13 marzo 2000 ore 01.18
PORTIAMO LA GIOIA A CHI NON CE LHA - Mese della Pace ACR 2000

13 marzo 2000
ore 01.18
ore 01.18
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AZIONE CATTOLICA DEI RAGAZZI
Diocesi di Ascoli Piceno
PORTIAMO LA GIOIA A CHI NON CE L’HA
Mese della Pace 2000
a cura della Commissione Iniziativa Annuale
-3, -2,-l ...... Benvenuto 2000.
Eh sì ragazzi siamo entrati nel XXI secolo. Questi sono gli anni del progresso scientifico, dell'informatica, della multimedialità, del "benessere", ma nonostante tutto ogni qualvolta ci guardiamo intorno, vediamo persone (soprattutto bambini!!!!), che sono in difficoltà e non riescono ad andare avanti a causa di guerre, ingiustizie, falsità, fame...
Cosa fare?
Cominciamo con il farci riconoscere, portiamo la nostra gioia nelle piazze, nelle vie, nei quartieri, nelle case...
Accogliamo l'altro, aiutiamolo e partendo dalle beatitudini, buttiamo le basi per costruire un mondo più buono, più giusto, più vero!!!!
ICONA BIBLICA: Ragazzi In…
"Quella notte non la dimenticheremo mai...". Così aveva cominciato a raccontare Ruben ai pastori raccolti attorno al piccolo fuoco di arbusti secchi. Jacob, David e Amos lo ascoltavano ad occhi sgranati nonostante quella storia l'avessero vissuta anche loro e raccontata già un'infinità di volte.
E dovete vedere la faccia di Daniel e Giosuè che per la prima volta si erano uniti quella sera a Ruben e compagnia semplicemente, per¬ché la notte è meno fredda quando la si condivide con qualcuno.
RAGAZZI IN...GAMBA
Tenere le pecore all'aperto significava ottenere una migliore qualità della lana con il rischio, tuttavia, di incorrere in numerosi pericoli. Occorrevano ragazzi in gamba: "Sentiamo, dentro di noi, di avere forza, capacità e volontà per fare qualcosa di grande" continuò Jacob con gli occhi lucidi. Eravamo stanchi di sentirci dire "Sei troppo piccolo per....".
RAGAZZI IN...CREDULI
"Quando l'Angelo ci apparve all'improvviso" proseguì David, che non riusciva, per la grande gioia ravvivata dal racconto, a stare zitto un attimo "fummo presi da grande spavento". Ci aveva annunciato che quella notte era nato un bambino che avrebbe portato la pace: il Salvatore che tutti aspettavano. La proposta di metterci in cammino a quell'ora e di farci portavoci del messaggio di pace ci stupì e ci spaventò. Proprio ora che il Signore ci chiamava ad un grande sogno le gambe non reggevano il peso dell'impresa.
RAGAZZI IN...SIEME
"Ma insieme potevamo farcela" continuò Amos. "Si trattava solo di mettere a disposizione dell'altro ciò che ciascuno di noi sapeva fare. Per diventare annunciatori di pace dovevamo innanzitutto essere capaci di costruirla e mantenerla tra di noi, nel cammino.
RAGAZZI IN...CAMMINO
"La pace non si costruisce rimanendo fermi" aggiunse Ruben. "Occorre partire, fare il primo passo, passare dalla convinzione allo «sporcarsi le mani». Che gioia e che pace provammo di fronte a quel bimbo. Al nostro ritorno non potemmo fare a meno di bussare a tutte le porte e raccontare ciò che avevamo visto.
Era un po' come portare quel bambino sulle spalle perché tutti lo potessero vedere e seguire. Tutti dovevamo provare la bellezza dell'essere ragazzi in ascolto, ragazzi insieme, ragazzi in pace come noi l'avevamo avvertita mettendoci in viaggio verso la vera fonte di tutto ciò, aprendo le porte a quel bambino che ogni giorno si ripresenta a noi nelle persone che incontriamo". Daniel e Giosuè non seppero dire nient'altro che "Andiamo".
Ruben e i suoi amici sono anche i nostri ragazzi dell'A.C.R.
• ragazzi che hanno doni e qualità per farsi costruttori di pace;
• ragazzi che si impegnano a fare del gruppo un fiume di pace;
• ragazzi che riversano nel mondo la pace scoperta e condivisa nel gruppo, inondando di gioia tutte le persone che incontrano.
Obiettivi
• Il ragazzo ricerca atteggiamenti e situazioni che non favoriscono la felicità propria, del gruppo e di chi gli è vicino. Scoprono che la vera felicità deriva dal riconoscersi figli dello stesso Padre.
• Annunciano che le Beatitudini tracciano la via da percorrere per costruire un mondo più giusto e più buono.
• Il gruppo si impegna a collaborare per coltivare relazioni di accoglienza e solidarietà.
Aggancio Mese della Pace:
LE CAMPANE DI BORGO ACR
Tutta colpa della palla. Si stava giocando la solita partita di calcio del venerdì pomeriggio, all'ombra del vecchio campanile, quando il tiro violento di Simone aveva fatto volare il pallone proprio sul davanzale della finestra del palazzo del re incastrandosi con precisione al centro della massiccia inferriata. «La palla » aveva gridato Gabriele. Superato il primo momento di naturale rabbia, Nazareno, indiscusso capo dei ragazzi del centro, stava come sempre, organizzando il consueto recupero della palla. «Facciamo una piramide - aveva proposto - i più grandi sotto, i più piccoli in cima». E così l'ultimo a salire era stato Carletto, magro e mingherlino come uno stelo d'erba. Tutto sarebbe finito lì, se alcune voci all'interno del palazzo non avessero attirato l'attenzione di Carletto.
«La festa delle campane» - stava dicendo il ciambellano - «ma sono anni Maestà che la festa non viene più celebrata!» «si la festa delle campane, caspitina - aveva confermato il re- farò io stesso il giro dei rioni, ed assegnerò il premio alla contrada che saprà meglio organizzare la festa. Mi raccomando... acqua in bocca! dovrà essere una sorpresa per tutti!»
La festa delle campane era un'usanza molto antica, risaliva ai tempi delle rivalità e delle contese. Numerosi infatti erano i campanili che ora svettavano superbi nelle contrade di Borgo ACR. A quei tempi la gente amava raccogliersi attorno al proprio campanile e salutarsi o evitarsi, a seconda della contrada di appartenenza. Di solito le contrade erano in contesa fra di loro, e durante l'antica festa delle campane mille rintocchi diversi si diffondevano d'intorno, animati però non da uno spirito di gioia vera, ma da un incontentabile desiderio di contesa e di reciproca sopraffazione.
Quelli del centro, ad esempio, da sempre erano riconosciuti i migliori e l'ombra del loro campanile, il più alto del borgo, si allungava superba e sottile su tutta la piazza, lambendo addirittura la via esterna. Poi veniva la contrada di Campofiorito, le cui campane davano i rintocchi più cristallini, seguivano quelli di Cavalcapoggio e quelli di Valleverde.
Quei tempi erano lontani, ma le antiche catene purtroppo, ancore erano presenti nella gente di borgo ACR: sovente quelli del centro si sentivano più forti e quelli di Cavalcapoggio deridevano gli amici di Campofiorito impedendo così al borgo di essere veramente felice. Carletto aveva udito abbastanza e dopo pochi secondi eccolo di nuovo in piedi in mezzo alla piazza «il re intende fare la festa delle campane!... ci sarà un premio per la contrada migliore, dobbiamo organizzarci ! Il centro sarà il migliore ancora una volta!... ma acqua in bocca mi raccomando!"
Cercando di organizzarsi per l'imminente festa, i ragazzi dimenticarono il pallone, le notizie, soprattutto quelle segrete hanno i piedi veloci, a sera tutto Borgo ACR era informato della festa. Vennero organizzati comitati e riunioni segrete. Tutto precipitò il sabato pomeriggio quando il re svelò a tutti gli abitanti radunati nella piazza centrale il proprio progetto.
«Sono lieto di annunciarvi che fra due settimane verrà celebrata la festa delle campane, mi rendo conto di avervi colto di sorpresa.» Per ufficializzare la cosa ordinò al ciambellano di sparare un colpo di cannone a salve. Soltanto al «fuoco» del re Simone si ricordò di tutte le pietre depositate dai ragazzi nella pancia del vecchio cannone con il gioco del tirassegno. «Noooooooo!» grido con quando fia¬to avesse in gola ma era troppo tardi! Una violenta raffica di rami, mista a barattoli e bottiglie partì con un boato dalla bocca del cannone per finire con forza addosso al vecchio campanile del centro. Il campanile pareva resistere alla furia selvaggia ma bastò il battere d’ali di un indifeso uccellino per farlo finire rovinosamente a terra. «Il campanile! - disse qualcuno - Oh il campanile del centro - disse qualcun altro con il cuore in gola ».
A rammaricarsi dell'accaduto non fu solo la gente del centro ma anche i ragazzi degli altri quartieri. Il campanile del centro, era un simbolo, una parte di ciascuno. Fu Anna, di Cavalcapoggio, a prendere la parola, mentre il re si ritirava sconsolato nei propri appartamenti. «Il campanile del centro era caro a tutti noi, diciamoci la verità, perché tutti siamo stati battezzati nell'unica chiesa del centro.» «si, si» «brava, bene» approvavano i presenti.
«E allora - continuò Anna con tono coraggioso- via le rivalità! Giù i campanili una volta per tutte! Diamoci una mano e collaboriamo in pace!».
Durante la notte il sovrano faticò a chiudere occhio. Nella mente aveva sempre l'immagine dell'antica torre crollata fra una nuvola di fumo. Si addormentò che era quasi l'alba.
Fu svegliato poco dopo da alcuni rintocchi, prima esili, poi via via sempre più limpidi e cristallini.
«Ma questa è la musica dolce della campana di Campofiorito - pensò il sovrano - non e' possibile! Campofiorito è troppo distante... eppure questa campana... e questa par quella di Cavalcapoggio! Quel rintocco così profondo... non può essere... sto diventando pazzo" e si precipitò alla finestra.
Lo spettacolo che si presentò ai suoi occhi fu davvero singolare, unico ed eccezionale.
Una torre altissima, alta oltre ogni limite, si levava maestosa nella piazza centrale e la sua cima era nascosta da un manto di nubi. La sua ombra arrivava fino agli estremi confini del regno e mille campane erano appese alle mille finestre che la ornavano. Erano le campane di Campofiorito, di Valleverde e di Cavalcapoggio. Sì, erano le campane di tutti i campanili di Borgo ACR. Con i loro mattoni i bravi cittadini avevano lavorato tutta la notte per innalzare quella torre altissima.
«Ecco il re, forza ragazzi con la musica» gridò il ciambellano. Un coro mai udito prima, si levò danzando per l'aria. «Gloria» disse il re con le lacrime agli occhi. «Grazie» disse ciascuno in cuor suo, perché davvero quella notte avevano appreso tante cose: che ognuno porta dentro di sé dei doni ineguagliabili, che il comunicarli dona gioia e arricchimento reciproco, che l'unità da forza e coraggio, che l'amore e la pace danno frutti oltre ogni limite. Da quel giorno la campana di Borgo ACR suonò solo rintocchi di pace.
«Tutta colpa della palla. Si stava giocando la solita partita di calcio...»
Pensate ai nostri ragazzi presi nel piazzale delle parrocchie a giocare a pallone, quante risa, quante liti, quanta gioia potrebbe raccontare quel campanile.
«Quei tempi erano lontani, ma le antiche catene purtroppo, erano ancora presenti nella gente di Borgo ACR, sovente quelli del centro si sentivano più forti e quelli di Cavalcapoggio deridevano gli amici di Campofiorito, impedendo così al Borgo di essere veramente felice».
I nostri quartieri, i nostri paesi, un insieme di case dove l'uno si sente più forte dell'altro, dove il più povero viene deriso, i piccoli non sono felici, non si respira la gioia. Siamo troppo presi dai nostri piccoli gruppi per curarci realmente di ciò che accade ad una persona al di fuori. Non ci chiediamo cosa succederà all'altro: siamo concentrati a non far accadere nulla a noi.
«Il campanile del centro era caro a tutti noi, diciamoci la verità perché tutti siamo stati battezzati nell'unica chiesa del centro».
Anche per i nostri ragazzi è importante la comunità, è qualcosa che ci fa sentire uniti, siamo tutti figli dello stesso Padre e ciò rende possibili rapporti basati sull'amore senza misura, completo e libero.
«E allora, via le rivalità! giù i campanili una volta per tutte! Diamoci una mano e collaboriamo in pace».
Ad ognuno Gesù chiede di dare risposte concrete ai bisogni dell'altro. Ci chiede di impegnarci in prima persona mettendoci in gioco. Solo vivendo relazioni più solidali saremo portatori di pace, vicini a chi incontriamo ogni giorno nella nostra vita.
«Una torre altissima, alta oltre ogni limite, si levava maestosa nella piazza centrale e la sua cima era nascosta da un manto di nubi».
Anche noi riusciamo ad avere la nostra torre e mille campane suoneranno a tempo di pace, renderemo partecipe tutta la città di ciò che si è vissuto e riusciremo a raccontare a tutti la grande gioia perché la pace non si tace.
Obiettivo
Bambini e ragazzi scoprono attorno a loro situazioni di non pace e si accorgono che ognuno porta dentro di sé dei doni ineguagliabili, che il comunicarli dona gioia e arricchimento reciproco, l'importante è essere capaci di vivere la pace. Insieme a chi è già impegnato a dare voce a chi non ce l'ha, individuano lo stile di pace da assumere ogni giorno nel rapporto con gli altri. Unità, forza, coraggio, amore e pace danno frutti oltre ogni limite. Testimoniano poi a tutta la comunità come farsi prossimo.
Prima Tappa 15/1/2000 (Prima parte)
6/8 - 9/11
LAVORI IN CORSO
Scopo
Il ragazzo individua quegli atteggiamenti e quelle situazioni che non permettono a sé stesso e agli altri di vivere l'esperienza della gioia (ISOLAMENTO, EGOISMO, ecc. ).
Attività
Dopo la lettura della storia (obbligatoria) il Gran Ciambellano, ed il Re (2 educatori) proporranno ai ragazzi il campanile più alto di Borgo ACR. Il campanile, come nella storia, è simbolo di quella chiusura e mancanza di unità che caratterizza la vita delle contrade di Borgo ACR non permettendo agli abitanti di vivere la gioia autentica. I ragazzi, attraverso una MEGA - TOMBOLATA, indetta dal Re, potranno conquistare i mattoni per l'edificazione della torre.
I PARTE: Ad ogni ragazzo sarà consegnata una "cartella" suddivisa in 6 parti su ognuna delle quali dovrà riportare una situazione di infelicità (e quindi di non pace) di cui è stato protagonista o testimone.
II PARTE: Il Re procederà all'estrazione di atteggiamenti, precedentemente stabiliti, che dovranno in qualche modo corrispondere alle situazioni che i ragazzi avranno riportato sulle loro cartelle. Quando il ragazzo pensa di poter ricondurre l'atteggiamento estratto
ad una sua situazione, dopo averla letta, potrà "porre il fagiolo sulla casella".
I premi (mattoni) saranno distribuiti su più ambi, terni e tombole, in modo tale che ciascuno riesca ad innalzare la propria torre.
III PARTE: Al termine dell'estrazione i ragazzi procederanno alla costruzione del campanile.
ATTEGGIAMENTI DA INSERIRE NEL BUSSOLOTTO
Egoismo, isolamento, esclusione, non ascolto, indifferenza, pregiudizio, pigrizia. orgoglio...
Si consiglia vivamente di inserirne altri secondo le diverse realtà di gruppo, per far sì che buona parte delle situazioni dei ragazzi trovino corrispondenza. L'educatore dovrà spiegare l'atteggiamento estratto, con opportuni esempi, tale da renderlo facilmente riconducibile alle situazioni.
PREMI
Per i premi consigliamo di preparare più ambi, più terni, più tombole, affinché siano tutti pagabili.
CARTELLONE
Per quanto riguarda il cartellone si consiglia di appendere gli atteggiamenti estratti su un cartoncino man mano che li si estrae in modo tale da tenerli fissati fino alla fine dell'incontro.
SUGGERIMENTO PER I GRUPPI DEI 6/8
Si consiglia di non far scrivere le situazioni ai ragazzi, bensì di preparare cartelle pre- compilate!!!
Prima Tappa 22/01/2000 (Seconda parte)
6/8-9/11
L'ACCIERRINO CAMPANARO
Scopo
Il ragazzo si rende conto che può superare le situazioni d'infelicità scoprendo che la gioia di tutti si raggiunge guardando l'altro come fratello perché figli dello stesso Padre.
Attività
I ragazzi, entrando in saletta, troveranno i loro campanili abbattuti! Cosa sarà successo? L'educatore spiegherà che le torri erano state innalzate con materiale scadente, riproponendo un breve confronto sui mattoni simbolo dei loro atteggiamenti negativi.
Ma il Re di Borgo ACR fa notare giustamente che non sono i campanili che contraddistinguono una contrada, bensì la sua campana: in una giornata nebbiosa, infatti, i campanili possono non vedersi, mentre il suono delle loro campane arriva ovunque. Compito dei ragazzi, assegnato loro dal Re, è quello di conquistare la campana, simbolo dei loro atteggiamenti positivi. Sarà importante far capire come questi ultimi siano ciò che ci rende uniti e disponibili all'altro. Nelle nostre diversità, come le campane suonano rintocchi diversi, tutti abbiamo qualità e modi d'essere positivi e che, solo mettendoli in pratica con i nostri compagni di vita, possiamo guardarli come fratelli e riconoscerci figli dello stesso Padre. Come conquistare una campana se non con il
"GIOCO DELLA CAMPANA" ?!?
L'educatore preparerà uno o più percorsi del gioco; su ogni casella sarà posta una situazione negativa individuata nell'attività precedente (sulla cartella della tombola).
Ora il ragazzo, prima di poter procedere, dovrà ribaltare tale situazione in positiva e trovarne anche l'atteggiamento (sempre positivo). Solo alla fine del percorso il ragazzo riceverà una campana simbolo del suo impegno a tenere comportamenti ed atteggiamenti che favoriscono la gioia propria e dei suoi fratelli. Quando tutti avranno conquistato la loro campana il Re farà notare che non ci sono più campanili dove appendere le campane! E' necessario, ora, un posto che tutti gli abitanti di Borgo ACR conoscano ed amino: quale luogo migliore, se non la Casa del Padre, dove tutti siamo stati battezzati?
I ragazzi, dopo aver unito fra loro le campane, le depositeranno insieme, quasi a formare un'unica campana, sotto l'altare a simbolo del loro riconoscersi figli dello stesso Padre, pur nella loro diversità e debolezza ma capaci di atteggiamenti fraterni.
ATTENZIONE!!!!!!
Man mano che il ragazzo trova atteggiamenti positivi è necessario costruire un cartellone simile a quello dell'attività precedente che possa contenere gli atteggiamenti emersi dal GIOCO DELLA CAMPANA.
Preparare dunque preventivamente: percorso, tabellone e campane!!!
Seconda Tappa 29/01/2000
6/8 – 9/11 – 12/14
CINEFORUM
Scopo
Durante la serata i ragazzi si ritroveranno a vegliare la pace. Con l'attività di "Cineforum" vogliamo scoprire e valorizzare tutte quelle persone che operano in situazioni di disagio. Come nel GOBBO DO NOTRE DAME la zingarella Esmeralda accetta la diversità di Quasimodo, come nella GABBIANELLA E IL GATTO, il gatto si prende cura del piccolo uccellino insegnandogli a volare e PATCH ADAMS riesce a portare la gioia nelle corsie di un ospedale, così nella serata i ragazzi assegneranno il Nobel Pace ACR a chi ha donato il proprio tempo libero come tempo di pace.
Che ne dite di creare anche noi una casa per accogliere e donare gioia ai più poveri? Durante la veglia raccoglieremo aiuti per far nascere la casa accoglienza "ZAREPTA".
METTIAMO ANCHE NOI IL MATTONE DELL'A.C.R.!!!
FILM CONSIGLIATI:
6/8 - 9/11
Il Gobbo di Notre Dame
La Gabbianella e il gatto
12/14
Patch Adams
Terza tappa O5/02/2000
6/8 - 9/11
COME SUONO LA CAMPANA?
Scopo
Il ragazzo, individuando nei suoi atteggiamenti positivi, corrispondenze con le Beatitudini, scopre l'attualità di esse nella costruzione di un mondo migliore.
Attività
Ora che abbiamo le nostre campane, simbolo dei doni che tutti abbiamo ricevuto e degli atteggiamenti positivi che potremmo e dovremmo vivere, impariamo a suonarle. Come riuscire a mettere in pratica tutte queste nostre qualità? Vivendole alla luce dell'insegnamento di Gesù. A tale scopo sarà organizzata dal Re una lotteria con la quale i ragazzi saranno invitati a confrontare i loro atteggiamenti con le Beatitudini (Mt. 5, 3-11) di Gesù. L'educatore prepara, in precedenza, una serie di bigliettini su ciascuno dei quali scrive una Beatitudine. Durante l'incontro queste saranno sorteggiate dai ragazzi stessi che, le leggeranno troveranno la migliore corrispondenza con uno dei loro atteggiamenti corretti individuati nell'attività precedente.
Beatitudine ed atteggiamento corrispondente saranno così inseriti nel "MANUALE DELL'ACCIERRINO CAMPANARO" che l'educatore avrà prima preparato (su di esso saranno posti nella pagina interna, da una parte le Beatitudini estratte e dall'altra il comportamento che il ragazzo gli ha associato).
A questo punto i ragazzi hanno capito come suonare la campana, come vivere a fondo lo stile del Vangelo nella vita di tutti i giorni, aprendosi ai fratelli e impegnandosi per la costruzione di un mondo più giusto e più puro.
ATTENZIONE!!! CONSIGLI UTILI!!!
1. Potrebbe essere utile leggere il "Discorso della montagna" (Mt 5, 1-12) all'inizio dell'incontro.
2. Il manuale potrebbe essere così strutturato:
Primo foglio A4: foglio esterno solo con la copertina
Secondo foglio A4 (prima pagina): Brano del Vangelo
Secondo foglio A4 (seconda pagina): Beatitudini
Secondo foglio A4 (terza pagina): Atteggiamenti positivi
N.B..: Piegare i due fogli uno dentro l'altro per ottenere l'effetto quaderno.
Terza tappa 12/02/2000
6/8 - 9/11
PER CHI SUONO LA CAMPANA?
Scopo
Il gruppo scopre, sollecitato da un testimone, di dover "suonare a festa" la sua campana fino a coinvolgere chi è bisognoso di gioia diventando strumento dell'amore di Dio.
ATTIVITÀ
Il re invita tutti i sudditi a scendere in piazza per un grande torneo cavalleresco indetto in onore dell'ospite (il testimone) giunto a corte. I ragazzi incontrano, per una breve testimonianza (max. 10-15 minuti) una persona che faccia scoprire loro, la presenza di persone bisognose di gioia e la possibilità di compiere gesti concreti di amicizia e solidarietà. I ragazzi in coppia (un cavallo e un cavaliere) si cimenteranno in una sorta di Giostra della Quintana.
Svolgimento (per capire bene consigliamo di scaricare il file impaginato)
1. PARTENZA/ARRIVO
2. I ragazzi pescano da un cestino posto su un tavolo un cartoncino sul quale è riportata una situazione di una delle persone bisognose di gioia menzionate dal testimone (qualora il testimone non fosse reperito dalla parrocchia l'attività può svolgersi ugualmente e le situazioni sui cartoncini riguarderanno persone bisognose di gioia conosciute dai ragazzi negli ambienti di vita.
3. Al punto 3 sarà presente un tavolo su cui i ragazzi potranno compilare il cartoncino impegnandosi in una proposta concreta per riportare il sorriso a chi l'ha perduto. Arrivati a questo punto i ragazzi suonano la campana (che si troverà sullo stesso tavolino del punto 2) e depositano l'impegno in un altro cestino.
• VARIANTE 6/8
1. Si consiglia di preparare 3 possibili risposte concrete tra le quali il ragazzo sceglierà quella a lui più congeniale.
2. L'educatore fungerà da cavallo.
• PER TUTTI
Si consiglia un cartellone su cui riportare gli impegni concreti proposti dai ragazzi nelle diverse tornate. Il testimone commenterà le proposte dei ragazzi tirando le conclusioni.
Prima Tappa (16 gennaio 2000) - (22 gennaio 2000)
12/14
Scopo
E' importante prendere coscienza delle qualità che ognuno possiede per contribuire alla costruzione di un quartiere di Borgo A.C.R.
Non si può delegare ad altri il compito di rendere più accoglienti i nostri quartieri.
1° parte - 15 gennaio2000
"IO SPERIAMO CHE ME LA CAVO"
Ai ragazzi verranno consegnate due piccole storie: la prima tratta dalla "Preghiera della rana" di A. De Mello e l'altra da "Io speriamo che me la cavo".
«C'era una volta un uomo intento a costruirsi la casa. Voleva che fosse la casa più bella, calda e accogliente dei mondo. Vennero a chiedere il suo aiuto perché il mondo stava andando a fuoco. Ma a lui interessava la sua casa, non il mondo. Quando finalmente ebbe finito, scoprì che non c'era più un pianeta su cui posarla». (A. DE MELLO, La preghiera della rana)
«Si chiama Arzano. A Arzano sono tutti sporchi, non si lavano; le strade sono tutte sgarrupate, i palazzi vecchi e terremotati, c'è solo munnizzia. A Arzano non c'è niente di nuovo, è tutto vecchio. Non c'è verde, non ci sono fontanine, i palazzi se ne cadono fraciti. A Arzano ci sono un sacco di vicoli, che li chiamano vie, ma sono vicoli, io me ne accorgo. C'è via Petrarca che è un vicolo, via Dante che è un vicolo, via Pascoli che è un vicolo. Sono tutti vicoli.
Quando viene la Domenica mio padre dice che ci facciamo in questo paese fetente, andiamocene perlomeno a Napoli! E così ci vestiamo e andiamo a Napoli. Andiamo al bosco di Capodimonte. Facciamo marennà! Poi però quando torniamo stiamo un'altra volta a Arzano. Certi giovani fuori i bar stanno tutti spaparanzati: sono dei banditi! Quelli si pensano che Arzano è tutta loro! Io dico: e tenetevela pure questa città di vicoli e di munnizzia!». (Io speriamo che me la cavo)
Dalla lettura personale delle due storie emergerà un confronto (vedi domande) che permetterà ai ragazzi di focalizzare la loro attenzione sulle situazioni di non pace che esistono nei loro quartieri e non permettono la realizzazione della felicità personale di chi è loro vicino (egoismo tra vicini di casa, indifferenza, povertà, mancanza di dialogo, assenza di giardini per giocare, ecc.).
• Qual è il fuoco che rischia di distruggere il nostro quartiere, paese o città?
• Cosa ci impedisce di interessarci del nostro contesto sociale?
• Quella descritta dai ragazzi di Arzano è, spesso la situazione di molti nostri quartieri. Che tipo di riflessione ha suscitato in te?
• Com'è il paese o il quartiere in cui vivi? Prova a descriverlo.
I ragazzi si accorgono che le situazioni emerse fanno anche parte della loro vita ma c'è la possibilità di potenziare o acquisire qualità che permettono il raggiungimento della felicità. Si propone il gioco dell'asta: l'educatore sarà il banditore.
«Vi propongo un'asta molto interessante durante la quale potrete scegliere tra un gran numero di qualità personali che vi verranno offerte. Affinché non interveniate all’asta completamente impreparata, vi consiglio di riflettere sulle qualità che avete imparato ad apprezzare ne! corso della vita così che sono diventate parte integrante di voi e che utilizzate per così dire naturalmente. Contemporaneamente rifletterete sulle qualità che vi piacerebbe acquisire o potenziare. Prendete nota su un foglio di ciò che vi viene in mente a questo proposito. Avete 5 minuti a disposizione... Il tempo è scaduto, preparatevi all'asta.
Ecco le regole del gioco: ho qui una serie di schede; su ognuna c'è scritta una qualità personale. Provate ad aggiudicarvi le qualità che volete, calcolando che ogni qualità viene offerta una sola volta. Affinché ogni partecipante abbia lo stesso capitale iniziale, comincerete tutti con 100 punti che vi serviranno a prendere parte all'asta. Siete padroni di amministrare i punti come volete e di decidere il limite di offerta per ogni qualità. Su ogni scheda che vi aggiudicate scrivete il numero di punti dati in cambio. In questo modo potete sempre tenere sotto controllo il vostro capitale. L'asta termina quando finiscono le schede o se i partecipanti non sono più interessati alle schede rimaste».
Avete capito le regole del gioco?
Atteggiamenti da scrivere sulle schede: capacità di decisione, sicurezza di sé, attenzione, sincerità, lealtà, coraggio, gusto dell'avventura, curiosità, capacità di entusiasmarsi, generosità, capacità di manifestare la gioia, ottimismo, disponibilità al gioco e all'ozio, fiducia in se stessi, puntualità, disponibilità ad aiutare il prossimo, capacità di ammettere i propri errori, rispetto di sé, spontaneità, senso di responsabilità, senso di giustizia, accettazione dei valori (capacità di rispettare i valori propri e altrui), umorismo.
2° parte - 22 gennaio
“CON TUTTI DI PIÙ”
Ogni ragazzo riprende in mano gli atteggiamenti conquistati all'asta e si confronta sulle motivazioni della scelta. Si leggerà, poi, insieme, la testimonianza di un giovane che ha deciso di cambiare la sua città occupandosi di coloro che la società considera ultimi, restituendo così ad ognuno la dignità umana. I ragazzi verranno divisi in gruppetti e saranno invitati a descrivere il quartiere - paese nel quale vorrebbero vivere. Dopo questo piccolo confronto ci si ritroverà insieme per preparare una carta delle leggi di Borgo A.C.R. grazie alla quale dovrebbero scomparire le situazioni di non pace ed emergere che ognuno può dare il proprio contributo alla costruzione della Casa perché figli dello stesso Padre. Si conclude l'incontro con la lettura del Vangelo di Luca 10,25-37 (Parabola del buon Samaritano) dal quale emergerà che amare è mettersi a servizio degli altri non secondo il gusto delle nostre preferenze ma a misura dei loro bisogni, è farsi prossimi a ogni uomo, solo così la campana di Borgo A.C.R. potrà suonare rintocchi di pace.
Per il confronto: Mettete di fronte a voi sui pavimento le schede delle qualità comprate all'asta e fatevi le seguenti domande: avete utilizzato il capitale a vostra disposizione in modo tale da essere soddisfatti? Avete acquistato le qualità adatte a voi e che ritenete importanti? Che rapporto c'è tra le varie qualità? Che miscela di qualità avete comprato? Perseguono tutte lo stesse scopo? Si completano tra loro? Annotate ciò che avete scoperto di voi stessi... Avete 5 min. a disposizione.
Testimonianza:
"Sono Biagio Conte, un fratello, che giunto ad un certo momento della sua vita, stanco di tutte le sue ingiustizie quotidiane, ha deciso di staccarsi da tutto. La mia vita per tanto tempo è stata normale.
Ad un certo, abbandonata la scuola, andai a lavorare con mio padre. Durante il lavoro, girando per i vari quartieri di Palermo, mi accorgevo delle tante difficoltà e miserie esistenti. Vedevo giocare tanti bambini in mezzo all'immondizia e ai detriti, tanti anziani soli. Tanti senza la casa, senza niente. Fu allora che lasciai tutto per donare la vita ai poveri. In un primo momento decisi di andare a vivere da solo, sulle montagne, all'interno della Sicilia. Ho voluto vivere in silenzio, staccato da tutto e da tutti. In questi luoghi, in mezzo alla natura ho trovato quello che non riuscivo a trovare in una città dove vivevo pensando di avere tutto, invece scoprii di essere vuoto internamente, di essere infelice. Ho vissuto, in un primo periodo, da eremita, dopo lasciai quel luogo per affrontare un viaggio che mi portò fino ad Assisi. Ho attraversato diverse regioni, vivendo di totale carità. Sono stato un paio di giorni ad Assisi per scoprire i luoghi dove Francesco ha donato e dedica la vita ai poveri. Poi feci ritorno a casa per riabbracciare mia madre. Ritornato a Palermo speravo che qualcosa fosse cambiato in meglio, ma ritrovai gli stessi problemi di prima, anzi più grandi. Subentrò in me un momento di indecisione. Volevo andare in Africa a fare il missionario, invece ho sentito qualcosa che mi bloccava qui nella città di Palermo. Cominciai nei quartieri più poveri con i giovani e i bambini. Una sera, in silenzio, mi organizzai uno zaino con termos di latte caldo e the, panini e un sacco a pelo e mi avviai verso la stazione centrale di Palermo, rifugio di quelli che vengono chiamati barboni, alcolisti, vagabondi, ma che io chiamo fratelli. Ogni sera vivevo con loro sotto i portici della stazione, pian piano ho cercato di instaurare con loro un rapporto di amicizia. Iniziai allora uno sciopero della fame per affermare un dovere: offrire un riparo a questi fratelli. Dopo tante proteste ottenni un piccolo locale dove era possibile ospitare solo dieci fratelli. Allora puntai l'attenzione su un vecchio disinfettatoio comunale, ne chiesi l'affidamento alle autorità, ma ancora una volta non mi risposero. Il 17 maggio 1993 occupai la struttura e iniziai il secondo digiuno.
Ho rischiato la vita, ma dopo dodici giorni siamo entrati tutti, i miei fratelli ed io. Abbiamo cominciato a ripulire tutto l'edificio. Ora la ricostruzione è a buon punto. Adesso è nata finalmente la tanta attesa Missione femminile, inaugurata l'8 dicembre sotto la protezione dell’Immacolata Concezione".
Terza tappa 05/02/2000
12/14
“TUTTA LA VITA È UN DONO”
Scopo
I ragazzi attraverso il messaggio evangelico delle Beatitudini comprendono che esistono dei valori che ci permettono di rispettare la vita come dono di Dio e di costruire un mondo più giusto e più buono.
ATTIVITÀ
I ragazzi leggeranno il brano evangelico delle Beatitudini (Mt. 5,1-12). Ciascun ragazzo rifletterà personalmente sulla capacità di ognuno di vivere le Beatitudini evangeliche (questo potrebbe essere il momento di preghiera iniziale). Dopo questo breve momento si riprenderà in mano la legge di Borgo ACR, cercando di cogliere in essa lo stile delle Beatitudini, uno stile che diventa inno alla vita. Il confronto si svolgerà attraverso un gioco: "trasportatevi con la fantasia in quel paesino da noi tutti chiamato Borgo ACR. Immaginatevi di essere quella moltitudine ai piedi della montagna. Il compito di ciascuno sarà quello di trasferire a Borgo ACR i valori più importanti detti da Gesù sul monte. Avete davanti la scelta tra 14 diversi valori. A quali valori dareste particolare importanza? Metteteli in ordine in modo da dare il valore 1 a quello che ritenete più importante e 14 a quello meno."
TABELLA VALORI: libertà, amore, salute, pace, giustizia, uguaglianza, purezza, semplicità, vita familiare felice, istruzione responsabilità, sincerità, coraggio, allegria.
Dopo circa 10 minuti si darà lo stop e si stilerà una classifica finale che riassumerà la graduatoria di tutti.
Questa classifica verrà confrontata con la legge di Borgo ACR che dovrebbe rappresentare le Beatitudini evangeliche (la carta potrebbe essere anche stravolta!). Dobbiamo far capire ai ragazzi, durante l'attività, che le beatitudini, i valori che ne derivano, la legge di Borgo ACR rappresentano il valore assoluto della vita, questo grande dono che il Signore ci ha fatto.
Il Signore, però, per vivere pienamente il suo messaggio ci chiede di farci prossimi, come essere allora dei veri missionari nei nostri quartieri, pronti a testimoniare ciò che il Signore annuncia nelle Beatitudini? Lo scopriremo nella prossima tappa.
Quarta tappa 12/02/2000
12/14
“LIBERI DI VOLARE”.
Scopo
I ragazzi comprendono che non possono rimanere con le mani in mano, ma che occorre essere testimoni per far giungere a tutti la Buona Novella di Cristo.
ATTIVITÀ
Si inviteranno nel gruppo una coppia di sposi che vive un'esperienza forte di missionarietà (affido, adozione, adozione a distanza, ospitalità ai bambini della Russia) oppure un testimone che si è particolarmente messo a servizio nel mondo dei ragazzi (insegnante di sostegno, volontari per portatori di handicap). Dopo essersi presentato, il testimone leggerà uno scritto del vescovo Tonino Bello e prenderà spunto per "contare" tutte le volte che è stato "compagno di volo". Proporrà ai ragazzi un'attività per scoprire come essere missionari.
Quando tutti avranno finito il testimone proverà a far "contare" le ali che hanno lasciato penzolare (amici in difficoltà che non hanno aiutato, tutte le volte che non sono stati capaci di essere dono per gli altri). A questo punto il testimone chiederà ai ragazzi di diventare compagni di volo attraverso un impegno di missionarietà concreta (ogni parrocchia valuti quale impegno sia più idoneo per i ragazzi sul territorio in cui vivono). Solo così le campane di Borgo ACR potranno suonare all'unisono melodie di pace.
Materiale per attività
1. Scriveva il vescovo Don Tonino Bello: "Ho letto da qualche parte che gli uomini sono angeli con un'ala soltanto: possono volare solo rimanendo abbracciati. A volte oso pensare, Signore, che anche tu abbia un'ala soltanto. L'altra la tieni nascosta: forse per farmi capire che anche tu non vuoi volare senza di me. Per questo mi hai dato la vita: perché io fossi tuo compagno di volo, Vivere è stendere l'ala con la fiducia di chi sa di avere nel volo un partner grande come te... Ma ti chiedo perdono, Signore anche per tutte le ali che non ho aiutato a distendersi. Per i voli che non ho saputo incoraggiare. Per l'indifferenza con cui ho lasciato razzolare nel cortile, con l'ala penzolante, il fratello che avevi destinato a navigare nel cielo. E tu l'hai atteso invano, per crociere che non si faranno mai più..."
2. Scegli le cinque affermazioni che sembrano tradurre meglio le difficoltà a credere e ciò che occorre per essere missionari.
Come essere missionari?
Si può anche non credere in Dio perché:
Non mi interessa
Sono contrario
Robe da bambini
Manca grinta
Troppo impegnativo
Che roba è?
Sono tutte chiacchiere
Basto a me stesso
Non sopporto i preti
Chi crede è peggio
Dio! Chi l'ha mai visto?
La fede e' troppo complicata
Tanto, non mi serve
Credo senza tante storie
Ci sarà bene qualcuno
Parliamo due lingue diverse
Per essere missionari occorre:
Capacità personali
Organizzazione
Convinzione
Dialogo
Strutture
Annuncio
Selezionare
Facilità di parola
Esempio
Spalle coperte
Comunità cristiane
Preti
Soldi
Potere
Servizio
Condivisione
AZIONE CATTOLICA DEI RAGAZZI
Diocesi di Ascoli Piceno
PORTIAMO LA GIOIA A CHI NON CE L’HA
Mese della Pace 2000
a cura della Commissione Iniziativa Annuale
-3, -2,-l ...... Benvenuto 2000.
Eh sì ragazzi siamo entrati nel XXI secolo. Questi sono gli anni del progresso scientifico, dell'informatica, della multimedialità, del "benessere", ma nonostante tutto ogni qualvolta ci guardiamo intorno, vediamo persone (soprattutto bambini!!!!), che sono in difficoltà e non riescono ad andare avanti a causa di guerre, ingiustizie, falsità, fame...
Cosa fare?
Cominciamo con il farci riconoscere, portiamo la nostra gioia nelle piazze, nelle vie, nei quartieri, nelle case...
Accogliamo l'altro, aiutiamolo e partendo dalle beatitudini, buttiamo le basi per costruire un mondo più buono, più giusto, più vero!!!!
ICONA BIBLICA: Ragazzi In…
"Quella notte non la dimenticheremo mai...". Così aveva cominciato a raccontare Ruben ai pastori raccolti attorno al piccolo fuoco di arbusti secchi. Jacob, David e Amos lo ascoltavano ad occhi sgranati nonostante quella storia l'avessero vissuta anche loro e raccontata già un'infinità di volte.
E dovete vedere la faccia di Daniel e Giosuè che per la prima volta si erano uniti quella sera a Ruben e compagnia semplicemente, per¬ché la notte è meno fredda quando la si condivide con qualcuno.
RAGAZZI IN...GAMBA
Tenere le pecore all'aperto significava ottenere una migliore qualità della lana con il rischio, tuttavia, di incorrere in numerosi pericoli. Occorrevano ragazzi in gamba: "Sentiamo, dentro di noi, di avere forza, capacità e volontà per fare qualcosa di grande" continuò Jacob con gli occhi lucidi. Eravamo stanchi di sentirci dire "Sei troppo piccolo per....".
RAGAZZI IN...CREDULI
"Quando l'Angelo ci apparve all'improvviso" proseguì David, che non riusciva, per la grande gioia ravvivata dal racconto, a stare zitto un attimo "fummo presi da grande spavento". Ci aveva annunciato che quella notte era nato un bambino che avrebbe portato la pace: il Salvatore che tutti aspettavano. La proposta di metterci in cammino a quell'ora e di farci portavoci del messaggio di pace ci stupì e ci spaventò. Proprio ora che il Signore ci chiamava ad un grande sogno le gambe non reggevano il peso dell'impresa.
RAGAZZI IN...SIEME
"Ma insieme potevamo farcela" continuò Amos. "Si trattava solo di mettere a disposizione dell'altro ciò che ciascuno di noi sapeva fare. Per diventare annunciatori di pace dovevamo innanzitutto essere capaci di costruirla e mantenerla tra di noi, nel cammino.
RAGAZZI IN...CAMMINO
"La pace non si costruisce rimanendo fermi" aggiunse Ruben. "Occorre partire, fare il primo passo, passare dalla convinzione allo «sporcarsi le mani». Che gioia e che pace provammo di fronte a quel bimbo. Al nostro ritorno non potemmo fare a meno di bussare a tutte le porte e raccontare ciò che avevamo visto.
Era un po' come portare quel bambino sulle spalle perché tutti lo potessero vedere e seguire. Tutti dovevamo provare la bellezza dell'essere ragazzi in ascolto, ragazzi insieme, ragazzi in pace come noi l'avevamo avvertita mettendoci in viaggio verso la vera fonte di tutto ciò, aprendo le porte a quel bambino che ogni giorno si ripresenta a noi nelle persone che incontriamo". Daniel e Giosuè non seppero dire nient'altro che "Andiamo".
Ruben e i suoi amici sono anche i nostri ragazzi dell'A.C.R.
• ragazzi che hanno doni e qualità per farsi costruttori di pace;
• ragazzi che si impegnano a fare del gruppo un fiume di pace;
• ragazzi che riversano nel mondo la pace scoperta e condivisa nel gruppo, inondando di gioia tutte le persone che incontrano.
Obiettivi
• Il ragazzo ricerca atteggiamenti e situazioni che non favoriscono la felicità propria, del gruppo e di chi gli è vicino. Scoprono che la vera felicità deriva dal riconoscersi figli dello stesso Padre.
• Annunciano che le Beatitudini tracciano la via da percorrere per costruire un mondo più giusto e più buono.
• Il gruppo si impegna a collaborare per coltivare relazioni di accoglienza e solidarietà.
Aggancio Mese della Pace:
LE CAMPANE DI BORGO ACR
Tutta colpa della palla. Si stava giocando la solita partita di calcio del venerdì pomeriggio, all'ombra del vecchio campanile, quando il tiro violento di Simone aveva fatto volare il pallone proprio sul davanzale della finestra del palazzo del re incastrandosi con precisione al centro della massiccia inferriata. «La palla » aveva gridato Gabriele. Superato il primo momento di naturale rabbia, Nazareno, indiscusso capo dei ragazzi del centro, stava come sempre, organizzando il consueto recupero della palla. «Facciamo una piramide - aveva proposto - i più grandi sotto, i più piccoli in cima». E così l'ultimo a salire era stato Carletto, magro e mingherlino come uno stelo d'erba. Tutto sarebbe finito lì, se alcune voci all'interno del palazzo non avessero attirato l'attenzione di Carletto.
«La festa delle campane» - stava dicendo il ciambellano - «ma sono anni Maestà che la festa non viene più celebrata!» «si la festa delle campane, caspitina - aveva confermato il re- farò io stesso il giro dei rioni, ed assegnerò il premio alla contrada che saprà meglio organizzare la festa. Mi raccomando... acqua in bocca! dovrà essere una sorpresa per tutti!»
La festa delle campane era un'usanza molto antica, risaliva ai tempi delle rivalità e delle contese. Numerosi infatti erano i campanili che ora svettavano superbi nelle contrade di Borgo ACR. A quei tempi la gente amava raccogliersi attorno al proprio campanile e salutarsi o evitarsi, a seconda della contrada di appartenenza. Di solito le contrade erano in contesa fra di loro, e durante l'antica festa delle campane mille rintocchi diversi si diffondevano d'intorno, animati però non da uno spirito di gioia vera, ma da un incontentabile desiderio di contesa e di reciproca sopraffazione.
Quelli del centro, ad esempio, da sempre erano riconosciuti i migliori e l'ombra del loro campanile, il più alto del borgo, si allungava superba e sottile su tutta la piazza, lambendo addirittura la via esterna. Poi veniva la contrada di Campofiorito, le cui campane davano i rintocchi più cristallini, seguivano quelli di Cavalcapoggio e quelli di Valleverde.
Quei tempi erano lontani, ma le antiche catene purtroppo, ancore erano presenti nella gente di borgo ACR: sovente quelli del centro si sentivano più forti e quelli di Cavalcapoggio deridevano gli amici di Campofiorito impedendo così al borgo di essere veramente felice. Carletto aveva udito abbastanza e dopo pochi secondi eccolo di nuovo in piedi in mezzo alla piazza «il re intende fare la festa delle campane!... ci sarà un premio per la contrada migliore, dobbiamo organizzarci ! Il centro sarà il migliore ancora una volta!... ma acqua in bocca mi raccomando!"
Cercando di organizzarsi per l'imminente festa, i ragazzi dimenticarono il pallone, le notizie, soprattutto quelle segrete hanno i piedi veloci, a sera tutto Borgo ACR era informato della festa. Vennero organizzati comitati e riunioni segrete. Tutto precipitò il sabato pomeriggio quando il re svelò a tutti gli abitanti radunati nella piazza centrale il proprio progetto.
«Sono lieto di annunciarvi che fra due settimane verrà celebrata la festa delle campane, mi rendo conto di avervi colto di sorpresa.» Per ufficializzare la cosa ordinò al ciambellano di sparare un colpo di cannone a salve. Soltanto al «fuoco» del re Simone si ricordò di tutte le pietre depositate dai ragazzi nella pancia del vecchio cannone con il gioco del tirassegno. «Noooooooo!» grido con quando fia¬to avesse in gola ma era troppo tardi! Una violenta raffica di rami, mista a barattoli e bottiglie partì con un boato dalla bocca del cannone per finire con forza addosso al vecchio campanile del centro. Il campanile pareva resistere alla furia selvaggia ma bastò il battere d’ali di un indifeso uccellino per farlo finire rovinosamente a terra. «Il campanile! - disse qualcuno - Oh il campanile del centro - disse qualcun altro con il cuore in gola ».
A rammaricarsi dell'accaduto non fu solo la gente del centro ma anche i ragazzi degli altri quartieri. Il campanile del centro, era un simbolo, una parte di ciascuno. Fu Anna, di Cavalcapoggio, a prendere la parola, mentre il re si ritirava sconsolato nei propri appartamenti. «Il campanile del centro era caro a tutti noi, diciamoci la verità, perché tutti siamo stati battezzati nell'unica chiesa del centro.» «si, si» «brava, bene» approvavano i presenti.
«E allora - continuò Anna con tono coraggioso- via le rivalità! Giù i campanili una volta per tutte! Diamoci una mano e collaboriamo in pace!».
Durante la notte il sovrano faticò a chiudere occhio. Nella mente aveva sempre l'immagine dell'antica torre crollata fra una nuvola di fumo. Si addormentò che era quasi l'alba.
Fu svegliato poco dopo da alcuni rintocchi, prima esili, poi via via sempre più limpidi e cristallini.
«Ma questa è la musica dolce della campana di Campofiorito - pensò il sovrano - non e' possibile! Campofiorito è troppo distante... eppure questa campana... e questa par quella di Cavalcapoggio! Quel rintocco così profondo... non può essere... sto diventando pazzo" e si precipitò alla finestra.
Lo spettacolo che si presentò ai suoi occhi fu davvero singolare, unico ed eccezionale.
Una torre altissima, alta oltre ogni limite, si levava maestosa nella piazza centrale e la sua cima era nascosta da un manto di nubi. La sua ombra arrivava fino agli estremi confini del regno e mille campane erano appese alle mille finestre che la ornavano. Erano le campane di Campofiorito, di Valleverde e di Cavalcapoggio. Sì, erano le campane di tutti i campanili di Borgo ACR. Con i loro mattoni i bravi cittadini avevano lavorato tutta la notte per innalzare quella torre altissima.
«Ecco il re, forza ragazzi con la musica» gridò il ciambellano. Un coro mai udito prima, si levò danzando per l'aria. «Gloria» disse il re con le lacrime agli occhi. «Grazie» disse ciascuno in cuor suo, perché davvero quella notte avevano appreso tante cose: che ognuno porta dentro di sé dei doni ineguagliabili, che il comunicarli dona gioia e arricchimento reciproco, che l'unità da forza e coraggio, che l'amore e la pace danno frutti oltre ogni limite. Da quel giorno la campana di Borgo ACR suonò solo rintocchi di pace.
«Tutta colpa della palla. Si stava giocando la solita partita di calcio...»
Pensate ai nostri ragazzi presi nel piazzale delle parrocchie a giocare a pallone, quante risa, quante liti, quanta gioia potrebbe raccontare quel campanile.
«Quei tempi erano lontani, ma le antiche catene purtroppo, erano ancora presenti nella gente di Borgo ACR, sovente quelli del centro si sentivano più forti e quelli di Cavalcapoggio deridevano gli amici di Campofiorito, impedendo così al Borgo di essere veramente felice».
I nostri quartieri, i nostri paesi, un insieme di case dove l'uno si sente più forte dell'altro, dove il più povero viene deriso, i piccoli non sono felici, non si respira la gioia. Siamo troppo presi dai nostri piccoli gruppi per curarci realmente di ciò che accade ad una persona al di fuori. Non ci chiediamo cosa succederà all'altro: siamo concentrati a non far accadere nulla a noi.
«Il campanile del centro era caro a tutti noi, diciamoci la verità perché tutti siamo stati battezzati nell'unica chiesa del centro».
Anche per i nostri ragazzi è importante la comunità, è qualcosa che ci fa sentire uniti, siamo tutti figli dello stesso Padre e ciò rende possibili rapporti basati sull'amore senza misura, completo e libero.
«E allora, via le rivalità! giù i campanili una volta per tutte! Diamoci una mano e collaboriamo in pace».
Ad ognuno Gesù chiede di dare risposte concrete ai bisogni dell'altro. Ci chiede di impegnarci in prima persona mettendoci in gioco. Solo vivendo relazioni più solidali saremo portatori di pace, vicini a chi incontriamo ogni giorno nella nostra vita.
«Una torre altissima, alta oltre ogni limite, si levava maestosa nella piazza centrale e la sua cima era nascosta da un manto di nubi».
Anche noi riusciamo ad avere la nostra torre e mille campane suoneranno a tempo di pace, renderemo partecipe tutta la città di ciò che si è vissuto e riusciremo a raccontare a tutti la grande gioia perché la pace non si tace.
Obiettivo
Bambini e ragazzi scoprono attorno a loro situazioni di non pace e si accorgono che ognuno porta dentro di sé dei doni ineguagliabili, che il comunicarli dona gioia e arricchimento reciproco, l'importante è essere capaci di vivere la pace. Insieme a chi è già impegnato a dare voce a chi non ce l'ha, individuano lo stile di pace da assumere ogni giorno nel rapporto con gli altri. Unità, forza, coraggio, amore e pace danno frutti oltre ogni limite. Testimoniano poi a tutta la comunità come farsi prossimo.
Prima Tappa 15/1/2000 (Prima parte)
6/8 - 9/11
LAVORI IN CORSO
Scopo
Il ragazzo individua quegli atteggiamenti e quelle situazioni che non permettono a sé stesso e agli altri di vivere l'esperienza della gioia (ISOLAMENTO, EGOISMO, ecc. ).
Attività
Dopo la lettura della storia (obbligatoria) il Gran Ciambellano, ed il Re (2 educatori) proporranno ai ragazzi il campanile più alto di Borgo ACR. Il campanile, come nella storia, è simbolo di quella chiusura e mancanza di unità che caratterizza la vita delle contrade di Borgo ACR non permettendo agli abitanti di vivere la gioia autentica. I ragazzi, attraverso una MEGA - TOMBOLATA, indetta dal Re, potranno conquistare i mattoni per l'edificazione della torre.
I PARTE: Ad ogni ragazzo sarà consegnata una "cartella" suddivisa in 6 parti su ognuna delle quali dovrà riportare una situazione di infelicità (e quindi di non pace) di cui è stato protagonista o testimone.
II PARTE: Il Re procederà all'estrazione di atteggiamenti, precedentemente stabiliti, che dovranno in qualche modo corrispondere alle situazioni che i ragazzi avranno riportato sulle loro cartelle. Quando il ragazzo pensa di poter ricondurre l'atteggiamento estratto
ad una sua situazione, dopo averla letta, potrà "porre il fagiolo sulla casella".
I premi (mattoni) saranno distribuiti su più ambi, terni e tombole, in modo tale che ciascuno riesca ad innalzare la propria torre.
III PARTE: Al termine dell'estrazione i ragazzi procederanno alla costruzione del campanile.
ATTEGGIAMENTI DA INSERIRE NEL BUSSOLOTTO
Egoismo, isolamento, esclusione, non ascolto, indifferenza, pregiudizio, pigrizia. orgoglio...
Si consiglia vivamente di inserirne altri secondo le diverse realtà di gruppo, per far sì che buona parte delle situazioni dei ragazzi trovino corrispondenza. L'educatore dovrà spiegare l'atteggiamento estratto, con opportuni esempi, tale da renderlo facilmente riconducibile alle situazioni.
PREMI
Per i premi consigliamo di preparare più ambi, più terni, più tombole, affinché siano tutti pagabili.
CARTELLONE
Per quanto riguarda il cartellone si consiglia di appendere gli atteggiamenti estratti su un cartoncino man mano che li si estrae in modo tale da tenerli fissati fino alla fine dell'incontro.
SUGGERIMENTO PER I GRUPPI DEI 6/8
Si consiglia di non far scrivere le situazioni ai ragazzi, bensì di preparare cartelle pre- compilate!!!
Prima Tappa 22/01/2000 (Seconda parte)
6/8-9/11
L'ACCIERRINO CAMPANARO
Scopo
Il ragazzo si rende conto che può superare le situazioni d'infelicità scoprendo che la gioia di tutti si raggiunge guardando l'altro come fratello perché figli dello stesso Padre.
Attività
I ragazzi, entrando in saletta, troveranno i loro campanili abbattuti! Cosa sarà successo? L'educatore spiegherà che le torri erano state innalzate con materiale scadente, riproponendo un breve confronto sui mattoni simbolo dei loro atteggiamenti negativi.
Ma il Re di Borgo ACR fa notare giustamente che non sono i campanili che contraddistinguono una contrada, bensì la sua campana: in una giornata nebbiosa, infatti, i campanili possono non vedersi, mentre il suono delle loro campane arriva ovunque. Compito dei ragazzi, assegnato loro dal Re, è quello di conquistare la campana, simbolo dei loro atteggiamenti positivi. Sarà importante far capire come questi ultimi siano ciò che ci rende uniti e disponibili all'altro. Nelle nostre diversità, come le campane suonano rintocchi diversi, tutti abbiamo qualità e modi d'essere positivi e che, solo mettendoli in pratica con i nostri compagni di vita, possiamo guardarli come fratelli e riconoscerci figli dello stesso Padre. Come conquistare una campana se non con il
"GIOCO DELLA CAMPANA" ?!?
L'educatore preparerà uno o più percorsi del gioco; su ogni casella sarà posta una situazione negativa individuata nell'attività precedente (sulla cartella della tombola).
Ora il ragazzo, prima di poter procedere, dovrà ribaltare tale situazione in positiva e trovarne anche l'atteggiamento (sempre positivo). Solo alla fine del percorso il ragazzo riceverà una campana simbolo del suo impegno a tenere comportamenti ed atteggiamenti che favoriscono la gioia propria e dei suoi fratelli. Quando tutti avranno conquistato la loro campana il Re farà notare che non ci sono più campanili dove appendere le campane! E' necessario, ora, un posto che tutti gli abitanti di Borgo ACR conoscano ed amino: quale luogo migliore, se non la Casa del Padre, dove tutti siamo stati battezzati?
I ragazzi, dopo aver unito fra loro le campane, le depositeranno insieme, quasi a formare un'unica campana, sotto l'altare a simbolo del loro riconoscersi figli dello stesso Padre, pur nella loro diversità e debolezza ma capaci di atteggiamenti fraterni.
ATTENZIONE!!!!!!
Man mano che il ragazzo trova atteggiamenti positivi è necessario costruire un cartellone simile a quello dell'attività precedente che possa contenere gli atteggiamenti emersi dal GIOCO DELLA CAMPANA.
Preparare dunque preventivamente: percorso, tabellone e campane!!!
Seconda Tappa 29/01/2000
6/8 – 9/11 – 12/14
CINEFORUM
Scopo
Durante la serata i ragazzi si ritroveranno a vegliare la pace. Con l'attività di "Cineforum" vogliamo scoprire e valorizzare tutte quelle persone che operano in situazioni di disagio. Come nel GOBBO DO NOTRE DAME la zingarella Esmeralda accetta la diversità di Quasimodo, come nella GABBIANELLA E IL GATTO, il gatto si prende cura del piccolo uccellino insegnandogli a volare e PATCH ADAMS riesce a portare la gioia nelle corsie di un ospedale, così nella serata i ragazzi assegneranno il Nobel Pace ACR a chi ha donato il proprio tempo libero come tempo di pace.
Che ne dite di creare anche noi una casa per accogliere e donare gioia ai più poveri? Durante la veglia raccoglieremo aiuti per far nascere la casa accoglienza "ZAREPTA".
METTIAMO ANCHE NOI IL MATTONE DELL'A.C.R.!!!
FILM CONSIGLIATI:
6/8 - 9/11
Il Gobbo di Notre Dame
La Gabbianella e il gatto
12/14
Patch Adams
Terza tappa O5/02/2000
6/8 - 9/11
COME SUONO LA CAMPANA?
Scopo
Il ragazzo, individuando nei suoi atteggiamenti positivi, corrispondenze con le Beatitudini, scopre l'attualità di esse nella costruzione di un mondo migliore.
Attività
Ora che abbiamo le nostre campane, simbolo dei doni che tutti abbiamo ricevuto e degli atteggiamenti positivi che potremmo e dovremmo vivere, impariamo a suonarle. Come riuscire a mettere in pratica tutte queste nostre qualità? Vivendole alla luce dell'insegnamento di Gesù. A tale scopo sarà organizzata dal Re una lotteria con la quale i ragazzi saranno invitati a confrontare i loro atteggiamenti con le Beatitudini (Mt. 5, 3-11) di Gesù. L'educatore prepara, in precedenza, una serie di bigliettini su ciascuno dei quali scrive una Beatitudine. Durante l'incontro queste saranno sorteggiate dai ragazzi stessi che, le leggeranno troveranno la migliore corrispondenza con uno dei loro atteggiamenti corretti individuati nell'attività precedente.
Beatitudine ed atteggiamento corrispondente saranno così inseriti nel "MANUALE DELL'ACCIERRINO CAMPANARO" che l'educatore avrà prima preparato (su di esso saranno posti nella pagina interna, da una parte le Beatitudini estratte e dall'altra il comportamento che il ragazzo gli ha associato).
A questo punto i ragazzi hanno capito come suonare la campana, come vivere a fondo lo stile del Vangelo nella vita di tutti i giorni, aprendosi ai fratelli e impegnandosi per la costruzione di un mondo più giusto e più puro.
ATTENZIONE!!! CONSIGLI UTILI!!!
1. Potrebbe essere utile leggere il "Discorso della montagna" (Mt 5, 1-12) all'inizio dell'incontro.
2. Il manuale potrebbe essere così strutturato:
Primo foglio A4: foglio esterno solo con la copertina
Secondo foglio A4 (prima pagina): Brano del Vangelo
Secondo foglio A4 (seconda pagina): Beatitudini
Secondo foglio A4 (terza pagina): Atteggiamenti positivi
N.B..: Piegare i due fogli uno dentro l'altro per ottenere l'effetto quaderno.
Terza tappa 12/02/2000
6/8 - 9/11
PER CHI SUONO LA CAMPANA?
Scopo
Il gruppo scopre, sollecitato da un testimone, di dover "suonare a festa" la sua campana fino a coinvolgere chi è bisognoso di gioia diventando strumento dell'amore di Dio.
ATTIVITÀ
Il re invita tutti i sudditi a scendere in piazza per un grande torneo cavalleresco indetto in onore dell'ospite (il testimone) giunto a corte. I ragazzi incontrano, per una breve testimonianza (max. 10-15 minuti) una persona che faccia scoprire loro, la presenza di persone bisognose di gioia e la possibilità di compiere gesti concreti di amicizia e solidarietà. I ragazzi in coppia (un cavallo e un cavaliere) si cimenteranno in una sorta di Giostra della Quintana.
Svolgimento (per capire bene consigliamo di scaricare il file impaginato)
1. PARTENZA/ARRIVO
2. I ragazzi pescano da un cestino posto su un tavolo un cartoncino sul quale è riportata una situazione di una delle persone bisognose di gioia menzionate dal testimone (qualora il testimone non fosse reperito dalla parrocchia l'attività può svolgersi ugualmente e le situazioni sui cartoncini riguarderanno persone bisognose di gioia conosciute dai ragazzi negli ambienti di vita.
3. Al punto 3 sarà presente un tavolo su cui i ragazzi potranno compilare il cartoncino impegnandosi in una proposta concreta per riportare il sorriso a chi l'ha perduto. Arrivati a questo punto i ragazzi suonano la campana (che si troverà sullo stesso tavolino del punto 2) e depositano l'impegno in un altro cestino.
• VARIANTE 6/8
1. Si consiglia di preparare 3 possibili risposte concrete tra le quali il ragazzo sceglierà quella a lui più congeniale.
2. L'educatore fungerà da cavallo.
• PER TUTTI
Si consiglia un cartellone su cui riportare gli impegni concreti proposti dai ragazzi nelle diverse tornate. Il testimone commenterà le proposte dei ragazzi tirando le conclusioni.
Prima Tappa (16 gennaio 2000) - (22 gennaio 2000)
12/14
Scopo
E' importante prendere coscienza delle qualità che ognuno possiede per contribuire alla costruzione di un quartiere di Borgo A.C.R.
Non si può delegare ad altri il compito di rendere più accoglienti i nostri quartieri.
1° parte - 15 gennaio2000
"IO SPERIAMO CHE ME LA CAVO"
Ai ragazzi verranno consegnate due piccole storie: la prima tratta dalla "Preghiera della rana" di A. De Mello e l'altra da "Io speriamo che me la cavo".
«C'era una volta un uomo intento a costruirsi la casa. Voleva che fosse la casa più bella, calda e accogliente dei mondo. Vennero a chiedere il suo aiuto perché il mondo stava andando a fuoco. Ma a lui interessava la sua casa, non il mondo. Quando finalmente ebbe finito, scoprì che non c'era più un pianeta su cui posarla». (A. DE MELLO, La preghiera della rana)
«Si chiama Arzano. A Arzano sono tutti sporchi, non si lavano; le strade sono tutte sgarrupate, i palazzi vecchi e terremotati, c'è solo munnizzia. A Arzano non c'è niente di nuovo, è tutto vecchio. Non c'è verde, non ci sono fontanine, i palazzi se ne cadono fraciti. A Arzano ci sono un sacco di vicoli, che li chiamano vie, ma sono vicoli, io me ne accorgo. C'è via Petrarca che è un vicolo, via Dante che è un vicolo, via Pascoli che è un vicolo. Sono tutti vicoli.
Quando viene la Domenica mio padre dice che ci facciamo in questo paese fetente, andiamocene perlomeno a Napoli! E così ci vestiamo e andiamo a Napoli. Andiamo al bosco di Capodimonte. Facciamo marennà! Poi però quando torniamo stiamo un'altra volta a Arzano. Certi giovani fuori i bar stanno tutti spaparanzati: sono dei banditi! Quelli si pensano che Arzano è tutta loro! Io dico: e tenetevela pure questa città di vicoli e di munnizzia!». (Io speriamo che me la cavo)
Dalla lettura personale delle due storie emergerà un confronto (vedi domande) che permetterà ai ragazzi di focalizzare la loro attenzione sulle situazioni di non pace che esistono nei loro quartieri e non permettono la realizzazione della felicità personale di chi è loro vicino (egoismo tra vicini di casa, indifferenza, povertà, mancanza di dialogo, assenza di giardini per giocare, ecc.).
• Qual è il fuoco che rischia di distruggere il nostro quartiere, paese o città?
• Cosa ci impedisce di interessarci del nostro contesto sociale?
• Quella descritta dai ragazzi di Arzano è, spesso la situazione di molti nostri quartieri. Che tipo di riflessione ha suscitato in te?
• Com'è il paese o il quartiere in cui vivi? Prova a descriverlo.
I ragazzi si accorgono che le situazioni emerse fanno anche parte della loro vita ma c'è la possibilità di potenziare o acquisire qualità che permettono il raggiungimento della felicità. Si propone il gioco dell'asta: l'educatore sarà il banditore.
«Vi propongo un'asta molto interessante durante la quale potrete scegliere tra un gran numero di qualità personali che vi verranno offerte. Affinché non interveniate all’asta completamente impreparata, vi consiglio di riflettere sulle qualità che avete imparato ad apprezzare ne! corso della vita così che sono diventate parte integrante di voi e che utilizzate per così dire naturalmente. Contemporaneamente rifletterete sulle qualità che vi piacerebbe acquisire o potenziare. Prendete nota su un foglio di ciò che vi viene in mente a questo proposito. Avete 5 minuti a disposizione... Il tempo è scaduto, preparatevi all'asta.
Ecco le regole del gioco: ho qui una serie di schede; su ognuna c'è scritta una qualità personale. Provate ad aggiudicarvi le qualità che volete, calcolando che ogni qualità viene offerta una sola volta. Affinché ogni partecipante abbia lo stesso capitale iniziale, comincerete tutti con 100 punti che vi serviranno a prendere parte all'asta. Siete padroni di amministrare i punti come volete e di decidere il limite di offerta per ogni qualità. Su ogni scheda che vi aggiudicate scrivete il numero di punti dati in cambio. In questo modo potete sempre tenere sotto controllo il vostro capitale. L'asta termina quando finiscono le schede o se i partecipanti non sono più interessati alle schede rimaste».
Avete capito le regole del gioco?
Atteggiamenti da scrivere sulle schede: capacità di decisione, sicurezza di sé, attenzione, sincerità, lealtà, coraggio, gusto dell'avventura, curiosità, capacità di entusiasmarsi, generosità, capacità di manifestare la gioia, ottimismo, disponibilità al gioco e all'ozio, fiducia in se stessi, puntualità, disponibilità ad aiutare il prossimo, capacità di ammettere i propri errori, rispetto di sé, spontaneità, senso di responsabilità, senso di giustizia, accettazione dei valori (capacità di rispettare i valori propri e altrui), umorismo.
2° parte - 22 gennaio
“CON TUTTI DI PIÙ”
Ogni ragazzo riprende in mano gli atteggiamenti conquistati all'asta e si confronta sulle motivazioni della scelta. Si leggerà, poi, insieme, la testimonianza di un giovane che ha deciso di cambiare la sua città occupandosi di coloro che la società considera ultimi, restituendo così ad ognuno la dignità umana. I ragazzi verranno divisi in gruppetti e saranno invitati a descrivere il quartiere - paese nel quale vorrebbero vivere. Dopo questo piccolo confronto ci si ritroverà insieme per preparare una carta delle leggi di Borgo A.C.R. grazie alla quale dovrebbero scomparire le situazioni di non pace ed emergere che ognuno può dare il proprio contributo alla costruzione della Casa perché figli dello stesso Padre. Si conclude l'incontro con la lettura del Vangelo di Luca 10,25-37 (Parabola del buon Samaritano) dal quale emergerà che amare è mettersi a servizio degli altri non secondo il gusto delle nostre preferenze ma a misura dei loro bisogni, è farsi prossimi a ogni uomo, solo così la campana di Borgo A.C.R. potrà suonare rintocchi di pace.
Per il confronto: Mettete di fronte a voi sui pavimento le schede delle qualità comprate all'asta e fatevi le seguenti domande: avete utilizzato il capitale a vostra disposizione in modo tale da essere soddisfatti? Avete acquistato le qualità adatte a voi e che ritenete importanti? Che rapporto c'è tra le varie qualità? Che miscela di qualità avete comprato? Perseguono tutte lo stesse scopo? Si completano tra loro? Annotate ciò che avete scoperto di voi stessi... Avete 5 min. a disposizione.
Testimonianza:
"Sono Biagio Conte, un fratello, che giunto ad un certo momento della sua vita, stanco di tutte le sue ingiustizie quotidiane, ha deciso di staccarsi da tutto. La mia vita per tanto tempo è stata normale.
Ad un certo, abbandonata la scuola, andai a lavorare con mio padre. Durante il lavoro, girando per i vari quartieri di Palermo, mi accorgevo delle tante difficoltà e miserie esistenti. Vedevo giocare tanti bambini in mezzo all'immondizia e ai detriti, tanti anziani soli. Tanti senza la casa, senza niente. Fu allora che lasciai tutto per donare la vita ai poveri. In un primo momento decisi di andare a vivere da solo, sulle montagne, all'interno della Sicilia. Ho voluto vivere in silenzio, staccato da tutto e da tutti. In questi luoghi, in mezzo alla natura ho trovato quello che non riuscivo a trovare in una città dove vivevo pensando di avere tutto, invece scoprii di essere vuoto internamente, di essere infelice. Ho vissuto, in un primo periodo, da eremita, dopo lasciai quel luogo per affrontare un viaggio che mi portò fino ad Assisi. Ho attraversato diverse regioni, vivendo di totale carità. Sono stato un paio di giorni ad Assisi per scoprire i luoghi dove Francesco ha donato e dedica la vita ai poveri. Poi feci ritorno a casa per riabbracciare mia madre. Ritornato a Palermo speravo che qualcosa fosse cambiato in meglio, ma ritrovai gli stessi problemi di prima, anzi più grandi. Subentrò in me un momento di indecisione. Volevo andare in Africa a fare il missionario, invece ho sentito qualcosa che mi bloccava qui nella città di Palermo. Cominciai nei quartieri più poveri con i giovani e i bambini. Una sera, in silenzio, mi organizzai uno zaino con termos di latte caldo e the, panini e un sacco a pelo e mi avviai verso la stazione centrale di Palermo, rifugio di quelli che vengono chiamati barboni, alcolisti, vagabondi, ma che io chiamo fratelli. Ogni sera vivevo con loro sotto i portici della stazione, pian piano ho cercato di instaurare con loro un rapporto di amicizia. Iniziai allora uno sciopero della fame per affermare un dovere: offrire un riparo a questi fratelli. Dopo tante proteste ottenni un piccolo locale dove era possibile ospitare solo dieci fratelli. Allora puntai l'attenzione su un vecchio disinfettatoio comunale, ne chiesi l'affidamento alle autorità, ma ancora una volta non mi risposero. Il 17 maggio 1993 occupai la struttura e iniziai il secondo digiuno.
Ho rischiato la vita, ma dopo dodici giorni siamo entrati tutti, i miei fratelli ed io. Abbiamo cominciato a ripulire tutto l'edificio. Ora la ricostruzione è a buon punto. Adesso è nata finalmente la tanta attesa Missione femminile, inaugurata l'8 dicembre sotto la protezione dell’Immacolata Concezione".
Terza tappa 05/02/2000
12/14
“TUTTA LA VITA È UN DONO”
Scopo
I ragazzi attraverso il messaggio evangelico delle Beatitudini comprendono che esistono dei valori che ci permettono di rispettare la vita come dono di Dio e di costruire un mondo più giusto e più buono.
ATTIVITÀ
I ragazzi leggeranno il brano evangelico delle Beatitudini (Mt. 5,1-12). Ciascun ragazzo rifletterà personalmente sulla capacità di ognuno di vivere le Beatitudini evangeliche (questo potrebbe essere il momento di preghiera iniziale). Dopo questo breve momento si riprenderà in mano la legge di Borgo ACR, cercando di cogliere in essa lo stile delle Beatitudini, uno stile che diventa inno alla vita. Il confronto si svolgerà attraverso un gioco: "trasportatevi con la fantasia in quel paesino da noi tutti chiamato Borgo ACR. Immaginatevi di essere quella moltitudine ai piedi della montagna. Il compito di ciascuno sarà quello di trasferire a Borgo ACR i valori più importanti detti da Gesù sul monte. Avete davanti la scelta tra 14 diversi valori. A quali valori dareste particolare importanza? Metteteli in ordine in modo da dare il valore 1 a quello che ritenete più importante e 14 a quello meno."
TABELLA VALORI: libertà, amore, salute, pace, giustizia, uguaglianza, purezza, semplicità, vita familiare felice, istruzione responsabilità, sincerità, coraggio, allegria.
Dopo circa 10 minuti si darà lo stop e si stilerà una classifica finale che riassumerà la graduatoria di tutti.
Questa classifica verrà confrontata con la legge di Borgo ACR che dovrebbe rappresentare le Beatitudini evangeliche (la carta potrebbe essere anche stravolta!). Dobbiamo far capire ai ragazzi, durante l'attività, che le beatitudini, i valori che ne derivano, la legge di Borgo ACR rappresentano il valore assoluto della vita, questo grande dono che il Signore ci ha fatto.
Il Signore, però, per vivere pienamente il suo messaggio ci chiede di farci prossimi, come essere allora dei veri missionari nei nostri quartieri, pronti a testimoniare ciò che il Signore annuncia nelle Beatitudini? Lo scopriremo nella prossima tappa.
Quarta tappa 12/02/2000
12/14
“LIBERI DI VOLARE”.
Scopo
I ragazzi comprendono che non possono rimanere con le mani in mano, ma che occorre essere testimoni per far giungere a tutti la Buona Novella di Cristo.
ATTIVITÀ
Si inviteranno nel gruppo una coppia di sposi che vive un'esperienza forte di missionarietà (affido, adozione, adozione a distanza, ospitalità ai bambini della Russia) oppure un testimone che si è particolarmente messo a servizio nel mondo dei ragazzi (insegnante di sostegno, volontari per portatori di handicap). Dopo essersi presentato, il testimone leggerà uno scritto del vescovo Tonino Bello e prenderà spunto per "contare" tutte le volte che è stato "compagno di volo". Proporrà ai ragazzi un'attività per scoprire come essere missionari.
Quando tutti avranno finito il testimone proverà a far "contare" le ali che hanno lasciato penzolare (amici in difficoltà che non hanno aiutato, tutte le volte che non sono stati capaci di essere dono per gli altri). A questo punto il testimone chiederà ai ragazzi di diventare compagni di volo attraverso un impegno di missionarietà concreta (ogni parrocchia valuti quale impegno sia più idoneo per i ragazzi sul territorio in cui vivono). Solo così le campane di Borgo ACR potranno suonare all'unisono melodie di pace.
Materiale per attività
1. Scriveva il vescovo Don Tonino Bello: "Ho letto da qualche parte che gli uomini sono angeli con un'ala soltanto: possono volare solo rimanendo abbracciati. A volte oso pensare, Signore, che anche tu abbia un'ala soltanto. L'altra la tieni nascosta: forse per farmi capire che anche tu non vuoi volare senza di me. Per questo mi hai dato la vita: perché io fossi tuo compagno di volo, Vivere è stendere l'ala con la fiducia di chi sa di avere nel volo un partner grande come te... Ma ti chiedo perdono, Signore anche per tutte le ali che non ho aiutato a distendersi. Per i voli che non ho saputo incoraggiare. Per l'indifferenza con cui ho lasciato razzolare nel cortile, con l'ala penzolante, il fratello che avevi destinato a navigare nel cielo. E tu l'hai atteso invano, per crociere che non si faranno mai più..."
2. Scegli le cinque affermazioni che sembrano tradurre meglio le difficoltà a credere e ciò che occorre per essere missionari.
Come essere missionari?
Si può anche non credere in Dio perché:
Non mi interessa
Sono contrario
Robe da bambini
Manca grinta
Troppo impegnativo
Che roba è?
Sono tutte chiacchiere
Basto a me stesso
Non sopporto i preti
Chi crede è peggio
Dio! Chi l'ha mai visto?
La fede e' troppo complicata
Tanto, non mi serve
Credo senza tante storie
Ci sarà bene qualcuno
Parliamo due lingue diverse
Per essere missionari occorre:
Capacità personali
Organizzazione
Convinzione
Dialogo
Strutture
Annuncio
Selezionare
Facilità di parola
Esempio
Spalle coperte
Comunità cristiane
Preti
Soldi
Potere
Servizio
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