essere ospitate e custodite, per poter visitare il mondo […]. Attra-
verso la preghiera, la Parola di Dio viene ad abitare in noi e noi abi-
tiamo in essa. La Parola ispira buoni propositi e sostiene l’azione; ci
dà forza, ci dà serenità, e anche quando ci mette in crisi ci dà pace»
(Udienza generale, 27 gennaio 2021)
«Tutto nella Chiesa nasce nella preghiera, e tutto cresce grazie alla
preghiera. Quando il Nemico, il Maligno, vuole combattere la
Chiesa, lo fa prima di tutto cercando di prosciugare le sue fon-
ti, impedendole di pregare. […] La preghiera è quella che apre la
porta allo Spirto Santo, che è quello che ispira per andare avanti. I
cambiamenti nella Chiesa senza preghiera non sono cambiamenti
di Chiesa, sono cambiamenti di gruppo»
(Udienza generale, 14 aprile 2021)
«Gesù non solo vuole che preghiamo come Lui prega, ma ci assi-
cura che, se anche i nostri tentativi di preghiera fossero del tutto
vani e inefficaci, noi possiamo sempre contare sulla sua preghiera.
Dobbiamo essere consapevoli: Gesù prega per me»
(Udienza generale, 2 giugno 2021)
Insegnaci a Pregare (Lc11,1)
PER UNA SCUOLA DI PREGHIERA
Nel Vangelo di Luca troviamo i discepoli di Gesù che si avvi-
cinano al Maestro con una richiesta profonda e significativa: «Si-
gnore, insegnaci a pregare» (Lc 11,1). Questa domanda, che riflette
certamente la consapevolezza del loro limite e della necessità di una
indicazione anche pratica rispetto al modo di pregare, nasconde, al
suo interno, anche una dimensione propria di ogni persona: il biso-
gno di un maestro, di una guida che accompagni verso le cose più
importanti della vita. Alla scuola di un maestro, il discepolo può
crescere solo se cammina nel solco segnato da chi lo precede: cam-
minando sulle stesse orme del maestro, infatti, ne saprà cogliere l’a-
bilità e, pian piano, nascerà quel senso di emulazione che un giorno
gli permetterà di raggiungere le stesse conoscenze: «Voi siete miei
amici, se farete ciò che io vi comando», «chi crede in me, compirà
le opere che io compio e ne farà di più grandi» (Gv 15,12; 14,12).
Queste parole sono avvertite dai discepoli, anche per quel che ri-
guarda la preghiera: stando alla presenza del Maestro, sono attratti
dal suo modo di pregare, dal suo ritirarsi in disparte, dal rapporto
con il Padre che si manifesta anche per mezzo della coscienza pro-
fondamente radicata nell’orazione continua. Nasce così l’attrazione
per quel rapporto di Figliolanza al punto che gli apostoli deside-
rano esserne resi partecipi. Grazie a questo desiderio, il Maestro
decide di insegnar loro a pregare, dando così vita ad un'autentica
“Scuola di Preghiera” che trasformerà un desiderio in una vera e
propria esperienza capace di plasmare il loro rapporto con Dio e,
dunque, con gli altri uomini.
Tutto ciò, richiama quel che il Santo Padre ha più volte
ricordato, sottolineando come la preghiera non è solo una pratica
devota, bensì essendo paragonabile a un «respiro dell’anima», è l’e-
spressione di un bisogno profondo e naturale di ogni essere umano.
La preghiera, secondo Papa Francesco, è un vero dialogo con Dio
un «faccia a faccia con Lui» (Meditazione mattutina nella Cappella
della Domus Sanctae Marthae, 15 marzo 2018), un momento di
ascolto e di risposta, dove il fedele si apre alla volontà e alla guida
del Signore. Sotto questo punto di vista, la richiesta dei discepoli
rivela come la preghiera non sia una formula di comunicazione au-
tomatica, ma, al contrario, richiede l’insegnamento, la disciplina, le
modalità che solo il Maestro può indicare. Come i discepoli hanno
chiesto a Gesù di insegnare loro a pregare, anche noi, per entrare
in un rapporto più intimo e personale con Dio, non dobbiamo te-
mere di chiedere aiuto, in primis, al Maestro e, successivamente, a
chi, come guida spirituale, da più tempo cammina alla presenza del
Signore e ha già imparato a riconoscerne i passi e la strada.
Adorazione: L’adorazione è un atto di umiltà e reverenza davanti
alla grandezza di Dio. Il Papa, nelle sue riflessioni, ci ricorda spesso
che nell’adorazione riconosciamo la sovranità di Dio e la nostra to-
tale dipendenza da Lui. Questa forma di preghiera ci apre a un più
profondo senso di meraviglia e stupore di fronte all’onnipotenza e
alla bontà di Dio, rafforzando la nostra fede e la nostra fiducia in
Lui. Si distingue per essere un atto di riconoscimento della mae-
stà di Dio, non solo come Creatore ma anche come Fonte Viva
di amore e di misericordia infiniti. Nell’adorazione, il cristiano è
chiamato a mostrarsi a Dio con cuore puro e umile, riconoscendo
la propria limitatezza di fronte all’immensità divina. Questo tipo
di preghiera non richiede richieste o suppliche, ma è un’espressio-
ne pura dell’anima che si rivolge a Dio in gratitudine e reverenza,
come davanti al Mistero Increato.
Lode e Ringraziamento: La preghiera di lode e ringraziamento
rappresenta un’espressione di gioia e gratitudine verso
suoi innumerevoli doni e benedizioni. Nella lode, celebriamo la
grandezza, la bellezza e la bontà di Dio, riconoscendo la Sua Pre-
senza viva e vivificante nella nostra vita e nel mondo che ci circon-
da. Nel ringraziamento, rispondiamo con gratitudine alle opere di
Dio, dalle più piccole alle più grandi, consapevoli che ogni bene
che riceviamo è un segno della Sua infinita bontà. Questa forma
di preghiera ci aiuta a coltivare un atteggiamento di riconoscenza,
capace di plasmare il nostro sguardo verso i fratelli come segno e
testimonianza della carità con cui Dio ci ama.
Intercessione: La preghiera di intercessione è la preghiera che meglio
esprime la Comunione dei Santi: ci permette di pregare per le esigen-
ze degli altri, mostrando solidarietà, comprensione e compassione.
È bene sottolineare l’importanza di questa forma di preghiera come
atto di amore e solidarietà cristiana, che ci unisce agli altri e ci rende
partecipi delle loro sofferenze e delle speranze del nostro prossimo.
La preghiera di intercessione è un potente strumento di comunione,
attraverso il quale possiamo portare davanti a Dio le necessità del
mondo e i bisogni dei nostri fratelli e sorelle.
In questo modo, la preghiera di intercessione diventa un ponte che
collega i fedeli e le loro intenzioni, trascendendo i confini dello spa-
zio e del tempo, per condividere le gioie e le sofferenze gli uni degli
altri davanti a Dio. Nel contesto del Giubileo, anche la grazia dell’in-
dulgenza plenaria da applicare ad un fedele defunto è un’espressione
della preghiera di intercessione che ci unisce ancora a tutti i nostri
cari defunti, con i quali un giorno potremo godere dei beni celesti.
Supplica: La preghiera di supplica riflette la nostra umana vulne-
rabilità e il nostro bisogno di aiuto: con questo tipo di preghiera,
presentiamo a Dio le nostre necessità personali, i nostri desideri
più profondi, e le nostre preoccupazioni più urgenti. Siamo inco-
raggiati a presentare le nostre richieste a Dio con fiducia e perseve-
ranza, ricordandoci che Lui è sempre pronto ad ascoltare i nostri
cuori: «ci chiede costanza, ci chiede di essere determinati, senza
vergogna. Perché? Perché io sto bussando alla porta del mio amico.
Dio è amico, e con un amico io posso fare questo. Una preghiera
costante, invadente» (Meditazione mattutina nella Cappella della
Domus Sanctae Marthae, 11 ottobre 2018). La supplica, quindi,
diventa un momento di intima comunione con Dio, dove la nostra
vulnerabilità si incontra con la Sua infinita misericordia e amore:
attraverso di essa, impariamo a fidarci più profondamente di Dio,
affidandogli tutta la nostra vita, le nostre preoccupazioni, le nostre
speranze e i nostri desideri.
3
LA PREGHIERA NELLA COMUNITÀ
PARROCCHIALE
3.1 L’Eucarestia
L’Anno della Preghiera, che prepara al Giubileo ordinario del
2025, offre un’occasione preziosa di preparazione e di maggior ap-
profondimento del vero significato dell’Eucarestia. Vivere in maniera
piena questo grande mistero richiede una propensione e una dispo-
sizione adeguata del cuore e della mente ogni volta che ci si accosta
all’Eucarestia. Le piccole come le grandi decisioni quotidiane aiuta-
no il cristiano ad essere più cosciente di ciò che si celebra durante
la Messa e, pertanto, una maggiore consapevolezza e una maggiore
partecipazione alla mensa eucaristica lo aiuterà a crescere rendendolo
testimone sempre più credibile e autentico, diventando in maniera
più incisiva: «sale della terra e luce del mondo» (Mt 5,13-16).
La celebrazione domenicale dell’Eucarestia del Signore è al centro
della vita della Chiesa (Cf. CCC 2177) e della parrocchia in quanto
è «fonte e culmine di tutta la vita cristiana» (Cost. dogm. Lumen
gentium, 11: AAS 57, 21 novembre 1964, n. 15), memoriale della
Pasqua di Cristo e attuazione del suo sacrificio per la salvezza dell’u-
manità: il momento più alto della preghiera, vissuta in maniera co-
munitaria, raduna l’intera assemblea intorno alla mensa del corpo
e sangue di Gesù. Per questa ragione, proponiamo un percorso di
preghiera che può aiutarci a vivere con più consapevolezza e coinvol-
gimento il grande dono che è per noi cattolici l’Eucarestia.
• Prepararsi bene alla Santa Messa: avvicinarsi al momento co-
munitario dell’Eucarestia con una breve preparazione personale
in raccolto silenzio che aiuti a uscire dal ritmo frenetico del quo-
tidiano per riflettere sul mistero che si sta per vivere. Si può sosta-
re davanti tabernacolo, dove è presente il Santissimo Sacramento,
per qualche minuto, nel riconoscimento che presto si renderà
presente sull’altare, per donarsi a noi nel suo vero Corpo. Sarebbe
molto utile, inoltre, leggere in anticipo i brani della Parola di Dio
che saranno proclamati nella liturgia.
• Fare bene il segno della croce: le parole e i gesti che si compio-
no nei riti iniziali permettono, fin da subito, di essere coinvolti
anima, corpo e intelligenza nella celebrazione. Il segno della cro-
ce, infatti, è un compendio di tutta la nostra fede cristiana: se-
gnandoci, nel corpo, con il simbolo della croce, ricordiamo l’in-
carnazione, la redenzione e la risurrezione del Signore; mentre,
pronunciando il nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo,
facciamo memoria del grande Mistero della SS. Trinità.
• Ascoltare con attenzione la Parola di Dio: mantenere un atteg-
giamento di accoglienza, di meditazione che illumina il cuore e
la mente di ogni cristiano poiché la Parola è “viva” e, attraverso
l’ascolto e il raccoglimento personale, è possibile tradurla nella
quotidianità ottenendo beneficio e conforto. Per questo, soprat-
tutto alzandoci in piedi nel momento della proclamazione del
Vangelo, siamo chiamati a riconoscere la presenza del Signore
che, attraverso il ministro, parla ancora a noi oggi nella celebra-
zione eucaristica.
• Pregare il Padre Nostro con attenzione: meditare la preghiera
che Gesù ha insegnato riflettendo sul significato delle parole che
si pronunciano; per questo, anche nell’orazione personale, sareb-
be bene non procedere speditamente nella recita delle parole, ma
al contrario bisognerebbe soffermarsi con attenzione e reverenza
su ogni espressione con cui si dialoga col Padre.
• Accogliere Gesù Eucarestia: il pane spezzato diventa nutrimento
per la vita e presenza di Dio che fortifica e sostiene. È necessario
vivere con più consapevolezza questo momento importante nel-
la certezza che il Signore entra nella vita di ciascuno e desidera
essere accolto in un cuore generoso e attento. Nel procedere per
accostarsi alla Santa Comunione si possono recitare, nel proprio
cuore, alcune orazioni in silenzio che dispongano a ricevere il
Signore con maggior consapevolezza e gratitudine.
• “La Messa è finita, andate in Pace”: con il saluto finale si è invita-
ti a diventare portatori di pace e, di conseguenza, nutriti alla mensa
del pane e del vino, testimoni credibili di Cristo nel mondo.
• Ringraziamento: Prima di uscire dalla chiesa, è bene sostare in
ringraziamento per il dono ricevuto con la Santa Comunione
(almeno per cinque minuti), coscienti che il Signore è venuto a
trovarci. In questo modo, potremo custodire con più attenzione
la grazia che è in noi e poter affrontare il mondo con il Suo aiuto.
3.2 La Liturgia delle Ore
3.2.1 «Pregate incessantemente» (1Ts 5,17):
la preghiera pubblica della Chiesa
La Liturgia delle Ore - chiamata anche Ufficio divino - costitui-
sce la preghiera pubblica della Chiesa, che, lungo i secoli, ha ri-
sposto alla missione di «pregare incessantemente». Consapevoli
che il mistero di Cristo penetra e trasfigura il tempo presente,
questa preghiera ci permette di santificare tutto il corso del gior-
no e della notte, per mezzo della lode a Dio.
Tutto il popolo di Dio esercita il sacerdozio regale dei battezza-
ti, unendosi in una sola voce, con Cristo, nella lode al Padre.
Per questa ragione, la Liturgia delle Ore non è mai un’azione
privata, ma appartiene a tutto il Corpo della Chiesa. Inoltre,
quando preghiamo la Liturgia delle Ore, veniamo santificati
dalla parola di Dio presente in tutto l’Ufficio, in un modo
speciale nei salmi, suo nucleo centrale, ancorché nelle letture
e negli altri canti, testi e preci, che traggono la loro ispirazione
primaria dalla Scrittura.
3.2.2 La Liturgia delle Ore nella comunità parrocchiale
La preghiera della Liturgia delle Ore, essendo una celebrazione
propria della Chiesa, rifulge di piena luce quando è recitata nella
comunità ecclesiale, radunata con il suo presbitero. Di gran-
de valenza l’invito a proporre questa preghiera in parrocchia,
soprattutto con la recita delle Ore principali (Lodi mattutine
e Vespri), le quali, secondo la tradizione della Chiesa, sono il
duplice cardine dell’ufficio quotidiano:
• una celebrazione liturgica svolta in chiesa, alla quale un nume-
ro di fedeli il più ampio possibile possa parteciparvi, tenendo
conto degli orari lavorativi, in modo che anche i laici possano
parteciparvi prima di andare a lavorare e, alla sera, al ritorno;
con l’auspicio che i giovani vi prendano parte.
• in ogni comunità, un gruppo di volontari potrebbe dedicarsi
alla preparazione delle celebrazioni, imparando il canto degli
inni, distribuendo le letture o altre mansioni. Ai volontari si
dovrebbe offrire la catechesi necessaria per svolgere al meglio -
con una coscienza più formata – il servizio.
• nella recita della liturgia delle ore, può essere di aiuto l’accom-
pagnamento musicale di un organo che, insieme ad un can-
tore, sappia coinvolgere i fedeli con alcune melodie salmiche
semplici; qualora si valutasse più opportuno recitare a voce
piana il salterio, si riservi particolare attenzione al canto del
Benedictus e del Magnificat, invitando i presenti ad alzarsi e
riflettere sulle parole del cantico.
• (nelle comunità religiose) si può sostare per un breve tempo
di silenzio fra la recita di un salmo e l’altro, facendo risuo-
nare liberamente, a voce alta, un versetto che ha particolar-
mente destato il cuore.
• attribuire un’attenzione particolare nel curare le celebrazioni
dei primi vespri del sabato sera e dei secondi vespri della
domenica.
3.3 24 Ore per il Signore
3.3.1 L’iniziativa voluta da Papa Francesco
L’iniziativa denominata “24 Ore per il Signore” è un evento
di preghiera voluto da Papa Francesco, da celebrarsi tra il ve-
nerdì e il sabato che precedono la IV domenica di Quaresima.
Ha come obiettivo di offrire ai fedeli la possibilità di vivere
un momento di intensa preghiera e ritrovare il cammino per
riavvicinarsi al Signore. Concretamente, si propone alle co-
munità, nella serata di venerdì e durante l’intera giornata di
sabato, di prevedere un’apertura straordinaria delle chiese e dei
santuari, offrendo la possibilità di accedere alle Confessioni,
preferibilmente in un contesto di Adorazione Eucaristica ani-
mata, ben consapevoli tutti che «al centro della vita cristiana il
sacramento della Riconciliazione, […] permette di toccare con
mano la grandezza della misericordia» (Bolla di indizione del
Giubileo straordinario della misericordia Misericordiae Vultus,
11 aprile 2015, n.17).
3.3.2 La Quaresima di preghiera e riconciliazione
La proposta “24 Ore per il Signore” costituisce un’ottima pos-
sibilità per riavvicinare i cattolici lontani dalla Chiesa. L’invito
rivolto alle comunità ecclesiali è quello di riscoprire, con più ar-
dore e più entusiasmo, la bellezza di quest’iniziativa e i sorpren-
denti frutti di conversione che questo evento può portare. È
auspicabile che si approfitti del tempo di grazia della Quaresima
per proporre tempi forti di preghiera e riconciliazione.
• nelle comunità si può iniziare il venerdì sera con la Santa Mes-
sa o con la Liturgia della Parola, cui far seguire l’esposizione
del Santissimo Sacramento e l’adorazione eucaristica, animata
dai diversi gruppi parrocchiali.
• i responsabili potranno stabilire sia il programma dell’Adora-
zione che la sua durata, con possibilità di turni di confessio-
ni. Nelle diverse ore di Adorazione si potrebbero intercalare
momenti di canto, di silenzio, di Lectio divina, di recita del
Rosario meditato, etc.
L’evento potrebbe concludersi con la celebrazione della Santa
Messa festiva del sabato pomeriggio.
• in comunità di dimensioni più piccole, l’Adorazione notturna
può essere sostituita, da un breve tempo di preghiera il ve-
nerdì sera del tipo: 1) liturgia penitenziale 2) esposizione del
Santissimo Sacramento 3) adorazione eucaristica silenziosa o
animata da un gruppo di preghiera, invitando tutti alla ricon-
ciliazione sacramentale con Dio.
La presenza dei Missionari della Misericordia che, sin dal Giu-
bileo Straordinario della Misericordia, svolgono il loro servizio
sacramentale, sarà di grande aiuto nella celebrazione di questo
event.
3.4 L’Adorazione Eucaristica
3.4.1 Stare alla presenza del Signore
Approfondendo la fede nella presenza reale di Cristo nell’Eucaristia,
la Chiesa ha preso coscienza del significato dell’adorazione silenziosa
del Signore presente sotto le specie eucaristiche (Cf. CCC 1379).
L’Adorazione eucaristica permette di prolungare e dare più spazio
all’incontro personale con Gesù realmente presente nelle specie eu-
caristiche, fuori del tempo della Messa. Se nell’Eucaristia la Chiesa
dimostra la sua fedeltà al comando del Signore «Fate questo in me-
moria di me», adorare il Corpo sacramentale del Signore è continua-
re a fare Sua memoria. Contempliamo Colui che riceviamo nella
Comunione, per rimanere con Lui, stare alla Sua presenza, l’unica
capace di trasformare la nostra vita e darle un senso. Infatti, è il cor-
po reale di Cristo, l’Eucaristia, che dà forza per il cammino di questo
pellegrinaggio terreno e santifica il corpo mistico, che è la Chiesa.
3.4.2 Introdurre al silenzio contemplativo: una proposta
di schema di preghiera
In questo Anno della Preghiera si invitano dunque tutte le co-
munità a promuovere momenti di Adorazione Eucaristica, ele-
mento indispensabile per l’incontro con il Signore. Ogni comu-
nità trovi i modi e tempi più adeguati a sviluppare questa pratica
che porta tanti frutti di santità alla Chiesa.
Offriamo qui uno schema classico di Adorazione che può essere
di aiuto per favorire i fedeli nella preghiera e nel riconoscimento
della presenza del Signore che attende che ci rivolgiamo a Lui:
• Esposizione del SS. Sacramento: nell’attesa che il Signore sia
esposto sull’altare, è bene che ci si prepari in raccolto silen-
zio, coscienti che presto noi saremo davanti a Lui, pronti ad
ascoltare nella preghiera ciò che vuole dirci e pronti a porre ai
suoi piedi le nostre richieste. Per favorire il clima di preghiera,
è auspicabile che l’esposizione sia accompagnata da un canto
e dall’uso dell’incenso: tutto ciò favorisce il riconoscimento
dell’eccezionalità del momento e della divinità del Signore
presente sotto le specie del pane consacrato.
• Richiesta di perdono: una volta conclusa l’esposizione, per
disporre al meglio il proprio cuore, si può dedicare un breve
momento ad una richiesta di perdono per i propri peccati. Il
Signore conosce le nostre ferite, i nostri limiti e i nostri pecca-
ti: nessuno può vantare nulla davanti a Lui, ciò che ci è chiesto
è di porre tutto alla Sua Presenza, certi che la grandezza della
Sua misericordia può abbracciare tutto il nostro essere.
• Invocazione dello Spirito Santo: seguendo l’insegnamento di
san Paolo, anche per l’Adorazione Eucaristica, facciamo nostro
l’invito a invocare «lo Spirito di Dio per conoscere ciò che Dio
ci ha donato» (1Cor 2,12): nessuno, infatti, può riconoscere
la presenza reale del Signore nell’Ostia consacrata se non è lo
Spirito a suggerirlo dentro ognuno di noi. Per questo, è bene
disporre il cuore all’incontro con il Signore attraverso un’in-
vocazione al Paraclito, possibilmente anche in forma di canto,
chiedendo di illuminare le nostre menti con il dono della fede.
• Adorazione silenziosa: il momento centrale dell’Adorazione
Eucaristica può essere lasciato ad uno spazio speciale dedicato
alla preghiera silenziosa, a quel dialogo speciale con il Signore
Gesù nel quale il cuore di Dio parla al cuore dell’uomo - cor ad
cor loquitur - come ci ha insegnato san John Henry Newman.
In questo momento, possiamo presentare al Signore delle in-
tenzioni di preghiera particolari cui dedicare l’Adorazione Eu-
caristica: ad esempio, per le vocazioni al sacerdozio e alla vita
consacrata, per i malati, per le famiglie, etc.
Questo silenzio può essere intervallato da brevi canti - anche
litanici – o da alcune letture brevi, tratte o dalla Sacra Scrit-
tura o dall’insegnamento dei santi; al contempo, può essere
di grande giovamento recitare, davanti al SS. Sacramento, il
Santo Rosario sapendo che invochiamo colei che, per prima,
ha accolto le parole del Signore - permettendo a Dio, incar-
nandosi, di operare l’inizio della Redenzione - e che, con noi,
è presente nell’adorare suo Figlio nell’Ostia consacrata.
• Benedizione Eucaristica: la celebrazione si conclude con la be-
nedizione dei fedeli con il SS. Sacramento. Questa benedizione,
seppur mantenga sempre il carattere di sacramentale, possiede
un carattere unico rispetto a tutti gli altri tipi di benedizioni
(con l’acqua benedetta, con le reliquie dei santi, per l’interces-
sione della B.V. Maria, etc.) perché in questa benedizione è pre-
sente il Signore con il suo Corpo, in modo vero, reale e sostan-
ziale. Con la benedizione eucaristica, Egli si fa a noi vicino in
modo specialissimo, coinvolgendo tutti i presenti e attraendo
tutti a sé. Questo momento può essere considerato l’apice del
rito di adorazione, il coronamento di quel dialogo che si è pro-
tratto nel silenzio davanti a Gesù e che, ora, come un sole che
illumina, infonde il suo calore nella nostra anima.
• Reposizione nel Tabernacolo: arricchiti dal dono ricevuto
nella benedizione, accompagniamo la reposizione dell’Ostia
consacrata nel tabernacolo con riverenza, alzandoci in piedi
e, possibilmente, intonando un canto adatto per salutare il Si-
gnore. Tutto ciò ci aiuti anche a ricordare che Gesù Eucarestia
ci attende sempre nel tabernacolo: è continuamente presente
nelle nostre chiese e, anche quando non si presenta nessuno
per pregarlo, Egli è lì, desideroso di parlare al cuore dei fedeli
che si accostano a Lui. Ricordiamoci, anche durante le nostre
giornate, piene di impegni e, talvolta, di distrazioni, di fare
visita al SS. Sacramento, di dedicare anche pochi minuti per
offrire una lode, un ringraziamento o anche solo ad affidare le
nostre necessità e sofferenze. Il Signore, che certamente “sa di
quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate” (Mt
6,8), non tarderà ad ascoltarci.
4
LA PREGHIERA IN FAMIGLIA
4.1 La famiglia come scuola di preghiera
Numerose volte il magistero ribadisce l’importanza della pre-
ghiera in famiglia e ricorda come i primi insegnamenti ricevuti da
bambini sono quelli decisivi che restano saldi nella vita quotidiana,
anche quando si è cresciuti. La famiglia, all’interno della quale il
bambino farà i primi passi e dirà le prime parole, come “mamma” o
“papà”, “grazie” e “per favore”, rappresenta anche il luogo dell’inse-
gnamento della preghiera e del dire “grazie” al Signore. Crescendo,
si dedicherà alla preghiera seguendo l’esempio dei genitori, impa-
rando ad affidarsi al Signore persino nei momenti più difficili, certo
del suo sostegno.
Nell’Esortazione Apostolica Amoris Laetitia, Papa Francesco riba-
disce che «i momenti di preghiera in famiglia e le espressioni della
pietà popolare possono avere maggior forza evangelizzatrice di tutte
le catechesi e di tutti i discorsi» (Es. Ap. Amoris Laetitia [AL], 19
marzo 2016, n. 288), concludendo che «solo a partire da questa
esperienza, la pastorale familiare potrà ottenere che le famiglie sia-
no al tempo stesso Chiese domestiche e fermento evangelizzatore
nella società» (AL, n. 290).
San Giovanni Paolo II, nell’Esortazione Apostolica Familiaris
Consortio, riconosceva l’importanza della preghiera condivisa in fa-
miglia, poiché «nella famiglia, infatti, la persona umana non solo
viene generata e progressivamente introdotta, mediante l’educa-
zione, nella comunità umana, ma mediante la rigenerazione del
battesimo e l’educazione alla fede, essa viene introdotta anche nella
famiglia di Dio, che è la Chiesa» (FC, n. 15).
4.2 Esempi di preghiera familiare
4.2.1 A tavola prima e dopo i pasti
Uno dei principali luoghi di riunione familiare è sicuramente la
condivisione di almeno un pasto al giorno. Questo momento
potrebbe essere una piccola ma significativa occasione per pre-
gare insieme nella famiglia, ringraziando il Signore per quanto
ricevuto e pregando per i più bisognosi. I bambini possono im-
parare così che il pane quotidiano, che chiediamo con la pre-
ghiera del Padre Nostro, non è solamente un concetto astratto,
ma una richiesta ben concreta che facciamo da figli al Padre
Celeste. Il pasto, che si consuma insieme, è una grazia ricevuta
dal Signore per mezzo della provvidenza, che ci accompagna in
tutti i momenti della nostra vita. Offriamo qui di seguito un
percorso di preghiera che ciascuna famiglia può adattare secon-
do la propria sensibilità.
• Prima dei Pasti
“Padre Santo, ti ringraziamo per questo cibo, fa che possiamo
fare della tua volontà il nostro nutrimento quotidiano. Ti pre-
ghiamo per i poveri che non ne hanno: dai loro il necessario
per vivere secondo il tuo volere. Amen.”
• Dopo i Pasti
“Ti ringraziamo, Signore, per tutti i tuoi benefici: fa che
possiamo servircene sempre per il bene. Per Cristo nostro
Signore. Amen”
4.2.2 La preghiera a inizio e fine giornata
Un’ulteriore occasione favorevole per la preghiera in famiglia è
offerta quando i bambini vanno a dormire. Pregare il Signore
per la giornata passata, per i parenti malati o anche soltanto
ringraziarlo per il pomeriggio passato a giocare con gli amichet-
ti, aiuta i piccoli a riconoscere le grazie ricevute dal Signore in
quella giornata. Sarebbe bello poter concludere queste preghie-
re con lo scambio della pace fra i fratelli, così da non coricarsi
ancora adirati per quello che è successo nell’arco della giornata,
seguendo così il suggerimento che ama ripetere Papa Francesco:
non finire mai la giornata senza fare la pace!
Uno dei più belli esempi di questo tipo di preghiera è costituito da
quelle che vengono chiamate comunemente le “Preghiere del Buon
Cristiano”, quelle preghiere, cioè, che sono entrate a far parte della
tradizione cristiana degli ultimi secoli e che molti di noi hanno po-
tuto ricevere come dono dai nonni o da altri parenti.
• Preghiera del Mattino
“Ti adoro, mio Dio, e ti amo con tutto il cuore. Ti ringrazio di
avermi creato, fatto cristiano e conservato in questa notte. Ti
offro le azioni della giornata, fa’ che siano tutte secondo la tua
santa volontà per la maggior tua gloria. Preservami dal peccato
e da ogni male. La tua grazia sia sempre con me e con tutti i
miei cari. Amen.”
• Preghiera della Sera
“Ti adoro, mio Dio, e ti amo con tutto il cuore. Ti ringrazio
avermi creato, fatto cristiano e conservato in questo giorno. Per-
donami il male, oggi commesso e, se qualche bene compiuto,
accettalo. Custodiscimi nel riposo e liberami dai pericoli. La tua
grazia sia sempre con me e con tutti i miei cari. Amen.”
Unitamente a queste e altre preghiere – come il Pater, Ave, Glo-
ria, l’Angelo di Dio e l’Eterno Riposo, o la recita di una o più
decine del S. Rosario o della Coroncina della Divina Misericor-
dia, tutti assieme – si possono invitare i più piccoli ad entrare
in rapporto con il Signore attraverso una preghiera spontanea,
una preghiera che viene dal cuore. In questo modo, i piccoli im-
parano a dialogare con Gesù, a diventare veri e propri amici del
Signore, affidando a Lui le proprie necessità, i propri desideri e
le proprie preoccupazioni.
4.2.3 La domenica con la preghiera delle lodi
Le lodi domenicali con la lettura di un breve brano del vangelo,
successivamente spiegato dai genitori, potrebbe offrire un’occa-
sione propizia non soltanto per pregare insieme, ma anche per
condividere gli eventi della settimana alla luce della Parola di Dio.
San Giovanni Paolo II affermava nell’Esortazione Apostolica Fa-
miliaris Consortio che «la famiglia cristiana vive il suo compito
profetico accogliendo e annunciando la Parola di Dio: diventa
così, ogni giorno di più, comunità credente ed evangelizzante»
(FC, 51).
• durante la preghiera delle lodi mattutine, può costituire un
suggerimento utile la distribuzione dei ruoli di chi recita le
antifone e chi i salmi, chi può leggere il brano biblico e così
via, favorendo in questo modo il coinvolgimento di tutti, an-
che dei più piccoli.
• i genitori potrebbero dedicare un piccolo spazio per spiegare
le letture ascoltate. Per far questo, si possono trovare alcuni le-
gami con la vita quotidiana in famiglia e a scuola, mostrando
come il Vangelo e la Parola di Dio siano parole di vita vera e
sappiano offrire luce e accompagnamento in tutte le attività
delle nostre giornate.
• se qualche membro della famiglia sa suonare uno strumento
musicale e accompagnare la recita delle lodi con dei canti e
con alcune melodie adatte, sarebbe un bellissimo modo per
rendere ancora più coinvolgente la preghiera, facendo nostro
lo spirito con il quale sono stati composti i salmi, gli inni e i
cantici spirituali.
• infine, una pratica molto edificante, soprattutto per i più pic-
coli, potrebbe essere quella di leggere insieme brevemente la
vita del santo del giorno, spiegando “perché” è diventato santo
e mostrando che si può chiedere la sua intercessione e la sua
protezione nel giorno a lui dedicato.
5
LA PREGHIERA
DEI GIOVANI
5.1 “Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta” (1Sam 3,9):
la via per comprendere la volontà di Dio
Quello della giovinezza è un tempo di passaggio importante.
Come per altri aspetti della vita, anche per il percorso di fede, ad
un certo punto si arriva a mettere in discussione pratiche apprese
nell’infanzia, alla ricerca di un modo più personale ed intimo di
rivolgersi al Signore. Se è vero che il rapporto tra i giovani e la pre-
ghiera può sembrare un tema delicato, non si può non riconoscere
che, se accompagnati con premura e coraggio, molti giovani mo-
strano un interesse e un coinvolgimento sorprendenti.
Un cammino di preghiera con i giovani non può non includere
anche dubbi e interrogativi sugli affetti e le relazioni, sulle paure e
i desideri. Proprio il silenzio e l’intimità della preghiera possono
insieme costituire lo spazio in cui raccontare al Signore il grovi-
glio del proprio cuore e ricevere da Lui parole di vita: «se entri in
amicizia con Lui e cominci a conversare con Cristo vivo sulle cose
concrete della tua vita, questa sarà la grande esperienza, sarà l’e-
sperienza fondamentale che sosterrà la tua vita Cristiana» (Es. Ap.
Christus Vivit [CV], 25 marzo 2019, n. 129).
È infine inevitabile che un percorso di preghiera con i giovani
ponga quesiti di carattere vocazionale. Il tempo della giovinezza è
per eccellenza il tempo in cui guardare e costruire il proprio futu-
ro, anche a servizio degli altri. Aiutare i giovani a pregare significa
aiutarli a sognare e a cercare il proprio futuro col Signore, perce-
pendolo come inseparabile compagno. Nella preghiera, i giovani
possono imparare ad alzare lo sguardo e a contare le stelle, come
Abramo; possono lasciarsi affascinare da un roveto che non si con-
suma, come Mosè; possono tendere l’orecchio nel cuore della not-
te, come Samuele; possono aprire la porta al Signore che bussa,
come Maria. Nel corso di quest’anno di preghiera, è importante
che ogni comunità cristiana sappia suscitare nuovamente questo
dialogo vocazionale nel cuore dei più giovani, gioendo essa stessa
per il passaggio del Signore che chiama.
5.2 Eventi e incontri per coinvolgere i giovani nella
preghiera
Oltre alla valorizzazione della IV parte del Catechismo della Chiesa
Cattolica per una catechesi organica sul tema della preghiera cri-
stiana o alla scoperta della preghiera di alcuni personaggi biblici,
si può approfondire la lettura di Christus vivit di papa Francesco.
In particolare, i nn. 150-157; 250-252 e 287-290 presentano la
relazione col Signore in termini di amicizia e si rivolgono ai giovani
con un linguaggio semplice e immediato.
• si possono proporre momenti di socialità, di incontro con i gio-
vani per pregare assieme prima di dedicarsi alle varie attività del
giorno. Ad esempio, ci si potrebbe dare appuntamento al matti-
no, prima di andare a scuola, per la lettura del vangelo del giorno
o per la recita comune delle lodi mattutine; allo stesso modo,
sarebbe auspicabile dedicare un breve momento settimanale di
adorazione eucaristica, durante la quale i ragazzi possono presen-
tare le loro intenzioni, affidandole ai compagni così che si possa
rinforzare le preghiere e tutti possano far proprie le intenzioni
degli altri.
• i giovani hanno bisogno di vedere e toccare, facendo esperienze sia
condivise, sia in prima persona. In questo anno, si potrebbe an-
zitutto allestire o valorizzare i luoghi della preghiera. Inoltre, nei
locali del centro giovanile o nell’oratorio o nella sede dell’associa-
zione, un angolo o una piccola cappella arredata semplicemente
- se possibile alla presenza del SS. Sacramento, con un’immagine
sacra e una Bibbia, in un clima di silenzio - può bastare per rende-
re visibile l’invito alla preghiera. Analogamente una “tenda della
preghiera” può essere preparata, con strumenti e sussidi adeguati,
nelle piazze o presso le scuole o in altri luoghi, in occasione di
missioni o iniziative pastorali create ad hoc o nell’ambito di espe-
rienze formative estive. Considerando poi l’attrattiva che le espe-
rienze ‘forti’ hanno per i giovani, in alcuni momenti dell’anno,
si può valorizzare il tempo della sera o della notte, offrendo loro
spazi dedicati al silenzio, all’ascolto, all’adorazione.
• in diverse parrocchie e gruppi di formazione, si va diffonden-
do l’esperienza della “settimana comunitaria”. Pur continuando
i loro abituali impegni di studio o di lavoro, piccoli gruppi di
giovani, insieme ad alcuni presbiteri o religiosi o laici adulti, con-
dividono stabilmente spazi messi a disposizione dalla parrocchia
stessa o dalle diocesi. Oltre all’esercizio della vita fraterna e del
servizio, queste esperienze possono rappresentare un’ottima oc-
casione per introdurre le nuove generazioni alla preghiera: lectio,
liturgia delle ore, adorazione.
• molti seminari o monasteri aprono le proprie porte per propor-
re percorsi di “Scuola della preghiera”. In genere, si tratta di un
percorso continuativo che, a tappe, approfondisce sotto forma di
preghiera e con un linguaggio adatto alle giovani generazioni un
personaggio biblico o una tematica vocazionale.
• suscitano, altresì, molto interesse tra i giovani, i pellegrinaggi a
piedi verso i grandi santuari o le camminate in montagna o nel-
la natura. La contemplazione del creato e il ritmo del cammino
aprono facilmente il cuore allo stupore, alla lode, al ringrazia-
mento: anche queste occasioni rappresentano un’opportunità da
sfruttare pastoralmente, per esempio insegnando e praticando la
“preghiera del cuore” o accompagnando il cammino con i Salmi
di pellegrinaggio.
• offrire anche a piccoli gruppi di giovani la responsabilità di ren-
dersi presenti e attivi in alcune attività tradizionali della comunità
come quelle svolte in occasione del primo venerdì del mese, per
la Via Crucis, piuttosto che nella recita dei vespri o del rosario.
• sono ormai numerose le app e podcast che offrono contenuti for-
mativi sulla preghiera o rapidi commenti quotidiani sul Vangelo
del giorno: questi strumenti rendono possibile un breve richiamo
alla preghiera nella vita di ogni giorno, nei quotidiani percorsi in
città verso il luogo di studio, di lavoro o di svago. Valutarli, diffonderne
l’uso e la conoscenza anche attraverso le opinioni dei giovani è un’altra
via percorribile per dedicarsi alla preghiera quando un fedele, per i più
svariati motivi, non può essere presente in parrocchia o in altre attività
della comunità.
SI RITIRO' A PREGARE (Mc1,35)
6
RITIRI SPIRITUALI
SULLA PREGHIERA
Nel Vangelo di Marco, leggiamo che Gesù «si ritirò a pregare»
(Mc 1,35). L’Evangelista ci consegna un’immagine di Gesù che in-
dica due dimensioni essenziali dell’orazione cristiana: l’allontana-
mento dalle incombenze del vivere quotidiano – necessario nella
ricerca del dialogo personale con il Padre - e il silenzio nel cuo-
re – indispensabile per fare spazio alla voce di Dio e ascoltare ciò
che Egli vuole. In questa prospettiva, nel contesto dell’Anno della
Preghiera, l’opportunità di fare un ritiro spirituale si rivela come
un’esperienza ineguagliabile per il rinnovamento del cuore e la con-
versione spirituale a cui tutti siamo stati invitati dal Santo Padre.
6.1 «Dove due o tre sono riuniti nel mio nome»
(Mt 18,20): il senso del ritiro spirituale
Gesù ci ha insegnato che quando i cristiani si riuniscono in pre-
ghiera, Egli è presente in modo speciale in mezzo a loro: sotto questo
aspetto, la pratica del ritiro spirituale è una grande occasione per
vivere più pienamente la presenza del Signore attraverso la preghiera
e la vita comune, condivisa nei giorni di ritiro. La pratica del ritiro
spirituale non deve essere vissuta, perciò, come una fuga dalla realtà,
ma piuttosto come un’immersione più profonda in essa, attraverso
il silenzio dell’orazione: il frutto di un autentico ritiro spirituale non
sarà la nostalgia per i giorni di pausa dai ritmi ordinari, ma piut-
tosto una luce nuova attraverso cui la quotidianità sarà trasfigurata
dalla presenza del Signore. In un mondo che spesso ci distrae e ci
allontana dalla nostra vita di fede, il ritiro in preghiera diventa come
una sosta in un’oasi in mezzo al deserto nelle nostre città che, pur
ricche di mezzi e di occasioni di incontro, spesso, però, offuscano e
nascondono allo sguardo la sorgente vera della speranza, quella fonte
appagante di gioia che solo il Signore può darci.
• l’Anno della Preghiera può diventare, in questa prospettiva,
un’occasione per rinnovare, anche tra coloro che non sono con-
sacrati, la consapevolezza dell’importanza di dedicare alcuni gior-
ni dell’anno ad un incontro speciale con il Signore. Si possono
scegliere e proporre alcuni luoghi di ritiro – come monasteri,
conventi o mete di pellegrinaggio – nelle quale sono solitamente
offerti con una certa regolarità momenti di spiritualità dedicati
all’orazione.
• le nostre parrocchie si possono rendere protagoniste nell’organiz-
zazione di alcuni giorni di ritiro. Anche se talvolta può risultare
difficile, dati i vari impegni pastorali, ci si può impegnare ugual-
mente a organizzare ritiri mensili della durata di un giorno - o di
sola mezza giornata -, preferibilmente di sabato pomeriggio o di
domenica, in modo tale da favorire la partecipazione di chi non
dispone di altri giorni liberi dagli impegni lavorativi.
• anche durante l’anno, è possibile assumere lo spirito che ci ani-
ma nel corso dei ritiri spirituali: la cosiddetta “preghiera di Gesù”
(anche detta “preghiera del cuore”), per esempio – tanto cara ai
Padri della Chiesa -, così come la pratica di recitare giaculatorie nel
discorrere della giornata, permettono di ricordare costantemente
la presenza del Signore che sempre ci accompagna, elevando così
a Dio una lode continua. Sono preghiere che si possono recitare
quando si è in auto o sui mezzi pubblici, anche come forma di
intercessione per gli sconosciuti che si incontrano lunga la strada.
Se possibile ritagliare ulteriore tempo, nel corso della settimana,
sarebbe buona cosa dedicare una sosta al SS. Sacramento, magari
rientrando da lavoro o in pausa pranzo. Tra le pratiche da riva-
lutare in più occasioni, la visita al cimitero e le preghiere per i
defunti.
• alcuni momenti dell’anno, inoltre, ci invitano ad alimentare e
rinsaldare il rapporto con i santi e con la Vergine Maria attraverso
preghiere specifiche, ad esempio nei mesi di maggio e ottobre, nei
quali sarebbe buona abitudine, come accade già in diverse realtà,
recitare nelle strade o nei condomini dei nostri quartieri la corona
del Santo Rosario.
• anche nel contesto del discernimento vocazionale, infine, la pre-
ghiera si mostra quale luogo di incontro nel quale chiedere al
Signore che avvenga tutto secondo la Sua Volontà. La preghiera
nel silenzio deve essere presentata come mendicanza amorevole
verso Cristo presente, come capacità di domanda accorata della
Sua Luce nella nostra vita, nella nostra strada.
6.2 Il Padre Nostro: modello di ogni preghiera
Il Signore Gesù, nella sua Preghiera, introduce gli apostoli e,
con loro, tutti noi cristiani, a quello che può essere considerato il
“modello di ogni preghiera”. È possibile, pertanto, affermare che il
Padre Nostro è Scuola di Preghiera.
Nella preghiera che Gesù ci ha insegnato, infatti, troviamo il
cuore stesso della nostra fede. Il Padre Nostro è la preghiera che
abbraccia l’universalità dell’esperienza umana e del mistero divi-
no, capace di unire la semplicità di un bambino che si rivolge al
proprio “papà” e la profondità di chi sa di stare alla presenza del
Mistero. Essa è veramente, come insegna il Catechismo della Chie-
sa Cattolica, riprendendo Tertulliano, «la sintesi di tutto il Vange-
lo» (Cf. CCC, nn. 2761-2776). È una preghiera che tocca tutte le
dimensioni della nostra esistenza: la santità di Dio, il suo regno, la
nostra vita quotidiana, il perdono reciproco, la nostra lotta contro
il male; dicendo “Padre Nostro” siamo portati sempre più vicino al
cuore di Dio e al cuore della nostra fede.
Il Santo Padre, attraverso le sue catechesi, ci guida a comprendere
che questa preghiera non è un semplice insieme di parole e di neces-
sità, ma un cammino verso l’intimità con il nostro Padre Celeste: essa
ci insegna a rivolgerci a Dio con una fiducia filiale, chiamandolo “Pa-
dre” con semplicità e amore. Non serve – dice il Papa - «moltiplicare
parole vane» (Udienza generale, 27 febbraio 2019): Gesù ci insegna
l’essenziale, ci mostra che, con il Padre, si può parlare con semplicità
di cuore, perché Egli, dice il Signore, «sa di quali cose avete bisogno
prima ancora che gliele chiediate» (Mt 6,8).
• tradizionalmente, la preghiera del Padre Nostro è considerata
composta di sette parti, chiamate anche “le sette domande”, cui
peraltro, il Catechismo della Chiesa Cattolica dedica i numeri
2803-2854. Essa riassume lo spirito proprio della fede cristiana
nel rapporto che ciascun fedele è chiamato ad aver con il Padre
Celeste. Queste sette domande potrebbero offrire uno schema
utile per il calendario dei ritiri mensili, in modo tale che il perio-
do che ci separa dal Giubileo possa essere affrontato al pari di una
“Scuola di preghiera”, dedicando un appuntamento a ciascuna
parte della preghiera che Gesù ha voluto insegnarci.
7
LA CATECHESI
SULLA PREGHERA
La catechesi, come tappa privilegiata del processo di evange-
lizzazione, promuove la crescita e la maturazione nella fede (Cf.
Direttorio per la Catechesi, n. 56) e «ha il compito di educare alla
preghiera e nella preghiera, sviluppando la dimensione contempla-
tiva dell’esperienza Cristiana» (DpC, n. 86).
7.1 «Quando Mosè alzava le mani» (Es 17,11):
la preghiera esortativa del pastore
Anche se è vero che l’intera comunità cristiana è responsabile
del ministero della catechesi, ciascuno secondo la sua particolare
condizione nella Chiesa (Cf. DpC, n. 111), tuttavia «il Vescovo è il
primo annunciatore del Vangelo con le parole e con la testimonian-
za della vita» (Es. Ap. Pastores Gregis [PG], 16 ottobre 2003, n. 26;
Cf. DpC, n. 114) e, come primo responsabile della catechesi nella
diocesi, ha la funzione principale, unitamente alla predicazione, di
promuovere la catechesi e di predisporre le diverse forme di cate-
chesi necessarie ai fedeli (Cf. DpC, n. 114).
In questo senso, l’Anno della Preghiera si presenta come una spe-
ciale occasione per i vescovi per incoraggiare le comunità diocesane,
anzitutto elevando la preghiera per ciascuno dei fedeli loro affidati,
perché, come Mosè sono chiamati a invocare il Signore intercedendo
per il popolo, in seguito, richiamando l’attenzione e predicando sul
valore della preghiera nei diversi aspetti che la ricca tradizione della
Chiesa conserva, e, infine, disponendo le forme più opportune per-
ché questa catechesi possa svolgersi nelle proprie diocesi.
I presbiteri, i diaconi, i consacrati, i laici, i catechisti, i genitori, i
nonni, le donne e uomini (Cf. DpC, nn. 115-129), tutti nei propri
ambiti e uniti al proprio Vescovo, potranno contribuire con creativi-
tà ed entusiasmo a quest’opera portata avanti dalla Chiesa universale.
7.2 Linee guida per le catechesi sulla preghiera
Da quanto sopra esposto si propongono alcuni suggerimenti prati-
ci per le catechesi sulla preghiera:
• nei tempi forti dell’anno liturgico (Avvento, Natale, Quaresima e
Pasqua), i Vescovi potrebbero convocare nella propria cattedrale
il popolo di Dio per svolgere la loro catechesi sulla preghiera (Cf.
DpC, n. 114).
• oltre a spiegare l’importanza della preghiera e motivare le persone
ad una vita di preghiera, può essere utile svolgere con la comunità
alcuni esercizi pratici di preghiera, siano essi tenute da consacrati
o da laici, sia nella catechesi per i bambini o per gli adulti, affin-
ché siano proposte vie concrete per crescere nella consuetudine
della preghiera;
• in questa prospettiva, si potrebbero dedicare nella catechesi alcuni
spazi per la preghiera: realizzare un momento di Adorazione Eu-
caristica, invitando ad avere i sentimenti che Gesù ebbe verso il
Padre suo; l’adorazione, la lode, il ringraziamento, la confidenza
filiale, la supplica, l’ammirazione per la Sua gloria; brevi esercizi
di preghiera con la Parola di Dio, ad esempio con la Lectio Divi-
na; o ancora proporre la Preghiera del Santo Rosario, dirigendo
alcune meditazioni sui Misteri che si contemplano o compiendo
alcuni segni che favoriscano la riflessione; incoraggiare la recita
della Liturgia delle ore;
• invitare a motivare i genitori a promuovere la preghiera nelle loro
case nella vita quotidiana, ad esempio nel ringraziamento e nella
benedizione del cibo, nella preghiera al mattino e prima di andare
a dormire, acquisire l’abitudine nei genitori di benedire i figli,
con una piccola preghiera la sera o quando escono di casa, ad
affidarsi a Dio quando si parte per un viaggio, fare il segno della
croce quando si passa davanti a una chiesa, ringraziando Dio per
i suoi benefici, etc.;
• preparare con dedizione le preghiere di inizio e di fine degli in-
contri comunitari;
• i contenuti degli “Appunti sulla preghiera”, a cura del Dicastero
per l’Evangelizzazione, rappresentano un sussidio di riferimento
e approfondimento dei vari aspetti della grande e variegata tradi-
zione cristiana sulla preghiera e potrebbero pertanto divenire utili
strumenti per preparare le predicazioni nella catechesi.
8
LA PREGHIERA DEI CLAUSTRALI: LA
LAMPADA ACCESA DELL’ORAZIONE
Nell’Anno dedicato alla preghiera, i claustrali occupano senza dubbio
un posto di gran rilievo nell’impegno orante. I monaci e le monache, in-
fatti, consacrando totalmente la loro vita al Signore, dedicano una parte
essenziale della loro vita all’incontro con Dio attraverso la preghiera.
I monasteri «sono per la Chiesa un motivo di gloria e una sorgen-
te di grazie celesti. Con la loro vita e la loro missione le persone che
ne fanno parte imitano Cristo in orazione sul monte, sono un riflesso
in terra della signoria di Dio nella storia e ne anticipano la gloria
futura. Essi offrono alla comunità ecclesiale una singolare testimo-
nianza dell’amore della Chiesa per il suo Signore e contribuiscono,
con una misteriosa fecondità apostolica, alla crescita del Popolo di
Dio» (Es. Ap. Vita Consecrata [VC], 25 marzo 1996, n. 8). «Alla luce
di questa vocazione e missione ecclesiale, la clausura risponde all’esi-
genza, avvertita come prioritaria, di stare con il Signore» (VC, n. 59).
È molto bello e anche rassicurante pensare che la lampada della
preghiera di tanti monaci e monache sia sempre accesa nei mona-
steri sparsi nel mondo. In modo particolare, chiediamo a queste
comunità che abbiano nelle loro intenzioni il prossimo Giubileo
2025, affinché anche in tutti noi cresca attraverso la nostra vita di
preghiera quell’unione profonda con Dio e, rafforzati nella speran-
za, possiamo vivere con gioia la nostra fede.
8.1 «Pregate senza stancarvi mai» (Col 4,2):
la vocazione contemplativa della Chiesa
L’Apostolo Paolo invita a rimanere in costante rapporto con il
Signore e con lo sguardo fisso su di Lui, nonostante le difficoltà che
possano sorgere. In questa prospettiva, tutta la Chiesa ha una vo-
cazione contemplativa. Ogni battezzato deve contemplare Cristo e
configurarsi a Lui alla luce della Sua Parola e dei suoi atteggiamenti:
ecco, allora, la necessità da cui nasce la chiamata, per ogni cristiano,
a vivere contemplando il Signore.
Si può entrare sempre in preghiera contemplativa, indipenden-
temente dalle condizioni di salute, di lavoro o di sentimento. È la
preghiera del figlio di Dio, del peccatore perdonato che si apre ad
accogliere l’amore con cui è amato e che vuole corrispondervi aman-
do ancora di più. La preghiera contemplativa è comunione con Dio,
è sguardo di fede fissato su Gesù. «Io lo guardo ed egli mi guarda»,
diceva, al tempo del suo santo Curato, il contadino d’Ars in preghie-
ra davanti al Tabernacolo. La preghiera contemplativa è ascolto della
Parola e obbedienza della fede. La preghiera contemplativa è anche
silenzio e unione alla preghiera di Cristo nella misura in cui fa parteci-
pare al suo mistero pasquale (Cf. CCC, nn. 2710-2724).
8.2 Il pellegrinaggio ai monasteri
Il pellegrinaggio è un’esperienza di conversione, di cambiamento
della propria esistenza per orientarla verso la santità di Dio. Così
come prepareremo il nostro pellegrinaggio per il Giubileo 2025,
si potranno effettuare nel 2024, Anno della Preghiera, significativi
pellegrinaggi presso i monasteri della propria diocesi, opportuna-
mente preparati, con diverse modalità:
• pellegrinaggio con i giovani perché conoscano questa speciale vocazio-
ne nella Chiesa fatta di adorazione eucaristica, meditazione della Paro-
la di Dio, contemplazione, Liturgia delle Ore, e il suo legame diretto
con l’esperienza quotidiana delle virtù cristiane in vista della santità;
• pellegrinaggio periodico in monastero per trascorrere un momen-
to di preghiera;
• pellegrinaggio al fine di ringraziare i monaci e le monache del-
la loro risposta generosa nel consacrare totalmente la loro vita a
Dio, con l’intenzione di affidare i frutti spirituali del prossimo
Giubileo 2025, contraccambiando con offerte varie che possano
essere di aiuto al monastero e alle loro necessità.
• Dagli scritti di monaci e monache santi:
L’autore principale della nostra perfezione e della nostra santità è Dio
stesso, e l’orazione mantiene l’anima in un contatto frequente con Dio.
Essa accende e, dopo averlo acceso, mantiene nell’anima come un fo-
colare, nel quale il fuoco dell’amore arde sempre, anche se in forma
latente. Appena quest’anima è messa in comunicazione diretta con la
vita divina, per esempio nei sacramenti, è come se un soffio potente la
incendiasse, la sollevasse, la riempisse con una sovrabbondanza mera-
vigliosa. La vita soprannaturale di un’anima si valuta dalla sua unio-
ne a Dio per mezzo di Gesù Cristo, nella fede e nell’amore. Bisogna che
questo amore produca degli atti; ma questi atti, per essere prodotti in
modo regolare ed intenso, richiedono la vita di orazione. Si può asserire
che, in via ordinaria, il nostro progresso nell’amore divino dipende
praticamente dalla nostra vita di orazione.
(Beato Columbia Marmion)
Nada te turbe, nada te espante;
todo se pasa, Dios no se muda;
la paciencia todo lo alcanza.
Quien a Dios tiene nada le falta.
Sólo Dios basta.
Niente ti turbi, niente ti spaventi,
Tutto passa, Dio non cambia,
la pazienza, tutto realizza.
A chi ha Dio, nulla manca,
Dio solo basta.
(Santa Teresa d’Avila)
Mio Dio, Trinità beata, desidero amarvi e farvi amare, lavorare per
la glorificazione della santa Chiesa, salvando le anime che sono sulla
terra e liberando quelle che sono nel purgatorio. Desidero compiere
perfettamente la vostra volontà e arrivare al grado di gloria che m’a-
vete preparato nel vostro regno. In una parola, desidero essere santa,
ma sento la mia impotenza e vi domando, o mio Dio, di essere voi
stesso la mia santità. […]
Per vivere in un atto di perfetto amore, mi offro come vittima d’olocau-
sto al vostro amore misericordioso, supplicandovi di consumarmi senza
posa, lasciando traboccare nella mia anima i flutti d’infinita tenerez-
za che sono racchiusi in voi, e così possa diventare martire del vostro
amore, o mio Dio! Che questo martirio, dopo avermi preparata a com-
parire davanti a voi, mi faccia morire e la mia anima si slanci senza
alcuna sosta verso l’eterno abbraccio del vostro amore misericordioso.
Voglio, o mio Diletto, ad ogni battito del cuore rinnovarvi questa
offerta un numero infinito di volte, fino a che, svanite le ombre, possa
ridirvi il mio amore in un faccia a faccia eterno!
(Santa Teresa di Gesù Bambino)
9
LA PREGHIERA NEI SANTUARI
Durante il discorso al I Incontro Internazionale per i Rettori e gli
Operatori dei Santuari nel 2018, il Santo Padre ricordava ai parte-
cipanti le sempre numerose persone che visitano i santuari spinte
dall’urgenza di chiedere una grazia. Papa Francesco sottolineava,
inoltre, che proprio “questa preghiera rende i Santuari luoghi fe-
condi, perché la pietà del popolo sia sempre alimentata e cresca
nella conoscenza dell’amore di Dio” (Discorso del Santo Padre Fran-
cesco ai partecipanti al I Incontro Internazionale per i Rettori e gli
Operatori dei Santuari, 29 novembre 2018).
La preghiera presso i luoghi santi assume una profondità mag-
giore, che non si limita ad avere echi soltanto sulla persona oran-
te. Un aspetto questo, sottolineato così da Papa Francesco: “La
preghiera è la prima forza della speranza. Tu preghi e la speranza
cresce, va avanti. Io direi che la preghiera apre la porta alla speran-
za. La speranza c’è, ma con la mia preghiera apro la porta. Perché
gli uomini di preghiera custodiscono le verità basilari; sono quelli
che ripetono, anzitutto a sé stessi e poi a tutti gli altri, che questa
vita, nonostante tutte le sue fatiche e le sue prove, nonostante i
suoi giorni difficili, è colma di una grazia per cui meravigliarsi”
(Udienza Generale, 20 maggio 2020).
9.1 Luogo di riconciliazione e di speranza
La speranza, quindi, non è estranea al santuario, al contrario.
Dovremo abituarci a parlare della fede rivestendola con gli abiti
della speranza. Il santuario, attraverso la speranza di serenità e con-
forto permette di comprendere lo straordinario valore vivificante
della fede.
La vita del santuario dovrebbe essere il luogo privilegiato per
far comprendere ai nostri fedeli quanto sia decisiva la preghiera del
Padre nostro, che invoca il ritorno del Signore. Il santuario eleva
lo sguardo verso la misteriosa presenza di Dio nella nostra storia
e vita personale. Il pellegrino che giunge al santuario porta spesso
con sé l’esigenza di speranze che presenta con le sue preghiere. Sono
desideri di bene che meritano la nostra attenzione e, proprio per
questo, l’azione pastorale dovrebbe aiutare a puntare lo sguardo
oltre l’immediato per consentire che la preghiera sia esaudita in
forza della speranza. Il cristiano è “Pellegrino di speranza”, che si
mette in cammino non da errante, ma come colui che conosce la
meta, che attraversa i confini per giungere al luogo dove spera di
dare compimento al suo desiderio, alle necessità del proprio cuore.
Attraverso la lente della speranza il nostro impegno pastorale di-
venta ancora più evidente: la speranza è capacità di vedere quanto
reale sia la riconciliazione che il Signore ha compiuto per ognuno
di noi. L’apostolo Paolo insegna che tutta la nostra esistenza viene
illuminata dalla speranza, anche quando viene nascosta dalle pieghe
oscure della nostra esistenza spesso così frammentata ed enigmatica.
• i santuari, come luoghi di speranza, ci invitano ad affidare all’in-
tercessione dei santi le nostre intenzioni di preghiera, certi che,
anche grazie al loro aiuto, potranno essere accolte ed esaudite
dal Signore. I nostri santuari sono veri e preziosi “scrigni” di pre-
ghiera, luoghi pieni di segni – come ex voto, candele e pratiche
devozionali – che ci mostrano come in passato e nel presente le
nostre suppliche trovano conseguimento secondo la volontà del
Padre che non rifiuta mai di ascoltare le richieste dei propri figli.
Non temiamo di chiedere a Dio ciò di cui abbiamo bisogno!
• i santuari sono spesso i grandi “confessionali” delle diocesi, nei
quali, ad ogni ora, sono presenti sacerdoti pronti ad ascoltare
i penitenti. Attraverso la riconciliazione, il Signore ci aspetta a
braccia aperte, come il Padre misericordioso della parabola che,
con trepidazione, desidera il ritorno del figliolo nella sua dimora.
Auspichiamo che in questo anno di preparazione al Giubileo, i
pellegrini sappiano riconoscere la grazia immensa che sgorga da
questi luoghi e, nei loro confessionali, le vere “porte della mise-
ricordia divina” per il mondo. Possano tutti abbandonarsi, attra-
verso la preghiera, in quell’abbraccio fiducioso di chi sa che, senza
il Padre, senza la casa, non possiamo che perderci tra i luccichii
del mondo.
• l’Anno della Preghiera ci invita ad affidare intenzioni particolari in
vista del Giubileo, nel desiderio che sia un anno fecondo di ricon-
ciliazione, ricco di frutti spirituali per tutte le situazioni a noi care,
soprattutto per quelle situazioni locali e globali nelle quali la spe-
ranza sembra soccombere di fronte a tanto male operato e subito.
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LA PREGHIERA DEI FEDELI
PER IL GIUBILEO 2025
10.1 L’importanza della preghiera del popolo di Dio
per l’Anno Santo
Nel contesto dell’Anno della Preghiera, la formazione e l’im-
pegno orante del popolo di Dio e di ciascun fedele assume una
rilevanza particolarmente significativa. Sotto questa prospettiva,
la preghiera diventa ancor più un atto di autentica comunione,
non solo tra l’individuo e Dio, ma tra tutti i membri della Chiesa,
unendoli come un’unica voce che dalla Terra sale verso il Cielo.
La tradizione cattolica ha sempre sottolineato l’importanza della
preghiera comunitaria, in cui la fede si esprime in maniera corale
e partecipata: la preghiera ecclesiale d’intercessione, che fa parte
della comunione dei santi, è un’espressione potente dell’unità della
Chiesa, un’unità che si manifesterà, in modo particolarmente evi-
dente, nel corso dell’Anno Santo, quando i fedeli di tutto il mondo
si uniranno in preghiera, nella condivisione di quel desiderio di
conversione spirituale che li porterà a celebrare il perdono procla-
mato dall’Anno giubilare.
10.2 Esempi di preghiere dei fedeli in preparazione al
Giubileo 2025
Con i cuori colmi di speranza e di fede, consapevoli che ogni
nostra preghiera è un filo d’oro che rimarrà, nel tempo, intessuto
nel grande arazzo della comunione ecclesiale, questo sussidio pro-
pone, in quest’ultima parte, alcuni esempi di preghiere, frutto delle
diverse tradizioni spirituali della Chiesa.
A partire dalla “Preghiera del Giubileo”, composta da Papa
Francesco, sarebbe una grande occasione se anche nelle nostre co-
munità, specialmente durante la Messa domenicale, si pregasse in
vista dell’evento giubilare, così che i cuori si preparino ad accogliere
al meglio la grazia straordinaria che il Signore vorrà donarci.
• Preghiera di Intercessione:
“O Padre, nella Tua misericordia, ascolta le suppliche dei Tuoi
figli. Nel cammino che ci porta al Giubileo del 2025, rinnova la
nostra fede e accresci in noi la speranza e la carità, aiutandoci ad
essere testimoni del Tuo amore nel mondo.”
• Preghiera di Lode:
“Ti lodiamo, Signore, per la Tua bontà infinita. Nel Giubileo che
ci attende, apri i nostri occhi alla bellezza della Tua creazione, af-
finché i nostri cuori possano godere nell’ammirazione per la gran-
dezza delle tue opere.”
• Preghiera di Ringraziamento:
“Ti ringraziamo, o Dio, per ogni bene e per i doni ricevuti. In
questo tempo di preparazione al Giubileo, insegnaci a riconoscere
la Tua mano in ogni momento della nostra vita, accogliendo ogni
giorno come un dono del Tuo amore e della tua misericordia.”
• Preghiera di Domanda:
“Signore, fonte di ogni saggezza, guidaci durante quest’Anno
dedicato alla Preghiera nel cammino che ci porterà a celebrare il
prossimo Giubileo. Donaci cuori aperti e menti illuminate per
comprendere e vivere appieno i doni della misericordia e del
perdono.”
PREGHIERA DEL GIUBILEO
Padre che sei nei cieli,
la fede che ci hai donato nel tuo figlio
Gesù Cristo, nostro fratello,
e la fiamma di carità
effusa nei nostri cuori dallo Spirito Santo,
ridestino in noi, la beata speranza
per l’avvento del tuo Regno.
La tua grazia ci trasformi
in coltivatori operosi dei semi evangelici
che lievitino l’umanità e il cosmo,
nell’attesa fiduciosa
dei cieli nuovi e della terra nuova,
quando vinte le potenze del Male,
si manifesterà per sempre la tua gloria.
La grazia del Giubileo ravvivi in noi,
Pellegrini di Speranza,
l’anelito verso i beni celesti
e riversi sul mondo intero
la gioia e la pace del nostro Redentore.
A te Dio benedetto in eterno
sia lode e gloria nei secoli.
Amen
Papa Francesco
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