11 settembre 2006 ore 01.37
SACRAMENTO DEL PERDONO - In verità ti dico oggi sarai con me in Paradiso
11 settembre 2006
ore 01.37
ore 01.37
Giovedì 24 agosto 2006
SACRAMENTO DEL PERDONO
“In verità ti dico oggi sarai con me in Paradiso”
C. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo
T. Amen
C. Il Dio che ci ha chiamati alla vita e ci ha posti in questa storia sia con tutti voi.
T. E con il tuo spirito
G. Cari ragazzi, il Signore stesso cammina davanti a noi, egli è con noi, non ci lascerà; non temiamo e non perdiamoci d’animo. Chiediamogli che ci aiuti a credere che lui è sempre con noi e che ci chiama alla sua misericordia, quella che sa entrare nelle pieghe della storia per portare la sua vita e la sua gioia.
T. Signore, veniamo a te per raccontarti la stanchezza, l’impazienza, la paura di fronte alle responsabilità della vita…
G. Perdonaci Signore e donaci il coraggio di mettere tutto questo nelle tue mani e di sentire la tua forza e il tuo sostegno.
T. Signore, veniamo da te per raccontarti il senso di fallimento che nasce quando nella nostra vita “l’importante” toglie il posto a ciò che è fondamentale…
G. Perdonaci Signore e donaci spazi e tempi per incontrarci con te e scoprire che la tua presenza non ci rimprovera, né ci schiaccia perché tu sei l’Amore!
T. Signore, veniamo da te per raccontarti il nostro dolore, quello fatto di tanti “perché”, di tante ferite aperte, e la ribellione che lo accompagna…
G. Perdonaci Signore e donaci di comprendere che tu non sei venuto per spiegare il dolore ma per assumerlo e riempirlo con la tua presenza amica.
T. Signore, veniamo da te per raccontarti le nostre angosce più profonde, i sogni parcheggiati chissà dove, i progetti rinviati…
G. Perdonaci Signore e donaci di incontrare il tuo sguardo mite che non giudica e non rimprovera ma che ci perdona e ci dà la forza di ricominciare.
LODA IL SIGNORE – primo momento
Canto
“…e a inizio marzo splendeva già il bel tempo in città e ogni mattina Dio srotolava un cielo talmente azzurro con certe nuvole d’ovatta candida appese in lontananza che era impossibile non ghignare di felicità e affacciarsi al balconcino o uscire in strada e resistere alla tentazione di gridargli: grazie capo, non lo dimenticheremo!...”
da Jack Frusciante è uscito dal gruppo
Preghiera
T. Signore, eccomi!
Ti ascolto e non ti chiedo nulla se non l’aiuto e la forza di lavorare per gli altri.
Ti ringrazio perché quando sono nel buio mi accendi la luce;
perché quando ho paura mi rinfranchi;
perché non mi lasci inciampare,
perché ho conosciuto la tua voce, ho visto la tua strada.
Scusa Signore,
se non mi sono fermato a casa tua,
se non ho sentito che mi chiamavi;
scusa se non ti ho visto,
scusa se ho sbagliato strada,
scusa se ho recitato preghiere ma non ho dialogato con te.
Scusa se soltanto adesso ti ho trovato!
SCRUTA IL TUO CUORE e CONFESSA LA TUA FEDE – secondo momento
Ascolto della canzone - Un giorno credi - Edoardo Bennato
Un giorno credi di essere giusto
e di essere un grande uomo
in un altro ti svegli e devi
cominciare da zero.
Situazioni che stancamente
si ripetono senza tempo
una musica per pochi amici,
come tre anni fa.
A questo punto non devi lasciare
qui la lotta è più dura ma tu
se le prendi di santa ragione
insisti di più.
Sei testardo, questo è sicuro,
quindi ti puoi salvare ancora
metti tutta la forza che hai
nei tuoi fragili nervi.
Quando ti alzi e ti senti distrutto
fatti forza e va incontro al tuo giorno
non tornare sui tuoi soliti passi
basterebbe un istante.
Mentre tu sei l'assurdo in persona
e ti vedi già vecchio e cadente
raccontare a tutta la gente
del tuo falso incidente.
Mentre tu sei l'assurdo in persona
e ti vedi già vecchio e cadente
raccontare a tutta la gente
del tuo falso incidente.
Gesto: durante l’ascolto due ragazzi procederanno dal fondo processionalmente con delle catene alle mani. Giunti davanti all’altare si libereranno delle catene e le lasceranno cadere a terra.
“…Io vivo anche da solo, senza dipendere da nessuno, come ho fatto fino a quattro mesi fa, col pilota automatico. Mi sbatto le mani in tasca e comincio a camminare dove mi porta la strada. Peccato però che quando vado col pilota automatico le sensazioni più belle siano prendersi delle bresche il sabato sera per dimenticare un’altra merdona settimana di scuola in cui non è successo niente, vomitare subito prima di rientrare a casa e svegliarsi la domenica mattina con il mal di testa come nella parodia delle canzoni di Vasco. Posso sopravvivere col pilota automatico, ma vivere è un’altra cosa…”
da Jack Frusciante è uscito dal gruppo
per riflettere:
G. Dio domanda: Uomo dove sei? Dove ti trovi? Dio lo sa ma vuole provocare una reazione in noi. L’uomo si nasconde davanti al volto di Dio, per questo si nasconde a se stesso. Dio scende negli inferi, nella storia, nel giardino che aveva preparato per l’uomo e lo cerca. Il cuore trema alla voce di questa domanda di Dio. La sua voce è voce del silenzio, simile ad un soffio. Ma è anche voce che scuote le querce e sconvolge gli abissi.
Dio ti viene incontro, si fa prossimo. Dio vuole entrare nel mondo che è suo ma vuole farlo attraverso l’uomo: ecco il mistero della nostra esistenza, l’opportunità sovrumana del genere umano! Lasciar entrare Dio. Ma lo si può lasciar entrare solo là dove ci si trova, dove si vive, e dove si vive una vita autentica.
Ecco la risposta dell’uomo.
dal Vangelo di Luca 23, 39-43
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: "Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!". 40 Ma l`altro lo rimproverava: "Neanche tu hai timore di Dio, bencé condannato alla stessa pena? 41 Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male". 42 E aggiunse: "Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno". 43 Gli rispose: "In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso".
Breve riflessione del celebrante: la speranza cristiana mette una parola di vita dove c’è apparentemente solo morte.
T. Signore aiutaci ad uscire dalle nostre comode abitudini e portaci nel luogo che a Te più piace. Nel silenzio dell’anima parlaci, solo ascoltando la tua voce potremo cambiare il nostro cuore. Rendici forti per poter scegliere la via della luce, donaci la libertà di essere figli tuoi e di gustare la gioia del perdono.
Deserto o Direzione Spirituale
Per riflettere e...1
AMAMI COME SEI!
Caro amico, conosco la tua miseria, le lotte e le tribolazioni della tua anima, le mancanze e le infermità del tuo corpo. So la tua viltà, i tuoi peccati, e ti dico lo stesso: "Dammi il tuo cuore, amami come sei..."
Se aspetti di essere un angelo per abbandonarti all'Amore, non amerai mai.
Anche se sei vile nella pratica del dovere e della virtù, e se ricadi in quelle colpe che vorresti non commettere più: non ti permetto di non amarmi.
Amami come sei ...
In ogni istante e in qualunque situazione tu sia, nel fervore o nell'aridità, nella fedeltà o nella infedeltà, amami come sei ...
Voglio l'amore del tuo povero cuore; se aspetti di essere perfetto, non mi amerai mai.
Non potrei forse fare di ogni granello di sabbia un serafino radioso di purezza, di nobiltà e di amore ?
Non sono forse io l'Onnipotente?
E se mi piace lasciare nel nulla quegli esseri meravigliosi e preferire il povero amore del tuo cuore, non sono io padrone del mio Amore?
Figlio mio, lascia che ti ami, voglio il tuo cuore.
Certo voglio col tempo trasformarti ma per ora ti amo come sei... e desidero che tu faccia lo stesso; io voglio vedere dai bassifondi della miseria salire l'amore. Amo in te anche la tua debolezza, amo l'amore dei poveri e dei miserabili; voglio che dai tuoi cenci salga continuamente un gran grido "Gesù ti Amo".
Voglio unicamente il canto del tuo cuore, non ho bisogno né della tua scienza, né del tuo talento.
Una cosa sola m'importa, di vederti vivere con amore.
Non sono le tue virtù che desidero; e se te ne dessi troppe, saresti così debole che potrebbero alimentare la tua superbia e il tuo orgoglio.
Non ti preoccupare di questo.
Avrei potuto destinarti a grandi cose; no, sarai il servo inutile; ti prenderò per mano con il poco che hai... perché ti ho creato solo per l’Amore.
Oggi sto alla porta del tuo cuore come un mendicante, Io il Re dei Re!
Busso e aspetto; affrettati ad aprirmi. Non allargare la tua miseria; se tu conoscessi perfettamente la tua indigenza, moriresti di dolore.
Ciò che mi ferirebbe il cuore sarebbe vederti dubitare di me e mancare di fiducia.
Voglio che tu pensi a me ogni ora del giorno e della notte; voglio che tu faccia anche l'azione più insignificante solo per amore.
Conto su di te per darmi gioia...
Non ti preoccupare di non possedere virtù: ti darò le mie.
Quando dovrai soffrire, ti darò la mia forza.
Mi hai dato l'amore, ti darò di saper amare al di là di quanto puoi sognare...
Ma ricordati ... Amami come sei ...
Qualunque cosa accada, non aspettare di essere santo per abbandonarti all'amore, non mi ameresti mai ... Và ...
Per riflettere e...2
NON È VERO CHE TUTTO È FINITO
Insomma quell’anno la grandine aveva distrutto tutto: grano e uva, granturco e ortaggi. Non restò nulla. Non si chiedeva mio Padre se esistesse un Dio capace di far passare in silenzio la sofferenza, o distratto e insensibile tanto da far grandinare sulle teste dei poveri. Non se lo chiedeva. Il Dio di mio Padre era il Dio della vita, presenza sempre presente ed operante in TE, che non ti permette di dire: “tutto è finito”. Non è vero che tutto è finito: tutto CAMBIA...
Per riflettere e...3
L’ULTIMA CENA PER DUE
L’ultima cena è stato l’ultimo drammatico tentativo fatto da Gesù per conquistare Giuda. In questa cena che sarà l’ultima per entrambi, più Giuda si farà agente delle tenebre che tentano di soffocare la luce, più splenderà la luce dell’amore del Signore.
Per Gesù, frutto della cena sarà la morte, e nella croce egli manifesterà la sua gloria.
Giuda al termine della cena invece sceglierà di farsi ingoiare dalle tenebre. Nell’ultima cena Giuda diventa strumento di morte per colui che è l’autore della vita. Durante questa cena Gesù, Signore e maestro, lava i piedi ai discepoli. Il Signore si fa servo perché i servi si sentano tutti signori, e si fa Maestro perché tutti apprendano da Lui a servire. Mentre Gesù continua a rispondere con amore all’odio di Giuda, il discepolo è solo capace di gesti ostili.
Di fronte alla resistenza di questo discepolo che rifiuta ogni offerta d’amore, Gesù non s’arrende e fa un ultimo tentativo, perché il Padre non l’ha inviato per giudicare e condannare ma per salvare, e la sua volontà è che nessuno vada perduto neanche il traditore.
Tra gli Ebrei era costume che il padrone di casa iniziasse il pranzo intingendo un pezzo di pane nel piatto e l’offrisse all’ospite più importante. Per Gesù è Giuda il più importante dei commensali perché è l’unico che corre il pericolo di perdersi definitivamente.
Per questo iniziando la cena, Gesù, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda. I verbi prendere e dare sono gli stessi adoperati dagli altri evangelisti per la descrizione dell’ultima cena, quando Gesù prese un pane e lo diede ai suoi discepoli.
Con l’offerta del boccone, gesto d’amore preferenziale Gesù mette la sua vita nelle mani del discepolo traditore che deve scegliere che farne. Giuda non mangia il boccone, ma lo prende e se ne va. Mangiare avrebbe significato l’assimilazione a Gesù, Giuda sceglie l’assimilazione al male.
Gesù vedendo che ormai Giuda persevera nel suo piano, non lo forza ad accettare il suo dono vitale e, in un ultimo gesto d’amore, non lo denuncia agli altri discepoli, ma gli facilita la via d’uscita dicendogli: quello che devi fare, fallo al più presto. Nessuno dei commensali comprende queste parole; alcuni pensano che Giuda dovesse dare qualcosa ai poveri.
Giuda, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte. Abbandonando definitivamente la sfera della luce, sprofonda nell’oscurità. Tra poco il traditore tornerà, alla testa del gruppo di guardie che catturerà Gesù, recando con sé lanterne, fiaccole e armi. Portatore di morte (armi), egli cammina nel buio, e per questo ha bisogno di lanterne e fiaccole. Giuda è strumento delle tenebre che tentano di soffocare la luce che splende in Gesù. Ma mentre Giuda uscirà di scena dal Vangelo inghiottito dalla notte, la luce di Gesù continuerà a splendere più che mai perché le tenebre non l’hanno sopraffatta.
Per riflettere e…4
IL PERDONO (PROVERBIO INDIANO)
L'uomo che perdona è simile al legno del sandalo, che profuma l'accetta mentre lo colpisce.
Per riflettere e…5
GUARDARE NEGLI OCCHI
Una serva fissandolo disse:"Anche questi era con lui, Ma Pietro negò dicendo: "Donna, non lo conosco!". Poco dopo un altro lo vide e disse: "Anche tu sei di loro!". Ma Pietro rispose: "No, non lo sono!"., Passata circa un'ora, un altro insisteva:."In verità, anche questo era con lui; è anche lui un Galileo". Ma Pietro disse: "O uomo, non so quello che dici". E in quell'istante, mentre ancora parlava, un gallo cantò. Allora il Signore, voltatosi, guardò Pietro, e Pietro si ricordò delle parole che il Signore gli aveva detto: "Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte". E uscito pianse amaramente.
(Il rinnegamento di Pietro, Luca 22,54-62)
Avevo un ottimo rapporto con il Signore. Gli chiedevo delle cose, conversavo con lui, lo lodavo, lo ringraziavo...
Ma avevo sempre la sgradevole sensazione che lui volesse che lo guardessi negli occhi... E io non lo facevo. Gli parlavo, ma distoglievo lo sguardo quando sentivo che mi stava guardando.
Distoglievo sempre lo sguardo. E sapevo perché. Avevo paura. Pensavo che avrei trovato nei suoi occhi l'accusa di un qualche peccato di cui non mi ero pentito. Pensavo che avrei trovato una richiesta nei suoi occhi: ci sarebbe stato qualcosa che lui voleva da me, e che io non volevo dargli.
Un giorno finalmente mi feci coraggio e guardai. Non c'era nessuna accusa. Non c'era nessuna richiesta. Gli occhi dicevano solo: "Ti amo". Guardai a lungo in quegli occhi. Li scrutai. Ma il solo messaggio era: "Ti amo".
Ed io uscii e, come Pietro, piansi.
Per riflettere e…6
IN PARADISO CON UN LADRO
“Il paradiso era chiuso da migliaia d’anni: oggi la croce ce lo ha aperto. In questo giorno, infatti e in quest’ora, Dio vi ha fatto entrare il ladrone, compiendo così due cose meravigliose: ha aperto il paradiso e vi ha introdotto un ladro. Oggi Dio ci ha restituito la nostra patria d’origine, oggi ci ha ricondotto alla città del padre e ha offerto in dono a tutta l’umanità la sua stessa dimora. Dice infatti: Oggi tu sarai con me in Paradiso (Lc.23,43). Ma che dici Signore? Sei lì appeso in croce, confitto con chiodi e prometti il paradiso? Sì- mi rispondi perché tu conosca qual è la mia potenza perfino sulla croce.
Lo spettacolo era molto triste. E perché non ti arrestassi allo spettacolo esteriore della croce, ma giungessi invece a conoscere la potenza del Crocifisso, Gesù compie sulla croce questo miracolo, che più di ogni altro mette in evidenza tutta la sua forza.
Si dimostra infatti capace di cambiare l’animo malvagio del ladrone, non già resuscitando i morti o rimproverando il mare e i venti, non mettendo in fuga i demoni, ma proprio stando lì crocifisso, inchiodato, oltraggiato, sputacchiato, fatto oggetto di scherno e di riso, perché tu potessi vedere i due aspetti della sua potenza. Ha sconvolto infatti tutta la creazione, ha squarciato le rocce e attratto a sé l’anima del ladrone, più insensibile delle rocce stesse.
Facendogli dono della sua stima gli ha detto:”Oggi sarai con me in paradiso!.
“E’ vero ci sono dei cherubini a difesa del paradiso, ma egli è padrone anche dei cherubini. E se là è posta a difesa una spada infuocata e roteante, egli ha potere sul fuoco e sulla geenna, sulla vita e sulla morte.
Nessun re potrebbe tollerare che un ladro o qualcuno dei suoi servi facesse con lui il suo ingresso in città, seduto al suo fianco. Ma Cristo lo ha fatto: entrando nella sua patria santa, ha introdotto il ladrone. Facendo così, non ha disonorato il paradiso con la presenza di un ladro, né lo ha profanato : piuttosto gli ha reso onore , perché è una gloria per il paradiso avere un Signore che è capace di rendere degno della beatitudine del cielo perfino un ladro.
Che cosa ha fatto di così eccezionale il ladrone da meritare il paradiso dopo la croce? Proprio mentre Pietro negava, egli sulla croce professava la sua fede. Non dico questo per accusare Pietro – lungi da me! Ma voglio dimostrare la grandezza d’animo del ladrone. Il discepolo non sopportò le minacce di una serva ; il ladrone invece, pur vedendo un intero popolo adunato lì attorno gridare e lanciare bestemmie e insulti, non pensò alla presente spregevolezza del crocifisso, ma passando sopra a tutte queste cose con gli occhi della fede, non considerò un impedimento quelle circostanze e riconobbe il Re dei cieli; anzi, prostrandosi davanti a lui con il cuore diceva: “Ricordati di me , Signore, quando sarai nel tuo regno.”
Non ignoriamo questo ladrone e non vergognamoci di prendere come nostro maestro lui, che il nostro Signore non si vergognò di introdurre per primo in Paradiso…
(Giovanni Crisostomo)
Per riflettere e…7
PASQUA, FESTA DEI MACIGNI ROTOLATI
Vorrei che potessimo liberarci dai macigni che ci opprimono, ogni giorno: Pasqua è la festa dei macigni rotolati. E' la festa del terremoto.
La mattina di Pasqua le donne, giunte nell'orto, videro il macigno rimosso dal sepolcro.
Ognuno di noi ha il suo macigno. Una pietra enorme messa all'imboccatura dell'anima che non lascia filtrare l'ossigeno, che opprime in una morsa di gelo; che blocca ogni lama di luce, che impedisce la comunicazione con l'altro.
E' il macigno della solitudine, della miseria, della malattia, dell'odio,
della disperazione del peccato.
Siamo tombe alienate. Ognuno con il suo sigillo di morte.
Pasqua allora, sia per tutti il rotolare del macigno, la fine degli incubi, l'inizio della luce, la primavera di rapporti nuovi e se ognuno di noi, uscito dal suo sepolcro, si adopererà per rimuovere il macigno del sepolcro accanto, si ripeterà finalmente il miracolo che contrassegnò la resurrezione di Cristo.
(Tonino Bello)
Confessioni Individuali
IL RINGRAZIAMENTO E L’IMPEGNO – terzo momento
Gesto: Viene pasta al centro una caraffa di vetro contenente acqua fresca. Inforno bottiglie di plastica con bevande analcoliche a temperatura ambiente. I ragazzi vengono invitati ad assaggiare le bevande analcoliche e alla fine l'acqua. Si può poi parlare insieme di come le prime possano attrarre per i colori o per le forme accattivanti delle bottiglie, senza dissetare, anzi aumentando la nostra sete. E’ l'acqua, in realtà, l'unica in grado di spegnerla.
Sono tante le fonti alle quali attingiamo per soddisfare la nostra sete di vita. Belle, accattivanti, colorate, attraenti: ma, una volta consumate, la sete non è passata, anzi è aumentata. La trasparenza, la purezza e la freschezza dell'acqua sono invece garanzia di verità: soltanto l'acqua disseta a fondo. Solo la via del Cristo riesce a condurci al centro del nostro essere, a soddisfare la nostra sete di vita e di speranza.
Preghiera insieme
Il legno della Croce,
quel "legno del fallimento",
è divenuto il parametro vero
di ogni vittoria.
Gesù ha operato più salvezza
con le mani inchiodate sulla Croce,
che con le mani stese sui malati.
Donaci, Signore,
di non sentirci costretti
nell'aiutarTi a portare la Croce,
di aiutarci a vedere
anche nelle nostre croci
e nella stessa Croce
un mezzo per ricambiare
il Tuo Amore,
aiutaci a capire
che la nostra storia crocifissa
è già impregnata di resurrezione.
Se ci sentiamo sfiniti, Signore,
è perché, purtroppo,
molti passi li abbiamo consumati
sui viottoli nostri e non sui Tuoi,
ma proprio i nostri fallimenti
possono essere la salvezza
della nostra vita.
La Pasqua è la festa
degli ex delusi della vita,
nei cui cuori all'improvviso
dilaga la speranza.
Cambiare è possibile,
per tutti e sempre!
(Tonino Bello)
C. Il Signore sia con voi
T. E con il tuo spirito
C. Vi benedica Dio Padre che oggi vi ha dato il suo abbraccio di perdono e di pace
T. Amen
C. Cammini con voi Gesù, il Figlio di Dio, che ci ha tanto amato da dare la vita, per insegnarci i sentieri della pace e della felicità
T. Amen
C. Vi dia forza e coraggio lo Spirito Santo che ora abita dentro di voi, per essere costruttori di riconciliazione
T. Amen
C. Il Signore vi ha perdonato. Andate in pace.
T. Rendiamo grazie a Dio
SACRAMENTO DEL PERDONO
“In verità ti dico oggi sarai con me in Paradiso”
C. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo
T. Amen
C. Il Dio che ci ha chiamati alla vita e ci ha posti in questa storia sia con tutti voi.
T. E con il tuo spirito
G. Cari ragazzi, il Signore stesso cammina davanti a noi, egli è con noi, non ci lascerà; non temiamo e non perdiamoci d’animo. Chiediamogli che ci aiuti a credere che lui è sempre con noi e che ci chiama alla sua misericordia, quella che sa entrare nelle pieghe della storia per portare la sua vita e la sua gioia.
T. Signore, veniamo a te per raccontarti la stanchezza, l’impazienza, la paura di fronte alle responsabilità della vita…
G. Perdonaci Signore e donaci il coraggio di mettere tutto questo nelle tue mani e di sentire la tua forza e il tuo sostegno.
T. Signore, veniamo da te per raccontarti il senso di fallimento che nasce quando nella nostra vita “l’importante” toglie il posto a ciò che è fondamentale…
G. Perdonaci Signore e donaci spazi e tempi per incontrarci con te e scoprire che la tua presenza non ci rimprovera, né ci schiaccia perché tu sei l’Amore!
T. Signore, veniamo da te per raccontarti il nostro dolore, quello fatto di tanti “perché”, di tante ferite aperte, e la ribellione che lo accompagna…
G. Perdonaci Signore e donaci di comprendere che tu non sei venuto per spiegare il dolore ma per assumerlo e riempirlo con la tua presenza amica.
T. Signore, veniamo da te per raccontarti le nostre angosce più profonde, i sogni parcheggiati chissà dove, i progetti rinviati…
G. Perdonaci Signore e donaci di incontrare il tuo sguardo mite che non giudica e non rimprovera ma che ci perdona e ci dà la forza di ricominciare.
LODA IL SIGNORE – primo momento
Canto
“…e a inizio marzo splendeva già il bel tempo in città e ogni mattina Dio srotolava un cielo talmente azzurro con certe nuvole d’ovatta candida appese in lontananza che era impossibile non ghignare di felicità e affacciarsi al balconcino o uscire in strada e resistere alla tentazione di gridargli: grazie capo, non lo dimenticheremo!...”
da Jack Frusciante è uscito dal gruppo
Preghiera
T. Signore, eccomi!
Ti ascolto e non ti chiedo nulla se non l’aiuto e la forza di lavorare per gli altri.
Ti ringrazio perché quando sono nel buio mi accendi la luce;
perché quando ho paura mi rinfranchi;
perché non mi lasci inciampare,
perché ho conosciuto la tua voce, ho visto la tua strada.
Scusa Signore,
se non mi sono fermato a casa tua,
se non ho sentito che mi chiamavi;
scusa se non ti ho visto,
scusa se ho sbagliato strada,
scusa se ho recitato preghiere ma non ho dialogato con te.
Scusa se soltanto adesso ti ho trovato!
SCRUTA IL TUO CUORE e CONFESSA LA TUA FEDE – secondo momento
Ascolto della canzone - Un giorno credi - Edoardo Bennato
Un giorno credi di essere giusto
e di essere un grande uomo
in un altro ti svegli e devi
cominciare da zero.
Situazioni che stancamente
si ripetono senza tempo
una musica per pochi amici,
come tre anni fa.
A questo punto non devi lasciare
qui la lotta è più dura ma tu
se le prendi di santa ragione
insisti di più.
Sei testardo, questo è sicuro,
quindi ti puoi salvare ancora
metti tutta la forza che hai
nei tuoi fragili nervi.
Quando ti alzi e ti senti distrutto
fatti forza e va incontro al tuo giorno
non tornare sui tuoi soliti passi
basterebbe un istante.
Mentre tu sei l'assurdo in persona
e ti vedi già vecchio e cadente
raccontare a tutta la gente
del tuo falso incidente.
Mentre tu sei l'assurdo in persona
e ti vedi già vecchio e cadente
raccontare a tutta la gente
del tuo falso incidente.
Gesto: durante l’ascolto due ragazzi procederanno dal fondo processionalmente con delle catene alle mani. Giunti davanti all’altare si libereranno delle catene e le lasceranno cadere a terra.
“…Io vivo anche da solo, senza dipendere da nessuno, come ho fatto fino a quattro mesi fa, col pilota automatico. Mi sbatto le mani in tasca e comincio a camminare dove mi porta la strada. Peccato però che quando vado col pilota automatico le sensazioni più belle siano prendersi delle bresche il sabato sera per dimenticare un’altra merdona settimana di scuola in cui non è successo niente, vomitare subito prima di rientrare a casa e svegliarsi la domenica mattina con il mal di testa come nella parodia delle canzoni di Vasco. Posso sopravvivere col pilota automatico, ma vivere è un’altra cosa…”
da Jack Frusciante è uscito dal gruppo
per riflettere:
G. Dio domanda: Uomo dove sei? Dove ti trovi? Dio lo sa ma vuole provocare una reazione in noi. L’uomo si nasconde davanti al volto di Dio, per questo si nasconde a se stesso. Dio scende negli inferi, nella storia, nel giardino che aveva preparato per l’uomo e lo cerca. Il cuore trema alla voce di questa domanda di Dio. La sua voce è voce del silenzio, simile ad un soffio. Ma è anche voce che scuote le querce e sconvolge gli abissi.
Dio ti viene incontro, si fa prossimo. Dio vuole entrare nel mondo che è suo ma vuole farlo attraverso l’uomo: ecco il mistero della nostra esistenza, l’opportunità sovrumana del genere umano! Lasciar entrare Dio. Ma lo si può lasciar entrare solo là dove ci si trova, dove si vive, e dove si vive una vita autentica.
Ecco la risposta dell’uomo.
dal Vangelo di Luca 23, 39-43
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: "Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!". 40 Ma l`altro lo rimproverava: "Neanche tu hai timore di Dio, bencé condannato alla stessa pena? 41 Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male". 42 E aggiunse: "Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno". 43 Gli rispose: "In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso".
Breve riflessione del celebrante: la speranza cristiana mette una parola di vita dove c’è apparentemente solo morte.
T. Signore aiutaci ad uscire dalle nostre comode abitudini e portaci nel luogo che a Te più piace. Nel silenzio dell’anima parlaci, solo ascoltando la tua voce potremo cambiare il nostro cuore. Rendici forti per poter scegliere la via della luce, donaci la libertà di essere figli tuoi e di gustare la gioia del perdono.
Deserto o Direzione Spirituale
Per riflettere e...1
AMAMI COME SEI!
Caro amico, conosco la tua miseria, le lotte e le tribolazioni della tua anima, le mancanze e le infermità del tuo corpo. So la tua viltà, i tuoi peccati, e ti dico lo stesso: "Dammi il tuo cuore, amami come sei..."
Se aspetti di essere un angelo per abbandonarti all'Amore, non amerai mai.
Anche se sei vile nella pratica del dovere e della virtù, e se ricadi in quelle colpe che vorresti non commettere più: non ti permetto di non amarmi.
Amami come sei ...
In ogni istante e in qualunque situazione tu sia, nel fervore o nell'aridità, nella fedeltà o nella infedeltà, amami come sei ...
Voglio l'amore del tuo povero cuore; se aspetti di essere perfetto, non mi amerai mai.
Non potrei forse fare di ogni granello di sabbia un serafino radioso di purezza, di nobiltà e di amore ?
Non sono forse io l'Onnipotente?
E se mi piace lasciare nel nulla quegli esseri meravigliosi e preferire il povero amore del tuo cuore, non sono io padrone del mio Amore?
Figlio mio, lascia che ti ami, voglio il tuo cuore.
Certo voglio col tempo trasformarti ma per ora ti amo come sei... e desidero che tu faccia lo stesso; io voglio vedere dai bassifondi della miseria salire l'amore. Amo in te anche la tua debolezza, amo l'amore dei poveri e dei miserabili; voglio che dai tuoi cenci salga continuamente un gran grido "Gesù ti Amo".
Voglio unicamente il canto del tuo cuore, non ho bisogno né della tua scienza, né del tuo talento.
Una cosa sola m'importa, di vederti vivere con amore.
Non sono le tue virtù che desidero; e se te ne dessi troppe, saresti così debole che potrebbero alimentare la tua superbia e il tuo orgoglio.
Non ti preoccupare di questo.
Avrei potuto destinarti a grandi cose; no, sarai il servo inutile; ti prenderò per mano con il poco che hai... perché ti ho creato solo per l’Amore.
Oggi sto alla porta del tuo cuore come un mendicante, Io il Re dei Re!
Busso e aspetto; affrettati ad aprirmi. Non allargare la tua miseria; se tu conoscessi perfettamente la tua indigenza, moriresti di dolore.
Ciò che mi ferirebbe il cuore sarebbe vederti dubitare di me e mancare di fiducia.
Voglio che tu pensi a me ogni ora del giorno e della notte; voglio che tu faccia anche l'azione più insignificante solo per amore.
Conto su di te per darmi gioia...
Non ti preoccupare di non possedere virtù: ti darò le mie.
Quando dovrai soffrire, ti darò la mia forza.
Mi hai dato l'amore, ti darò di saper amare al di là di quanto puoi sognare...
Ma ricordati ... Amami come sei ...
Qualunque cosa accada, non aspettare di essere santo per abbandonarti all'amore, non mi ameresti mai ... Và ...
Per riflettere e...2
NON È VERO CHE TUTTO È FINITO
Insomma quell’anno la grandine aveva distrutto tutto: grano e uva, granturco e ortaggi. Non restò nulla. Non si chiedeva mio Padre se esistesse un Dio capace di far passare in silenzio la sofferenza, o distratto e insensibile tanto da far grandinare sulle teste dei poveri. Non se lo chiedeva. Il Dio di mio Padre era il Dio della vita, presenza sempre presente ed operante in TE, che non ti permette di dire: “tutto è finito”. Non è vero che tutto è finito: tutto CAMBIA...
Per riflettere e...3
L’ULTIMA CENA PER DUE
L’ultima cena è stato l’ultimo drammatico tentativo fatto da Gesù per conquistare Giuda. In questa cena che sarà l’ultima per entrambi, più Giuda si farà agente delle tenebre che tentano di soffocare la luce, più splenderà la luce dell’amore del Signore.
Per Gesù, frutto della cena sarà la morte, e nella croce egli manifesterà la sua gloria.
Giuda al termine della cena invece sceglierà di farsi ingoiare dalle tenebre. Nell’ultima cena Giuda diventa strumento di morte per colui che è l’autore della vita. Durante questa cena Gesù, Signore e maestro, lava i piedi ai discepoli. Il Signore si fa servo perché i servi si sentano tutti signori, e si fa Maestro perché tutti apprendano da Lui a servire. Mentre Gesù continua a rispondere con amore all’odio di Giuda, il discepolo è solo capace di gesti ostili.
Di fronte alla resistenza di questo discepolo che rifiuta ogni offerta d’amore, Gesù non s’arrende e fa un ultimo tentativo, perché il Padre non l’ha inviato per giudicare e condannare ma per salvare, e la sua volontà è che nessuno vada perduto neanche il traditore.
Tra gli Ebrei era costume che il padrone di casa iniziasse il pranzo intingendo un pezzo di pane nel piatto e l’offrisse all’ospite più importante. Per Gesù è Giuda il più importante dei commensali perché è l’unico che corre il pericolo di perdersi definitivamente.
Per questo iniziando la cena, Gesù, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda. I verbi prendere e dare sono gli stessi adoperati dagli altri evangelisti per la descrizione dell’ultima cena, quando Gesù prese un pane e lo diede ai suoi discepoli.
Con l’offerta del boccone, gesto d’amore preferenziale Gesù mette la sua vita nelle mani del discepolo traditore che deve scegliere che farne. Giuda non mangia il boccone, ma lo prende e se ne va. Mangiare avrebbe significato l’assimilazione a Gesù, Giuda sceglie l’assimilazione al male.
Gesù vedendo che ormai Giuda persevera nel suo piano, non lo forza ad accettare il suo dono vitale e, in un ultimo gesto d’amore, non lo denuncia agli altri discepoli, ma gli facilita la via d’uscita dicendogli: quello che devi fare, fallo al più presto. Nessuno dei commensali comprende queste parole; alcuni pensano che Giuda dovesse dare qualcosa ai poveri.
Giuda, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte. Abbandonando definitivamente la sfera della luce, sprofonda nell’oscurità. Tra poco il traditore tornerà, alla testa del gruppo di guardie che catturerà Gesù, recando con sé lanterne, fiaccole e armi. Portatore di morte (armi), egli cammina nel buio, e per questo ha bisogno di lanterne e fiaccole. Giuda è strumento delle tenebre che tentano di soffocare la luce che splende in Gesù. Ma mentre Giuda uscirà di scena dal Vangelo inghiottito dalla notte, la luce di Gesù continuerà a splendere più che mai perché le tenebre non l’hanno sopraffatta.
Per riflettere e…4
IL PERDONO (PROVERBIO INDIANO)
L'uomo che perdona è simile al legno del sandalo, che profuma l'accetta mentre lo colpisce.
Per riflettere e…5
GUARDARE NEGLI OCCHI
Una serva fissandolo disse:"Anche questi era con lui, Ma Pietro negò dicendo: "Donna, non lo conosco!". Poco dopo un altro lo vide e disse: "Anche tu sei di loro!". Ma Pietro rispose: "No, non lo sono!"., Passata circa un'ora, un altro insisteva:."In verità, anche questo era con lui; è anche lui un Galileo". Ma Pietro disse: "O uomo, non so quello che dici". E in quell'istante, mentre ancora parlava, un gallo cantò. Allora il Signore, voltatosi, guardò Pietro, e Pietro si ricordò delle parole che il Signore gli aveva detto: "Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte". E uscito pianse amaramente.
(Il rinnegamento di Pietro, Luca 22,54-62)
Avevo un ottimo rapporto con il Signore. Gli chiedevo delle cose, conversavo con lui, lo lodavo, lo ringraziavo...
Ma avevo sempre la sgradevole sensazione che lui volesse che lo guardessi negli occhi... E io non lo facevo. Gli parlavo, ma distoglievo lo sguardo quando sentivo che mi stava guardando.
Distoglievo sempre lo sguardo. E sapevo perché. Avevo paura. Pensavo che avrei trovato nei suoi occhi l'accusa di un qualche peccato di cui non mi ero pentito. Pensavo che avrei trovato una richiesta nei suoi occhi: ci sarebbe stato qualcosa che lui voleva da me, e che io non volevo dargli.
Un giorno finalmente mi feci coraggio e guardai. Non c'era nessuna accusa. Non c'era nessuna richiesta. Gli occhi dicevano solo: "Ti amo". Guardai a lungo in quegli occhi. Li scrutai. Ma il solo messaggio era: "Ti amo".
Ed io uscii e, come Pietro, piansi.
Per riflettere e…6
IN PARADISO CON UN LADRO
“Il paradiso era chiuso da migliaia d’anni: oggi la croce ce lo ha aperto. In questo giorno, infatti e in quest’ora, Dio vi ha fatto entrare il ladrone, compiendo così due cose meravigliose: ha aperto il paradiso e vi ha introdotto un ladro. Oggi Dio ci ha restituito la nostra patria d’origine, oggi ci ha ricondotto alla città del padre e ha offerto in dono a tutta l’umanità la sua stessa dimora. Dice infatti: Oggi tu sarai con me in Paradiso (Lc.23,43). Ma che dici Signore? Sei lì appeso in croce, confitto con chiodi e prometti il paradiso? Sì- mi rispondi perché tu conosca qual è la mia potenza perfino sulla croce.
Lo spettacolo era molto triste. E perché non ti arrestassi allo spettacolo esteriore della croce, ma giungessi invece a conoscere la potenza del Crocifisso, Gesù compie sulla croce questo miracolo, che più di ogni altro mette in evidenza tutta la sua forza.
Si dimostra infatti capace di cambiare l’animo malvagio del ladrone, non già resuscitando i morti o rimproverando il mare e i venti, non mettendo in fuga i demoni, ma proprio stando lì crocifisso, inchiodato, oltraggiato, sputacchiato, fatto oggetto di scherno e di riso, perché tu potessi vedere i due aspetti della sua potenza. Ha sconvolto infatti tutta la creazione, ha squarciato le rocce e attratto a sé l’anima del ladrone, più insensibile delle rocce stesse.
Facendogli dono della sua stima gli ha detto:”Oggi sarai con me in paradiso!.
“E’ vero ci sono dei cherubini a difesa del paradiso, ma egli è padrone anche dei cherubini. E se là è posta a difesa una spada infuocata e roteante, egli ha potere sul fuoco e sulla geenna, sulla vita e sulla morte.
Nessun re potrebbe tollerare che un ladro o qualcuno dei suoi servi facesse con lui il suo ingresso in città, seduto al suo fianco. Ma Cristo lo ha fatto: entrando nella sua patria santa, ha introdotto il ladrone. Facendo così, non ha disonorato il paradiso con la presenza di un ladro, né lo ha profanato : piuttosto gli ha reso onore , perché è una gloria per il paradiso avere un Signore che è capace di rendere degno della beatitudine del cielo perfino un ladro.
Che cosa ha fatto di così eccezionale il ladrone da meritare il paradiso dopo la croce? Proprio mentre Pietro negava, egli sulla croce professava la sua fede. Non dico questo per accusare Pietro – lungi da me! Ma voglio dimostrare la grandezza d’animo del ladrone. Il discepolo non sopportò le minacce di una serva ; il ladrone invece, pur vedendo un intero popolo adunato lì attorno gridare e lanciare bestemmie e insulti, non pensò alla presente spregevolezza del crocifisso, ma passando sopra a tutte queste cose con gli occhi della fede, non considerò un impedimento quelle circostanze e riconobbe il Re dei cieli; anzi, prostrandosi davanti a lui con il cuore diceva: “Ricordati di me , Signore, quando sarai nel tuo regno.”
Non ignoriamo questo ladrone e non vergognamoci di prendere come nostro maestro lui, che il nostro Signore non si vergognò di introdurre per primo in Paradiso…
(Giovanni Crisostomo)
Per riflettere e…7
PASQUA, FESTA DEI MACIGNI ROTOLATI
Vorrei che potessimo liberarci dai macigni che ci opprimono, ogni giorno: Pasqua è la festa dei macigni rotolati. E' la festa del terremoto.
La mattina di Pasqua le donne, giunte nell'orto, videro il macigno rimosso dal sepolcro.
Ognuno di noi ha il suo macigno. Una pietra enorme messa all'imboccatura dell'anima che non lascia filtrare l'ossigeno, che opprime in una morsa di gelo; che blocca ogni lama di luce, che impedisce la comunicazione con l'altro.
E' il macigno della solitudine, della miseria, della malattia, dell'odio,
della disperazione del peccato.
Siamo tombe alienate. Ognuno con il suo sigillo di morte.
Pasqua allora, sia per tutti il rotolare del macigno, la fine degli incubi, l'inizio della luce, la primavera di rapporti nuovi e se ognuno di noi, uscito dal suo sepolcro, si adopererà per rimuovere il macigno del sepolcro accanto, si ripeterà finalmente il miracolo che contrassegnò la resurrezione di Cristo.
(Tonino Bello)
Confessioni Individuali
IL RINGRAZIAMENTO E L’IMPEGNO – terzo momento
Gesto: Viene pasta al centro una caraffa di vetro contenente acqua fresca. Inforno bottiglie di plastica con bevande analcoliche a temperatura ambiente. I ragazzi vengono invitati ad assaggiare le bevande analcoliche e alla fine l'acqua. Si può poi parlare insieme di come le prime possano attrarre per i colori o per le forme accattivanti delle bottiglie, senza dissetare, anzi aumentando la nostra sete. E’ l'acqua, in realtà, l'unica in grado di spegnerla.
Sono tante le fonti alle quali attingiamo per soddisfare la nostra sete di vita. Belle, accattivanti, colorate, attraenti: ma, una volta consumate, la sete non è passata, anzi è aumentata. La trasparenza, la purezza e la freschezza dell'acqua sono invece garanzia di verità: soltanto l'acqua disseta a fondo. Solo la via del Cristo riesce a condurci al centro del nostro essere, a soddisfare la nostra sete di vita e di speranza.
Preghiera insieme
Il legno della Croce,
quel "legno del fallimento",
è divenuto il parametro vero
di ogni vittoria.
Gesù ha operato più salvezza
con le mani inchiodate sulla Croce,
che con le mani stese sui malati.
Donaci, Signore,
di non sentirci costretti
nell'aiutarTi a portare la Croce,
di aiutarci a vedere
anche nelle nostre croci
e nella stessa Croce
un mezzo per ricambiare
il Tuo Amore,
aiutaci a capire
che la nostra storia crocifissa
è già impregnata di resurrezione.
Se ci sentiamo sfiniti, Signore,
è perché, purtroppo,
molti passi li abbiamo consumati
sui viottoli nostri e non sui Tuoi,
ma proprio i nostri fallimenti
possono essere la salvezza
della nostra vita.
La Pasqua è la festa
degli ex delusi della vita,
nei cui cuori all'improvviso
dilaga la speranza.
Cambiare è possibile,
per tutti e sempre!
(Tonino Bello)
C. Il Signore sia con voi
T. E con il tuo spirito
C. Vi benedica Dio Padre che oggi vi ha dato il suo abbraccio di perdono e di pace
T. Amen
C. Cammini con voi Gesù, il Figlio di Dio, che ci ha tanto amato da dare la vita, per insegnarci i sentieri della pace e della felicità
T. Amen
C. Vi dia forza e coraggio lo Spirito Santo che ora abita dentro di voi, per essere costruttori di riconciliazione
T. Amen
C. Il Signore vi ha perdonato. Andate in pace.
T. Rendiamo grazie a Dio