28 marzo 2022 ore 11.35
Vita Parrocchiale
Secondo incontro-Cammino Sinodale-Teatro Monsampolo -10/04//2022 ore 15,30
Don Bernardo Domizi
28 marzo 2022
ore 11.35
SECONDO INCONTRO -CAMMINO SINODALE -COMUNITA' PARROCCHIALE MONSAMPOLO DEL TRONTO -10/04/2022 ORE 15,30-17,30
PRESSO TEATRO COMUNALE MONSAMPOLO .
 
 
 
SCHEDA DI LAVORO
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Gruppi di discernimento 1
SCHEDA N. 2
Preghiera dell’Adsumus
Siamo qui dinanzi a te, o Spirito Santo:
sentiamo il peso delle nostre debolezze,
ma siamo tutti riuniti nel tuo nome;
vieni a noi, assistici, scendi nei nostri
cuori:
insegnaci tu ciò che dobbiamo fare,
mostraci tu il cammino da seguire,
compi tu stesso quanto da noi richiedi.
Sii tu solo a suggerire e guidare le nostre
decisioni,
perché tu solo, con Dio Padre e con il
Figlio suo,
hai un nome santo e glorioso.
Non permettere che sia lesa da noi la
giustizia,
tu che ami l’ordine e la pace;
non ci faccia sviare l’ignoranza,
non ci renda parziali l’umana simpatia,
non ci influenzino cariche o persone.
Tienici stretti a te col dono della tua
grazia,
perché siamo una sola cosa in te
e in nulla ci discostiamo dalla verità.
Fa’ che riuniti nel tuo santo nome,
sappiamo contemperare bontà e
fermezza insieme
così da far tutto in armonia con te,
nell’attesa che, per il fedele compimento
del dovere,
ci siano dati in futuro i premi eterni.
Amen.
Lettura del Brano biblico di riferimento
ATTI 1,1-13.14; 2,1-13: il fondamento della Chiesa e il nuovo inizio
At 1,1-13:
Nel primo racconto, o Teòfilo, ho trattato di tutto quello che Gesù fece e insegnò dagli inizi 2 fino
al giorno in cui fu assunto in cielo, dopo aver dato disposizioni agli apostoli che si era scelti per
mezzo dello Spirito Santo.
3 Egli si mostrò a essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, durante quaranta giorni,
apparendo loro e parlando delle cose riguardanti il regno di Dio. 4 Mentre si trovava a tavola con
essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere l'adempimento della
promessa del Padre, "quella - disse - che voi avete udito da me: Giovanni battezzò con acqua, voi
invece, tra non molti giorni, sarete battezzati in Spirito Santo".
Quelli dunque che erano con lui gli domandavano: "Signore, è questo il tempo nel quale
ricostituirai il regno per Israele?". 7 Ma egli rispose: "Non spetta a voi conoscere tempi o momenti
che il Padre ha riservato al suo potere, ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su
di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini
della terra".
Detto questo, mentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi.
10 Essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, quand'ecco due uomini in bianche vesti
si presentarono a loro 11 e dissero: "Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo

 

Gruppi di discernimento 2
Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l'avete visto andare
in cielo".
12 Allora ritornarono a Gerusalemme dal monte detto degli Ulivi, che è vicino a Gerusalemme
quanto il cammino permesso in giorno di sabato. 13 Entrati in città, salirono nella stanza al piano
superiore, dove erano soliti riunirsi: vi erano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e
Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo figlio di Alfeo, Simone lo Zelota e Giuda figlio di
Giacomo.
14 Tutti questi erano perseveranti e concordi nella preghiera, insieme ad alcune donne e a Maria,
la madre di Gesù, e ai fratelli di lui.
.. Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso
luogo. Venne all'improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e
riempì tutta la casa dove stavano. 3 Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si
posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in
altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.
5 Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. 6 A quel
rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria
lingua. 7 Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: "Tutti costoro che parlano non
sono forse Galilei? 8 E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo
Parti, Medi, Elamiti, abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e
dell'Asia, 10 della Frìgia e della Panfìlia, dell'Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirene,
Romani qui residenti, 11 Giudei e prosèliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue
delle grandi opere di Dio".
Commento
La Domanda
L’unica domanda che gli apostoli rivolgono a Gesù Risorto ("Signore, è questo il tempo nel
quale ricostituirai il regno per Israele?") è proprio quella ... sbagliata! Da quella domanda
comprendiamo che i 40 giorni di “tirocinio intensivo” con Gesù Risorto, prima della sua
Ascensione al cielo, non hanno portato il frutto sperato, almeno per il momento!
Perché i discepoli chiedono a Gesù quando “ricostituirai il regno per Israele”? In fondo la
domanda rivela che i discepoli sono ancora legati agli schemi di un certo tipo di religiosità
giudaica, secondo la quale Dio è colui che dona ad Israele la “terra promessa”, vale a dire un
regno nel quale il popolo possa vivere in piena libertà, tranquillità e prosperità; un posto
sicuro insomma, garantito da Dio, dove ci si sente protetti e difesi dai nemici esterni.
Ma non è questo quello che Dio ha in mente! Gesù Risorto ribalta tutto: invece della
“sicurezza” entro i confini del proprio territorio nazionale, Egli affida alla sua Chiesa la
missione di “uscire” per andare incontro a tutti i popoli del mondo. Gesù chiede alla sua
comunità di essere fedele alla Parola dell’Alleanza, alla legge della libertà, perché il nuovo
popolo di Dio viva come “luce” in mezzo agli altri popoli della terra con giustizia, equità,
fraternità, prendendosi cura dei poveri e degli stranieri; un popolo che appartenga al Signore,
dal cuore di carne e non dal cuore di pietra, che si lasci guidare dallo Spirito di Dio (cfr. Ger
31,31-34).
E’ una prospettiva ben diversa da quella del “luogo protetto”!
Cosè la Chiesa
Ecco che cos’è la Chiesa, per Gesù: il Popolo di coloro che testimoniano di averlo incontrato, di
aver sperimentato la sua salvezza, e sentono il desiderio di farsi prossimi ad ogni uomo per
annunciare la buona notizia dell’amore di Dio. Lo Spirito darà la forza di cominciare il
cammino della missione e ricorderà continuamente che l’unica cosa che conta è la
testimonianza resa a Cristo risorto: è questo e nient’altro il fondamento della Chiesa, il suo
motivo di esistere.

 

Gruppi di discernimento 3
Papa Francesco ci ricorda che "Lo Spirito Santo è quello che muove la Chiesa, è quello che
lavora nella Chiesa, nei nostri cuori; è quello che fa di ogni cristiano una persona diversa
dall'altra ma da tutti insieme fa l'unità. Dunque lo Spirito Santo è quello che porta avanti,
spalanca le porte e ci invia a dare testimonianza di Gesù".
Anche noi dovremmo tenere ben ferma nel cuore questa verità della Chiesa! Le nostre
comunità non sono case in cui sentirsi al sicuro, con “quelli che la pensano come noi”, ma
“soglie aperte sul mondo”: i discepoli varcano i confini spinti da una “scomoda” profezia
evangelica.
Le comunità non sono neppure spazi di aggregazione in cui stare bene insieme, ma luoghi che
vivono della memoria di Gesù e agiscono a servizio del regno di Dio nel mondo, per una
società più giusta e fraterna.
La Missione
Il Papa chiede la sintesi della vita “ad intra” nella comunità cristiana e della vita “ad extra”
cioè nella società: «in virtù del Battesimo ricevuto, ogni membro del Popolo di Dio è diventato
discepolo missionario» (Evangelii gaudium, 119).
Ecco la missionarietà! È lo slancio che rende giovane la Chiesa di Cristo, è sempre urgente, ma
particolarmente oggi in cui la fede sembra per molti essere di poco rilievo. La missione ci
spinge ad abitare i luoghi dell’uomo: famiglia, educazione, scuola, tempo libero, strutture
sanitarie, etc.
Ma perché nei laici si susciti questa nuova volontà di impegno creativo occorre che essi si
sentano partecipi di una comunità nella quale sono qualcuno, sono riconosciuti; debbono
sentire che la loro presenza è desiderata e apprezzata. Affrontare la questione dei laici
significa anche dare loro un ruolo nella comunità cristiana, aprire percorsi verso
un’appartenenza che suscita responsabilità e domanda corresponsabilità.
Laici corresponsabili
Responsabilità e appartenenza si alimentano reciprocamente. Quando viene meno il
riconoscimento della capacità di responsabilità, alla lunga si spegne anche il senso di
appartenenza.
Certo è che per il clero il senso di appartenenza può apparire più naturale che per i laici, così
come la responsabilità nelle comunità ma è altrettanto vero che la comunità cristiana, con
tutte le sue identità e i suoi carismi, non deve darli per scontato. il rischio può essere la
crescita in tutti noi del senso di estraneità, e di abbandono che un tempo generava un laicato
comunque fedele e praticante, oggi questo produce allontanamenti più decisi: non dalla fede,
ma dalla Chiesa, dai suoi sacramenti, dal suo modo di credere.
L’azione dello Spirito
Tornando ai versetti del brano, nonostante l’attesa perseverante nel Cenacolo, ciò che avviene
il giorno di Pentecoste “spiazza” tutti i discepoli. Lo Spirito Santo rivela con chiarezza cosa Dio
vuole da questa piccola comunità impaurita e rinchiusa: la missione fino ai confini della terra,
l’annuncio di Gesù Crocifisso e Risorto in tutte le lingue dei popoli del mondo. Per questo lo
Spirito si manifesta sotto forma di lingue di fuoco e dona ai discepoli la capacità di parlare in
altre lingue.
Lo Spirito “prorompe” nel Cenacolo per abilitare la Chiesa appena nata ad un “linguaggio
nuovo”, fatto non solo di parole, ma della testimonianza di tutta la vita.
Questo accade anche a noi oggi: quando l’esperienza comunitaria che viviamo è davvero un
incontro con il Signore Risorto, nella gioia dello Spirito Santo, ecco che la vita rivela una sorta
di “sovrabbondanza del cuore”, una “pienezza” che non tarda a manifestarsi in quello che
diciamo, in quello che facciamo. Non solo: lo stesso Spirito fa emergere dentro di noi quelle
“parole nuove”, quei linguaggi più comprensibili agli uomini del nostro tempo, in cui possa
essere detto l’annuncio della fede.
Non si tratta di un lavoro fatto a tavolino, ma di una novità che nasce dalla “pancia” della
nostra esperienza credente, e che si manifesta con parole che scaldano il cuore e che rivelano
in maniera credibile la grandezza dell’amore di Dio per ogni essere umano.

 

Gruppi di discernimento 4
Preghiera conclusiva:
Padre nostro,
il tuo Figlio Unigenito Gesù Cristo
risorto dai morti affidò ai suoi discepoli
il mandato di andare e fare discepoli tutti i popoli“;
Tu ci ricordi che attraverso il nostro battesimo
siamo resi partecipi della missione della Chiesa.
Per i doni del tuo Santo Spirito, concedi a noi la grazia
di essere testimoni del Vangelo, coraggiosi e zelanti,
affinché la missione affidata alla Chiesa,
ancora lontana dall’essere realizzata,
possa trovare nuove e efficaci espressioni
che portino vita e luce al mondo.
Aiutaci a far sì che tutti i popoli
possano incontrarsi con l’amore salvifico
e la misericordia di Gesù Cristo,
Lui che è Dio, e vive e regna con Te,
nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli. Amen.
(preghiera di Papa Francesco, mese
missionario straordinario 2019)
A questo punto, ci si divide nei piccoli gruppi, da 6 10 persone, con la guida di un
moderatore, cercando di rendere i gruppi misti, di diverse appartenenze e di diverse età,
attiviamo il processo dell’ascolto e del discernimento.
Dopo un breve momento di silenzio, ci poniamo a livello individuale queste domande:
Ti senti di appartenere ad una comunità? Ti senti corresponsabile della missione della
Chiesa e della tua comunità parrocchiale? In che modo?
Per un cristiano la missione è prima di tutto nei propri ambienti di vita, e non in
parrocchia... Come ciò che vivi in parrocchia alimenta e sostiene la tua missionarietà
negli ambienti di vita?
La conversazione spirituale è divisa in tre momenti:
1° giro: ognuno risponde alle domande, contenendo i tempi del proprio intervento in tre
cinque minuti; sarà compito del moderatore cercare di far parlare tutti senza commenti;
Breve momento di silenzio
2° giro: ognuno dice ciò che lo ha colpito di ciò che ha ascoltato dagli altri;
Breve momento di silenzio
3° giro: cosa ci sta dicendo lo Spirito Santo? Cosa ci sta chiedendo? “Chi ha orecchi ascolti
ciò che lo Spirito dice alle Chiese” (Apocalisse 2,7).
A conclusione il moderatore insieme al proprio gruppo prepara una sintesi di ciò che è emerso
da consegnare al referente parrocchiale. (vedi il vademecum)

 

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