ore 00.57
Canto iniziale: ascolto della canzone “Un senso” di Vasco Rossi
Parole ad alta voce:
Facciamo fatica, Signore! Facciamo fatica a dare un senso a tutto! Facciamo fatica a riconoscerti nel dolore, nella paura! Come sarebbe tutto più facile se potessimo incontrarti! Così sicuramente non correremmo il rischio di confinarti nel libri, di chiuderti nei nostri armadi polverosi….Eeee poi a volte ti attribuisco colpe che non sono tue, mi lascio condizionare da un’immagine sbagliata di te….sembra che ti consideri il ragioniere della sfiga! Un fulmine qua, un’insufficienza nel compito in classe di là, una delusione amorosa per lui eccetera! No Signore non posso credere in un Dio così….
Parole silenziose:
Sì, io non crederò mai in:
Nel Dio che ami il dolore.
Nel Dio che non si lasci dare del tu.
Nel Dio che non abbia bisogno dell'uomo.
Nel Dio lotteria in cui si vinca solo a sorte.
Nel Dio arbitro che giudichi sempre col regolamento alla mano.
Nel Dio solitario.
Nel Dio incapace di sorridere
di fronte a molte monellerie degli uomini.
Nel Dio che "giochi" a condannare.
Nel Dio che "mandi" all'inferno.
Nel Dio che non sappia aspettare.
Nel Dio che esiga sempre dieci agli esami.
Nel Dio che adorano quelli che sono capaci di condannare un uomo.
Nel Dio incapace di amare quello che molti disprezzano.
Nel Dio incapace di perdonare tante cose che gli uomini condannano.
Nel Dio che impedisca all'uomo di crescere, di conquistare, di trasformarsi, di superarsi.
Nel Dio che è capito soltanto dai maturi, i sapienti, gli intelligentoni.
Nel Dio che non è temuto dai ricchi alla cui porta sta la fame e la miseria.
Nel Dio del "me la pagherai".
Nel Dio che si penta qualche volta di aver regalato la libertà all'uomo.
Nel Dio muto e insensibile nella storia di fronte ai problemi angosciosi dell'umanità che soffre.
Nel Dio di quelli che credono di amare Dio, perché non amano nessuno.
Nel Dio che giustifichi la guerra.
Nel Dio che neghi all'uomo la libertà di peccare.
Nel Dio che non sappia perdonare qualche peccato.
Nel Dio che preferisca i ricchi.
Nel Dio che "causi" il cancro, che "invii" la leucemia o che "si porti via" il padre di famiglia
che lascia cinque creature nella miseria.
Nel Dio che possa essere pregato solo in ginocchio.
Nel Dio che non salvi quanti non lo hanno conosciuto ma lo hanno desiderato e cercato.
Nel Dio che non vada incontro a chi lo ha abbandonato.
Nel Dio incapace di far nuove tutte le cose.
Nel Dio che non abbia una parola diversa, personale, propria per ciascun individuo.
Nel Dio che non abbia mai pianto per gli uomini.
Nel Dio che non sia la luce.
Il Dio che preferisca la purezza all'amore.
Nel Dio insensibile di fronte a una rosa.
Nel Dio che non possa scoprirsi negli occhi di un bambino o di una bella donna
o di una madre che piange.
Nel Dio che non sia presente dove vibra l'amore umano.
Nel Dio che non possa essere pregato sulle spiagge.
Nel Dio per cui gli uomini valgono non per ciò che sono ma per ciò che hanno o che rappresentano.
Nel Dio che accetti come amico
chi passa per la terra senza far felice nessuno.
Nel Dio che non sia l'amore e che non sappia trasformare in amore quanto tocca.
Nel Dio che abbracciando l'uomo
già qui sulla terra non sappia comunicargli il gusto, la gioia, il piacere, la dolce sensazione
di tutti gli amori umani messi insieme.
Nel Dio incapace di innamorare l'uomo.
Nel Dio che non si sia fatto vero uomo con tutte le sue conseguenze.
Nel Dio che non sia nato dal ventre di una donna.
Sì, il mio Dio è l'altro Dio.
Spazio per una risonanza
Parola di Dio:
Luca 2, 1-7
Parole ad alta voce:
Un Dio Bambino! Cavoli! Un Dio che nasce in Autogrill! Un Dio che dall’inizio sperimenta cosa significhi essere escluso! Un Dio fragile! Per questo è un Dio amico, per questo è un Dio d’amore. Non è un Dio invincibile per questo è più vicino. Se amare è condividere…Lui ha voluto condividere con noi ogni cosa…sofferenza tradimento esclusione gioie! Un Dio che piange e ride con noi, non che osserva impassibile come un marziano che ha altre cose più importanti da fare. È un Dio vivo! Non è il Dio dalla bacchetta magica: la sua unica forza è l’amore…ma l’amore è in grado di sconfiggere persino la morte!
Parole di tutti:
Il mio Dio non è un dio duro, impenetrabile,
insensibile, impassibile.
Il mio Dio è fragile.
E'della mia razza.
E io della sua.
L'amore ha reso fragile il mio Dio.
Il mio Dio ebbe fame e sonno e si riposò.
Il mio Dio fu sensibile.
Il mio Dio si irritò, fu passionale,
e fu dolce come un bambino.
Il mio Dio fu nutrito da una madre,
ne sentì tutta la tenerezza femminile.
Il mio Dio tremò dinanzi alla morte.
Non amò mai il dolore, non fu mai amico
della malattia. Per questo curò gli infermi.
Il mio Dio patì l'esilio,
fu perseguitato e acclamato.
Amò tutto quanto e umano, il mio Dio:
le cose degli uomini, i buoni e i peccatori.
Il mio Dio fu un uomo del suo tempo.
Vestiva come tutti,
parlava il dialetto della sua terra,
lavorava con le sue mani.
Mori giovane perché era sincero,
Lo uccisero perché lo tradiva
la verità che era nei suoi occhi.
Ma il mo Dio morì senza odiare.
Morì scusando più che perdonando.
Il mio Dio è fragile.
Il mio Dio gettato nel solco,
schiacciato contro terra,
tradito, abbandonato, incompreso,
continuò ad amare.
Per questo il mio Dio vinse la morte.
E comparve con un frutto nuovo tra le mani:
la Resurrezione.
È difficile per tanti il mio Dio fragile.
Il mio Dio che piange,
il mio Dio che non si difende.
Il mio Dio che deve morire per trionfare.
E' difficile il mio fragile amico della vita.
Il mio Dio che soffrì il morso
di tutte le tentazioni.
Il mio Dio che sudò sangue
prima di accettare la volontà del Padre.
E' difficile questo mio Dio,
questo mio Dio fragile.
Difficile ma non impossibile.
Parole d’impegno: consegna delle tessere.
La nostra tessera di AC: il segno con cui rinnoviamo la nostra amicizia con Te Signore. Te la offriamo e ce la doniamo vicendevolmente...con queste parole: ricevi questa tessera, segno ed impegno nella tua amicizia con il Signore.