10 luglio 2005 ore 17.52
Mai soli al Sole - Campo ACR 2005
10 luglio 2005
ore 17.52
AZIONE CATTOLICA DEI RAGAZZI
Diocesi di Ascoli Piceno
CAMPO SCUOLA – TEMPO ESTATE ECCEZIONALE 2005


MAI SOLI AL SOLE!
(alias: “You Will Never Walk Alone!”)


Idea di fondo: Attraverso le varie giornate del campo i ragazzi valorizzano la bellezza dello stare insieme. Scoprono che un cristiano non è mai solo perché fa parte di una grande compagnia! Nello specifico un ragazzo di AC vive in compagnia del gruppo, del Mondo, della Chiesa, dell’associazione.


In questo fascicolo troverete:
• Idea di Fondo
• Obiettivi giorno per giorno
• La storia di Nemo
• L’aggancio con la Storia giorno per giorno
• Scopo delle singole attività
• Le attività


AGGANCIO CON LA STORIA: “ALLA RICERCA DI NEMO”
La trama del film: Il pesce pagliaccio Marlin, separato da un incidente della catena alimentare dalla sua compagna e dai suoi piccoli, cresce con smisurato amore l'unico figlio superstite, Nemo, ma anche questi, durante un'escursione nel profondo blu, gli viene strappato da un subacqueo che lo trasferisce nel suo acquario. Il pesce non si dà per vinto e, mosso da paterno amore, insegue il motoscafo del subacqueo, ma ne perde le 'tracce'. Disperato, Marlin cerca qualcuno che abbia visto la barca. Gli viene in aiuto una pesciolina dai grandi occhi, un po' svampita e con frequenti vuoti di memoria che, letta per lui la scritta sulla maschera smarrita dal sub, fra mille peripezie e incontri lo accompagna a salvare il figlioletto fino a Sidney. È un’impresa straordinaria tutti i pesci e…non solo pesci ne parlano! Nel frattempo il pesciolino, finito nell'acquario del subacqueo-dentista, non stà certo con le pinne in mano. Aiutato dai pesci tropicali in cattività capitanati dal coraggioso Branchia, attua infatti più di un tentativo di evasione, ahimè, senza risultato. Intanto, ottenuto un passaggio da un pellicano, papà Marlin arriva allo studio del dentista, ma è troppo tardi, o almeno così sembra… Nemo è infatti in un sacchetto a pancia in su. Detto addio a Dory, sconsolato il pesce pagliaccio riprende la via di casa, non sapendo che in realtà Nemo si era finto morto per sgattaiolare giù per lo scarico del dentista e tornare al mare. Il piccolo riuscirà infine, aiutato da Dory, a ricongiungersi al genitore.

Una proposta: Educare alla fede attraverso l’arte
È un’idea che ci è venuta sulla base di un’usanza che abbiamo notato agli eventi nazionali di AC. Ognuno di questi eventi è infatti caratterizzato da un’opera d’arte che ne sintetizza i contenuti. Abbiamo pensato che nessuna immagine come quella di Gesù che placa la tempesta scatenatasi mentre è in barca con gli Apostoli (CTRL + clic sui termini sottolineati per visualizzarla) potesse meglio inquadrare l’idea centrale del campo: UN CRISTIANO NON È MAI SOLO!!! La compagnia amorevole di Dio si manifesta anche là dove l’uomo non la vede e scioccamente comincia a dubitare, temere, sentirsi solo! Sarà bello così avere esposta in tutti i campi parrocchiali la suddetta immagine…

PRIMO GIORNO: MEGLIO SOLI CHE MALE ACCOMPAGNATI?
Ci sentiamo soli? E la nostra solitudine è uno stato che ci siamo scelti per evitare il confronto con gli altri? È una scelta di comodo che abbiamo fatto per paura? Cosa si nasconde nei nostri silenzi e nei silenzi degli altri? Quando il silenzio è ricchezza? I ragazzi danno una ragione al silenzio. Scoprono i diversi tipi di silenzio: quello dell’ascolto, quello della riflessione, quello della paura e dell’esclusione, quello del cuore. Sperimentano che nel silenzio del Cuore il Signore Gesù parla…ci parla veramente quando non gli mettiamo in bocca le nostre parole!

Aggancio con la Storia: Nemo e Marlin vivono in totale solitudine. Hanno un immensa paura dell’Oceano e corrono a ripararsi nella loro anemone. Le cose cambiano quando Nemo comincerà ad andare a scuola e Marlin tenterà di proteggerlo da quelli che lui ritiene i pericoli dell’Oceano…ma anche dagli altri pesci: insomma dal contatto con l‘altro.


PER I RAGAZZI DELLE ELEMENTARI
Mattina
Scopo:
I ragazzi vanno alla ricerca nelle loro giornate dei momenti in cui si sentono soli: ne individuano le cause e il modo in cui questa solitudine si esprime.

BLU PROFONDO!
Introduzione
L’attività si propone di fornire una serie di stimoli sia dal punto di vista strettamente esperienziale, portando i ragazzi a riflettere sul fatto che giocare da soli è meno divertente che giocare in gruppo, sia dal punto di vista dell’analisi, facendo ripercorrere un’intera giornata vissuta. Il tutto sarà visualizzato su un cartellone che potrà fungere da spunto per una breve riflessione.
Preparazione
I ragazzi sono messi di fronte ad un cartellone con disegnato un mare diviso in tre fasce: superficie, profondità e fondo . Ad ognuno di loro saranno attaccate, sulla schiena, tre grandi bottiglie. Saranno le loro bombole d’ossigeno. All’interno di ciascuna bombola saranno contenuti dei coloratissimi cartoncini a forma dei pesci + disparati . Ogni cartoncino sarà strutturato in maniera tale da presentare su di un lato lo spazio per far inserire ai ragazzi stessi un orario della loro giornata e ciò che fanno in quella determinata ora. L’insieme di tutti i cartoncini presenti nelle bombole coprirà idealmente l’intera giornata.
Svolgimento
A questo punto inizia l’attività, principalmente divisa in tre fasi. Davanti ad un cesto pieno di giochi i ragazzi, senza parlare, sono chiamati a sceglierne uno e a giocare per circa sette minuti da soli. Durante questo tempo non possono assolutamente rivolgere la parola a nessuno, educatore compreso. Dopo questa prima fase prendono da una bottiglia uno o più cartoncini a forma di pesce. Ora i ragazzi dovranno riempire gli spazi sui cartoncini: in quali momenti della giornata (fasce orarie) si sentono veramente soli e perché? dove si trovano e a cosa fanno di solito in quel momento? Attaccheranno dunque i pesci nella sezione del MARE PROFONDO. Sul fondo + oscuro infatti si incontrano pochissimi pesci mentre procedendo verso la superficie il mare si fa un po’ più animato. A questo punto possono sganciare la prima bombola e cominciare la loro risalita verso la superficie. Inizia ora la seconda fase: i ragazzi questa volta fanno delle coppie e insieme scelgono dal cesto il gioco da fare per i prossimi cinque minuti. Scaduto il tempo prendono di nuovo, da una bottiglia, i cartoncini. Dovranno stavolta scrivere in quali orari della giornata sono a volte soli ed altre in compagnia (magari nelle giornate in cui fanno sport o il fine settimana…). I pesci vengono attaccati nella fascia mediana del cartellone. Sganciamo la seconda bombola. Terza fase: i ragazzi sono chiamati a giocare tutti insieme ad un gioco scelto dal gruppo. Si tirano fuori dall’ultima bombola i cartoncini in cui i ragazzi riporteranno i momenti in cui si sentono sempre in compagnia durante la giornata da attaccare sulla superficie. La nostra risalita è terminata. Si è creata a questo punto sul cartellone una classifica dei momenti di solitudine dei ragazzi che sarà l’inizio del confronto tra di loro.
Per i 6/8 facciamo però una piccola modifica. Questi prenderanno dalla bottiglia i cartoncini-pesci con rappresentate delle vignette (preparate in precedenza dagli educatori) che descrivono delle situazioni standard della loro giornata, che soltanto alla fine delle tre fasi di gioco riprenderanno in mano per fare la loro classifica. Più precisamente:
- giocano da soli;
- prendono da una bottiglia i cartoncini-pesci e li tengono con loro;
- sganciano la bottiglia
- giocano a coppie;
- prendono dalla bottiglia i cartoncini-pesci e li tengono con loro;
- sganciano la bottiglia
- giocano tutti insieme;
- prendono dalla bottiglia rimanente i cartoncini-pesci e li tengono con loro;
- sganciano la bottiglia
A questo punto i ragazzi con in mano tutte le vignette fanno la loro classifica con l’aiuto del cartellone. Attaccano sul fondo i cartoncini-pesci che rappresentano i momenti della giornata in cui si sentono soli e man mano che si sale in superficie quelli in cui si trovano insieme agli altri. Anche in questo caso la formazione delle classifiche sarà l’inizio di un confronto tra i ragazzi.

PER I RAGAZZI DELLE ELEMENTARI
Pomeriggio
Scopo:
I ragazzi scoprono che Gesù non li lascia mai soli perché anche nei momenti in cui nessuno sembra esserti vicino, lui ti tiene in braccio. Sperimentano come nel silenzio “della bocca” Gesù parli: attraverso gli altri, attraverso la Parola e i segni del suo Amore. “Hai due orecchie ed una bocca: perciò parla poco e ascolta tanto”.

YOU WILL NEVER WALK ALONE (NON CAMMINERAI MAI SOLO)!
Verrà proposto ai ragazzi il brano di Mt 26, 36-46:
Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsemani, e disse ai discepoli: «Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare». E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a provare tristezza e angoscia. Disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me». E, avanzatosi un poco, si prostrò con la faccia a terra e pregava dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!». Poi tornò dai discepoli e li trovò addormentati. E disse a Pietro: «Così non siete stati capaci di vegliare un’ora sola con me? Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole». E di nuovo, allontanatosi, pregava dicendo: «Padre mio, se questo calice non può passare da me senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà». Tornato di nuovo, trovò i suoi che dormivano, perché i loro occhi si erano appesantiti. E, lasciatili, si allontanò di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le stesse parole. Poi si avvicinò ai discepoli e disse loro: «Dormite ormai e riposate! Ecco, è giunta l’ora nella quale il Figlio dell’uomo sarà consegnato in mano ai peccatori. Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce si avvicina».
L’educatore procederà a questo punto ad una breve e comprensibile spiegazione – attualizzazione del brano. Quanto nel nostro rapporto con gli altri e soprattutto con Gesù continuiamo a parlare e fare richieste non ascoltando nulla al di fuori di noi stessi??? Ci addormentiamo quando l’altro e Gesù parlano?
A questo punto i ragazzi si cimentano nella realizzazione del pane azzimo. Trovano farina, acqua e sale ed impastano dei piccoli panini (per loro stessi, per i ragazzi delle medie e gli altri partecipanti al campo). Attenzione però, questi panini verranno consacrati (quindi evitate gli sprechi) e sostituiranno poi l’ostia per la messa. Il Pane è la grande invenzione di Gesù per non lasciarci mai soli!!! Non solo: i ragazzi sperimentano così come nel silenzio della bocca Gesù parli ed il Pane sia Parola viva. Occorre però lasciargli spazio, facendo stare zitto il nostro io. La spiegazione concreta del gesto verrà darà dal sacerdote durante la celebrazione che diviene parte imprescindibile dell’attività. Sarà necessario, dunque, organizzarsi perché si possa celebrare l’Eucarestia, altrimenti l’attività perderà di significato. L’aggancio con i documenti è infatti nel fatto che Gesù ci parla nell’Eucarestia più che in ogni altro modo: attraverso il silenzio più grande che è quello in cui ci si offre.

PER I RAGAZZI DELLE MEDIE
Mattina
Scopo:
I ragazzi indagano le ragioni della solitudine:
1- l’indifferenza degli altri che ti fa sentire trasparente, fin quasi a diventare invisibile.
2- la paura di mettersi totalmente in gioco nelle relazioni mostrando solo la parte più superficiale di sé, quella che non costruisce legami autentici ma che si limita alla rubrica piena del cellulare. L’amico di tutti non è amico di nessuno.
3- la paura di sentirsi inadatto, di non essere all’altezza della situazione.


PANIC’S ROOMS
Proponiamo ai ragazzi un’esperienza che permetta di indagare la solitudine senza incorrere nelle consuete banalità. Si tratta di esperienze forti se caricate dal punto di vista emozionale quindi ci raccomandiamo di non lasciare nulla al caso ed all’improvvisazione nell’allestimento dell’attività.
I ragazzi a turno gireranno alcune stanze precedentemente allestite dagli educatori. Le tre stanze saranno ad accesso controllato. Entrerà dunque un ragazzo per volta. Accanto alle stanze saranno previste due sale d’attesa che accoglieranno liberamente tutti gli altri ragazzi
Le 3 stanze.
1-“Quando sembri essere trasparente” (cartello da apporre all’ingresso).
É la stanza dell’indifferenza da parte degli altri. Si caratterizzerà per l’essere completamente buia. Non dovrà filtrare alcuna luce esterna. Inoltre il ragazzo che vi accederà troverà all’interno:
• uno specchio (meglio se di discrete dimensioni e fissato al buio)
• una piccola luce (una lanterna o un lumino)
• una maschera bianca (di quelle senza alcun tratto somatico...spaventosissima)
• una musica tetra e spaventosa
• un foglio ed una penna per appuntare le sensazioni avvertite.
Il ragazzo, entrato nella stanza, dovrà immediatamente indossare la maschera bianca e sedersi di fronte allo specchio. L’esperimento durerà qualche minuto, il tempo necessario al ragazzo per prendere coscienza della situazione ed annotare sul proprio foglio quanto sperimentato.
2- “L’amico di tutti” (cartello da apporre all’ingresso).
È la stanza di chi è solo perché ha paura di mettersi in relazione, di costruire relazioni autentiche; la stanza di chi ha la rubrica del cellulare piena e la giornata vuota di amicizie! Su di un foglio assolutamente personale il ragazzo che andrà dentro riporterà la rubrica del proprio cellulare (o, nel raro caso in cui non abbia un cellulare, i numeri telefonici che chiama più spesso) indicando per ogni nome il tempo passato al telefono con quella persona.
3-“Non 6 all’altezza” (cartello da apporre all’ingresso).
È la stanza di chi è solo perché, sentendosi inadatto, ha paura ad avvicinarsi all’altro. La stanza sarà tappezzata in ogni centimetro quadrato di poster raffiguranti delle celebrità. L’ingresso sarà sbarrato da un poster che lascerà un piccolo spazio per entrare strisciando. Il ragazzo troverà all’interno della stanza un cartellone con la domanda: “quando non mi sento all’altezza?” Il ragazzo risponderà in maniera anonima su di un foglio che poi andrà ad inserire in una sorta di cassetta della posta. Quando si rientrerà nel sottogruppo l’educatore avrà già provveduto ad attaccare le lettere nel suddetto cartellone.
Le sale d’attesa
A differenza delle stanze che abbiamo appena descritto, le sale d’attesa saranno allestite all’aperto e potranno accogliere più ragazzi contemporaneamente. Per ciascuna sala d’attesa ci sarà del materiale che i ragazzi possono usare nei termini che andiamo ora a spiegarvi. I ragazzi potranno girare tra le sale d’attesa anche più volte mentre attendono la disponibilità delle stanze. Non è indispensabile soffermarsi in entrambe le sale d’attesa; è essenziale invece passare in tutte e tre le stanze.
Prima Sala d’attesa: Juke-boxe (ovvero perché tutte le canzoni che ci piacciono parlano di persone che si lasciano o che si sentono sole?)
In questa sala d’attesa verranno messe a disposizione dei ragazzi delle canzoni sulla solitudine con i rispettivi testi. Le canzoni potranno essere liberamente ascoltate mediante un lettore; qualora si scelgano canzoni straniere è indispensabile fornire ai ragazzi le traduzioni dei testi. Ogni ragazzo potrà così sottolineare le frasi dei testi che maggiormente lo colpiscono o che meglio esprimono uno stato d’animo da lui condiviso. È fondamentale che: a) le canzoni siano recenti b) le canzoni siano conosciute ed apprezzate dai ragazzi c) le canzoni siano tante.
Seconda sala d’attesa: Lettera a Cioè (ovvero perché tutte gli adolescenti che si sentono soli scrivono a cioè?)
Vengono messe a disposizione dei ragazzi una serie di lettere (esposte su un cartellone e distribuite in fotocopia) scritte da adolescenti sulla solitudine. I ragazzi potranno scegliere di rispondere per iscritto ad uno più “amico di penna”.
Confronto
Non forniamo per questa attività una traccia di confronto. Crediamo che gli spunti offerti dalle stanze siano già abbastanza carichi di aspetti su cui intavolare un dibattito nel sottogruppo.

PER I RAGAZZI DELLE MEDIE
Pomeriggio
Scopo:
I ragazzi scoprono come ogni tanto solitudine e silenzio siano ricchezza. Riflettono sui momenti di silenzio di Gesù: momenti in cui ascoltava, rifletteva, parlava al Padre. Apprendono da Lui la capacità di individuare le solitudini e i disagi anche da una sola parola.

CENTO, CENTO: LA RUOTA DEL SILENZIO.
Dopo aver scoperto, durante l’attività della mattina, i vari “gradi” della solitudine i ragazzi vanno ad indagare il ruolo del silenzio nella loro vita attraverso il confronto con i silenzi nel Vangelo. Si rendono conto che esistono silenzi che portano chiusura e silenzi che invece ci aprono all’altro e ci consentono un dialogo più vero con chi ci sta accanto e con il Padre. Nella luogo in cui si ritrova il sottogruppo viene posizionata una grande ruota dei silenzi (sullo stile della ruota della fortuna del programma della Zanicchi) divisa in quattro spicchi colorati sui quali sono riportati i riferimenti del vangelo che abbiamo scelto. Gli spicchi saranno di due colori diversi:
• un colore per i silenzi da analizzare singolarmente:
Mc 10, 17-22 (Gesù e il giovane ricco)
Mentre usciva per mettersi in viaggio, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza, non frodare, onora il padre e la madre». Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù, fissatolo, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dàllo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi». Ma egli, rattristatosi per quelle parole, se ne andò afflitto, poiché aveva molti beni. Il silenzio di Gesù è il silenzio di chi non giudica, ma ama. È il silenzio di chi è attento all’altro cercando di cogliere il positivo al di sopra di quella vocina nella nostra testa che parla parla parla: quella vocina che si chiama pregiudizio. È un esempio di silenzio positivo- individuale. E tu nel rapporto con gli altri sai zittire i tuoi pregiudizi accogliendo la persona per quello che è?
Mt 26, 69-75 (il silenzio di Pietro che rinnega Gesù)
Pietro, intanto, se ne stava seduto fuori, nel cortile. Una serva gli si avvicinò e disse: «Anche tu eri con Gesù, il Galileo!». Ed egli negò davanti a tutti: «Non capisco che cosa tu voglia dire». Mentre usciva verso l’atrio, lo vide un’altra serva e disse ai presenti: «Costui era con Gesù, il Nazareno». Ma egli negò di nuovo, giurando: «Non conosco quell’uomo!». Dopo un poco, i presenti gli si accostarono e dissero a Pietro: «Certo, anche tu sei di quelli: la tua parlata ti tradisce!». Allora egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quell’uomo!». E subito un gallo cantò. E Pietro si ricordò delle parole dette da Gesù: «Prima che il gallo canti, mi rinnegherai tre volte». E, uscito all’aperto, pianse amaramente.
Pietro rappresenta la paura di manifestare le proprie idee, del nascondersi dietro alle parole e alla voce alta per non incorrere in problemi. È il silenzio di chi pur di salvare se stesso non guarda in faccia a nessuno, nemmeno agli amici. È un silenzio negativo-individuale. Anche tu pur di salvare te stesso ricorri al silenzio di Pietro? Ti è capitato anche a te di rinnegare Gesù per paura o per vergogna rispondendo con un silenzio a chi ti “accusava” di essere dei suoi…
• uno per quelli in cui fare una riflessione di gruppo:
-Gv. 8, 1-11 (Gesù scrive per terra quando l’adultera sta per essere lapidata) Gesù si avviò allora verso il monte degli Ulivi. Ma all’alba si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui ed egli, sedutosi, li ammaestrava. Allora gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo, gli dicono: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo. Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere con il dito per terra. E siccome insistevano nell’interrogarlo, alzò il capo e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi. Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed essa rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù le disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più»
Gesù nel brano dell’adultera scrive per terra invece che rispondere alle provocazioni, lascia il tempo ai suoi interlocutori di riflettere, di capire i loro errori è un esempio di silenzio che lascia spazio, che incita alla riflessione personale. È un silenzio positivo collettivo. E tu quando hai dedicato del tempo all’ascolto degli altri? oppure parli parli parli…
-Mt 26, 36-46 (i discepoli si “addormentano” nel Getsemani)
Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsemani, e disse ai discepoli: «Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare». E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a provare tristezza e angoscia. Disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me». E, avanzatosi un poco, si prostrò con la faccia a terra e pregava dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!». Poi tornò dai discepoli e li trovò addormentati. E disse a Pietro: «Così non siete stati capaci di vegliare un’ora sola con me? Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole». E di nuovo, allontanatosi, pregava dicendo: «Padre mio, se questo calice non può passare da me senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà». Tornato di nuovo, trovò i suoi che dormivano, perché i loro occhi si erano appesantiti. E, lasciatili, si allontanò di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le stesse parole. Poi si avvicinò ai discepoli e disse loro: «Dormite ormai e riposate! Ecco, è giunta l’ora nella quale il Figlio dell’uomo sarà consegnato in mano ai peccatori. Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce si avvicina».
Mentre Gesù nel Getsemani, prega cuore a cuore con il Padre, i Discepoli non sono in grado di rimanere in preghiera con Lui: si addormentano nonostante il loro amico abbia chiesto espressamente di rimanergli vicino nella preghiera. È un silenzio negativo -collettivo. E tu sei capace di essere attento ai bisogni dell’altro? Sei capace di capirli anche solo da uno sguardo? E nella preghiera sei capace di pregare in gruppo? Oppure ti fai prendere la mano e non riesci a dedicare a Gesù anche il minimo spazio…e la tua preghiera insieme agli altri diventa “caciara”?
Ogni ragazzo avrà in dotazione un piccolo libretto diviso in quattro unità, una per ogni brano del Vangelo sopra indicato. Ciascuna unità è così strutturata:
1) brano del Vangelo (con rispettive spiegazioni e domande ) su pagina bianca
2) pagina con attaccato un cartoncino brillante
3) pagina con attaccato un cartoncino dal colore smorto o comunque orribile.
A turno i ragazzi girano la ruota. Quando “esce” lo spicchio dell’analisi individuale ogni ragazzo si isola per vivere un piccolo momento di deserto (10 minuti) ed attualizzare sul suo libricino quella situazione evangelica mediante un’esperienza personale; in parole povere in quale situazione della loro vita hanno avuto un atteggiamento simile a quello che emerge nel brano segnalato? Se esce lo spicchio dell’analisi di gruppo ci si dividerà in piccoli sottogruppi per discutere del brano e poi si procederà alla scrittura, sempre personale, della propria esperienza. Anche in questo caso si risponderanno alle provocazioni sul diario in dotazione. Se gli aspetti che emergeranno saranno ritenuti positivi si scriveranno sui cartoncini colorati; se negativi su quelli smorti.
Al termine i ragazzi si confronteranno sul loro modo di vivere il silenzio partendo dai loro libricini ( a seconda che abbiano riempito più pagine grigie o colorate):
-come sono in definitiva i nostri silenzi? Più positivi o negativi?
-quanto spazio c’è per l’altro e per Gesù nei nostri silenzi?
-è più facile vivere il silenzio da soli o in gruppo? In gruppo è più facile o più difficile ascoltare i bisogni dell’altro? E pregare è possibile in gruppo?

SECONDO GIORNO: IN COMPAGNIA DEL GRUPPO
Cosa è alla base del nostro gruppo? Che differenza c’è tra un gruppo ed una banda? Perché insieme spesso ci si annoia? Che ruolo ha la noia nella ricerca continua del “nuovo”? Come si combatte la noia? Perché ci abbattiamo contro tutto ciò che riteniamo vecchio, che non appartiene strettamente al nostro presente? I ragazzi scoprono i valori alla base di un gruppo vero, in grado di prescindere dalla continua ricerca di falsi stimoli! Sperimentano nell’attuazione di un progetto comune e non nello scagliarsi contro il vecchio, la ragione fondante. La presenza di Gesù in mezzo a loro ne concretizza la missione: accogliere e sentirsi accolti

Aggancio con la storia: Marlin e Dori, Nemo e gli amici dell’acquario: due progetti per delle grandi amicizie.
PER I 6-8
Mattina
Scopo:
I ragazzi si chiedono cosa maggiormente li annoi e li costringa a cambiare divertimento ed attività così frequentemente. Si interrogano su quali sono le esperienze di gruppo in cui “il tempo vola” e non è necessario ricercare sempre chi sa cosa per divertirsi.

UN SANDWICH DI OROLOGI
Ai ragazzi saranno consegnati due grandi cerchi di cartone, legati tra loro, solo su un lato, da due fili ( vedi disegno ), proprio come i cartelli pubblicitari a sandwich.
I cerchi rappresentano due grandi orologi. L’educatore chiederà ai ragazzi di disegnare sul cerchio “avanti”, l’orologio della loro giornata tipo. Attenzione, l’orologio sarà composto da 24 ore e non da 12. e dovrà essere precedentemente disegnato dall’educatore, più o meno in questo modo:
Verrà così chiesto ai ragazzi di colorare i vari spicchi a seconda degli impegni che hanno durante la giornata ( es. dalle 8 alle 13 sono a scuola e quindi gli spicchi che comprendono quella fascia di tempo saranno tutti di un colore; poi dalle 13 alle 14 faccio pranzo, di conseguenza quella fascia sarà di un altro colore e così via ).
Quando tutti avranno finito di colorare, i ragazzi verranno divisi in coppie e indosseranno l’orologio. Verranno consegnati a ciascuno di loro dei cartoncini a forma di ali ed altri a forma di tartaruga. Uno di fronte all’altro, i ragazzi si interrogheranno a vicenda su come secondo loro il tempo passa nelle varie fasce che hanno precedentemente colorato. Se a scuola per loro il tempo non passa mai, chiederanno al loro compagno di attaccare nella fascia corrispondente il cartoncino con la tartaruga .Se invece il tempo per loro vola, chiederanno di attaccare il cartoncino a forma di ali.
Conclusa questa fase, i ragazzi prenderanno l’orologio rimasto vuoto, ovvero quello che hanno indossato alle loro spalle fino a quel momento e lo riempiranno creando così l’orologio della loro giornata ideale.. in cui dedicheranno tante ore alle cose che piace loro fare e in cui il tempo vola e poche ore ai momenti tartaruga.

PER I 6/8
Pomeriggio
Scopo:
La bellezza dell’essere in gruppo non si manifesta nel fatto che tutti ti esaltano ma che tutti ti vogliano bene. L’esperienza di gruppo degli Apostoli nel Cenacolo ci insegna la finalità che contraddistingue un gruppo vero. Ciò che fa la differenza dunque non è la ricerca di un qualcosa sempre diverso da fare ma il fissarsi come obiettivo l’accoglienza dentro e fuori dal gruppo. Un gruppo è tale quando l’amore lo cementa e lo apre.

TENIAMO IN…PIEDI L’AMICIZIA
Nella mattina i ragazzi hanno scoperto che in gruppo non ci si annoia se c’è amicizia. Nel pomeriggio vanno a vedere cosa significa per Gesù essere un gruppo di amici e come lo insegna agli Apostoli. Troveranno un cartellone con il disegno della lavanda dei piedi (Gv. 13, 1-15) ma senza i personaggi. Dovranno quindi cercare in uno spazio ben delimitato dall’educatore – come una stanza o un pezzo di giardino recintato – girando liberamente (da soli o in gruppetti ma senza indizi di sorta) le figure da appiccicarci per completarlo. Scoperto il disegno ed individuato di cosa si tratti si passa alla lettura del Vangelo ( sarà a questo punto premura dell’educatore spiegare l’aggancio con l’attività della mattina nel riferimento al cosa sia l’amicizia per Gesù: accoglienza dentro e fuori dal gruppo, un gruppo cementato dall’amore reciproco). A questo punto il gruppo si chiede cosa possa fare concretamente per seguire l’esempio di Gesù ed ognuno scriverà sulla sagoma di un PIEDINO il proprio impegno personale per gli amici.

PER I 9/11
Mattina
Scopo:
I ragazzi si chiedono cosa maggiormente li annoi e li costringa a cambiare divertimento ed attività così frequentemente. Si interrogano su quali sono le esperienze di gruppo in cui “il tempo vola” e non è necessario ricercare sempre chi sa cosa per divertirsi.

STRUZZI LEPRI E TARTARUGHE…
Ogni sottogruppo delle elementari si dividerà ulteriormente in due squadre: la squadra delle lepri e quella delle tartarughe. La prima andrà a caccia delle situazioni in cui il tempo corre anzi vola; la seconda di quelle del tempo “che non ti passa mai” (se preferite, per mantenere l’ambientazione marina potete fare altre associazioni ci sembra particolarmente carina l’opposizione pesci contro ciammariche. Pensate ai cori da stadio a sostegno della propria squadra: “chi non salta ciammarica è” oppure “eeh la sosteniamo o no? La ciammarica come on, la ciammarica come on!”). Come avviene la caccia? Ve lo spieghiamo ora.
I calderoni
Saranno precedentemente disseminati in luoghi piuttosto remoti e lontani l’uno dall’altro almeno 6 calderoni contenenti un’infinità di cartoncini sigillati. All’interno del cartoncino saranno indicate delle situazioni tipiche della giornata dei ragazzi: andare a scuola, l’intervallo, giocare a calcio, leggere, guardare la TV, ascoltare musica, andare in piscina….questi naturalmente sono solo alcuni esempi di situazioni di vita quotidiana, più o meno divertenti: tenete presente che ne occorrono un’infinità! Dobbiamo cercare di esaurire con questi cartoncini tutte le attività che i ragazzi svolgono durante la giornata. È importante che i cartoncini siano ben sigillati e non ci sia modo di spiare ciò che è riportato dentro.
L’orienteering.
Come abbiamo detto in precedenza i sottogruppi saranno divisi in due squadre. La squadra delle lepri e quella delle tartarughe. A ciascuna squadra sarà dato in consegna un cartellone diviso in due colonne (lepre -o in alternativa tartaruga- e struzzo; per ulteriori spiegazioni vedi par. successivo) e due cronometri (sono FONDAMENTALI, non accessori!!!). A questo punto ad un ragazzo per squadra sarà consegnata una busta chiusa ed un cronometro. Dal momento stesso in cui la busta verrà aperta il ragazzo che l’ha ricevuta ed il resto della squadra -contemporaneamente- faranno partire il tempo. Nella busta chiusa sarà presente l’indicazione esatta (topografica) per localizzare un calderone (diverso per le due squadre). Il ragazzo a questo punto partirà, mappa e cronometro alle mani, alla ricerca del calderone. Una volta individuato il calderone pescherà al suo interno, casualmente, uno dei biglietti dal contenuto assolutamente sigillato. A questo punto tornerà in gruppo, fermerà ed azzererà il suo cronometro. Anche i ragazzi del gruppo fermeranno il proprio cronometro ma non lo azzereranno.
Cartoncini e cartellone
Rientrato nella squadra il cacciatore con il cartoncino, il gruppo proverà ad interrogarsi brevemente sulla situazione in questione per collocarla sul cartellone. La squadra delle lepri avrà come colonne del cartellone la colonna lepre e la colonna struzzo. La squadra delle tartarughe avrà nel cartellone la colonna tartaruga e la colonna struzzo. Nella colonna lepre devono essere inseriti, dalla squadra delle lepri, i cartoncini contenenti situazioni in cui, per la squadra all’unanimità, “il tempo vola” (ovvero l’attività svolta ci piace a tal punto che non ci annoiamo mai). Nella colonna tartaruga devono essere inseriti, dalla squadra delle tartarughe, i cartoncini contenenti situazioni in cui, per la squadra all’unanimità, “il tempo non ti passa mai” (ovvero l’attività svolta non ci piace a tal punto che l’orologio sembra avere le pile scariche). Ciascuna squadra attacca sul proprio cartellone dunque solo le situazioni che corrispondano al proprio nome dando le opportune motivazioni per ogni scelta. La squadra delle lepri attaccherà sul cartellone esclusivamente le situazioni in cui il tempo vola, la squadra delle tartarughe solo quelle in cui ci si annoia. Se ad esempio la squadra delle lepri avrà casualmente pescato una situazione in cui ci si annoia non potrà attaccarlo sul proprio cartellone perché non avrà la colonna corrispondente . A cosa serve la colonna struzzo? Lo struzzo è un animale che corre (pure parecchio!) ma non vola. Nella colonna struzzo si applicheranno tutte quelle situazioni in cui l’indecisione ed il disaccordo regnano sovrane nel gruppo. Ad esempio prendiamo la situazione “giocare a calcio-vedere una partita di calcio”. I ragazzi spingeranno per definirlo un momento in cui il tempo vola, le ragazze…beh non crediamo proprio: soluzione? La inseriamo nella colonna struzzo.
La gara
A questo punto, attaccato il cartoncino, riprende la gara per ciascuna squadra. Partirà un nuovo concorrente con alla mano il cronometro (azzerato) e una nuova mappa topografica con l’indicazione di un calderone diverso. La squadra dal canto suo farà ripartire il cronometro DALLA CIFRA IN CUI LO AVRÀ PRECEDENTEMENTE ARRESTATO. In definitiva mentre il concorrente prende di volta in volta il tempo della sua caccia, la squadra alla fine della gara avrà sul proprio cronometro il tempo complessivo della caccia. In questo modo i ragazzi faranno veramente esperienza del “tempo che vola” nell’attesa del proprio concorrente. Non parliamo poi del concorrente che sa che la squadra lo attende…La gara dell’orienteering verrà vinta dalla squadra che avrà impiegato il minor tempo complessivo (a parità di concorrenti: fate giocare il maggior numero di ragazzi possibili –meglio se tutti-). Il fermare il tempo al momento della sistemazione del cartoncino costituirà un deterrente contro il “tiriamo a fare”….!
Il confronto
La gara non è ancora finita. Le due squadre si ritroveranno in sottogruppo con i propri cartelloni dai cartoncini attaccati. Non vengono comunicati i tempi complessivi totalizzati dalle squadre. L’educatore inviterà lepri e tartarughe ad illustrare i propri cartelloni e a dare la motivazione di ogni cartoncino. A questo punto ciascuna squadra avrà il compito di riconquistare alcuni cartellini all’avversario infliggendo così 10 secondi di penalità nel tempo complessivo totalizzato nell’orienteering. Spieghiamo meglio con degli esempi. La squadra delle lepri avrà il compito di dimostrare che tra i cartoncini tartarughe o struzzi dell’altra squadra alcuni sono stati male collocati. In realtà infatti, a detta loro, quei cartoncini si sarebbero trovati meglio sulla colonna lepri piuttosto che sulla colonna tartaruga perché in quelle situazioni ci si diverte ed il tempo vola. La squadra delle tartarughe avrà la medesima possibilità…L’educatore vigili, dietro minaccia di penalità, che nel confronto vengano fuori situazioni immotivate e finalizzate soltanto al rubare i cartellini agli avversari. È indispensabile che tutto il gruppo collabori infatti a dimostrare, con esempi e testimonianze vere, che quel cartoncino è mal collocato!
Vince chi ha impiegato, anche con la somma delle penalità, il minor tempo COMPLESSIVO.
In sintesi
1-divisione in due squadre
2- parte un concorrente per squadra, con il suo tempo, alla ricerca del calderone
3- il resto della squadra prende il tempo complessivo
4- rientra il concorrente, si fermano i tempi, si colloca il cartoncino: ciascuna squadra attacca oltre ai cartoncini struzzo i soli cartoncini “corrispondenti al proprio nome”
5- riprende la caccia fino ad esaurimento dell’…educatore
6- confronto e tentativo di dimostrare l’errata collocazione dei cartoncini infliggendo così 10 secondi alla squadra avversaria
7- proclamazione vincitore.

PER I 9/11
Pomeriggio
Scopo:
La bellezza dell’essere in gruppo non si manifesta nel fatto che tutti ti esaltano ma che tutti ti vogliano bene. L’esperienza di gruppo degli Apostoli nel Cenacolo ci insegna la finalità che contraddistingue un gruppo vero. Ciò che fa la differenza dunque non è la ricerca di un qualcosa sempre diverso da fare ma il fissarsi come obiettivo l’accoglienza dentro e fuori dal gruppo. Un gruppo è tale quando l’amore lo cementa e lo apre.

UNA QUESTIONE D’ACQUA
Struttura e svolgimento
Il sottogruppo viene diviso in due squadre. A ciascuna squadra viene fornito il brano della Lavanda dei Piedi e 10 minuti per captarne tutti gli aspetti più significativi. Verrà quindi messo in palio del materiale tramite alcune tecniche prese dall’orrenda trasmissione Genius. A cosa serve? Per costruire la GRONDAIA: IL SIMBOLO DI QUESTA ATTIVITÀ!
Prima parte 10 minuti circa: lettura di Gv 13, 1-15.
Le due squadre avranno a disposizione il brano della lavanda dei piedi: dovranno cercare di memorizzare tutti gli aspetti essenziali. A questo punto verrà detto ai ragazzi che dovranno costruire una vera grondaia in grado di coprire un percorso piuttosto rilevante (l’ideale sarebbe un tragitto da una finestra al piano terra fino al terreno).
Seconda parte 35 minuti circa: Genius e la grondaia
Il materiale per la costruzione della grondaia verrà messo all’asta tramite delle prove sul brano della Lavanda dei Piedi. In realtà nessuna delle due squadre sarà in grado di costruire una grondaia in grado di coprire l’intero percorso stabilito. Sarà infatti necessario mettere insieme i due pezzi di grondaia costruiti dalle due squadre: per far funzionare l’aggeggio c'è bisogno di tutti i componenti del gruppo, sia in fase di progettazione che poi per sostenere la grondaia stessa. Collaborare non è sufficiente: bisogna condividere assieme il progetto, la realizzazione, la funzionalità. Così era il gruppo degli apostoli unito dall’amore reciproco e dal progetto comune.
Oggetti da mettere in palio:
a- 8 grandi pezzi di cartone (da mettere in palio IN 4 COPPIE) da posizionare ad “u” per costruire l’ossatura della grondaia
b- Tantissimi fogli di quotidiano (da mettere in palio in 4 MAZZI) per impermeabilizzare la grondaia: vanno posti con cura sopra i cartoni
c- Nastri adesivi (3 rotoli – fate in modo che ciascuna squadra riesca a conquistarne almeno 1) per fissare i fogli di giornale al cartone
d- Strisce di cartone o spago per fissare ad U il cartone ancorandoli su ambedue i lati (da mettere in palio a 4 MAZZI)
e- Due grandi bacinelle: una colma d’acqua l’altra vuota.
Mi raccomando tenete alto il ritmo nelle prove…non metteteci 3 ore ma soprattutto cercate di caratterizzare il quiz magari usando le musiche originali.
Prima prova
Verranno consegnati ai ragazzi quattro foglietti. A questo punto verranno fatte le domande sul brano. Tutti i componenti di ambedue le squadre risponderanno alla domanda sul foglio che poi consegneranno all’educatore. Per ciascuna domanda sarà messo in palio un pezzo del materiale. Il pezzo sarà vinto dalla squadra il cui maggiore numero di componenti avrà indovinato la risposta. Suggeriamo le seguenti domande (la risposta sottolineata è quella esatta) equamente divise tra comprensione dei contenuti ed attenzione ai dettagli:
1- Gesù fa parte di un gruppo, quello degli Apostoli. Secondo te gli Apostoli lo rispettano:
- perché è il Figlio di Dio
- perché lo amano
- perché è il Maestro.
2- La lavanda dei Piedi avviene prima:
- della festa di Pasqua
- della Pasqua ebraica
- di mangiare
3- Gesù lava i piedi agli Apostoli per dare l’esempio di:
- essere puliti
- essere accoglienti gli uni con gli altri
-perdonare
4- La Lavanda dei piedi è tratta dal Vangelo:
- di Giovanni
- di Marco
- di Matteo
- di Luca
Seconda prova
Quattro domande di diversa difficoltà: da 1 (si vince un pezzo e la domanda è semplicissima) da 3 (si vincono 3 pezzi e la domanda è mediamente difficile) da 5 (si vincono 5 pezzi e la domanda sarà difficilissima). Verrà sorteggiata la squadra che dovrà scegliere per prima la domanda a cui rispondere. La prima risposta è quella che conta. Suggeriamo come possibili domande:
Da 1
È vero o falso che Pietro non voleva farsi lavare i piedi da Gesù.
Da 3
La sera della lavanda dei piedi:
- Gesù lava i piedi a Giuda
- Giuda non c’era
- Giuda non si lascia lavare i piedi
Da 5
Secondo te gli apostoli, con Gesù, non si annoiavano perché:
- avevano Gesù che faceva i miracoli
- avevano un progetto da realizzare insieme
- aiutavano i poveri
Terza prova
È la prova dei contenuti. Gioca un rappresentante per ogni squadra. Il rappresentante avrà 90 secondi per raccontare e commentare il brano individuandone le parole chiavi che ne costituiscano il senso . Per ogni parola chiave si vince un oggetto. Suggeriamo come parole chiavi: ACCOGLIENZA, UNIONE, GRUPPO, AMORE RECIPROCO.
Nel caso alcuni pezzi non vengano assegnati divideteli equamente tra le squadre.
Costruzione e test della grondaia
Quando i gruppi saranno pronti si farà notare come nessuna delle due grondaie costruite sia sufficiente per coprire il tragitto. È necessario unire i pezzi! A questo punto si pone la bacinella vuota sotto l'estremità inferiore della grondaia e un animatore versa l’acqua dall'estremità superiore della grondaia mentre i ragazzi sostengono i pezzi da loro realizzati. Si continua a versare acqua fintantoché la grondaia non cede…se cede!

PER I RAGAZZI DELLE MEDIE
Mattina

Scopo: I ragazzi partendo dalle proprie esperienze di gruppo scoprono i momenti in cui la noia prende il sopravvento o le situazioni in cui tutti fanno così anche se ci si annoia. Di conseguenza analizzano le esperienze di gruppo in cui “il tempo vola” e non è necessario ricercare sempre chi sa cosa per divertirsi.

ORGANIZZAZIONI FILINI
Prima parte 40 minuti: Quando i ragazzi arriveranno nel luogo di incontro del sottogruppo troveranno allestito il bancone di un tour operator, o per meglio dire di un agenzia di viaggi! Cartelloni che promuovono località turistiche, depliant informativi con pacchetti di grido, foto di vita notturna e locali della bella gente! Si perché una delle circostanze in cui maggiormente emerge il disaccordo su ciò che annoia è proprio la necessità di programmare sette giorni di puro divertimento insieme!!! La situazione mette in luce infatti ciò che annoia l’uno e diverte l’altro ma soprattutto ciò che, per luogo comune, bisogna assolutamente fare perché il divertimento possa essere definito tale…Opportunamente provocati dall’educatore i ragazzi andranno a definire il proprio pacchetto vacanze che verrà sintetizzato in un mega-biglietto . Innanzitutto occorrerà definire dove, come, quando e perché andare. Quale località? Con quale mezzo? Perché un posto piuttosto dell’altro?? Superata questa iniziale empasse si procederà nel fissare con accuratezza il programma di ciascuna giornata precisato per mattina, pomeriggio (sera), notte. REGOLA FONDAMENTALE IL GRUPPO NON PUÒ DIVIDERSI!!!!!!! Non si possono pensare programmi alternativi per qualcuno che si annoia in una determinata attività, che vuole andare per conto proprio o solo con quanti condividono i suoi stessi interessi. Inutile dirlo: i ragazzi si scanneranno vicendevolmente cercando punti di conciliazione sull’attività da svolgere, i locali IN da frequentare (in questo senso l’educatore – tour operator proponga nel pacchetto vacanze la possibilità di frequentare locali che si rifacciano molto a quelli ritenuti IN nella città in cui il ragazzo abita durante l’anno o in cui va al mare ecc.)…per non parlare poi delle diversissime aspettative che si registrano tra ragazzi e ragazze: insomma buon viaggio!
Seconda parte 40 minuti circa: La seconda parte è fondamentale e richiede una discreta abilità dell’educatore nel far riflettere i ragazzi sull’esperienza appena vissuta…in fin dei conti questa è catechesi esperenziale no?? Una volta terminato il pacchetto vacanze o trascorso il tempo massimo l’educatore lancerà una discussione sulla base dell’andamento dell’esperimento precedente. Vi proponiamo una serie di domande per incalzare il dibattito e mi raccomando: tenete alto il RITMO!
1- perché insieme spesso ci si annoia?
2- cosa fanno tutti perché è di moda ed in realtà è di una noia mortale?
3- come si combatte la noia?
4- quando in gruppo il tempo vola?
5- quali cavolate si fanno semplicemente per combattere la noia?
6- quando qualcuno all’interno del gruppo ha interessi diversi dagli altri viene escluso per questo? Quindi “il cosa si fa” è più importante del “chi c’è”???
Dalla discussione l’educatore farà emerge che in gruppo ci si diverte di più che da soli e soprattutto che un gruppo vero si diverte per il semplice fatto che si sta insieme a prescindere dall’attività che svolge…

PER I RAGAZZI DELLE MEDIE
Pomeriggio
Scopo:
L’esperienza di gruppo degli Apostoli nel Cenacolo ci insegna la finalità che contraddistingue un gruppo vero. Ciò che fa la differenza dunque non è la ricerca di un qualcosa sempre diverso da fare ma il fissarsi come obiettivo l’accoglienza dentro e fuori dal gruppo. Un gruppo è tale quando l’amore lo cementa e lo apre.

O PIÙ FORT È ISS (CITAZIONE DAL FILM BULLDOZER DI BUD SPENCER)!
Prima parte 40 minuti totali
Ritrovatisi in gruppo i ragazzi leggono insieme il brano di Mc 9, 33-37:
Giunsero intanto a Cafarnao. E quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo lungo la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada, infatti, avevano discusso tra loro chi fosse il più grande. Allora, sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuol essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servo di tutti». E, preso un bambino, lo pose in mezzo e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me; chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato»
Un gruppo vero è quello che ha come progetto condiviso l’accoglienza dentro e fuori dal gruppo. Eliminiamo dunque, sul modello degli Apostoli, i ruoli, le etichette, le leadership: tutto ciò che impedisce la libertà del gruppo, che la sottomette ai pregiudizi! Ciò che rende vero un gruppo è l’amore condiviso! Su pezzi di carta posti visibilmente sulla fronte di ciascuno sono scritti una serie di ruoli accompagnati da indicazioni sul modo di rapportarsi con gli stessi. Meglio ancora se, come accade in una nota trasmissione televisiva , l’indicazione del ruolo assegnato è coperta da qualcosa (ad esempio carta stagnola) in maniera che l’educatore possa velocemente, una volta applicato il foglio alla testa del ragazzo, svelare il ruolo limitando al minimo i commenti dei ragazzi. È fondamentale che i ragazzi non sappiano prima del lancio della discussione i ruoli disponibili e che non commentino assolutamente l’assegnazione degli stessi. Ognuno vede e conosce il ruolo dell’altro, ma non conosce il proprio! I ruoli sono i seguenti:
1. Il saggio: chiedetemi consiglio!
2. L’allegrone: ridete!
3. Il primo della classe: Snobbatemi perché so tutto io!
4. Il duro: portatemi rispetto! Ciò che dico è legge!
5. Il seguace: si sono d’accordo!
6. Il viaggiatore: non ho capito perchè sto pensando ad altro…sono distratto!
7. Il solista: come me non c’è nessuno!
8. Il nullafacente: fate voi... io mi scoccio!
L’educatore da un argomento un argomento di discussione e invita i ragazzi a comportarsi gli uni nei confronti degli altri rispettando i suggerimenti che accompagnano i ruoli. Tutti approveranno “il duro”, snobberanno “il primo della classe”…ecc. L’argomento di discussione è il seguente: chi è “il più grande” nel vostro gruppo? Chi detta le mode e le regole? Chi stabilisce chi è dentro e chi è fuori? Ciascuno dunque potrà e DOVRÀ esprimere la propria opinione…ciò che cambierà sarà invece la reazione dei componenti del gruppo. Dopo un tempo di discussione (20-25 minuti circa), si apre la riflessione su ciò che ognuno ha vissuto e provato.
Seconda parte 35 minuti circa
Prima di avviare il confronto si leggerà il brano della lavanda dei piedi Gv 13, 1-15:
Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. Mentre cenavano, quando già il diavolo aveva messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugatoio di cui si era cinto. Venne dunque da Simone Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Non mi laverai mai i piedi!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simone Pietro: «Signore, non solo i piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è completamente puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri». Quando dunque ebbe lavato loro i piedi, riprese le vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Sapete ciò che vi ho fatto? Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. Vi ho dato, infatti, l’esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi.
Traccia di riflessione per il confronto:
a) Cosa hai provato durante la discussione? E cosa si prova nel sentirsi affibbiata un etichetta dal proprio gruppo?
b) Nel tuo gruppo siete tutti uguali? O ci sono delle leadership? E questa autorità da chi viene assegnata e perché?
c) Quanto conta il ruolo che giochi all’interno del tuo gruppo? Non ti senti mascherato da questo ruolo?
d) Il gruppo degli apostoli è un gruppo a cui Gesù ha insegnato di lavarsi i piedi gli uni gli altri senza alcuna differenza: quanto questo può essere applicabile nel tuo gruppo? Ci sono dei rapporti veri in questo senso o tutto è limitato ai singoli gruppetti?
e) Gesù, il Maestro degli Apostoli, ha lavato i piedi ai suoi discepoli. È il gesto che stabilisce che il più grande è colui che serve! E nel tuo gruppo? Il duro, il + forte, il + rispettato, la + bella sono anche quelli che sono + ben voluti, che sanno farsi amare da tutti, pronti a lavare i piedi agli altri oppure si impongono sulla paura degli altri?
f) Giuda ha tradito. Eppure Gesù si china davanti a Lui e gli lava i piedi. È il + alto gesto di perdono possibile! Nei nostri gruppi accade lo stesso oppure chi sgarra non trova + accoglienza e viene etichettato per sempre come il traditore?
g) Gli Apostoli quando sono con Gesù sono in grado di armonizzare le differenze. Non avevano infatti tutti le stesse aspirazioni: c’è chi vedeva in Gesù un liberatore politico…ecc. Quasi nessuno lo aveva realmente capito. Eppure riescono a stare insieme a testimonianza che nel gruppo se c’è l’Amore (quello con la A maiuscola che solo Gesù può donare) nessun conflitto è insormontabile. Nel tuo gruppo è così?


TERZO GIORNO: IN COMPAGNIA DEL MONDO
Il gioco, la scuola, la fede: hai mai provato a guardare il mappamondo con una lente d’ingrandimento? Hai mai pensato a come gioca, studia prega un bambino a migliaia di chilometri da te? Quali differenze ci sono? I ragazzi scoprono la differenza tra globalizzazione e mondialità. Sono le differenze che rendono bello il mondo! Essere uguali davanti a Dio non significa fare tutti le stesse cose ma condividere le ricchezze di ciascuno affinché tutti abbiano gli stessi diritti di figlio.

Aggancio con la storia: Aiutati dalle tartarughe, cavalcando la corrente Marlin e Dori arrivano a Sidney. E la loro storia passando di bocca in bocca arriva fino a Nemo.

PER I RAGAZZI DELLE ELEMENTARI
Mattina
Scopo:
Nella mattinata i ragazzi, attraverso un giro del mondo, si caleranno nel quotidiano dei loro coetanei che vivono in modo diverso da loro: dal gioco allo studio, dal modo di vestire al modo di pregare.

I ragazzi troveranno nel sottogruppo un cartellone stile “story-game”, cioè un gioco da tavolo formato gigante, le cui caselle riporteranno diverse situazioni che possono avvenire in ambiente marino e saranno disegnate e colorate in base alla situazione descritta. Obiettivo sarà raggiungere Sidney: è il viaggio di Marlin e Dori!
Esempi di possibili caselle:
• Marea: fermo un turno
• Il vento gonfia le vele: vai avanti di una casella.
Nel tabellone saranno presenti anche alcune caselle-tartaruga ed altre con una lente d’ingrandimento. Queste ultime saranno realizzate in modo tale che il disegno della lente possa essere sollevato e scopra il simbolo o il nome di uno dei quattro ambiti d’analisi previsti (vedi “regole del gioco”).
Il numero delle caselle tartaruga e delle caselle lente d’ingrandimento sarà opportunamente calcolato da parte degli educatori in relazione al numero dei ragazzi del sottogruppo.
Regole del gioco: I ragazzi saranno divisi in due squadre. A ciascuna sarà assegnato un segnalino, per definire la propria posizione sul tabellone, che avanzerà a seconda del punteggio realizzato tirando il dado.
Casella- tartaruga: Il ragazzo che vi capita dovrà esporre al gruppo chi, a suo avviso, lo aiuta nella scoperta dell’altro e del mondo.
Casella- lente d’ingrandimento: le due squadre si sfideranno nella prova prevista per l’ambito indicato nella casella. La squadra vincitrice avanzerà di tre caselle.

Ambiti Prova da superare
I giochi del mondo le squadre si sfideranno in un gioco praticato in un Paese straniero (vedi allegato).
Gli abiti del mondo le squadre affronteranno la prova del Memory. Le carte riporteranno immagini di abiti in uso nei diversi continenti.
Le abitazioni del mondo verranno mostrati ai ragazzi per 30 secondi disegni di abitazioni di diverse nazioni; si dirà poi di ridisegnarle a staffetta (un elemento per ogni ragazzo).
La scuola nel mondo Verranno pronunciate e mostrate dall’educatore parole di altre lingue. I ragazzi dovranno pronunciarle correttamente ed abbinarle su di un cartellone alla giusta traduzione in italiano, già riportata.

Durante la realizzazione del gioco, l’educatore aiuterà i ragazzi a centrare la loro attenzione sulle diverse abitudini e stili di vita che caratterizzano l’esistenza dei loro coetanei nel mondo.

e questo è solo un assaggio per avere l'intero fascicolo clicca su download