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Azione Cattolica Italiana - diocesi di Ascoli Piceno
Camposcuola interparrocchiale Giovani di AC
L'uomo della Mancha - Bene comune tra sogno e realtà
1 giorno
Costruire insieme la civiltà dell’amore
I contenuti dal magistero - Compendio della dottrina sociale della Chiesa, 4
«Scoprendosi amato da Dio, l'uomo comprende la propria trascendente dignità, impara a non accontentarsi di sé e ad incontrare l'altro in una rete di relazioni sempre più autenticamente umane. Uomini resi nuovi dall'amore di Dio sono in grado di cambiare le regole e la qualità delle relazioni e anche le strutture sociali: sono persone capaci di portare pace dove ci sono conflitti, di costruire e coltivare rapporti fraterni dove c'è odio, di cercare la giustizia dove domina lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo. Solo l'amore è capace di trasformare in modo radicale i rapporti che gli esseri umani intrattengono tra loro. Inserito in questa prospettiva, ciascun uomo di buona volontà può intravedere i vasti orizzonti della giustizia e dello sviluppo umano nella verità e nel bene».
Obiettivo
Costruire il bene comune non è un appalto concesso per mancanza di concorrenza a filosofi, politici o economisti, non è un semplice miraggio per idealisti o utopisti. Costruire il bene comune è un mandato che ci interpella tutti, nella capacità di de-creare il male dell’egoismo e dell’individualismo attraverso le nostre relazioni quotidiane. Scopriamo insieme che la civiltà dell’amore si costruisce non “facendo meglio le cose” ma amando di più.
Riferimento biblico
Mt. 18, 15-20 - Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va' e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano. In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo. In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d'accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro".
Mattino, attività di accoglienza: - Don Chisciotte e Sancho Panza
Prima parte
Si proporrà ai giovani intervenuti al Camposcuola la nota canzone di Francesco Guccini Don Chisciotte:
[don Chisciotte]
Ho letto millanta storie di cavalieri erranti,
di imprese e di vittorie dei giusti sui prepotenti
per starmene ancora chiuso coi miei libri in questa stanza
come un vigliacco ozioso, sordo ad ogni sofferenza.
Nel mondo oggi più di ieri domina l'ingiustizia,
ma di eroici cavalieri non abbiamo più notizia;
proprio per questo, Sancho, c'è bisogno soprattutto
d'uno slancio generoso, fosse anche un sogno matto:
vammi a prendere la sella, che il mio impegno ardimentoso
l'ho promesso alla mia bella, Dulcinea del Toboso,
e a te Sancho io prometto che guadagnerai un castello,
ma un rifiuto non l'accetto, forza sellami il cavallo !
Tu sarai il mio scudiero, la mia ombra confortante
e con questo cuore puro, col mio scudo e Ronzinante,
colpirò con la mia lancia l'ingiustizia giorno e notte,
com'è vero nella Mancha che mi chiamo Don Chisciotte...
[Sancho Panza]
Questo folle non sta bene, ha bisogno di un dottore,
contraddirlo non conviene, non è mai di buon umore...
E' la più triste figura che sia apparsa sulla Terra,
cavalier senza paura di una solitaria guerra
cominciata per amore di una donna conosciuta
dentro a una locanda a ore dove fa la prostituta,
ma credendo di aver visto una vera principessa,
lui ha voluto ad ogni costo farle quella sua promessa.
E così da giorni abbiamo solo calci nel sedere,
non sappiamo dove siamo, senza pane e senza bere
e questo pazzo scatenato che è il più ingenuo dei bambini
proprio ieri si è stroncato fra le pale dei mulini...
E' un testardo, un idealista, troppi sogni ha nel cervello:
io che sono più realista mi accontento di un castello.
Mi farà Governatore e avrò terre in abbondanza,
quant'è vero che anch'io ho un cuore e che mi chiamo Sancho Panza...
[Don Chisciotte]
Salta in piedi, Sancho, è tardi, non vorrai dormire ancora,
solo i cinici e i codardi non si svegliano all'aurora:
per i primi è indifferenza e disprezzo dei valori
e per gli altri è riluttanza nei confronti dei doveri !
L'ingiustizia non è il solo male che divora il mondo,
anche l'anima dell'uomo ha toccato spesso il fondo,
ma dobbiamo fare presto perché più che il tempo passa
il nemico si fà d'ombra e s'ingarbuglia la matassa...
[Sancho Panza]
A proposito di questo farsi d'ombra delle cose,
l'altro giorno quando ha visto quelle pecore indifese
le ha attaccate come fossero un esercito di Mori,
ma che alla fine ci mordessero oltre i cani anche i pastori
era chiaro come il giorno, non è vero, mio Signore ?
Io sarò un codardo e dormo, ma non sono un traditore,
credo solo in quel che vedo e la realtà per me rimane
il solo metro che possiedo, com'è vero... che ora ho fame!
[Don Chisciotte]
Sancho ascoltami, ti prego, sono stato anch'io un realista,
ma ormai oggi me ne frego e, anche se ho una buona vista,
l'apparenza delle cose come vedi non m'inganna,
preferisco le sorprese di quest'anima tiranna
che trasforma coi suoi trucchi la realtà che hai lì davanti,
ma ti apre nuovi occhi e ti accende i sentimenti.
Prima d'oggi mi annoiavo e volevo anche morire,
ma ora sono un uomo nuovo che non teme di soffrire...
[Sancho Panza]
Mio Signore, io purtoppo sono un povero ignorante
e del suo discorso astratto ci ho capito poco o niente,
ma anche ammesso che il coraggio mi cancelli la pigrizia,
riusciremo noi da soli a riportare la giustizia ?
In un mondo dove il male è di casa e ha vinto sempre,
dove regna il "capitale", oggi più spietatamente,
riuscirà con questo brocco e questo inutile scudiero
al "potere" dare scacco e salvare il mondo intero?
[Don Chisciotte]
Mi vuoi dire, caro Sancho, che dovrei tirarmi indietro
perchè il "male" ed il "potere" hanno un aspetto così tetro ?
Dovrei anche rinunciare ad un po' di dignità,
farmi umile e accettare che sia questa la realtà?
[Insieme]
Il "potere" è l'immondizia della storia degli umani
e, anche se siamo soltanto due romantici rottami,
sputeremo il cuore in faccia all'ingiustizia giorno e notte:
siamo i "Grandi della Mancha",
Sancho Panza... e Don Chisciotte !
Don Chisciotte e Sancho Panza incarnano due modi diversi di rapportarsi alla vita, due sensi diversi del vivere: l’uno totalmente proiettato, in virtù di una promessa d’amore, a dedicare la propria vita agli altri; l’altro ripiegato su se stesso e la propria povertà, alla ricerca dell’espediente in grado di garantirgli il benessere economico. Proprio il concetto di bene comune divide i due grandi della Mancha: il cavaliere errante se ne è sentito responsabile, il fedele scudiero si accontenta di sistemare le cose per sé demandando al padrone gli alti principi.
Seconda parte
All’ascolto della canzone seguirà un gioco di ruolo in cui i partecipanti saranno casualmente ed equamente divisi fra personaggi alla don Chisciotte e personaggi alla Sancho Panza. Dalla discussione e dall’interazione scaturirà un primo momento di confronto/presentazione. Ecco dunque la situazione iniziale:
- Sul pianeta MUK, a seguito di un’imponente esplosione nucleare, sono rimasti in vita solo 1000 esemplari di ACIPENSER (pesci chiamati sulla terra, storioni).
- Metà della popolazione del pianeta i TOM, ha bisogno di 800 Acipenser, per alimentare, le VACCAS che producono il CACIOS, unico alimento che i TOM mangiano da dieci anni a questa parte.
- L’altra metà della popolazione i TABARRU’, ha bisogno di 1000 Acipenser, per estrarvi una sostanza (la SALUS) che è in grado di salvare il paese dall’epidemia.
Accanto alle seguenti notizie ve ne sono altre, in grado di fornire agevolmente una soluzione collaborativa al gioco e di cui solo il master/animatore è a conoscenza. Nello specifico:
- Le VACCAS si alimentano delle uova di ACIPENSER (sulla terra chiamate caviale); il resto del pesce andrebbe invece buttato.
- La SALUS si estrae in realtà dalle lische dell’ACIPENSER; il resto del pesce andrebbe buttato.
I due schieramenti hanno la possibilità di rivolgere una ed una sola domanda al master/educatore che se bene indirizzata potrebbe aiutarli ad entrare a conoscenza delle informazioni segrete. Ciascuno può chiedere, nella domanda, una sola informazione che sia strettamente relativa al proprio popolo.
La soluzione collaborativa come evidente è rappresentata dalla condivisione degli ACIPENSER per il soddisfacimento delle esigenze di entrambi.
Per il gioco i partecipanti riceveranno il proprio profilo in maniera casuale. Forniamo di seguito i suddetti profili:
I TOM
- BRILUCONSE, IL CAPO DI STATO (SANCHO PANZA)
Tradizionalmente avverso ai Tabarrù, sulla discriminazione dei quali hai impostato tutta la campagna elettorale, ti trovi ora costretto a trattare con loro. Hai fondamentalmente interesse che la popolazione dei Tabarrù si estingua a seguito dell’esplosione perché tutta quella parte del paese diventerebbe edificabile. Prometti di garantire presto la cura dell’epidemia ai Tabarrù grazie ai millantati (ma non reali) investimenti in ricerca che il tuo governo ha fatto.
- VELEN, IL PROPRIETARIO TERRIERO (SANCHO PANZA)
I tuoi possedimenti si estendono per gran parte del pianeta; di certo poi non ti mancano gli allevamenti di VACCAS, attraverso i quali potresti garantire a te e alla tua famiglia di sopravvivere fino al termine degli effetti epidemici. Hai già assoldato una squadra di pescatori per pescare gli ACIPENSER nel fiume che scorre vicino a casa tua.
- CASÌ, L’IDEALISTA (DON CHISCIOTTE)
Non hai alcun pregiudizio nei confronti dei Tabarrù; cerchi con insistenza una soluzione collaborativa e sai di essere nel giusto. Tuttavia, hai un modo sbagliato di dire le cose: sembra che soltanto tu hai la verità in tasca mentre gli altri non ti riconoscono questa autorevolezza. È proprio da questa frustrazione tra la possibilità del bene e la mancanza di un seguito che scaturisce la tua rabbia.
- FIAMMA, IL CARABINIERE (DON CHISCIOTTE)
Sei sempre l’ultimo a sapere le cose, anche se fai del tutto per ristabilire la sicurezza e l’ordine pubblico. Tutti credono che la tua buona volontà e il tuo darti da fare siano spinti dal desiderio di una carriera militare. Solo tua moglie sa davvero chi sei veramente e le reali motivazioni della tua scelta lavorativa: spenderti in prima persona per il bene di tutti perché solo questo realizza una comunità solidale.
- KUBY, LA CUBISTA (SANCHO PANZA)
Frequenti i personaggi più in vista del pianeta nonostante le tue umili origini. Lavori di notte e dormi di giorno e sei poco informata sui fatti d’attualità. Il tuo unico interesse è che gli equilibri politici non cambino così da sperare di passare da un cubo di una discoteca ad un’importante passerella di moda.
- CIMICE, LA GIORNALISTA (DON CHISCIOTTE)
Stai sempre sul pezzo e cogli sempre il momento giusto per trovare le notizie giuste. Scrivi in modo trasparente la verità nuda e cruda rischiando a volte di scomodare persone importanti. Sei venuto a sapere di un traffico illecito di ACIPENSER ma non riesci ancora a dare un volto ai responsabili di questo traffico.
I TABARRU’
- SKIZZO, LO SCIENZIATO (DON CHISCIOTTE)
Sei l’unico veramente interessato a salvare il pianeta, tanto da aver scoperto dopo uno studio sugli ACIPENSER come guarire le persone dall’epidemia. Non riesci però a trovare aiuto dalle persone per procurarti il numero necessario di pesci per salvare il pianeta a cusa del pregiudizio delle persone nei tuoi riguardi. Tutti pensano che tu sia uno scenziato pazzo.
- MR DOLLAR, L’IMPRENDITORE (SANCHO PANZA)
Sei sempre in cerca della situazione da sfruttare per il tuo tornaconto. Ogni occasione è buona per fare soldi, soprattutto in condizioni di difficoltà! Ti interessa trovare la soluzione del problema per averne un vantggio economico, cavalcando la tua falsa immagine di benefattore. Hai sempre la battuta pronta, ti piace scherzare ed essere al centro dell’attenzione.
- DON ALVARUCCIO, IL PRETE (DON CHISCIOTTE)
Cerchi di consolare tutti e di dare speranza, pensi che ci possa essere sempre una via di salvezza. Potresti essere il punto di raccordo tra tutti i tabarrù ed anche con l’altro popolo ma nessuno ti dà credito perché si dà per scontato il tuo ruolo ed il tuo abito. Comunque non ti arrendi e continui a cercare il dialogo.
- LENGUA LONGA, L’AVVOCATO (SANCHO PANZA)
Credi che la soluzione di tutto questo disatro sia trovare i responsabili dell’esplosione e fargliela pagare con una giusta condanna, sei quindi troppo indaffarato tra le tue carte e non ti proccupi minimamente di chi possa aiutare a sopravvivere il popolo dall’epidemia. Il tuo unico scopo è cercare di incastrare chi secondo te è l’unico vero responsabile di questa catastrofe, il capo di stato. Il tuo tornaconto è ovviamente quello di vincere la causa, guadagnare popolarità per vincere magari le prossime elezioni.
- MRS CAPAPALL, L’INSEGNANTE (DON CHISCIOTTE)
Per te la priorità è che questa epidemia e il rischio di una crisi economica non vadano a minare i diritti allo studio soprattutto per i più giovani. Cerchi quindi di essere informata e di informare i tuoi studenti affinché non si lascino coinvolgere dal relativismo e dall’individualismo che le attuali logiche di mercato impongono.
- TONY CICCIONE, IL CUOCO (SANCHO PANZA)
Sei un personaggio ambiguo: da una parte ti presenti come il più noto e popolare cuoco del pianeta, cercato per ogni occasione di festa culinaria e non, dall’altra coordini un losco traffico di ACIPENSER tra le mura della cucina del tuo ristorante che guarda caso è il locale preferito dal capo dello stato.
Al termine della simulazione ciascun giovane si chiederà se e come si identifica nella tipologia di personaggio che gli è stata assegnata. Provocazione di riferimento:
- Ti senti più Sancho Panza (alla ricerca di una sistemazione personale prima del bene di tutti, per la vita comoda e riposata) o più don Chisciotte (alla ricerca del bene comune a costo di combattere coi mulini a vento)?
Pomeriggio, Catechesi e deserto: Le relazioni ed il bene comune
Viene proposta una catechesi sul brano di Mt. 18, 15-20: è il brano dal quale emerge con più evidenza che «uomini resi nuovi dall'amore di Dio sono in grado di cambiare le regole e la qualità delle relazioni e anche le strutture sociali». Il bene comune si costruisce a partire dai buoni legami.
Proposta di riflessione sul brano
E. RONCHI, Avvenire, settembre 2011
Se tuo fratello commetterà una colpa contro di te, tu va’… Queste parole tracciano le regole di base per la convivenza fraterna. La prima: se qualcuno ti ferisce, tu non chiudere la comunicazione, non lasciare che l’offesa occupi tutta la scena, non metterti in atteggiamento di vittima o di sudditanza di fronte al male – questo lo renderebbe più forte -, ma fa tu il primo passo, riapri tu il dialogo. È il primo modo per de-creare il male, per esserne liberati. Se ti ascolterà, avrai guadagnato tuo fratello. Una espressione inusuale e commovente: «guadagnare» un uomo, «acquistare» un fratello, arricchirsi di persone. Il vero guadagno della mia vita corrisponde alle relazioni buone che ho costruito. Ogni persona vale quanto valgono i suoi amori e le sue amicizie. Una comunità si misura dalla qualità dei rapporti umani che si sono instaurati. Dio è un vento di comunione che ci sospinge gli uni verso gli altri. Senza l’altro l’uomo non è uomo. Il Vangelo ci chiama a pensare sempre in termini di «noi». Tutto quello che legherete sulla terra… Il potere di sciogliere e legare non ha nulla di giuridico, consiste nel mandato fondamentale di tessere nel mondo strutture di riconciliazione: ciò che avrete riunito attorno a voi, le persone, gli affetti, le speranze, lo ritroverete unito nel cielo; e ciò che avrete liberato attorno a voi, di energie, di vita, di audacia e sorrisi, non sarà più dimenticato, è storia santa. Ciò che scioglierete avrà libertà per sempre, ciò che legherete avrà comunione per sempre. Nel Vangelo di oggi un crescendo di comunità. Fino alla affermazione ultima: dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro. Non semplicemente nell’io, non semplicemente nel tu, il Signore sta tra l’io e il tu, nel legame. In principio ad ogni vita, il legame, come nella stessa Trinità. La costruzione del mondo nuovo inizia dai mattoni elementari io-tu, dalle relazioni quotidiane. Ma c’è un terzo tra i due, un terzo tra me e te, il cui nome è Amore: collante delle vite, forza di coesione degli atomi (Turoldo), unità dei mondi. È tra noi, ad una condizione: che siamo riuniti nel suo nome. Non per interesse, non per superficialità, non per caso, ma nel suo nome: amando ciò che lui amava, preferendo coloro che lui preferiva, sognando il suo sogno di un mondo fatto di fratelli, dove il giusto e il peccatore, il violento e l’inerme si tengono per mano; dove Abele diventa capace della più grande follia, la divina follia di prendersi cura di Caino (se tuo fratello ti ha fatto del male, tu và…), per essere liberi dal male come l’unico libero. Come potremmo non essere liberi se fra noi è la Libertà stessa?
Proposta di approfondimento per il deserto:
LA VITA GIOCATEVELA BENE, NON BRUCIATELA
TONINO BELLO, Discorso agli studenti di Terlizzi
Ragazzi, ragazze, questo io vorrei dirvi: la vita giocatevela bene, giocatevela bene perché… qualche volta voi sapete che rischio correte? Che in questa vostra smania di libertà, di grandezza, di orizzonti larghi, invece che raggiungere gli orizzonti larghi vi incastrate nei blocchi. Qualche volta noi corriamo proprio questo rischio: andiamo alla ricerca di obiettivi che pensiamo ci debbano liberare e invece ci danno proprio la prigione… Vivetela bene la vostra vita, perché vi capita di viverla una volta soltanto… non bruciatela! E’ splendido, soprattutto se voi la vostra vita la mettete al servizio degli altri… non è la conclusione moraleggiante di un vescovo di passaggio che viene a rifilarvi degli scampoli di omelia che non è riuscito a riciclare in chiesa e allora… tutte le fettuccine che gli sono rimaste viene a darle al magistrale qui… a quelli dell’ultimo anno… no no… Sto dicendo davvero! Questo è un fatto umano che vi dà una grande voglia di vivere.
Io sono convinto che se voi la vostra vita la spendete per gli altri, la mettete a disposizione degli altri, voi non la perdete! Perderete il sonno, ma non la vita! La vita è diversa dal sonno. Perderete il denaro, ma non la vita! La vita è diversa dal denaro. Perderete la quiete, ma non la vita! La vita travalica la quiete, soprattutto la quiete sonnolenta ruminante del gregge… Perderete tantissime cose… Perderete la salute, ma non la vita!
Abbiamo sentito una canzone qualche sera fa nella cattedrale di Terlizzi ad un incontro per i giovani… facemmo mettere una canzone di Zucchero che diceva: “… voglio amare fino a che il cuore mi faccia male…”. Io vi auguro, ragazzi, che voi possiate essere capaci di amare a tal punto che il cuore veramente vi faccia male! Lo dico a tutti, indipendentemente dalla vostra esperienza religiosa… anche se c’è qualcuno, qualcuna che è molto lontana… sono convinto che è una cosa che tocca anche loro… starei per dire… soprattutto loro! Vi auguro che possiate veramente amare, amare la vita, amare la gente, amare la storia, amare la geografia, cioè la Terra… a tal punto che il cuore vi faccia male…
Proposte di provocazione e sintesi
- Nel tuo operare il bene comune quanto conta la cura dei legami?
- Come riesci a trovare il giusto equilibrio tra la cura delle persone e il servizio che si declina anche in cose da fare?
- Quanto ti ritieni libero nei tuoi legami familiari, affettivi e d’amicizia?
- Quale equilibrio si crea fra la vita di fede e la vita relazionale? La prima costituisce un ostacolo o una risorsa per la seconda?
- Prova a rappresentare attraverso i metodi dell’insiemistica (insiemi, sottoinsiemi, intersezioni ecc.) come nella tua vita si pongono in relazione vita di fede, vita relazionale, tensione al bene comune.
Sabato sera, gioco: Election day
Introduzione
La politica dice Paolo VI è la più alta forma di carità. Ma i nostri giovani sono poi così pronti per l’impegno in politica? Tutti vi starete immaginando una serata serissima e invece le cose non andranno così. Proveremo dunque a far cimentare i giovani in una vera campagna elettorale, dalla scelta del candidato fino alle ultime e culinarie fasi.
La scelta del candidato
Si gioca tutti insieme. Il candidato dovrà rispondere a tre requisiti essenziali; per ciascuno corrispondono prove diverse alle quali i partecipanti si sottoporranno singolarmente. A ciascuna prova corrisponderà un punteggio; i due/tre giovani con il punteggio maggiore saranno i candidati. Di seguito, requisiti e prove:
- colto: i partecipanti dovranno rispondere, dietro prenotazione a domande di cultura politica, ecclesiale e… gossip;
- bello: tutti i partecipanti si acconceranno come meglio credono per il tradizionale santino. Sarà la giuria a scegliere quello dall’immagine più originale.
- comunicativo: i partecipanti proveranno in 30’’ a coniugare aspetti tra loro contrastanti, casualmente pescati (ad es. laicità e valori cristiani, ponte sullo stretto e finanziamenti ai traghetti, kebap e olive ascolane ecc…). Questa prova non è essenziale o si può utilizzare per portare a termine una prima scrematura dei partecipanti
I comitati elettorali
A questo punto i candidati eletti formeranno le squadre: saranno i comitati elettorali che seguiranno il candidato verso le elezioni.
1 prova - Il simbolo
Pensare e realizzare graficamente il simbolo per lo schieramento.
2 prova - Lo spot elettorale
Pensare e realizzare 30’’ di spot elettorale in cui dovranno essere coinvolti tutti i candidati
3 prova - La porchetta migliore
In omaggio all’usanza politica resa celebre dalla canzone dei Nerkias i comitati dovranno mettere in scena la porchetta, con tanto di mela in bocca per il partecipante scelto.
VINCE IL GIOCO CHI MEGLIO SI CLASSIFICA NELLE 3 PROVE.
2 giorno
Alle radici del bene comune
I contenuti dal magistero - Compendio della dottrina sociale della Chiesa, 170
Il bene comune della società non è un fine a sé stante; esso ha valore solo in riferimento al raggiungimento dei fini ultimi della persona e al bene comune universale dell'intera creazione. Dio è il fine ultimo delle sue creature e per nessun motivo si può privare il bene comune della sua dimensione trascendente, che eccede ma anche dà compimento a quella storica Questa prospettiva raggiunge la sua pienezza in forza della fede nella Pasqua di Gesù, che offre piena luce circa la realizzazione del vero bene comune dell'umanità. La nostra storia — lo sforzo personale e collettivo di elevare la condizione umana — comincia e culmina in Gesù: grazie a Lui, per mezzo di Lui e in vista di Lui, ogni realtà, compresa la società umana, può essere condotta al suo Bene sommo, al suo compimento. Una visione puramente storica e materialistica finirebbe per trasformare il bene comune in semplice benessere socio-economico, privo di ogni finalizzazione trascendente ovvero della sua più profonda ragion d'essere.
Obiettivo
Costruire il bene comune per un cristiano è ben diverso dallo spendersi per il benessere socio-economico. È proprio infatti della vocazione dei laici “cercare il regno di Dio trattando le cose temporali e ordinandole secondo Dio”. A monte della ricerca del bene comune sta dunque una forte radice evangelica che spinge i giovani a vivere nel secolo cercando dall’interno, «a modo di fermento», la «santificazione del mondo» (Lumen Gentium, 31). Alla luce del Vangelo tutte le cose temporali, alle quali i giovani sono strettamente legati, assumono nuova luce. È il Vangelo insomma che autorizza don Milani a parlare del sistema democratico come «il più alto tentativo dell'umanità di dare, anche su questa terra, libertà e dignità umana ai poveri»: sempre e solo un “tentativo” però. Se l’esperienza delle prime Comunità cristiane ci dice che ordinando il mondo secondo la vita del Vangelo si gode della simpatia di tutto il popolo, noi che paura abbiamo?
Per uno Spunto letterario
Si propone la lettura di uno stralcio dal primo capitolo di M. DE CERVANTES, Don Chisciotte, 1605.
Riferimento biblico
Atti 2,42-47 – Erano perseveranti nell'insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere. Un senso di timore era in tutti, e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli. Tutti i credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; vendevano le loro proprietà e sostanze e le dividevano con tutti, secondo il bisogno di ciascuno. Ogni giorno erano perseveranti insieme nel tempio e, spezzando il pane nelle case, prendevano cibo con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo. Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati.
Mattina, visione del film: Buongiorno notte (2003) di M. Bellocchio
Roma, 1978. Chiara, giovane bibliotecaria, è una convinta brigatista rossa. Partecipa al sequestro di Aldo Moro ed è incaricata dei pasti e delle commissioni, per tenere in ordine la casa dove rapito e rapitori sono rinchiusi. I giorni scorrono scanditi dai notiziari del tg e dalle accorate lettere che il prigioniero scrive a parenti, compagni di partito e al Papa. Chiara è l'unica ad avere rapporti con il mondo esterno e comincia a guardare il loro gesto terroristico fuori dalla logica del "processo proletario". Lentamente le sue convinzioni cominciano a vacillare: hanno già ucciso gli uomini della scorta, hanno ottenuto un'enorme attenzione mediatica, perché arrivare ad uccidere anche il prigioniero? Piena di ansia e di incertezza vorrebbe liberare Moro, ma si trova davanti le obiezioni degli altri compagni terroristi: "Noi siamo più forti perché nessuna pietà ci può fermare!". Chiara deve scegliere se limitarsi a sognare di rendere la libertà allo statista o permettere al rapimento di finire in tragedia.
Nella discussione si può riflettere su alcune provocazioni:
- Quale, oltre ovviamente alla violenza, l’errore dei brigatisti?
- Moro e i brigatisti, entrambi avevano un progetto per quello che ciascuno riteneva il proprio concetto di bene comune. Quale la differenza?
- Il benessere socio-economico esaurisce l’azione politica verso il bene comune?
- Come ci saremmo comportati al posto di Chiara?
Per concludere, a testimonianza di come il Vangelo costituisca il paradigma su cui declinare il bene comune si può leggere un passo tratto dagli scritti di Vittorio Bachelet. La vita di Bachelet - anche in virtù proprio di questo scritto - si salda nell’esperienza, nei principi ed infine nel martirio, in maniera indissolubile a quella di Aldo Moro.
V. BACHELET, Amici di tutti, in «Ricerca» (1947).
“In un momento in cui i fronti, i blocchi, lo stato d’animo di guerra insomma, sono all’ordine del giorno, noi siamo senza dubbio portati dal corso stesso delle cose, a concepire il cristianesimo, la Chiesa cattolica, come un gigantesco fronte di combattimento che – come tutti i fronti – divide gli uomini in due schiere: quelli che stanno al di qua e quelli che stanno al di là, gli amici e i nemici.
Ora bisogna intendersi: la Chiesa e i fedeli avranno sempre dei nemici, secondo la predizione di Gesù. Ma i nemici dei cattolici hanno senza dubbio una posizione singolare.
Nemici in genere sono individui che reciprocamente si vogliono male e si combattono: in sostanza normalmente coincidono la posizione attiva con la posizione passiva di nemico.
Per i cattolici, no. Se nemico è colui che non ama, allora è vero senz’altro che i cattolici hanno molti tenaci nemici: ma se nemico è colui che non si ama, allora è più vero ancora che i cattolici non hanno nemici. I cattolici combattono, devono combattere il male che è l’unica cosa che non possono amare; ma non possono combattere, essere nemici degli uomini, anche quando questi sono al servizio del male, anche quando combattono la verità, la giustizia, la carità, la Chiesa”.
Pomeriggio, testimonianza: “Alle radici del bene comune”
Si propone la lettura del brano Atti 2,42-47; nella spiegazione del brano si porrà in luce non solo i principi alla base della vita della comunità cristiana ma soprattutto quel godere della simpatia di tutto il popolo. Cosa fare per godere della simpatia di tutto il popolo senza svendere il Vangelo? Come rapportarci al Vangelo, radice spirituale del nostro principio di bene comune, ed ordinare le cose di quaggiù secondo i principi di lassù? Questa scelta di una base spirituale esige ponti o fratture? Va nascosta, esibita, richiamata…? Sarà con la testimonianza del pomeriggio che tenteremo di rispondere ad alcuni di questi interrogativi raccontandoci un’esperienza concreta.
Quale utile provocazione per il dibattito si può leggere il passo del Compendio della dottrina sociale della Chiesa, 170.