
ore 21.30
Nobel PACE ACR 2006 - Diocesi di Ascoli Piceno
Il Santo Padre ha ricordato in questo anno all’Azione Cattolica che la chiesa ha bisogno della sua presenza. La chiesa e la comunità hanno bisogno di una Azione Cattolica viva, forte e bella.
Una Azione Cattolica che “vada incontro alle esigenze del nostro tempo, con quella libertà tipica di chi si lascia guidare dal soffio dello Spirito e tende con forza ai grandi ideali”.
Il santo Padre invita l’AC ad “essere nel mondo una presenza profetica, promuovendo quelle dimensioni della vita spesso dimenticate e perciò ancora più urgenti come l’interiorità e il silenzio, la responsabilità e l’educazione, la gratuità e il servizio, la sobrietà e la fraternità, la speranza nel domani e l’amore alla vita. Ad operare efficacemente perché la società di oggi recuperi il senso vero dell’uomo e della sua dignità, il valore della vita e della famiglia, della pace e della solidarietà, della giustizia e della misericordia.”
Tutto ciò - afferma il Santo Padre - è possibile “avendo l’umile audacia di fissare il tuo sguardo su Gesù per far ripartire da Lui un autentico rinnovamento”. “Azione Cattolica”, conclude il Santo Padre, “non avere paura! Tu appartieni alla Chiesa e stai a cuore al Signore, che non cessa di guidare i tuoi passi verso la novità mai scontata e mai superata del Vangelo.” (dal discorso del Santo Padre all’XI Assemblea Nazionale – 26 aprile 2002)
E’ con questo meraviglioso invito del Papa, che vogliamo iniziare a spiegare il perché di un Nobel per la pace ACR e di questa grande avventura che ci vede impegnati già da qualche hanno e che vuole proseguire sempre più forte e viva.
Un’AC che deve promuovere dimensioni di vita spesso dimenticate come la responsabilità, l’educazione, la gratuità, il servizio, la fraternità, la speranza nel domani e l’amore alla vita, è un’AC che non può non impegnarsi per costruire una cultura di pace e di giustizia nei nostri gruppi, nelle nostre famiglie, nelle nostre comunità, nelle nostre città.
La pace si costruisce lanciando ponti fra le diversità, costruendo dei passaggi percorribili che restringano le distanze e aprano un canale di comunicazione facendo spazio al dialogo, all’incontro, al perdono, all’accoglienza, alla solidarietà…
In una società come la nostra, interculturale, multi-etnica, interreligiosa, estetica, “diverso” è colui che è fragile, che non ha le potenzialità “normali”, che ha un diverso colore della pelle, che proviene da una cultura diversa, che professa una religione diversa, che parla una lingua diversa, che è più bravo di me, che la pensa in modo diverso anche se è “come me”….
Costruire la pace è costruire anche con fatica una vera convivenza pacifica e fraterna fra le diversità.
Pensiamo che sintonizzare i ragazzi con quanti nel mondo operano e pregano per la pace è impegno di alto contenuto educativo e missionario. La scoperta delle esigenze legate alla pace impegna i ragazzi a farsi quotidianamente suoi costruttori.
Eh si, perché l’Azione Cattolica sa che i sui Ragazzi possono essere dei grandi costruttori di pace, ecco perché affida il progetto di questo Nobel alla loro riflessione, al loro impegno, al loro cuore, alle loro mani, alla loro preghiera.
Il Papa, rivolgendosi ai bambini, ha affermato:”conto molto sulle vostre preghiere, quante sofferenze tanti bambini hanno sperimentato in questo secolo e quante molti di loro continuano a subire… meditando su questi fatti, che colmano di dolore i nostri cuori ho deciso di chiedere a voi, cari bambini e ragazzi, di farvi carico della preghiera per la pace. Lo sapete bene: l’amore e la concordia costruiscono la pace, l’odio e la violenza la distruggono”. dalla lettera del Papa ai Bambini - 1994
La costruzione di ponti fra le diversità sarà l’impegno concreto dei ragazzi del passaggio per i prossimi tre anni:
1 Anno 2003-2004 : I DIVERSAMENTE ABILI
Il 2003 è stato l’anno europeo del DISABILE. L’AC non può dimenticare tutti quei bambini, quei ragazzi e quegli adulti che per un motivo o per un altro non possono vivere in piena libertà perché costretti a trascorrere la loro vita su una sedia a rotelle o quant’altro. L’AC ha il dovere, come dice il Santo Padre, di risvegliare le coscienze e aprire gli occhi, pertanto deve risvegliare i sentimenti di uguaglianza, fratellanza e solidarietà che magari nei confronti di queste persone sono un po’ sopiti. Vogliamo raccogliere l’invito di Gianni Ficerai fattoci alla tavola rotonda a Marzo, ricordate?
2 Anno 2004-2005 : DIVERSITA’ CULTURALI E RELIGIOSE
Le culture e le religioni sono sempre più “mescolate” ma allo stesso tempo diventa sempre più difficile la convivenza e il rispetto reciproco. I ragazzi si impegneranno per costruire… un’armonia di colori rifiutando la logica della guerra come soluzione di conflitti e facendosi ambasciatori di pace per i loro coetanei vittime del pregiudizio, della cattiva informazione, della poca conoscenza, della paura, della diffidenza, della povertà, della solitudine.
3 Anno 2005-2006 DIVERSI…VICINI
Obiettivo
Spesso il più lontano è quello più vicino, il compagno di banco, il vicino di casa, il compagno di giochi, un fratello. Si parla la stessa lingua ma non ci si capisce, non ci si vuol capire… La pace passa per la concretezza della vita e delle scelte quotidiane. I ragazzi si fanno promotori di scelte quotidiane di pace, di giustizia, di perdono, di ascolto. Sono i piccoli passi che possono aiutare i nostri ragazzi ad essere loro per primi “ambasciatori di pace”!.
A chi è rivolto il Progetto
Il premio Nobel ACR è rivolto a tutti i ragazzi.
I profili delle candidature vanno presentati su un qualsiasi supporto che ne permetta la valutazione (libro, cartellone, video, DVD, audiocassetta e tutto quello che suggerisce la fantasia!)
Tutto il materiale sarà visionato da una commissione 14enni di ragazzi di Azione Cattolica che sceglierà chi sarà l’assegnatario del Nobel.
Requisiti per la candidatura
Una ragazzo di massimo 14 anni, o un gruppo di ragazzi, della nostra diocesi, che si è distinto per azioni quotidiane concrete di costruzione di ponti di pace.
Termini di Scadenza
Il lavoro è forse a prima vista semplice, ma preghiamo gli educatori di fare attenzione ad una possibile banalizzazione.
Vi chiediamo di far pervenire tutto il materiale sotto forma di fascicolo, video, giornalino e chi ha più fantasia la esprima, entro il 4 FEBBRAIO 2006 ore 17 a:
Azione Cattolica Diocesana - Comitato “Nobel Pace ACR” -
Presso la Sede Diocesana - 63100 Ascoli Piceno
L’11 febbraio sarà il grande giorno.
Dopo la Festa della Pace, tutti i partecipanti al Nobel, tutti i ragazzi di AC e il vincitore si ritroveranno alle ore 20.30 (il luogo è ancora da definire) per dare vita ad una veglia di preghiera per la pace aperta a tutta la città presieduta da Sua Eccellenza Silvano Montevecchi, vescovo di Ascoli Piceno.
Durante la veglia sarà assegnato il fatidico Nobel. Ma non finisce qui.
Entriamo nel vivo:
Nobel Pace ACR 2005-2006
Un po’ di chiacchiere … forse utili per entrare meglio nello spirito dell’attività …
“Così se la pace è un oceano, ognuno di noi sia una goccia.
Se la pace è il vento, ognuno di noi sia un soffio.
Se la pace è una fiamma, ognuno di noi sia una scintilla.
Infatti la pace la costruiamo noi, la pace siamo noi.
La pace è impegno, perdono, comprensione, serenità, dialogo.
E’ incontro, accoglienza, benevolenza. E’ amore.
La pace siamo noi, quando riconosciamo in ogni persona, il volto di un fratello.
La pace siamo noi, quando superiamo il nostro egoismo e usciamo dai piccoli spazi dei nostri calcoli e dei nostri interessi.
La pace siamo noi, quando apriamo i nostri cuori verso gli orizzonti chiari e infiniti dell'amore.
La pace è saper accogliere tutti con cuore semplice, sincero, generoso.
Giovani, siete voi la pace, siamo noi la pace. E la pace è possibile e vera, solo se noi la vogliamo.
Portiamola là dove viviamo.
Se tutte le ragazze, se tutti i ragazzi, se tutte le giovani e i giovani del mondo fossero sinceri portatori di pace, si farebbe tutti insieme una grande rivoluzione, una rivoluzione immensa, la sola rivoluzione vera, quella dell'amore.
Partiamo con nel cuore la pace e costruiamola là dove viviamo: in famiglia, nella scuola, sul lavoro, nel nostro gruppo, nella nostra società sportiva, sulla strada, ovunque.
Beati i costruttori di pace: beato chi sconfigge la violenza con l'amore; chi combatte l'egoismo con la generosità; chi imprigiona la cattiveria, aprendo il proprio cuore.
Non è facile essere costruttori di pace. Ma è un dovere e se ne facciamo l'esperienza, siamo nella gioia. Perché la pace è libertà, e la libertà è aprire noi stessi verso l'orizzonte infinito della vita.”
Da questo discorso parte la nostra riflessione.
In questo triennio abbiamo viaggiato nella pace, attraversando diversi ponti.
Abbiamo scoperto quanto è importante costruire ponti tra le diversità, ma a voler guardare le cose a fondo, si deve riconoscere che la pace non è tanto questione di strutture, di associazioni, di organizzazioni, ma quanto di persone. Strutture e procedure di pace sono certamente necessarie e fortunatamente sono spesso presenti. Esse sono il frutto della saggezza e dell'esperienza accumulata lungo la storia mediante innumerevoli gesti di pace, posti da uomini e donne che hanno saputo sperare senza cedere mai allo scoraggiamento.
Il Cardinale Tettamanzi ripropone a tutti l’appello del Papa Giovanni Paolo II all’Angelus del 23 febbraio 2003 ad essere «sentinelle della pace, nei luoghi in cui viviamo e lavoriamo», vigilando «affinché le coscienze non cedano alla tentazione dell’egoismo, della menzogna e della violenza».
Per essere autentiche “sentinelle della pace”, dobbiamo lasciarci guidare dalla voce della coscienza, nel suo compito di discernimento e di decisione operosa.
La voce della coscienza ci chiede di “discernere”, ossia di riconoscere e giudicare, nella verità, i valori e le esigenze delle persone e dell’ordine sociale. Esprimiamo, dunque, un “sì” convinto alla pace e a tutto ciò che è necessario perché si realizzi e, insieme, un “no” deciso a quanto la turba o la distrugge. Per non cadere, però, in uno scorretto pacifismo, è necessario:
– educare la propria coscienza, conoscendo e approfondendo la dottrina sociale della Chiesa sulla pace e sulla guerra;
– evitare ogni reazione emotiva e irrazionale di fronte alle posizioni che emergono su questi problemi;
– essere attenti e critici nei confronti delle possibili manipolazioni della verità da parte dei mass media.
La voce della coscienza ci spinge anche ad “agire”. È necessario impegnarci a “fare” opere di pace. Sì, la pace va fatta: in casa, nella scuola, sul lavoro, in ogni ambiente della vita sociale, a livello politico, in ambito nazionale e internazionale. Va fatta da tutti, nessuno escluso, perché la pace – oltre che dai responsabili dei popoli e delle nazioni – dipende anche da ciascuno di noi! Seminiamo, dunque, “gesti quotidiani di pace”, coltivando atteggiamenti di sincerità, di stima e di accoglienza dell’altro, di pazienza e di generosità, di amore e di perdono.
E allora cosa vogliamo fare?
Adesso tocca a te, sì proprio a te, ragazzo di ACR!
Ecco perché L’Azione Cattolica dei Ragazzi ha pensato di far vivere in questo anno a tutta l’ACR questo Progetto Nobel per la Pace che si svolgerà come segue:
da GENNAIO ALL’11 FEBBRAIO 2006 (sino alla consegna del nobel pace ACR)
Si andrà a guardare, in modo particolare, l’iniziativa concreta di solidarietà e la candidatura del Nobel ACR 2006.
In questo primo periodo tutti i ragazzi scopriranno di essere chiamati ad essere loro stessi “operatori di pace”, con il vicino, il compagno di banco, il vicino di casa, il compagno di giochi, un fratello…
Tante volte si parla la stessa lingua ma non ci si capisce, non ci si vuol capire… proprio con chi ci sta vicino.
La pace passa per la concretezza della vita e delle scelte quotidiane.
La proposta quindi prevede un lavoro parrocchiale con la visione di un film, ( o se preferite la lettura di un libro …….. o qualsiasi altro spunto), affinché i ragazzi discutano su cosa vuol dire andando oltre la banalità o meglio la retorica.
E soprattutto si guardino intorno, valutino se stessi e gli altri vicini (21 gennaio).
Tutto per poi presentare una propria candidatura al proprio gruppo di appartenenza.
Lo stesso gruppo analizzando e discutendo, selezionerà tra tutte una sola candidatura da presentare alla Commissione 14 enni diocesana.
In sintesi:
- sabato 14 gennaio Visione del film (vedi schede proposte)
- sabato 21 gennaio Discussione con la tecnica della Tovaglia Rotante.
Prendere una tovaglia di carta bianca tagliata giusta per il tavolo della saletta che utilizzate. I ragazzi si mettono seduti intorno al tavolo. Seguendo lo schema delle domande di riflessione prendendo spunto dal film visto, l’educatore parte con la 1° domanda e i ragazzi scrivono sulla tovaglia la loro prima risposta, sullo spazio davanti a loro. La tovaglia poi viene fatta girare in modo che le risposte si spostino al compagno vicino, e l’educatore fa la seconda domanda e la risposta viene scritta sotto la prima del compagno precedente e così via… fino a completare le domande.
Alla fine i ragazzi, uno alla volta, leggeranno le risposte che hanno davanti pur non essendo le proprie e non di uno stesso autore.
Suggerimenti di domande:
1. Ti è piaciuto il film?
2. Qual è il personaggio che più ti è piaciuto?
3. In quali personaggi ti identifichi di più?
4. Quale dei personaggi del film secondo te è un vero costruttore di pace? Perché?
5. Cosa vuol dire “vita quotidiana” per te?
6. Come sei con gli altri nella vita quotidiana?
7. Cosa vuol dire nella tua vita quotidiana costruire ponti di pace?
8. Ti è mai successo?
9. Se si, spiega la situazione. Se no, spiega il perché.
10. Chi proporresti per il premio nobel pace 2006? Perché?
Cambiate tutte le domande che volete. Adattatele al film scelto. Importante è far arrivare i ragazzi a parlare, a guardarsi e a guardare intorno, per arrivare ad una candidatura tenendo conto degli obiettivi e delle caratteristiche specificate prima.
Il compito a casa è di pensare ognuno ad una candidatura: di un amico, di un gruppo, di uno sconosciuto ma che sappiamo ……
- sabato 28 gennaio Presentazione di ciascuna candidatura al proprio gruppo e scelta finale di una sola candidatura
- sabato 4 febbraio Preparazione della candidatura scelta dal gruppo (presentazione CD, cartellone …. Da portare in diocesi entro le ore 17,00 massimo.
- sabato 11 febbraio Festa della Pace e Veglia
Un po’ di Storia
Il Premio Nobel per la Pace fu istituito da Alfred Nobel (industriale svedese arricchitosi incredibilmente perché scopritore della dinamite) nel testamento che scrisse a Parigi il 27 novembre 1895, un anno prima della sua morte: “La totalità dei miei beni dovrà essere utilizzata nel modo seguente: il capitale sarà investito dai miei esecutori testamentari in luoghi sicuri e costituirà un fondo il cui interesse dovrà essere ogni anno distribuito, sotto forma di premio, a coloro che, durante l’anno precedente, avranno apportato i più grandi benefici all’umanità. Questo interesse sarà diviso in cinque parti uguali che saranno attribuite nella maniera seguente”: fisica, chimica, medicina, letteratura e, inoltre un premio della pace. Nel 1968 è stato creato un premio Nobel per l’economia sostenuto e finanziato dalla Banca di Svezia. Conformemente al testamento, il premio della pace dovrà essere attribuito annualmente “a colui che avrà agito di più o meglio per fraternizzare i popoli, per l’abolizione o la riduzione delle armate permanenti così come per la formazione e la diffusione di congressi di pace”. E Nobel affidò a un comitato eletto dal Parlamento norvegese la scelta dei vincitori del Premio per la Pace, mentre per gli altri quattro il comitato è scelto dal Parlamento svedese.
Alla sua morte, avvenuta il 10 dicembre 1896, gli esecutori testamentari fecero come indicato da Nobel e, a partire dal 1901, ogni anno, a ottobre, vengono resi noti i vincitori del premio che dal suo fondatore ha preso il nome. La premiazione avviene il 10 dicembre, anniversario della morte di Nobel: a Stoccolma per cinque premi Nobel, a Oslo per quello della Pace.
Il premio Nobel per la Pace, in particolare, è l’unico premio che può essere assegnato, oltre che a persone, anche a organizzazioni. Fino al 1997 è stato assegnato 78 volte e ha “laureato” 103 vincitori (in alcuni anni ci sono stati vincitori ex-equo). In 19 occasioni il Premio non è stato assegnato, principalmente a causa delle due guerre mondiali, ma a volte anche perché il Comitato non ha potuto trovare un candidato degno del Premio; ciò è avvenuto l’ultima volta nel 1972.
Certi della vostra partecipazione vi auguriamo Buon Lavoro
L’Azione Cattolica dei Ragazzi
FILM CONSIGLIATI PER IL NOBEL 2006
Genere:Drammatico
Regia: Ferzan Ozpetek
Interpreti:Barbora Bobulova (Irene), Andrea Di Stefano (Giancarlo), Lisa Gastoni (Eleonora), Massimo Poggio (padre Carras), Camille Dugay Comencini (Benny), Gigi Angelillo (Aurelio), Erica Blanc (Maria Clara), Michela Cescon (Anna Maria), Elisabetta Pozzi (la psichiatra), Caterina Vertova (Angela), Stefano Santospago (Giorgio), Stefania Spugnini (Liliana), Paolo Romano (Alberto), Gianlorenzo Brambilla (Guido).
CUORE SACRO
Nazionalità:Italia
Dur.: 117'
Giudizio: Accettabile/problematico/dibattiti
Tematiche: Adolescenza; Denaro, avidità; Famiglia - genitori figli; Povertà-Emarginazione; Solidarietà-Amore; Tematiche religiose;
Soggetto: Ancora giovane, Irene Ravelli ha ereditato dal padre un'attività immobiliare che ora, insieme alla zia Eleonora, guida con grande vigore e notevole profitto. Dopo la morte della mamma, il palazzo nel centro storico di Roma dove abitava è rimasto vuoto e Irene è ora decisa a trasformarlo per ricavarne tanti mini appartamenti. Un giorno per strada Irene incontra Benny, un'adolescente vivace e irrefrenabile, ladruncola ma anche dedita a portare buste con generi di prima necessità a persone che vivono quasi nascoste. Di lì a poco Benny muore, investita da una macchina mentre scappava. Irene assume su di sè la colpa di quella perdita e cambia del tutto atteggiamento. Entrata in contatto con padre Carras, la donna si affaccia per la prima volta sul mondo di quel volontariato che assiste i bisognosi. Abbandonato il primo progetto, nel palazzo di famiglia viene aperta una mensa per i poveri alla quale Irene si dedica a tempo pieno. Con grande disappunto della zia Eleonora, gli affari vengono del tutto messi da parte. Nella sua discesa verso gli ultimi della società, Irene avverte la necessità di spogliarsi di tutto ciò che possiede, fino a togliersi i vestiti in mezzo alla folla. Portata in ospedale, la psichiatra, dopo un pacato colloquio, stabilisce che Irene non è pericolosa né per sè né per gli altri e può tornare alla vita quotidiana.
Valutazione Pastorale: "Ho tentato di raccontare in forme laiche il bisogno di spiritualità che si sente in questo momento in tutto il mondo. E che magari prende forme di fanatismo, di esclusione dal contesto sociale. E' un film sul 'sacro' che é in tutti noi, ma non religioso". Così Ozpetek definisce l'accostamento che in questa sua nuova opera si verifica tra la protagonista e quella vasta, sommersa realtà dove i poveri abitano accanto ai 'nuovi poveri'. Va detto subito, per evitare equivoci, che il tema è forte, urgente, opportuno. C'è un'ampia fascia di società che vive difficoltà e bisogni crescenti ma non urla, non strepita anzi timidamente resta nascosta, per pudore e forse per un po' di vergogna. E' giusto andare incontro a uomini e donne che ci passano accanto tutti i giorni e non abbiamo tempo e voglia di vedere, ma il percorso deve essere misurato, aderente, condivisibile. La 'follia dell'altruismo' che si impadronisce di Irene avviene per strappi traumatici non sempre coerenti. Troppo saccente quella ragazzina tanto allegra quanto destinata a morte precoce; troppo rapido il passaggio di Irene da un mondo all'altro (perché una cinica donna d'affari entra così presto in crisi? e come mai nessuno all'improvviso la cerca più?). Situazioni e personaggi sembrano costruiti programmaticamente per dirci quello che dobbiamo capire. La Bergman rosselliniana di "Europa '51" cala su Irene e ne limita gli orizzonti, lasciandoci in attesa di momenti realistico-visionari che non arrivano. A prevalere é il taglio didascalico, quasi da testo scolastico. Resta, ed è giusto ripeterlo, l'importanza degli argomenti scelti e trattati comunque con coraggio da Ozpetek, per i quali il film, dal punto di vista pastorale, è da valutare come accettabile, senz'altro problematico e adatto a dibattiti.
LA FABBRICA DI CIOCCOLATO (Charlie and the Chocolate Factory)
Genere:Fiaba
Regia: Tim Burton
Interpreti:Johnny Depp (Willy Wonka), Freddie Highmore (Charlie Bucket), Helena Bonham Carter (mamma di Charlie), Noah Taylor (papà di Charlie), James Fox (padre di Veruca), Christopher Lee (padre di Willy Wonka), David Kelly (nonno Joe), Annasophia Robb (Violet Beauregard), Missi Pyle (mamma di Violet), Julia Winter (Veruca Salt), Philip Wiegratz (Augustus Gloop), Harry Taylor (padre di Augustus).
Dur.: 105'
Giudizio: Raccomandabile/poetico ***
Tematiche: Avventura; Bambini; Cinema nel cinema; Famiglia; Film per ragazzi; Letteratura;
Soggetto: Il piccolo Charlie, figlio di genitori poveri e modesti, trova l'ultimo dei cinque biglietti d'oro nascosti in altrettante tavolette di cioccolato fabbricate dal signor Willy Wonka. Viene così ammesso, insieme ad altri quattro bambini, a varcare i cancelli di quella misteriosa fabbrica di cioccolato ormai famosa in tutto il mondo. Il signor Wonka in persona accompagna il gruppo formato dagli ospiti e dai rispettivi genitori. Il viaggio si snoda attraverso tappe mirabolanti su e giù per strade impreviste, boschi, colline. Ad un certo punto tutti salgono su una barca, raggiungono la stanza delle invenzioni, arrivano all'ospedale delle marionette ustionate, al luogo della TV cioccolosa. A poco a poco, in momenti differenti, quattro bambini sono stati costretti a rinunciare, impediti dagli effetti di qualche gioco nascosto. Resta solo Charlie. A lui Wonka vorrebbe destinare, come premio, la futura proprietà della fabbrica. Ma Charlie rinuncia per restare con la famiglia, i genitori e i nonni. Anzi proprio loro ora invitano a casa Willy e lo fanno sedere alla loro tavola.
Valutazione Pastorale: Il romanzo "Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato" è stato scritto da Roald Dahl nel 1964. La prima versione cinematografica, diretta da Mel Stuart con Gene Wilder nel ruolo del protagonista, é del 1971. Adesso é la volta di Tim Burton. Il regista di "Edward mani di forbice", "Il mistero di Sleepy Hollow", "Nightmare before Christmas", "Big fish" e (dopo) di "La sposa cadavere" incontra un soggetto che é indubbiamente nelle sue corde. Ne deriva infatti una fiaba fantasmagorica, fuori dal tempo, ancora una volta incentrata sul tema del cammino come scoperta di sé e del mondo circostante. Quella certa rigidità prevista dalla struttura viene dal regista ammorbidita e modellata sulle imprevedibili increspature del mondo dell'immaginazione. Il contrasto tra l'adulto Wonka, disulluso ma ancora in cerca del padre e di un rapporto chiarificatore con lui, e il bambino Charlie, desideroso di conoscenza ma non di avventurismo fine a se stesso, sorregge un'ispirazione narrativa docile e insieme robusta che Burton ricama nel segno di un cromatismo raffinato e dolcissimo. Non esiste poi favola senza una morale: che è qui quella della rivalutazione delle cose semplici, del valore della persona, degli affetti autentici. Una spruzzata di dichiarato didascalismo non inficia la bellezza dell'operazione, che conferma in Burton un visionario dedito ad occuparsi della realtà, con la lente deformata del sogno cinematografico. Dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come raccomandabile e senz'altro poetico.
GLI INCREDIBILI - Una normale famiglia di supereroi (The Incredibles)
Genere:Film d'animazione
Regia: Brad Bird
Interpreti:Bob Parr/Mr. Incredibile (voce italiana: Adalberto Maria Merli), Helen Parr/Elastigirl (voce italiana: Laura Morante), Dashiell Parr, Violet Parr, Edna Mode, Jack Jack Parr. Nazionalità:Stati Uniti
Distribuzione: Buena Vista International Italia
Dur.: 120'
Il film é preceduto dal CM. "L'AGNELLO RIMBALZELLO", regia di Bud Lucksy (5').
Giudizio: Accettabile/poetico**
Tematiche: Famiglia; Film per ragazzi;
Soggetto: Da giovane mr.Incredibile stupiva il mondo con le sue imprese che debellavano il crimine. Sono passati quindici anni. Incredibile è tornato ad essere Bob Parr, sposato con Helen (era Elastigirl, anch'essa super), tre figli e un lavoro da impiegato nelle assicurazioni. Bob vuole cambiare. E così quando riceve l'invito a lavorare per il governo, non ci pensa due volte. Senza dire niente alla moglie, accetta l'incarico di andare alla caccia di un robot da combattimento che minaccia il sistema generale della Difesa. La prima volta tutto fila liscio. Ma quando viene chiamato per una nuova missione, Bob non riesce a tenere ancora il segreto. Scopre infatti che a dargli ordini c'é il perfido Bobby, uno che anni prima si era visto rifiutato da Incredibile e ora vuole vendicarsi. L'intera famiglia Parr viene coinvolta e passa grossi rischi, prima che la minaccia venga disinnescata e messa a tacere. I Parr tornano a casa ma restano sempre supereroi.
Valutazione Pastorale: La prima definizione di 'incredibile' andrebbe riferita alla costruzione tecnica di questo che non si sa più se difinire ancora "cartone animato". Gli esperti di nuove tecnologie trovano ampia materia per capire e valutare i procedimenti messi in atto negli studi della Pixar. Il profano può solo deliziarsi con una storia affidata ad immagini di straordinaria duttilità, con personaggi che si muovono svelti, duttili, dinamici, capaci di cento sfumature del viso. Tra avventure e spionaggio, la storia sembra essere quella di una sorta di Sean Connery/007 che dalla quasi pensione torna in attività e sbaraglia tutti. Senza pedanteria e senza retorica, mentre il racconto va avanti, viene descritta la misurata bellezza della vita quotidiana in famiglia, denunciato il cinismo delle compagnie di assicurazione, concludendo che, se é bene non essere supereroi, tuttavia una buona dose di coraggio é necessaria per evitare il prevalere del peggio. Vince la voglia di umanità, vince il bisogno di tranquillità. Ottima fattura, molti spunti per un film che, dal punto di vista pastorale, é da valutare come accettabile e nell'insieme poetico.
IL GRINCH (The Grinch)
Genere:Fantastico
Regia: Ron Howard
Interpreti:Jim Carrey (Grinch), Taylor Momsen (Cindy Ki-Lou), Jeffrey Tambor (il sindaco,Sindaki), Chistine Baranski (Martha-May Ki-Vier, vicina ricca e scic), Molly Shannon (Betty Ki-Lou), Bill Irwin (Lou Ki-Lou), Clint Howard (Kilecco), Mindy Sterling (Clarnella), Rachel Winfree (Rose). Nazionalità:Stati Uniti
Dur.: 100'
Giudizio: Accettabile/semplice
Tematiche: Film per ragazzi;
Soggetto: Da un antro situato sulla cima del monte Crumpit, a nord della cittadina chiamata Kinonsò, un cavernicolo osserva il frenetico viavai degli abitanti, i Nonsokì, che ancora una volta si preparano a festeggiare degnamente il Natale. Il cavernicolo si chiama Grinch ed é scorbutico, fastidioso, sgarbato, soprattutto stufo di questa allegra aria di festa. Nessuno sa perché il Grinch é così irritabile. Di sicuro c'è che, disgustato dall'aria di festa che c'é in paese, il Grinch decide di travestirsi e di portare un po' di disturbo in quell'atmosfera così spensierata. Durante la sua spedizione in città, incontra la piccola Cindy Lou Who, l'unica a pensare che tutti siano troppo presi dagli acquisti e dal trambusto generale e a domandarsi quale sia il vero significato del Natale. Il suo papà, il confuso Lou, direttore dell'ufficio postale, non le é di grande aiuto, mentre la mamma è tutta presa dal tentativo di battere la vicina nella gara di illuminazione che viene organizzata ogni anno. Cindy decide allora di affrontare il problema da sola e cerca di scoprire il più possibile sul Grinch: perché non gli piace la festa e perché tutti lo disprezzano tanto. Così Cindy, con la forza e l'ingenuità della sua giovane età, riesce a a poco a poco a fare cadere le barriere della diffidenza. Gli abitanti di Nonsokì imparano a conoscere un Grinch diverso, e anche lui a contatto con gli altri diventa più affabile. I regali autentici ora possono essere scambiati, e nella cittadina di Kinonsò si celebra finalmente un vero Natale.
Valutazione Pastorale: Theodor S.Geisel scrisse il romanzo "Il Grinch" nel 1957 e nel 1966 ne fu realizzata una versione a cartoni animati soddisfacente per l'autore convinto che non si potesse fare di meglio. Morto Geisel nel 1991, la vedova ha rifiutato le offerte pervenutele, finché le possibilità offerte dalla tecnologia computerizzata non le hanno fatto intravedere la possibilità di ottenere qualcosa di veramente nuovo. La fiducia è stata in effetti benissimo riposta. Il mondo del Grinch e quello della cittadina descritti nelle pagine sono stati riscostruiti in studio, lasciando correre a briglia sciolta la fantasia: dominano i colori, i vestiti, gli arredi, soprattutto gli oggetti nelle case, nei negozi, per strada. Un caleidoscopio, un arcobaleno, una girandola di emozioni dentro la quale il regista Ron Howard si muove con dinamicità e sveltezza. Dopo una prima parte, che fa quasi da prologo con la presentazione della situazione (gli abitanti, il Grinch, la bambina), il racconto affronta il suo tema di fondo: l'intenzione di recuperare la 'verità' del Natale contro la 'falsità' di chi lo mistifica, lo prende solo come occasione di facciata. E se é vero che il lieto fine può essere prevedibile, é altrattanto vero che la storia ci arriva con toni sinceri e immediati, con la voglia di raccontare una favola che, soprattutto i bambini, possono vivere anche nella realtà. Cercare di capire chi è isolato e toglierlo dalla sua solitudine per accoglierlo insieme agli altri é un altro elemento della vicenda da guardare con attenzione. Dal punto di vista pastorale, il film propone elementi tutti positivi, é da valutare come accettabile, e semplice sotto il profilo narrativo.
LA VOCE DEL CIGNO (Trumpet of the swain)
Genere:Film d'animazione
Regia: Richard Rich, Terry L.Noos
Interpreti:Louie, il padre, la madre, Serena, Boyd, Monty e gli altri protagonisti del "cartoon". Nazionalità:Stati Uniti
Dur.: 77'
Giudizio: Accettabile/semplice/famiglie
Tematiche: Film per ragazzi; Handicap; Solidarietà-Amore;
Soggetto: Louie, ultimo di tre fratellini, è un cigno nato muto, non sa parlare nè cantare. Incontra la cigna Serena, se ne innamora ma non può esprimersi. Al campeggio conosce il ragazzo Sam e i due diventano amici. Il padre di Louie va a cercare un apparecchio che fa emettere suoni. Poi Louie scopre la scrittura e va da Sam per farsi aiutare ad imparare. Ecco Luoie al banco di scuola: viene congedato come cigno onorario della scuola di Billings. Ma gli altri non lo capiscono, e allora arriva il padre a regalargli una tromba. Poco dopo però se ne pente perchè l'oggetto è stato rubato. Luoie va al campeggio, fa il trombettiere ma per pochi soldi e per guadagnare qualcosa di più va fino a Boston. Qui trova un impresario che lo fa esibire ad un concerto: Luoie allora ottiene un buon ingaggio destinato al padre per risarcire il furto. Tornato indietro, Luoie arriva in tempo per interrompere il matrimonio di Serena con Boyd. Luoie e Serena volano insieme, poi lui dà al padre i soldi per risarcire il negoziante. Luoie e Serena si sposano e hanno figli.
Valutazione Pastorale: Tratto da una favola scritta nel 1970 da E.B.White, il film ha un taglio essenzialmente pedagogico-educativo. L'elemento centrale è con tutta evidenza quello della comunicazione: comunicare é importante ed é una conquista alla quale si può arrivare dopo molti sforzi e con tanta volontà. Il percorso narrativo parte dall'handicap, dalla diversità per attraversare i temi della famiglia, del senso del dovere, dell'onestà prima del lieto fine. C'è qualche scompenso, ma le intenzioni sono lodevoli, il disegno é ben fatto, le figure sono espressive, il commento musicale (specie nell'uso della tromba) é gradevole e azzeccato. Nell'insieme, dal punto di vista pastorale, si tratta di un film positivo, accettabile, sicuramente semplice e da consigliare anche per famiglie.
LA GABBIANELLA E IL GATTO
Genere:Film d 'animazione
Regia: Enzo D 'Alò
Interpreti:Kengah, Zorba e gli altri protagonisti del cartone animato. Nazionalità:Italia
Dur. : 75'
Giudizio: Raccomandabile/semplice/famiglie
Tematiche: Amicizia; Ecologia; Film per ragazzi; Libertà;
Soggetto: Kengah, una gabbiana avvelenata da una macchia di petrolio, riesce ad affidare in punto di morte il proprio uovo al gatto Zorba, strappandogli tre promesse: quelle di non mangiare l'uovo, di averne cura finché non si schiuderà e di insegnare a volare al nascituro. La gabbianella orfana viene battezzata Fortunata dalla comunità dei gatti, e coinvolta da Zorba nel compito difficile di allevare questa inattesa 'figlia'. La piccola Fortunata si trova di fronte uno strano compito: quello di imparare a conoscersi e capire di non essere un gatto, prima di imparare a volare. E intanto, al fianco degli amici felini, si trova a dover fronteggiare il pericolo rappresentato dai ratti che aspettano l'occasione per uscire dalle fogne, prendere il potere e proclamare l'arrivo del Grande Topo. Dopo molte difficoltà e imprevisti, l'agguato dei roditori viene respinto. Ora la gabbianella può imparare a volare e, finalmente, ricongiungersi in aria con i suoi veri compagni.
Valutazione Pastorale: Si tratta di un cartone di animazione italiana sicuramente efficace e di bel respiro narrativo. Tratto per il soggetto dal racconto dello scrittore cileno Luis Sepulveda "Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare", il film si avvale di un disegno armonioso che recupera le atmosfere semplici e delicate di alcuni esempi disneyani. La favola, che si propone come un percorso 'morale' sulla tolleranza e il rispetto dei 'diversi', é piacevole, intercalata da musiche orecchiabili, punteggiata da momenti di divertimento, di ironia, di poesia. Un prodotto italiano di tutto rispetto, destinato senz'altro ad un'ampia fascia di pubblico, dai bambini alla famiglia intera. Dal punto di vista pastorale, merita di essere valutato come raccomandabile per l'ampio e coinvolgente ventaglio di valori positivi che propone.
NEVERLAND - Un sogno per la vita (Finding Neverland)
Genere:Fiabesco
Regia: Marc Foster
Interpreti:Johnny Depp (James Matthew Barrie), Kate Winslet (Sylvia Llewelyn Davies), Julie Christie (Emma du Maurier), Radha Mitchell (Mary Ansell Barrie), Dustin Hoffman (Charles Frohman), Freddie Highmore (Peter Llewelyn Davies), Joe Prospero (Jack Llewelyn Davies), Nick Roud (George Llewelyn Davies), Luke Spill (Michael Llewelyn Davies), Kelly MacDonald (Peter Pan), Kate Maberly (Wendy). Nazionalità:Stati Uniti
Dur.: 106'
Giudizio: Raccomandabile/poetico***
Tematiche: Bambini; Famiglia; Letteratura; Malattia; Teatro;
Soggetto: Nella Londra dei primi anni del 1900, James Matthew Barrie é uno scrittore tetrale di successo anche se un po' bizzaro per la disperazione del suo impresario Charles. Sposato con Mary ma poco incline a passare del tempo con lei, Barrie preferisce andarsene a spasso nel parco di Kensington. Qui un giorno conosce quattro ragazzi piccoli di varia età e, poco dopo, anche la loro madre, la vedova Sylvia Llewelyn Davies. A poco a poco, malgrado la disapprovazione della madre di lei e il risentimento della moglie, Barrie diventa una persona di famiglia, soprattutto per i giochi che fa con i bambini, inventando per loro mirabolanti favole che fa recitare. Così un giorno nasce l'idea di Peter Pan e dell'Isola che non c'é. E' un testo molto difficile e un po' enigmatico. Barrie riesce a metterlo in scena, nonostante la disperazione di Charles che è molto scettico sull'esito. Arriva invece un grande successo (anche grazie alla presenza tra il pubblico di bambini), ma subito dopo quella felicità è interrotta dalla conferma che Mary ha una grave malattia. Barrie fa recitare Peter Pan a casa della donna. Poi Mary muore ma lui decide di restare accanto ai ragazzi. Valutazione Pastorale: I riferimenti sono tutti veri. Va aggiunto che il testo di "Peter Pan", nato come lavoro teatrale, fu pubblicato solo nel 1911 come romanzo dal titolo "Peter e Wendy" e che il ruolo di Peter Pan fu interpretato per la prima volta da una donna e così rimase fino al 1982, quando venne scritturato un uomo. Barrie si presenta dunque come personaggio a sua volta affascinante e complesso: anche contraddittorio per quel legame rifiutato con la moglie, per quel mondo fantastico descritto con tanta facilità dietro suggestioni esterne. Certo il copione è strutturato in modo abile e coinvolgente. Ci sono dolori e disagi della vita quotidiana che lo sguardo di Barry scavalca e annulla. La fantasia aiuta a volare più alto, a cogliere ciò che non si vede, un'armonia superiore alla quale bisogna dare fiducia. L'infanzia negata di quei bambini privi di genitori potrà tornare, immaginando di vederla ancora, la madre, credendoci e avendo fede. Così Peter Pan non è solo l'adulto che non vuole crescere ma anche il bambino che vorrebbe crescere troppo presto. Peter Pann è la sfida della nostra capacità di aprirci al gioco come veicolo di comunicazione con gli altri. Ottime riscostruzioni d'ambiente, delicatezza di situazioni, sensibilità nell'affrontare passaggi difficili: per questo il film, dal punto di vista pastorale, é da valutare come raccomamdabile e nell'insieme poetico.