30 novembre 2007 ore 21.50
VOI CHI DITE CHE IO SIA? Dal Gesù storico al Gesù persona
30 novembre 2007
ore 21.50
VOI CHI DITE CHE IO SIA?
INCONTRO per Giovani di AC del 30 NOVEMBRE 2007 a cura di Daniele De Angelis 

Preghiera iniziale
1 Chi avrebbe creduto alla nostra rivelazione? A chi sarebbe stato manifestato il braccio del Signore? 2 È cresciuto come un virgulto davanti a lui e come una radice in terra arida. Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per provare in lui diletto. 3 Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia, era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima. 4 Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. 5 Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dá salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti. 6 Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada; il Signore fece ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti. 7 Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca. 8 Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo; chi si affligge per la sua sorte? Sì, fu eliminato dalla terra dei viventi, per l’iniquità del mio popolo fu percosso a morte. 9 Gli si diede sepoltura con gli empi, con il ricco fu il suo tumulo, sebbene non avesse commesso violenza né vi fosse inganno nella sua bocca. 10 Ma al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori. Quando offrirà se stesso in espiazione, vedrà una discendenza, vivrà a lungo, si compirà per mezzo suo la volontà del Signore. 11 Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce e si sazierà della sua conoscenza; il giusto mio servo giustificherà molti, egli si addosserà la loro iniquità. 12 Perciò io gli darò in premio le moltitudini, dei potenti egli farà bottino, perché ha consegnato se stesso alla morte ed è stato annoverato fra gli empi, mentre egli portava il peccato di molti e intercedeva per i peccatori.

Provocazioni per la riflessione personale
- Gesù può essere definito persona storica: E’ esistito veramente?
- I vangeli che ci riferiscono della vita di Gesù sono scritti che raccontano fatti reali o sono una invenzione di qualche scrittore del passato.
- Quando sono stati scritti i vangeli? Quando è nato Gesù? Quando è morto?
- Nel vangelo si menzionano alcuni fratelli di Gesù, ma Gesù aveva dei fratelli?
- Come facciamo a sapere i nomi dei genitori di Maria (Gioacchino e Anna) o i nomi dei re magi (Gaspare, Melchiorre, Baldassarre) se i vangeli non li riportano mai?
- Perché tanti hanno creduto a Gesù come al Messia o Figlio di Dio se nei vangeli Gesù non dice mai di essere il Messia o il Figlio di Dio? Che significato hanno le parole: Gesù, Cristo? Ma soprattutto, chi è per noi Gesù? Di chi stiamo parlando?

L’immagine di Gesù delineata dai vangeli è quella di un uomo storico, nato vissuto e morto in un preciso spazio e tempo. La cosa straordinaria è il fatto che attraverso quell’uomo per qualcuno divenne visibile Dio. Da quel momento in poi quel Gesù divenne il cristo, il Figlio di Dio, e a partire da quella presenza si è sviluppata la Chiesa. Occorre fare una prima distinzione dei termini utilizzati più spesso per designare il personaggio centrale dei vangeli. Gesù è il corrispettivo italianizzato del termine greco Jehoshu’a che vuol dire Dio Salva, mentre il termine Cristo vuol dire “Unto, consacrato, eletto”. La fede dei cristiani si fonda proprio su questa figura che nel tempo ha preso contorni sempre meno definiti. Le fonti del tempo sono diventate sempre più contrastanti. Qualcuno lo ha ritenuto un rivoluzionario, altri un moralista, altri ancora un santo, per altri fu un profeta, per qualcuno un comune delinquente, un sobillatore e per questo fu condannato e ucciso. Purtroppo è rimasta l’impressione che soprattutto i cristiani sanno poco di certo su di lui. Una situazione che è divenuta drammatica perché si è persa l’intima relazione con l’essenziale a favore della concreta minaccia di attacchi sempre più forti contro questa figura o peggio ancora dell’indifferenza e del vuoto di coscienza. Naturalmente credere che proprio come uomo egli era Dio va al di là delle possibilità di ogni ragionamento umano. La fede è sempre il frutto di una esperienza esistenziale personale, ma comunque tutti devono poter dare le ragioni del credere. La fede è sempre frutto di un incontro che coinvolge l’uomo nella sua parte affettiva oltre che razionale. Senza uno di questi due fattori non c’è fede, ma fideismo, non c’è credenza, ma credulità, non c’è realtà, ma superstizione. Ora più che mai risuona forte la grande domanda di Gesù che esige la nostra risposta personale: “Voi chi dite che io sia?”.

MARCO 8,27-29 La confessione di Pietro
27 Poi Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo; e per via interrogava i suoi discepoli dicendo “Chi dice la gente che io sia? ”. 28 Ed essi gli risposero “Giovanni il Battista, altri poi Elia e altri uno dei profeti”. 29 Ma egli replicò “E voi chi dite che io sia? ”. Pietro gli rispose “Tu sei il Cristo”.

MATTEO 16, 15 “Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l’hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli.

Tanti hanno cercato di rispondere a questa domanda di Gesù. Tra le tante ritengo interessante quella che possiamo ritrovare in una canzone di De Andrè, è una delle tante risposte possibili. Una risposta che sembra superficiale, sprezzante, ma che rispecchia una grande umanità e sensibilità. Quello che più è interessante è il fatto che uno che si è dichiarato ateo si è posto la domanda fondamentale che tanti cristiani non si pongono nella vita. Ciascuno di noi potrà ripetere, alla fine dell’ascolto, una frase, una parola che lo ha colpito in modo particolare.

ASCOLTO BRANO “Si chiavama Gesù” De Andrè - La buona novella -
Venuto da molto lontano a convertire bestie e gente, non si può dire non sia servito a niente perché prese la terra per mano, vestito di sabbia e di bianco, alcuni lo dissero santo, per altri ebbe meno virtù, si faceva chiamare Gesù. Non intendo cantare la gloria, o invocare la grazia o il perdono, di chi penso non fu altri che un uomo, come Dio passato alla storia, ma inumano è pur sempre l’amore di rantola senza rancore, perdonando con l’ultima voce chi lo uccise tra le braccia di una croce. E per quelli che l’ebbero odiato nel Getzemani pianse l’addio come per chi lo adorò come Dio, che gli disse sii sempre lodato, per chi gli portò in dono alla fine una lacrima o una treccia di spine accettando ad estremo saluto la preghiera, e l’insulto e lo sputo. E morì come tutti si muore, come tutti cambiando colore, non si può dire che sia servito a molto, perché il male dalla terra non fu tolto, ebbe forse un po’ troppe virtù, ebbe un volto e un nome Gesù, di Maria dicono fosse il figlio, sulla croce sbiancò come un giglio.

Ora la più grande testimonianza di Gesù è sicuramente quella dei vangeli, ma forse la più inaspettata e quindi importante è quella dei nemici. Occorre dunque valutare le fonti extrabibliche. Se crediamo alla testimonianza di chi lo riteneva il Figlio di Dio, tanto più dovremmo prendere in considerazione le parole di chi voleva ucciderlo. Di Gesù parlano sia gli ebrei che i pagani suoi contemporanei. Le fonti pagane dell’epoca sono quelle di: Tacito, Svetonio, Plinio, mentre le fonti ebraiche sono quelle di Giuseppe Flavio e del Talmud.

FONTI E TESTIMONIANZE EXTRABIBLICHE PAGANE SU GESU’
TACITO ( 55-120 )
: Storico pagano la cui opera più importante riguarda gli “ANNALI” cioè la storia degli Imperatori della famiglia Giulia: Augusto, Tiberio, Caligola, Claudio, Nerone. Ci riferisce della persecuzione di Nerone contro i cristiani e dell’incendio di Roma nel 64 d.C. Durante i primi decenni della storia, la Chiesa non costituiva una realtà sociale di entità tale da poter creare problemi all’Impero romano. Solo sotto Nerone Imperatore tra il 54 e il 67 d.C. appaiono i primi provvedimenti contro i cristiani. Il soprannome di “Cristiani” ripreso da vari storici dell’epoca, fu coniato dai romani ad Antiochia nel 42 d.C. per designare i discepoli di Cristo. Vi accennano al fatto sia Svetonio che Plinio, ma il racconto di Tacito è più circostanziato. Per far tacere il rumoreggiare intorno all’incendio di Roma scoppiato nel 64 d.C., Nerone incolpò degli individui aborriti per le loro infamie, che il volgo chiamava cristiani. Cristo, il loro capo, era stato condannato al supplizio sotto Tiberio. Temporaneamente repressa, l’esecrabile superstizione (superstitio nova et malefica), dilagava di nuovo, non soltanto in Giudea, ma anche a Roma. Si arrestarono quelli che confessarono la loro fede, poi, su loro stessa indicazione, una moltitudine di altri (multitudo ingens), accusandoli di odio contro il genere umano. I cristiani oltre ad essere arrestati vennero anche utilizzati come oggetto di divertimento negli spettacoli del circo. Pietro sembra sia una delle vittime della persecuzione e il luogo della sua sepoltura fu il colle Vaticano. E’ molto probabile, infatti, che i cristiani raccogliessero i resti dei martirizzati e li deponessero ai lati della strada, detta Cornelia, che arrivava dal colle Vaticano al Circo e in quei luoghi li inumassero in umili tombe. Nello stesso periodo Paolo è di nuovo imprigionato a Roma e la sua morte può essere fissata per il 67 d.C. In questo testo molte sono le informazioni importanti. Vi ritroviamo prima di tutto le definizioni di “chrestos e chrestiani” da Cristos = Unto. Altro dato importante è la motivazione dell’accusa. Accanto all’accusa di attività sediziosa ritroviamo quella di odio del genere umano = misantropia. Accusa già rivolta ai giudei che verte sul fatto che la comunità cristiana che viveva secondo usanze proprie, appariva sospetta. Di qui le accuse rivolte ai cristiani che già erano usate per i giudei. Il cristianesimo era definito dai pagani una superstizione nuova e malefica, gli arrestati e condannati erano molti e spesso erano gli stessi cristiani che denunciavano dei correligionari.

SVETONIO (70-140): Storico pagano che parla dei cristiani nell’opera “Vite dei Cesari”. Al capitolo XXV, 4 della Vita di Claudio imperatore, Svetonio riferisce che intorno al 49 vennero espulsi dei Giudei da Roma che provocavano continui disordini “Sotto l’impulso di Chrestos”. Questa notizia ci può essere confermata dagli Atti degli Apostoli quando incontriamo la figura di Priscilla e Aquila , ebrei cacciati da Roma in quel periodo storico. A Roma infatti si stava diffondendo la nuova religione che prendeva origine da Cristo.

PLINIO IL GIOVANE ( 61-113 ): Governatore della Bitinia, provincia imperiale dell’attuale Turchia. Importante fu il suo epistolario con l’amico Traiano imperatore dal 98 al 117 d.C. Importante è la sua “EPISTOLA X” a Traiano. Con questa lettera Plinio chiede dei suggerimenti a riguardo dell’atteggiamento da usare nei confronti dei cristiani. Plinio governatore della Bitinia, scrive a Traiano per chiedergli istruzioni in occasione del processo intentato ai cristiani. Prima di quel momento il governatore non ha mai avuto a che fare con i cristiani. Plinio ha assunto come linea di condotta quella di far giustiziare coloro che , interrogati, rifiutano di abiurare. Nota che è impossibile costringere quelli che sono veramente cristiani ad abiurare. Nota inoltre che i cristiani sono numerosi nelle città, ma anche nelle campagne. Appartengono a tutte le classi sociali. Tutte le denunce non anonime vengono sottoposte alla magistratura romana. Plinio non trova nulla da ridire sulla lealtà dei cristiani, non furono quindi dei ribelli. Il capo d’accusa non è costituito da crimini particolare, ma dalla sola appartenenza al gruppo vera o presunta. Essere cristiani era comunque un crimine perché la religione cristiana non aveva carattere nazionale e non era riconosciuta dall’Impero. Vengono descritte alcune abitudini di vita cristiana che rendevano l’idea sull’atteggiamento di isolamento assunto dai cristiani che non partecipavano ai giochi, agli spettacoli e avevano adunanze segrete per i soli adepti. Tali segretezze spiegano il sorgere tra il popolo di voci denigratorie che rendono il cristianesimo agli occhi dei pagani una superstizione irragionevole, smisurata (prava et immodica). Ultimo dato importante è il fatto che vengono nominate due diaconesse, questo non indica una funzione gerarchica, ma sottolinea la partecipazione attiva delle donne all’evangelizzazione. Il governatore è comunque convinto che questa nuova religione si possa contenere o far cessare se si accettasse il pentimento.

FONTI E TESTIMONIANZE EBRAICHE SU GESU’
GIUSEPPE FLAVIO ( 37-103 )
: Di origine giudaica, fu considerato dagli ebrei un apostata perché frequentava la corte romana, nonostante i suoi discorsi apologetici in difesa della religione ebraica. Molte sono le informazioni che ci ha trasmesso riguardo all’ambiente giudaico nella sua opera: “ANTICHITA’ GIUDAICHE”.
Nel libro XIII, 3.3 dell’opera “Antichità giudaiche” ci riporta una testimonianza su Gesù. Non si possiede l’originale di questo testo, ma lo ritroviamo riportato nella versione in greco data da EUSEBIO DI CESAREA nella sua opera “HISTORIA ECCLESIASTICA”. (libro 18,63-64) parla di Gesù come “uomo saggio, seppur conviene chiamarlo uomo” , poi dice “egli era il Cristo”, e aggiunge che “ammaestrava gli uomini e risuscitò il terzo giorno, apparve ai discepoli vivo, avendo i profeti già annunciato queste cose su di lui”.
Quindi sembra che Giuseppe Flavio riconosca:
- Divinità di Gesù
- Messianicità
- Resurrezione
- Compimento scritture
Il valore di questo testo è dato soprattutto dalla testimonianza dell’esistenza storica di un uomo di nome Gesù condannato alla morte di croce sotto Ponzio Pilato. Altro dato rilevante è il riferimento ad un gruppo, che aveva amato Gesù, chiamato Cristiani.

TALMUD (V secolo d.C.): Al paragrafo 43 del trattato sul sinedrio, viene riportata la notizia della crocifissione di Gesù nazareno. Il sinedrio promulga la notizia della cattura di Gesù, un nazareno che sta per essere lapidato per sobillazione e bestemmia, si proclamava infatti Figlio di Dio. Si da notizia a tutto il popolo per dare la possibilità a chiunque volesse dire qualcosa a sua discolpa di recare parole in suo favore. Visto che nessuno si era presentato, lo appesero alla vigilia di Pasqua del venerdì sera e fu condannato a morte per crocifissione.

Come abbiamo visto dal brano di Matteo, qualcuno aveva scambiato Gesù per un profeta, senza riconoscere in quell’uomo il Messia che gli stessi profeti avevano annunciato nell’Antico testamento. La promessa del Messia era stata infatti portata soprattutto dal profeta Isaia che aveva scritto i suoi testi circa 700 anni prima della nascita di Gesù.

Riferimenti veterotestamentari sul Messia
Isaia 7,14 / 11, 1 / 42, 1-4 / 53, 1-12 / Michea 5,1
1 Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici.

14 Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele.

1 E tu, Betlemme di Efrata così piccola per essere fra i capoluoghi di Giuda, da te mi uscirà colui che deve essere il dominatore in Israele; le sue origini sono dall’antichità, dai giorni più remoti.

1 Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto di cui mi compiaccio. Ho posto il mio spirito su di lui; egli porterà il diritto alle nazioni. 2 Non griderà né alzerà il tono, non farà udire in piazza la sua voce, 3 non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta. Proclamerà il diritto con fermezza; 4 non verrà meno e non si abbatterà, finché non avrà stabilito il diritto sulla terra; e per la sua dottrina saranno in attesa le isole.

Dopo la morte di Gesù, i discepoli iniziarono la loro opera di evangelizzazione, annunciando la sua resurrezione. Le prime comunità cristiane si comunicavano la vita di Gesù attraverso la tradizione orale, successivamente crebbe l’esigenza di mettere per iscritto la buona notizia. Sorsero allora i primi scritti evangelici: Marco 65-70 d.C. Matteo e Luca 80-90 d.C. Giovanni 98-100 d.C. Si moltiplicarono poi gli scritti apocrifi in epoca tarda, sorti per completare la curiosità di alcuni gruppi cristiani, soprattutto gnostici, su eventi ancora misteriosi riguardo a Gesù.

Riferimenti su Gesù nei libri apocrifi
Apo krifos = Libri non accolti. Quelli che noi chiamiamo Apocrifi, i protestanti chiamano Pseudoepigrafi = Scritti falsi. Gli scritti apocrifi sono moltissimi. Dal II secolo a.C. fino al 150 d.C. tutto quello che abbiamo di scritto sulla storia di Israele è inserito nella Bibbia, ci sono poi altri libri che sono stati inserti successivamente. Alcuni di questi come il Protovangelo di Giacomo sono di carattere gnostico. Sono interessanti però per conoscere le varie dottrine e correnti religiose che si andavano sviluppando.

VANGELO APOCRIFO DELLA PSEUDO MATTEO
[26, 1] Dopo il ritorno di Gesù dall'Egitto, mentre era in Galilea, già al principio del quarto anno di età, un giorno di sabato giocava con dei fanciulli presso il letto del Giordano. Gesù, sedutosi, fece sette laghetti di fango, dotò ciascuno di canaletti per mezzo dei quali, a un suo comando, portava acqua dal torrente al lago e di nuovo la riportava. Uno di quei fanciulli, un figlio del diavolo, con animo invidioso, chiuse le imboccature dei canaletti che portavano acque nei laghetti e mandò all'aria quanto aveva fatto Gesù. Allora Gesù gli disse: "Guai a te, figlio di morte, figlio di Satana. Osi tu distruggere quanto io ho compiuto?". Colui che aveva agito così, subito morì. [2] Alzarono allora la voce i genitori del morto contro Maria e Giuseppe; dicevano loro: "Vostro figlio ha maledetto il nostro figlio ed è morto". Giuseppe e Maria si recarono subito da Gesù a causa del tumulto dei genitori del ragazzo e dell'assembramento dei Giudei. Giuseppe disse in segreto a Maria: "Io non oso parlargli. Ammoniscilo tu, dicendogli: perché hai suscitato contro di noi l'odio del popolo, e ci tocca sopportare l'odio molesto della gente?". Giunta da lui la madre lo pregò dicendo: "Signore mio, che ha fatto mai costui per morire?". Egli le rispose: "Era degno di morte, avendo mandato all'aria quanto io avevo fatto". [3] La madre allora lo pregava, dicendo: "No, Signore mio, perché tutti insorgono contro di noi". Non volendo rattristare sua madre, con il suo piede destro egli toccò il sedere del morto dicendogli: "Alzati, figlio iniquo. Non sei degno, infatti, di entrare nella pace di mio padre, avendo tu mandato all'aria quanto io avevo fatto". Allora colui che era morto risuscitò e se ne andò. E Gesù, attraverso un canaletto conduceva, al suo comando, le acque nei laghetti.
[27, 1] Accadde dopo che, alla vista di tutti, Gesù prese del fango dai laghetti che aveva fatto e con esso plasmò dodici passeri. Quando Gesù fece questo era di sabato e con lui c'erano molti fanciulli. Un giudeo, vedendolo fare questo, disse a Giuseppe: "Non vedi, Giuseppe, che il fanciullo Gesù compie di sabato ciò che non gli è lecito fare? Con il fango, plasmò dodici passeri". Udito ciò, Giuseppe lo rimproverò, dicendo: "Perché fai di sabato cose che non ci è lecito fare?". Udendo le parole di Giuseppe e picchiando una mano contro l'altra, disse ai suoi passeri: "Volate!". E alla voce del suo comando presero a volare. Mentre tutti erano lì e vedevano e udivano, disse agli uccelli: "Andate e volate per la terra e per tutto il mondo, e vivete!". I presenti vedendo tali prodigi, furono pieni di grande stupore.

Alcuni lo lodavano e l'ammiravano, ma altri lo biasimavano. Certuni andarono dai principi dei sacerdoti e dai capi dei farisei e annunziarono loro come Gesù, figlio di Giuseppe, avesse compiuto grandi prodigi e miracoli davanti a tutto il popolo di Israele. Improvvisamente, dalla parte contraria, un altro ragazzo, anch'egli operaio di iniquità, si buttò di corsa sulla spalla di Gesù con l'intenzione di schernirlo o fargli del male, se avesse potuto. Gesù gli disse: "Che tu non possa tornare sano dalla via sulla quale cammini". E subito cadde e morì. I genitori del morto, che avevano visto l'accaduto, esclamarono: "Donde è nato questo ragazzo? E' evidente che ogni parola che dice è vera e spesso si realizza prima ancora che la pronunci". I genitori del ragazzo si avvicinarono a Giuseppe e gli dissero: "Togli Gesù da questo luogo! Non può abitare con noi in questo comune. O, almeno, insegnagli a benedire e a non maledire". Giuseppe si avvicinò a Gesù e l'ammonì, dicendo: "Perché fai tali cose? Sono già molti quelli che si lamentano di te; a causa tua ci odiano e sopportiamo, a causa tua, le molestie degli uomini". Gesù rispose a Giuseppe, dicendo: "Nessun figlio è saggio se non colui che è stato istruito da suo padre secondo la scienza di questo tempo, e la maledizione del padre nuoce soltanto a quelli che fanno del male". Si radunarono allora contro Gesù e lo accusarono presso Giuseppe. Al vedere questo, Giuseppe fu oltremodo spaventato, temendo la violenza e la sedizione del popolo di Israele. Ma in quel momento Gesù prese per l'orecchio il fanciullo morto, lo tenne sospeso da terra alla presenza di tutti, e videro Gesù parlare con lui come fa un padre con suo figlio. Il suo spirito ritornò in lui ed egli rivisse. E tutti ne furono stupiti.
[32, 1] Altri prodigi di Gesù. Dopo ciò, Giuseppe e Maria se ne andarono con Gesù nella città di Nazaret: e lì egli restò con i suoi genitori. Un giorno di sabato, Gesù giocava con dei bambini sulla terrazza di una casa, e avvenne che uno dei bambini gettò un altro dalla terrazza giù a terra, e questo morì. I genitori del morto, non avendo visto la cosa, gridavano contro Giuseppe e Maria, dicendo: "Vostro figlio gettò per terra il nostro, ed è morto". Gesù taceva e non rispondeva nulla. Giuseppe e Maria vennero di corsa da Gesù e sua madre lo supplicò, dicendo: "Signore mio, dimmi se sei stato tu a gettarlo per terra". Subito Gesù discese dalla terrazza per terra e chiamò il ragazzo per nome, Zenone. E quello gli rispose: "Signore". Gli disse Gesù: "Sono forse stato io a buttarti giù per terra dalla terrazza?". E quegli rispose: "No, Signore". I genitori del ragazzo che era stato ucciso si meravigliarono, e in seguito a questo prodigio resero onore a Gesù. Giuseppe e Maria con Gesù se ne andarono di là a Gerico.
[33, 1] Gesù aveva sei anni e sua madre lo mandò con una brocca ad attingere acqua alla fontana assieme a dei bambini. E avvenne che, dopo avere attinto l'acqua, uno dei bambini gli diede una spinta e rovesciò la brocca rompendola. Ma Gesù stese il mantello di cui si serviva, e raccolse nel mantello tanta acqua quanta ne conteneva la brocca, e la portò a sua madre. A questa vista lei fu presa da meraviglia: meditava tra sé, e riponeva tutto in cuor suo.

Dati storici tratti dai testi neotestamentari su Gesù
Nascita avvenuta a Betlemme durante il regno di Erode che muore nel 4 a.C. per questo si presuppone che Gesù sia nato in una data precedente a quella stabilita. Si dovrebbe allora retrodatare la nascita di Gesù almeno a 6 anni prima della data stabilita da Dionigi che aveva computato la nascita di Cristo nell’anno 753 della costruzione di Roma. Ad Erode poi succede Archelao talmente duro e prepotente che una ambasceria del sinedrio chiese a Roma di allontanarlo, viene allora portato a Roma e assassinato. La Samaria e la Giudea vengono cosi amministrate da un prefetto romano. Uno di questi prefetti fu Ponzio Pilato che amministrò quel territorio dal 26 al 31 d.C. Durante il governatorato di Ponzio Pilato fu condannato e ucciso per crocifissione Gesù di Nazaret. Oggi si da per certo che la morte di Gesù sia avvenuta il 7 aprile dell’anno 30 a circa 36 anni. Secondo Giovanni avrebbe iniziato la sua vita pubblica intorno ai 33 anni per una durata di circa 3 anni. Grande incognita sono gli anni dell’infanzia di Gesù, dai 12 ai 33 anni, di cui non sappiamo niente. Sappiamo dai vangeli che Gesù venne introdotto ufficialmente nell’ebraismo con la circoncisione al tempio diventando figlio della legge, da quel momento in poi da buon ebreo osserverà tutta la legge mosaica.

LA FAMIGLIA DI GESU’
Il Vangelo ci dice che Gesù ha un padre che però non è genitore naturale, ma putativo e la madre è conosciuta con il nome di Maria. Marco ci da delle informazioni riguardo ad alcuni fratelli di Gesù: Mc 3,31: “Giunsero sua madre e i suoi fratelli”. Lo stesso Gv 7,2-10 ci parla di fratelli. Nel protovangelo di Giacomo (apocrifo) si racconta di Giuseppe che avrebbe sposato Maria già anziano, vedovo e con figli, avendo partecipato ad una “gara” con altri uomini per chi dovesse prenderla in moglie. Questo è un racconto inserito proprio per spiegare e difendere la verginità di Maria, ma il vangelo non lascia intendere questo, quindi c’è da supporre che Giuseppe fosse giovane, 20-25 anni come era usanza del tempo.

San Girolamo non accetta l’apocrifo, ma si rifà al termine ebraico “ah”, che significa fratello in senso lato, in particolare si trova nella Bibbia anche nel caso di Lot per indicare che è nipote di Abramo, e in 1 Cronache 23,22 per indicare i cugini. In ebraico infatti secondo Barbaglio non ci sono termini specifici per indicare diversi gradi di parentela, questo termine infatti può avere 4 accezioni diverse: fratello per natura, per stirpe, per parentela, o per amore. Marco si riferirebbe secondo San Girolamo al terzo grado di parentela, sia in Mc 15,40 che in Mc 6 allora si può credere che potevano essere fratelli in senso lato. Mayer invece sostiene che in Oriente prevale la figura di Giuseppe anziano e vedovo con figli, a causa della grande considerazione e venerazione per San Giacomo, quindi la verginità di Maria è difesa da questo argomento. La posizione tradizionale ed ufficiale della Chiesa dice che Gesù è stato concepito verginalmente con un miracolo. Quindi Maria sarebbe Vergine ante partum e anche post partum. La verginità post partum di Maria consiste nell’affermare che lei oltre a Gesù non ha avuto altri figli, ne alcuna relazione, ed anche questo è affermato solo dalla tradizione, e quindi non si può respingere con leggerezza. Ritroviamo Gesù già adolescente nell’episodio della discussione con i dottori della legge al tempio. Brano unico dell’infanzia di Gesù nei vangeli canonici. Inizia poi la missione di Gesù con il battesimo al Giordano per opera del Battista, quando ormai Gesù aveva circa 30 anni.

ASCOLTO BRANO: “L’infanzia di Maria” De Andrè -La buona novella -
Forse fu all’ora terza, forse alla nona, cucito qualche giglio sul vestitino alla buona, forse fu per bisogno o peggio per buon esempio, presero i tuoi tre anni e li portarono al tempio, presero i tuoi tre anni e li portarono al tempio. Non fu più il seno di Anna fra le mura discrete a consolare il pianto, a calmarti la sete; dicono fosse un angelo a raccontarti le ore, a misurarti il tempo fra cibo e Signore, a misurarti il tempo fra cibo e Signore. Scioglie la neve al sole, ritorna l’acqua al mare, il vento e la stagione ritornano a giocare. Ma non per te, bambina, che nel tempio resti china, ma non per te bambina che nel tempio resti china. E quando i sacerdoti ti rifiutarono alloggio avevi dodici anni e nessuna colpa addosso; ma per i sacerdoti fu colpa il tuo maggio, la tua verginità che si tingeva di rosso, la tua verginità si tingeva di rosso. E si vuol dare marito a chi non lo voleva, si batte la campagna, si fruga la via. Popolo senza moglie, uomini di ogni leva, del corpo di una vergine si fa lotteria, del corpo di una vergine si fa lotteria. Sciogli i capelli e guarda, già vengono! Guardala, guardala, scioglie i capelli, sono più lunghi dei nostri mantelli, guarda la pelle tenera, lieve, risplende il sole come la neve. Guarda le mani, guardale il viso, sembra venuta dal Paradiso, guarda le forme, la proporzione, sembra venuta per tentazione. Guardala, guardala, scioglie i capelli, sono più lunghi dei nostri mantelli, guarda le mani, guardale il viso, sembra venuta dal paradiso. Guardale gli occhi, guarda i capelli, guarda le mani, guardale il collo, guarda la carne, guarda il suo viso, guarda i capelli del Paradiso. Guarda la carne, guardale il collo, sembra venuta dal suo sorriso, guardale gli occhi, guarda la neve, guarda la carne del Paradiso! E fosti tu, Giuseppe, un reduce del passato, falegname per forza padre per professione, a vederti assegnata da un destino sgarbato una figlia di più senza alcuna ragione, una bimba su cui non avevi intenzione. E mentre te ne vai, stanco di essere stanco, la bambina per mano, la tristezza di fianco, pensi: “Quei sacerdoti la diedero in sposa a dita troppo secche per chiudersi su una rosa a un cuore troppo vecchio che ormai si riposa”. Secondo l’ordine ricevuto Giuseppe portò la bambina nella propria casa e subito se ne partì per dei lavori che lo attendevano fuori dalla Giudea. Rimase lontano quattro anni.

ASCOLTO BRANO: “Il ritorno di Giuseppe” De Andrè - La buona novella -
Stelle, già dal tramonto si contendono il cielo a frotte, luci meticolose nell’inseguire la notte. Un asino dai passi uguali, compagno del tuo ritorno scandisce la distanza lungo il morire del giorno. Ai tuoi occhi, il deserto una distesa di segatura, minuscoli frammenti della fatica della natura. Gli uomini della sabbia hanno profili da assassini, rinchiusi nei silenzi di una prigione senza confini. Odore di Gerusalemme, la tua mano accarezza il disegno di una bambola magra, intagliata nel legno. La vestirai Maria, ritornerai a qui giochi lasciati quanto i tuoi anni erano cosi pochi. E lei volò fra le tue braccia come una rondine, e le sue dita come lacrime, dal tuo ciglio alla gola, suggerivano al viso, una volta ignorato, la tenerezza di un sorriso un affetto quasi implorato. E lo stupore nei tuoi occhi salì dalle tue mani che vuote intorno alle sue spalle si colmarono ai fianchi della forma precisa di una vita recente, di quel segreto che di svela quando lievita il ventre. E a te, che cercavi il motivo di un inganno inespresso dal volto, lei propose l’inquieto ricordo fra i resti di un sogno raccolto.

Cosa dice Gesù di se stesso
Mt 11,27 / Gv 26, 63-64 / 1,18 / 8,13-30 / Lc 4,16-22 /
27 Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare.

63 Ma Gesù taceva. Allora il sommo sacerdote gli disse “Ti scongiuro, per il Dio vivente, perché ci dica se tu sei il Cristo, il Figlio di Dio”. 64 “Tu l’hai detto, gli rispose Gesù, anzi io vi dico d’ora innanzi vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra di Dio, e venire sulle nubi del cielo ”.

18 Dio nessuno l’ha mai visto proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato.

13 Gli dissero allora i farisei “Tu dai testimonianza di te stesso; la tua testimonianza non è vera”. 14 Gesù rispose “Anche se io rendo testimonianza di me stesso, la mia testimonianza è vera, perché so da dove vengo e dove vado. Voi invece non sapete da dove vengo o dove vado. 15 Voi giudicate secondo la carne; io non giudico nessuno. 16 E anche se giudico, il mio giudizio è vero, perché non sono solo, ma io e il Padre che mi ha mandato. 17 Nella vostra Legge sta scritto che la testimonianza di due persone è vera 18 orbene, sono io che do testimonianza di me stesso, ma anche il Padre, che mi ha mandato, mi dá testimonianza”. 19 Gli dissero allora “Dov’è tuo padre? ”. Rispose Gesù “Voi non conoscete né me né il Padre; se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio”. 20 Queste parole Gesù le pronunziò nel luogo del tesoro mentre insegnava nel tempio. E nessuno lo arrestò, perché non era ancora giunta la sua ora. 21 Di nuovo Gesù disse loro “Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire”. 22 Dicevano allora i Giudei “Forse si ucciderà, dal momento che dice Dove vado io, voi non potete venire? ”. 23 E diceva loro “Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. 24 Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che io sono, morirete nei vostri peccati”. 25 Gli dissero allora “Tu chi sei? ”. Gesù disse loro “Proprio ciò che vi dico. 26 Avrei molte cose da dire e da giudicare sul vostro conto; ma colui che mi ha mandato è veritiero, ed io dico al mondo le cose che ho udito da lui”. 27 Non capirono che egli parlava loro del Padre. 28 Disse allora Gesù “Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora saprete che Io Sono e non faccio nulla da me stesso, ma come mi ha insegnato il Padre, così io parlo. 29 Colui che mi ha mandato è con me e non mi ha lasciato solo, perché io faccio sempre le cose che gli sono gradite”. 30 A queste sue parole, molti credettero in lui.

16 Si recò a Nazaret, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere. 17 Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto 18 Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, 19 e predicare un anno di grazia del Signore. 20 Poi arrotolò il volume, lo consegnò all’inserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui. 21 Allora cominciò a dire “Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi”. 22 Tutti gli rendevano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano “Non è il figlio di Giuseppe? ”.

Alla luce di quanto detto e a partire da questi ultimi testi fondamentali si può intuire la novità della figura di Gesù, il Cristo. Tutto quello che vi viene raccontato, le parole, i fatti, le sofferenze e la gloria finale trovano qui il loro fondamento. L’insegnamento di Gesù non proviene da un apprendimento umano, ma dalla figliolanza con Dio. Gesù può parlare del Padre solo perché è il Figlio che vive in comunione con il Padre.

La certezza di questa Presenza accompagna la nostra vita quotidiana con la gioia che fu dei primi che si imbatterono in quell’uomo che affascinava tutta la gente e rendeva bella la vita. Oltre alla certezza del punto di arrivo, Cristo ci ha offerto anche la strada per raggiungere quello che il cuore cerca. A questo desiderio dell’uomo di felicità, Dio ha risposto diventando compagno di strada. Dunque la felicità non è in qualcosa d’altro, ma in qualcun Altro. Dio soccorre l’urgenza di amore e felicità dell’uomo. Gesù è la risposta carnale alle nostre domande di felicità. L’uomo ogni momento vuole mai meno dell’infinito. Ora se io aspiro all’infinito, l’infinito c’è.
L’ansia di infinito tipica dell’uomo si manifesta continuamente (a partire da quando si è bambini, cambiando continuamente giocattolo perché con lo stesso ci si annoia). Questo perché il cuore dell’uomo desidera, ha sete del nuovo, del più grande. L’uomo però è incapace di soddisfare da solo il desiderio di infinito che ha dentro. Solo l’infinito può realizzarlo. Ciò che ci ha salvati è il miracolo di una novità inaspettata e improvvisa. Dio misericordioso si è fatto presenza in Cristo per realizzare questo infinito. Cristo si è incarnato per assumere la realtà umana e renderla pienamente realizzata. Con Cristo l’uomo sperimenta la felicità, l’uomo si sente descritto pienamente. Cristo si inserisce cosi profondamente nella natura umana che tutto di me è valorizzato, porta ogni realtà alla sua verità. Noi siamo domanda e desiderio, Cristo è la risposta, la soddisfazione.

Il cristianesimo non è un concetto astratto, una ideologia, una serie di precetti, ma è una persona, è Gesù Cristo che si presenta all’uomo con la pretesa di essere l‘unica verità in grado di rendere felici.

VISIONE DEI VIDEO DI GIOVANNI PAOLO II

Preghiera finale: ASCOLTO BRANO: “Cercate il suo volto” Giovanni Paolo II -Abbà Padre-
Il Signore è mia luce e mia salvezza, di chi avrò paura. Il Signore è difesa della mia vita, di chi avrò timore. Ascolta Signore, la mia voce, io grido, abbi pietà di me, rispondimi. Di te ha detto il mio cuore, cercate il suo volto. Il tuo volto Signore io cercherò, non nascondermi il tuo volto, non respingere con ira il tuo servo. Sono certo di contemplare la bontà del Signore nella terra dei viventi. Spera nel Signore, sii forte, si rinfranchi il tuo cuore e spera nel Signore. 

Giovanni 1,35-39: Giovanni fissando lo sguardo su Gesù disse: “Ecco l’agnello di Dio!”
I due discepoli, seguirono Gesù che si voltò e vedendo che lo seguivano disse: “Che cercate?”
Gli risposero: “Rabbi dove abiti?” Disse loro: “VENITE E VEDRETE”.

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